13 Ottobre si ricorda il miracolo del Sole a Fatima

Sesta apparizione della Vergine: 13 Ottobre 1917
« Io sono la Madonna del Rosario »

Dopo questa apparizione i tre fanciulli furono visitati da parecchie persone che, spinte da devozione o dà curiosità, volevano vederli, raccomandarsi alle loro preghiere, sapere da loro qualcosa di più su quanto avevano visto e udito.

Tra questi visitatori va ricordato il Dott. Manuel Formigao, inviato dal Patriarcato di Lisbona con la missione di riferire sugli avvenimenti di Fàtima, dei quali fu in seguito il primo storico sotto lo pseudonimo di « Visconte di Montelo ». Egli fu già presente alla Cova da Iria il 13 Settembre, ove aveva potuto vedere solo il fenomeno della diminuzione della luce solare che egli però, un poco scettico, attribuì a cause naturali. Su di lui fece più impressione la semplicità e la innocenza dei tre fanciulli, e fu proprio per conoscerli meglio che il 27 Settembre tornò a Fàtima ad interrogarli.

Con grande dolcezza ma anche con grande perspicacia li interrogò separatamente sugli avvenimenti degli ultimi cinque mesi, prendendo nota di tutte le risposte che ne riceveva.

Tornò a Fatima il giorno 11 Ottobre per interrogare di nuovo i fanciulli e i loro conoscenti, pernottando a Montelo presso la famiglia Gonzales ove raccolse altre preziose informazioni, così da lasciarci un resoconto prezioso dei fatti, dei fanciulli e della sua… conversione.

Si giunse così alla vigilia del 13 Ottobre 1917: l’attesa per il grande prodigio promesso dalla « Signora » era spasmodica.

Già la mattina del 12 la Cova da Iria era invasa da gente venuta da ogni parte del Portogallo (si calcolarono essere più di 30.000 persone) che si accingeva a passare la fredda notte all’aperto, sotto un cielo coperto di nubi.

Verso le 11 del mattino incominciò a piovere: la folla (che a quell’ora toccava le 70.000 persone) restò stoicamente sul posto, con i piedi nel fango, con gli abiti inzuppati, in attesa dell’arrivo dei tre pastorelli.

« Avendo previsto un ritardo per la strada, — lasciò scritto Lucia — uscimmo di casa prima. Nonostante la pioggia torrenziale, la gente si accalcava lungo la strada. Mia madre, temendo che quello fosse l’ultimo giorno della mia vita e preoccupata dall’incertezza di ciò che poteva accadere, volle accompagnarmi. Lungo la via si ripetevano le scene del mese precedente, ma più numerose e più commoventi. Le strade fan gose non impedivano alla gente di inginocchiarsi a terra di fronte a noi nel più umile e supplichevole atteggiamento.

Giunti alla pianta di leccio, nella Cova da Iria, mossa da un impulso interiore, dissi alle persone di chiudere gli ombrelli per recitare il Rosario .

Tutti obbedirono, e si recitò il Rosario.

« Subito dopo vedemmo la luce e la Signora apparve sul leccio.

“Che cosa volete da me? “

“Voglio dirti che desidero che si eriga qui una Cappella in mio onore, perché io sono Nostra Signora del Rosario. Continuate a recitare il Rosario ogni giorno. La guerra finirà presto e i soldati ritorneranno alle loro case”

“Ho molte cose da chiedervi: la guarigione di alcune persone ammalate, la conversione dei peccatori e altre cose…

“Alcune le esaudirò, altre no. E’ necessario che si emendino, che chiedano perdono dei loro peccati “.

Quindi con espressione triste disse: “Non offendete più Dio, Nostro Signore, perché Egli è già troppo offeso!”

Furono queste le ultime parole che la Vergine pronunciò alla Cova da Iria.

« A questo punto Nostra Signora, aprendo le mani, le fece riflettere sul sole e, mentre saliva, il riflesso della Sua persona era proiettato sul sole stesso.

