Angeli Custodi: nozioni generali, la loro gerarchia, le loro funzioni

Quando si parla degli Angeli non mancano coloro che sorridono maliziosamente, come per far capire che è un tema passato di moda o più semplicemente che è un racconto molto carino per far dormire i bambini. Non mancano persino coloro che osano confonderli con gli extraterrestri, o negano la loro esistenza perché “nessuno” li ha visti. Tuttavia l’esistenza degli angeli è una delle verità della nostra fede cattolica.

La Chiesa dice: «L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede» (Cat 328). Gli angeli «sono servitori e messaggeri di Dio» (Cat 329). «In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili» (Cat 330).

San Gregorio Magno, chiamato “il dottore delle milizie celestiali”, dice che «l’esistenza degli angeli è confermata in quasi tutte le pagine della Sacra Scrittura». Indubbiamente la Scrittura è piena di interventi angelici. Gli angeli chiudono il Paradiso terrestre (Gn 3, 24), proteggono Lot (Gn 19) salvano Agar e suo figlio nel deserto (Gen 21, 17), trattengono la mano di Abramo, levata per uccidere il figlio Isacco (Gn 22, 11), portano aiuto e conforto ad Elia (1 Re 19, 5), a Isaia (Is 6, 6), a Ezechiele (Ez 40, 2) e a Daniele (Dn 7, 16).

Nel Nuovo Testamento gli angeli si manifestano nei sogni a Giuseppe, annunciano la nascita di Gesù ai pastori, lo servono nel deserto e lo confortano nel Getsemani. Annunciano la sua Resurrezione e sono presenti alla sua Ascensione. Gesù stesso parla molto di loro nelle parabole e negli ammaestramenti. Un angelo libera Pietro dal carcere (At 12) e un altro angelo aiuta il diacono Filippo a convertire l’etiope sulla strada verso Gaza (At 8). Nel libro dell’Apocalisse si incontrano molti interventi di angeli come esecutori degli ordini di Dio, compresi i castighi inflitti agli uomini.

Sono miriadi di migliaia e migliaia (Dn 7, 10 e Ap 5, 11). Essi sono spiriti serventi, inviati in aiuto agli uomini (Eb 1, 14). Riferendosi alla potenza di Dio, l’apostolo dice: «è lui che fa i suoi angeli come venti, e i suoi ministri come fiamma di fuoco» (Eb 1, 7).

Nella liturgia, la Chiesa celebra in modo particolare san Michele, san Gabriele e san Raffaele il 29 settembre e tutti gli angeli custodi il 2 ottobre. Alcuni autori parlano di Lezichiele, Uriele, Rafiele, Etofiele, Salatiele, Emmanuele… però non vi è certezza in questo e i loro nomi non sono così importanti. Nella Bibbia si nominano solo i primi tre: Michele (Ap 12, 7; Gdt 9; Dn 10, 21), Gabriele che annuncia l’Incarnazione a Maria (Lc 1; Dn 8, 16 e 9, 21), e Raffaele, che accompagna Tobia nel suo viaggio nel libro omonimo.

A san Michele si suole dare il titolo di arcangelo, come è detto in Gd 9, in quanto è il principe e il capo di tutti gli eserciti celestiali. Anche a Gabriele e a Raffaele la pietà cristiana ha attribuito il titolo di arcangeli. Il culto a san Michele è molto antico. Già nel IV secolo nella Frigia (Asia Minore) vi era un santuario a lui dedicato. Nel V secolo ne venne eretto un altro nel meridione d’Italia, sul monte Gargano. Nel 709 si costruì un altro grande santuario sul monte san Michele in Normandia (Francia).

Gli angeli «sono stelle del mattino e […] figli di Dio» (Gb 38, 7). Fra Luis de León commentando questo testo dice: «Li chiama stelle del mattino perché la loro intellingenza è più chiara delle stelle e perché videro la luce all’alba del mondo». San Gregorio Nazianzeno afferma che «se Dio è un sole, gli angeli sono i suoi primi e più splendenti raggi». Sant’Agostino dice: «Essi ci guardano con amore ardente e ci aiutano affinché possiamo anche noi giungere alle porte del cielo» (Com al Sal. 62, 6).

