Angelo Custode: il nostro angelo protettore, potente e della gioia

L’ANGELO PROTETTORE

Dio ci dice nel Salmo 91: “Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire… Non ti potrà colpire la sventura, nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e draghi”.

In mezzo alle peggiori difficoltà, persino in piena guerra, quando le pallottole sibilano tutt’intorno a noi o la peste si avvicina, Dio può salvarci tramite i suoi angeli.

“Accesasi una lotta durissima, apparvero dal cielo ai nemici cinque uomini splendidi su cavalli dalle briglie d’oro, che guidavano i Giudei. Essi presero in mezzo il Maccabeo e, riparandolo con le loro armature, lo rendevano invulnerabile; contro gli avversari invece scagliavano dardi e folgori ed essi, confusi e accecati, si dispersero in preda al disordine” (2 Mc 10, 2930).

L’ANGELO POTENTE

San Michele è il principe degli angeli e la sua potenza difende dagli attacchi del nemico delle anime: il demonio. Si racconta nell’Apocalisse: “Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva con i suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamano diavolo o satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli” (Ap 12, 79).

è evidente che l’arcangelo san Michele detiene un potere speciale contro il demonio, che sempre ci attacca, volendo separarci dall’amore di Dio.

Un giorno di dicembre del 1884 o di gennaio 1885, Papa Leone XIII, dopo aver sentito una messa nella sua cappella privata, in Vaticano, ne ascoltò una seconda. Verso la fine della celebrazione, di colpo sollevò la testa e guardò con intensità verso l’altare, in cima al tabernacolo. Il volto del Papa impallidì e i suoi lineamenti divennero tesi. Finita la messa, Leone XIII si alzò e ancora sotto l’effetto di un’intensa emozione si recò presso il suo studio. Un prelato, di quelli a lui più vicini, gli chiese: Santo Padre si sente stanco? Ha bisogno di qualcosa?

Leone XIII rispose: No, non ho bisogno di nulla. Il Papa si chiuse nel suo studio. Mezz’ora più tardi fece chiamare il segretario della Congregazione dei Riti. Gli diede uno scritto e gli chiese di pubblicarlo e di inviarlo ai vescovi di tutto il mondo.

Cosa conteneva questo scritto? Era un preghiera all’arcangelo san Michele, composta dallo stesso Leone XIII.

Una preghiera che i sacerdoti dovevano recitare dopo la celebrazione di ogni messa, ai piedi dell’altare, dopo il Salve Regina già prescritto da Pio IX.

Leone XIII confessò qualche tempo dopo ad uno dei suoi segretari, monsignor Rinaldo Angeh, di aver visto una nube di demoni che si lanciava aggressiva contro la Chiesa. Da qui la sua decisione di mobilitare san Michele arcangelo e le milizie del cielo per difendere la Chiesa contro Satana e i suoi eserciti.

Invochiamo san Michele per questa lotta senza quartiere, che durerà tutta la vita e recitiamo questa preghiera: “San Michele Arcangelo difendici dal nemico e proteggici da tutte le insidie del maligno. Che Dio ti reprima, spirito maligno, e tu, principe della milizia celeste, con il tuo divino potere scaglia Satana nel punto più profondo dell’inferno e lo stesso accada per gli altri spiriti immondi che vagano per la terra, cercando di portare alla perdizione le anime”.

L’ANGELO DELLA NASCITA

Gabriele è il messaggero di Dio per eccellenza, dato che ebbe lui l’incarico di portare a Maria il grande annuncio che presto sarebbe divenuta madre di Gesù (Lc 1).

Alcuni critici hanno ritenuto che Gabriele fosse l’angelo delle nascite, ovvero che avesse un potere speciale grazie al quale le mamme possono dare alla luce i figli senza difficoltà. Basterà invocarlo assieme all’angelo del nascituro e all’angelo del padre e della madre affinché si verifichi un parto sereno.

L’ANGELO DELLA GIOIA

Quella notte di Natale un angelo apparve ai pastori e comunicò loro la grande notizia: era nato il Salvatore. L’angelo era talmente contento che si mise a cantare e a lodare Dio con una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2, 1314).

Quando siamo particolarmente allegri, uniamoci agli angeli per cantare e lodare Dio con loro e ringraziarlo per tutte le grazie ricevute. Non dimentichiamoci che gli angeli annunciarono a Maria Maddalena e alle donne con lei la grande gioia della resurrezione (Mt 28, 18; Mc 16, 18; Lc 24, 110; Gv 20, 110). Ricordiamoci ciò che disse Gesù: “C’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte” (Lc 15, 10). Perciò sforziamoci di migliorare la nostra vita e amare ogni giorno di più Dio e recitiamo con il Salmo: “A te voglio cantare davanti agli angeli” (Sal 138, 1).