Questa è la ragione per cui io gridai forte: “Guardate il sole “. La mia intenzione non era quella di richiamare l’attenzione della gente verso il sole, perché io non ero conscia della loro presenza. Fui guidata a fare ciò da un impulso interiore.

Quando Nostra Signora scomparve nelle immense distanze del firmamento, oltre al sole vedemmo S. Giuseppe con il Bambino Gesù e Nostra Signora vestita di bianco con un manto blu. S. Giuseppe con il Bambino Gesù sembravano benedire il mondo:

fecero infatti il Segno di Croce con le loro mani.

Poco dopo, questa visione scomparve e vidi Nostro Signore e la Vergine sotto le apparenze di Addolorata. Nostro Signore fece l’atto di benedire il mondo, come aveva fatto S. Giuseppe.

Questa apparizione scomparve e vidi ancora Nostra Signora, questa volta sotto le apparenze di Nostra Signora del Carmelo ». Ma cosa videro le folle presenti in quell’ora alla Cova da Iria?

Dapprima videro una piccola nube, come d’incenso, che a tre riprese salì dal luogo ove stavano i pastorelli.

Ma al grido di Lucia: « Guardate il sole! » tutti alzarono istintivamente lo sguardo verso il cielo. Ed ecco che le nubi si squarciano, la pioggia cessa e appare il sole: il suo colore è argenteo, ed è possibile fissarlo senza restarne abbagliati.

Improvvisamente il sole prende a girare vorticosamente su se stesso, emettendo in ogni direzione luci azzurre, rosse, gialle, che colorano in modo fantastico il cielo e la folla attonita.

Tre volte si ripete questo spettacolo, finchè tutti hanno la impressione che il sole precipiti su di loro. Dalla moltitudine erompe un grido di terrore! C’è chi invoca: « Dio mio, misericordia! », chi esclama: « Ave Maria », chi grida: « Mio Dio io credo in Te! », chi confessa pubblicamente i propri peccati e chi in ginocchio nel fango, recita l’atto di pentimento.

Il prodigio solare dura circa dieci minuti ed è visto contemporaneamente da settantanlila persone, da semplici contadini ed uomini colti, da credenti ed increduli, da gente venuta per vedere il prodigio annunciato dai pastorelli e gente venuta per beffarsi di loro!

Tutti testimonieranno gli stessi fatti avvenuti nello stesso momento!

Il prodigio è visto anche da persone che si trovavano fuori della « Cova », il che esclude definitivamente trattarsi di illusione collettiva. il caso riferito dal ragazzo Joaquin Laureno, che vide gli stessi fenomeni mentre si trovava ad Alburitel, paese a circa 20 chilometri da Fàtima. Rileggiamone la testimonianza autografa:

« Avevo allora appena nove anni e frequentavo la scuola elementare del mio paese, che dista da Fàtima 18 o 19 km. Si era verso mezzogiorno, quando fummo sorpresi dalle grida ed esclamazioni di alcuni uomini e donne che passavano per la strada, davanti alla scuola. La maestra, donna Delfina Pereira Lopez, signora molto buona e pia, ma facilmente impressionabile ed eccessivamente timida, fu la prima a correre sulla strada senza poter impedire che noi ragazzi le corressimo dietro. Nella strada il popolo piangeva e gridava, indicando il sole, senza dar risposta alle domande che loro faceva la nostra insegnante. Era il miracolo, il grande miracolo che si vedeva distintamente dall’alto del monte ove è posto il mio paese. Era il miracolo del sole con tutti i suoi fenomeni straordinari. Mi sento incapace di descriverlo come lo vidi e sentii allora. Io guardavo fisso il sole e mi sembrava pallido in modo da non accecare: era come un globo di neve che girava sopra se stesso. Poi improvvisamente parve abbassarsi a zigzag, minacciando di cadere sulla terra. Spaventato, corsi in mezzo alla gente. Tutti piangevano, attendendo da un momento all’altro la fine del mondo.