O spiriti celesti, amici degli uomini e servitori di Dio, aiutatemi nel cammino lungo i sentieri della vita fino alla patria celeste. Amen

Sei amico degli angeli?

La loro gerarchia
La parola angelo proviene dal greco angelos e significa messaggero. Fra di loro vi sono gradi distinti o gerarchie, che si chiamano cori. Lo pseudo Dionigi l’areopagita, scrittore cristiano del IV secolo, fu il primo, nel suo libro “Teologia mistica e gerarchia celeste”, a definire con precisione e chiarezza le funzioni e le gerarchie dei nove cori degli angeli.

Molti Santi Padri, come san Gregorio Magno, san Giovanni Damasceno, san Tomaso d’Aquino e altri hanno seguito la sua teoria. I nove cori e ordini di angeli sono:

Angeli (Ap 5, 11; Dn 7, 10);

Arcangeli (1 Tes 4, 16);

Troni,

Dominazioni,

Principati,

Potestà (Ef 1, 21; Pt 3, 22);

Virtù,

Cherubini (Ez 10, 120; Gn 3, 24);

Serafini (Is 6, 26).

Sogliono essere collocati in questo ordine: angeli, arcangeli, principati, potestà, virtù, dominazioni, troni, cherubini e serafini.

La loro gerarchia non dipende dal fatto che siano di differente natura (allo stesso modo come gli uomini sono uguali per natura). Secondo alcuni, le differenze dipendono dalle diverse mansioni loro affidate, ovvero, secondo san Tommaso d’Aquino, al grado di amore e di santità di ognuno, allo stesso modo come tra gli uomini vi sono distinti gradi di santità. In questo, secondo san Tommaso, gli uomini possono eguagliare o superare gli angeli. La Vergine Maria supera tutti gli angeli, non per la sua natura umana che è inferiore, ma per il suo maggior grado di santità. I sacerdoti hanno una gerarchia superiore agli angeli quanto a dignità.

Sei unito al coro degli angeli? Li ami?

Le loro funzioni

Sappiamo che vi sono angeli protettori delle Nazioni, come insegnano molti Santi Padri già dal IV secolo, come lo pseudo Dionigi, Origene, san Basilio, san Giovanni Crisostomo eccetera. Dice san Clemente d’Alessandria che «un decreto divino ha distribuito gli angeli fra le nazioni» (Stromata VII, 8). In Daniele 10, 1321, si parla degli angeli protettori dei Greci e dei Persiani. San Paolo parla dell’angelo protettore della Macedonia (At 16, 9). San Michele è stato sempre considerato come il protettore del popolo d’Israele (Dn 10, 21).

Nelle apparizioni di Fatima si manifesta per tre volte nel 1916 l’angelo del Portogallo che dice ai tre bambini: «Io sono l’angelo della pace, l’angelo del Portogallo». La devozione al santo angelo custode del Regno di Spagna venne diffusa in tutte le parti della Penisola dal celebre sacerdote spagnolo Manuel Domingo y Sol. Stampò migliaia e migliaia di pagelline con la sua immagine e la preghiera dell’angelo, propagandò la novena e fondò in diverse diocesi l’Associazione nazionale del Santo Angelo della Spagna. Questo esempio è valido anche per tutte le altre nazioni del mondo.

Papa Giovanni Paolo II il 30 luglio 1986 diceva: «Si può affermare che le funzioni degli angeli, come ambasciatori del Dio vivo, si estendono non solamente a ogni singolo uomo e a coloro che hanno incarichi particolari, ma anche a intiere nazioni».

