Anna Leonori subisce l’amputazione di gambe e braccia per un tumore che non esisteva

Quella che andremo a trattare oggi è un esempio di malasanità, che ha cambiato per sempre la vita di Anna Leonori.

Anna

Nel 2014 Anna riceve una notizia sconcertante. Gli è stato diagnosticato un tumore maligno che richiedeva un intervento invasivo. Così inizia questa drammatica vicenda. Anna viene operata a Roma e le vengono asportate le ovaie, l’utero e la vescica, sostituita con una ortopedica.

Ma il referto dell’esame istologico, che aveva portato la donna a subire questo strazio, non mostrava alcun tumore. Da qui in poi, l’inferno. La donna passa 3 anni tra ricoveri, infezioni e dolori lancinanti. Nel 2017 un altro intervento per una peritonite acuta e un mese e mezzo di coma profondo. Il trasferimento a Cesena segna l’abisso più profondo per la donna: l’amputazione di braccia e gambe.

La donna, sopravvissuta all’inferno, aspetta solo di avere giustizia, ma per ora ancora nessuna risposta. Per questa vicenda sono stati chiamati in causa l’Ospedale Santa Maria di Terni, il Regina Elena di Roma e la Ausl Romagna.

Bebe Vio accorre in aiuto di Anna Leonori

A fianco di questa coraggiosa guerriera, una persona straordinaria, il simbolo della rinascita e della voglia di normalità e vita, Bebe Vio. Bebe, per un anno, ha aiutato la donna dandogli coraggio, consigli e incoraggiandola ad utilizzare delle protesi di ultima generazione.

Queste protesi, costosissime, dovevano essere comprate con i soldi del risarcimento danni, ma purtroppo le lungaggini della legge italiana lo hanno impedito. Per fortuna che esiste l’umanità e grazie a raccolte fondi di associazioni di volontariato e privati è stato possibile acquistarle.

Grazie a queste protesi Anna ha potuto acquisire di nuovo un minimo di dignità e gli hanno permesso di ricominciare a prendersi cura dei suoi due figli di 13 e 17 anni. Tra 2 anni le protesi andranno cambiate e Anna non ha alcuna intenzione di arrendersi, per acquistarle ha bisogno del risarcimento danni e lotterà come un leone per ottenerlo.

Nessuno potrà restituire ad Anna la vita che aveva in precedenza, ma tutti ci auguriamo che esista una giustizia e la legge faccia in modo di garantire a questa donna una vita dignitosa, che per quanto possibile, valga la pena di essere vissuta.