Vicino stava un incredulo, che aveva passato la mattinata a ridersi dei creduloni che facevano tutto quel viaggio a Fàtima per vedere una ragazza. Lo guardai. Era come paralizzato, assorto, spaventato, con gli occhi fissi al sole. Poi lo vidi tremare da capo a piedi e, levando le mani al cielo, cadere in ginocchio nel fango gridando: — Nostra Signora! Nostra Signora ».

Un altro fatto è testimoniato da tutti i presenti: mentre prima del prodigio solare la folla aveva gli abiti letteralmente inzuppati di pioggia, dieci minuti dopo si trovò con gli abiti completamente asciutti! E gli abiti non possono andare soggetti ad allucinazioni!

Ma la grande testimone del prodigio di Fàtima è la folla stessa, unanime, precisa, concorde nell’affermare quanto ha visto.

In Portogallo vivono ancor oggi molte persone che hanno assistito al prodigio, e dalle quali gli autori di questo libretto hanno avuto personalmente il racconto dei fatti.

Ma ci preme riportare qui due testimonianze non sospette: la prima di un medico, la seconda di un giornalista incredulo.

Il medico è il Dott. Josè Proèna de Almeida Garret, professore all’Università di Coimbra che, su richiesta del Dott. Formigao, rilasciò questa dichiarazione:

« . . . Le ore che io indicherò sono quelle legali, perché il governo aveva unificato la nostra ora con quella degli altri belligeranti ».

« Io arrivai dunque verso mezzogiorno (corrispondente circa alle 10,30 dell’ora solare: N.d.A.). La pioggia cadeva fin dalla alba, sottile e persistente. Il cielo, basso ed oscuro, prometteva una pioggia ancora più abbondante ».

« … Io restai sulla strada sotto la “capote” dell’automobile, un po’ al di sopra del luogo ove si diceva che si sarebbero prodotte le apparizioni; infatti io non osavo avventurarmi nel pantano melmoso di quel campo arato di fresco ».

« … Dopo circa un ora, i bambini ai quali la Vergine (così almeno essi dicevano) aveva indicato il luogo, il giorno e l’ora del t’apparizione, arrivarono. Si udirono dei canti intonati dalla folla che li circondava ».

« A un certo momento questa massa confusa e compatta chiude gli ombrelli, scoprendosi anche il capo con un gesto che doveva essere di umiltà e di rispetto, e che mi suscitò stupore ed ammirazione. In realtà la pioggia continuava a cadere con ostinazione, bagnando le teste e inondando il suolo. Mi dissero in seguito che tutta questa gente, mettendosi in ginocchio nel fango, aveva obbedito alla voce di una bambina! ».

« Dovevano essere circa la una e mezza (quasi mezzo giorno dell’ora solare: N.d.A.) quando, dal luogo ove si,trovavano i bambini si alzò una colonna di fumo leggero, esile ed azzurrino. Essa salì verticalmente fino a due metri circa al di sopra delle teste e, a questa altezza, si dissipò.

Questo fenomeno perfettamente visibile ad occhio nudo, durò alcuni secondi. Non avendo potuto registrare il tempo esatto della sua durata, non posso dire se durò più o meno di un minuto. Il fumo si dissipò bruscamente e, dopo qualche tempo, il fenomeno si riprodusse una seconda, e poi una terza volta.

« . . .Io puntai il mio binocolo da quella parte perché ero convinto che provenisse da un incensiere nel quale si facesse bruciare dell’incenso. Più tardi, persone degne di fede mi hanno af fermato che lo stesso fenomeno si era già prodotto il 13 del mese precedente senza che nulla venisse bruciato, nè alcun fuoco acceso ».