Vi sono anche angeli protettori delle Chiese. Nell’Apocalisse, si parla degli angeli delle sette Chiese d’Asia (Ap 1, 20). Molti santi ci parlano, per propria esperienza, di questa bella realtà, e dicono che gli angeli guardiani delle Chiese spariscono da lì quando vengono distrutte. Origene dice che ogni diocesi è custodita da due vescovi: uno visibile, l’altro invisibile, un uomo e un angelo. San Giovanni Crisostomo, prima di andare in esilio, si recò nella sua chiesa per congedarsi dall’angelo della sua Chiesa. San Francesco de Sales scriveva nel suo libro “Filotea”: «Diventino familiari con gli angeli; amino e venerino l’angelo della diocesi dove si trovano». Mons. Ratti, il futuro papa Pio XI, quando nel 1921 fu nominato arcivescovo di Milano, giunto in città, si inginocchiò, baciò la terra e si raccomandò all’angelo guardiano della diocesi. Padre Pedro Fabro, gesuita, compagno di sant’Ignazio di Loyola, afferma: «Tornando dalla Germania, mentre attraversavo molti villaggi di eretici, ho trovato abbondanti consolazioni per aver salutato gli angeli custodi delle parrocchie dove sono passato». Nella vita di san Giovanni Battista Vianney si racconta che, quando lo mandarono parroco ad Ars, intravedendo da lontano la chiesa, si pose in ginocchio e si raccomandò all’angelo della sua nuova parrocchia.

Allo stesso modo, vi sono angeli destinati alla custodia delle province, delle regioni, delle città e delle comunità. Il celebre padre Lamy, francese, parla a lungo dell’angelo protettore di ogni paese, di ogni provincia, di ogni città e di ogni famiglia. Alcuni santi dicono che ogni famiglia e ogni comunità religiosa ha un suo angelo speciale.

Qualche volta hai pensato di invocare l’angelo della tua famiglia? e quello della tua comunità religiosa? e quello della tua parrocchia, o città, o paese? Peraltro, non dimenticare che in ogni tabernacolo dove sta Gesù sacramentato, vi sono milioni di angeli che adorano il loro Dio. San Giovanni Crisostomo vide molte volte la chiesa piena di angeli, soprattutto mentre si celebrava la santa Messa. Al momento della consacrazione, schiere immense di angeli giungono a far da guardia a Gesù presente nell’altare, e al momento della Comunione ruotano intorno al sacerdote o ai ministri che distribuiscono l’Eucaristia. Un antico scrittore armeno, Giovanni Mandakuni, scriveva in uno dei suoi sermoni: «Non sai che al momento della consacrazione si apre il cielo e scende Cristo, e gli eserciti celestiali girano attorno all’altare dove si celebra la Messa e che tutti sono pieni di Spirito Santo?» La beata Angela da Foligno scrisse: «Il Figlio di Dio sta nell’altare circondato da una moltitudine di angeli».

Per questo san Francesco d’Assisi diceva: «Il mondo dovrebbe vibrare, il cielo intero dovrebbe commuoversi profondamente quando il Figlio di Dio appare sull’altare nelle mani del sacerdote… Allora dovremmo imitare l’atteggiamento degli angeli i quali, quando si celebra la Messa, si dispongono intorno ai nostri altari in adorazione».

«Gli angeli riempiono la chiesa in questo momento, circondano l’altare e contemplano estasiati la magnificenza e la grandezza del Signore» (san Giovanni Crisostomo). Anche sant’Agostino diceva che «gli angeli stanno intorno ed aiutano il sacerdote mentre celebra la Messa». Per questo dobbiamo unirci a loro nell’adorazione e cantare con loro il Gloria e il Sanctus. Così faceva un venerabile sacerdote che diceva: «Da quando ho cominciato a pensare agli angeli durante la Messa, ho sentito una nuova gioia e una nuova devozione nel celebrare la Messa».

San Cirillo d’Alessandria chiama gli angeli «maestri dell’adorazione». Molti milioni di angeli adorano Dio nel Santissimo Sacramento, anche se si trova in un’Ostia nella più umile cappella dell’ultimo angolo della terra. Gli angeli adorano Dio, ma vi sono angeli dediti in modo particolare ad adorarlo dinanzi al suo trono celeste. Così ci dice l’Apocalisse: «Allora tutti gli angeli che stavano intorno al trono e i vegliardi e i quattro esseri viventi, si inchinarono profondamente con la faccia davanti al trono e adorarono Dio dicendo: “Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen» (Ap 7, 1112).

Questi angeli dovrebbero essere i serafini, che sono i più vicini al trono di Dio per la loro santità. Così ci dice Isaia: «Vidi il Signore seduto su un trono… Attorno a lui stavano dei serafini, ognuno aveva sei ali… Proclamavano l’uno all’altro: “Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria» (Is 6, 13).

Adori Dio in unione con gli angeli davanti a Gesù sacramentato?