« Mentre continuavo a guardare il luogo delle apparizioni in una aspettativa serena e fredda, e mentre la mia curiosità andava diminuendo perché il tempo passava senza che nulla di nuovo attirasse la mia attenzione, udii all’improvviso il clamore di mille voci, e vidi quella moltitudine, sparsa nel vasto campo… voltar le spalle al punto verso il quale già da tempo s’erano diretti i desideri e le ansie, e guardare il cielo dal lato opposto. Erano quasi le ore due ».

« Pochi istanti prima il sole aveva rotto la spessa cortina di nubi che lo nascondeva, per brillare chiaramente e intensamente. Io pure mi girai verso quella calamita che attirava tutti gli sguardi, e potei vederlo simile a un disco col bordo nitido e sezione viva, ma che non offendeva la vista.

« Non mi sembrò esatto il paragone, che udii fare a Fatima, di un disco argenteo opaco. Era di un colore più chiaro, attivo, ricco e mutevole, sf accettato come un cristallo… Non era, come la luna, sferico; non aveva la stessa tonalità e le stesse macchie… Neppure si con fondeva col sole velato dalla nebbia (che d’altronde non c’era in quell’ora) perché non era oscurato, nè diffuso, nè velato… meraviglioso che per un tempo tanto lungo la folla potesse fissare l’astro splendente di luce e ardente di calore, senza dolore agli occhi e senza abbagliamento e offuscamento della retina ».

« Questo fenomeno dovette durare circa dieci minuti, con due brevi interruzioni nelle quali il sole lanciò dei raggi più brillanti e più splendenti, che ci obbligarono ad abbassare lo sguardo ».

« Questo disco madreperlaceo aveva le vertigini del movimento. Non era solamente lo scintillio di un astro in piena vita, ma girava anche su se stesso con una velocità impressionante ».

« Di nuovo si udì salire dalla folla un clamore, come un grido d’angoscia: pur conservando la prodigiosa rotazione su se stesso, il sole stava distaccandosi dal firmamento e, divenuto rosso come il sangue, si precipitava sulla terra, minacciando di schiacciarci sotto il peso della sua immensa massa infuocata. Furono momenti di terrore… »

« Durante il fenomeno solare che dettagliatamente ho descritto, nell’atmosfera si alternavano vari colori… Intorno a me tutto, fino all’orizzonte, aveva preso il colore violetto dell’ametista: gli oggetti, il cielo, le nubi avevano tutti lo stesso colore. Una grande quercia, tutta violetta, proiettava la sua ombra sulla terra ».

« Dubitando di un turbamento della mia retina, cosa del resto poco probabile perchè in tal caso non avrei dovuto vedere le cose color violaceo, chiusi gli occhi appoggiandovi sopra le dita per impedire il passaggio della luce.

« Ria persi allora gli occhi, ma io vidi, come prima, il paesaggio e l’aria sempre dello stesso colore violetto.

« L’impressione che se ne aveva non era quella di una eclissi. Io ho assistito ad una eclissi totale di sole a Viseu: più la luna avanza davanti al disco solare più la luce diminuisce, finché tutto diventa scuro e poi nero… A Fatima l’atmosfera, benché violetta, restò trasparente fino ai confini dell’orizzonte… »

« Continuando a guardare il sole, mi accorsi che l’atmosfera era diventata più chiara. A questo punto udii un contadino che mi stava accanto esclamare spaventato: « Ma signora, voi siete tutta gialla! ».

« Tutto infatti era cambiato ed aveva preso i riflessi dei vecchi damaschi gialli. Tutti sembravano ammalati d’itterizia. La mia stessa mano mi appariva illuminata di giallo…. »

« Tutti questi fenomeni che ho enumerato e descritto, io li ho osservati in uno stato d’animo calmo e sereno, senza emozioni od angosce ».

« Spetta ora ad altri spiegarli ed interpretarli ».

Ma la testimonianza più probante sulla realtà dei fatti avvenuti alla « Cova da Iria », ci è fornita da un giornalista allora famoso il Sig. M. Avelino de Almeida, Redattore Capo del quotidiano anticlericale di Lisbona « O Seculo ».