IL CASO CHAFFIN. UNA PROVA SULL’ESISTENZA DELL’ALDILA’

James L. Chaffin di Mocksville, North Carolina, era un contadino. Sposato e padre di quattro figli. Si rese responsabile di alcuni favoritismi durante la stesura del suo testamento, nel 1905: lasciò in eredità la fattoria al suo terzo figlio Marshall, nominandolo anche esecutore testamentario. Per converso, diseredò gli altri figli John, James ed Abner, lasciando la moglie priva di qualsiasi lascito.

Jim Chaffin morì il 7 Settembre del 1921 in seguito ad una caduta da cavallo. Marshall Chaffin, dopo avere ereditato la fattoria, morì pochi anni dopo, lasciando tutto alla moglie ed al figlio.
La madre ed i restanti fratelli non contestarono le volontà di Chaffin al momento della successione, e così la questione restò in sordina per quasi quattro anni, fino alla primavera del 1925.
Il secondo figlio del vecchio Jim Chaffin, James Pinkney Chaffin, fu turbato da strani eventi: il padre gli apparve in sogno, ai piedi del letto, guardandolo come aveva fatto in vita, ma in modo innaturale ed in silenzio.

La cosa andò avanti per un po’ fino a quando, nel mese di giugno, il vecchio Chaffin apparve al figlio indossando il suo vecchio cappotto nero. Tenendo aperta e ben visibile la parte anteriore del mantello, parlò a suo figlio per la prima volta: “Troverai le mie volontà nella tasca del soprabito“.

Jim Chaffin sparì e James si risvegliò con la convinzione che il padre stava cercando di dirgli che, da qualche parte, c’era un secondo testamento che ribaltava il precedente.

James si alzò all’alba per recarsi a casa della madre e cercare il cappotto nero del padre. Purtroppo, la signora Chaffin aveva donato il cappotto al figlio maggiore, John, il quale si era trasferito in un’altra contea.

Imperterrito, James guidò per venti miglia al fine di incontrare John. Dopo aver riferito lo strano episodio al fratello, lo stesso reperì il cappotto del padre per ispezionarlo. Scoprirono che, al suo interno, vi era una tasca segreta ritagliata nella parte anteriore ed accuratamente sigillata. La aprirono scucendo accuratamente la fodera ed, al suo interno, trovarono un foglio di carta arrtolato e legato con dello spago.

Il foglio recitava una nota, con la calligrafia inconfondibile del vecchio Jim Chaffin, che invitava a leggere il capitolo 27 della Genesi della sua vecchia Bibbia.

John era troppo impegnato nel lavoro e non potè accompagnare il fratello. Così James tornò a casa della madre senza di lui. Lungo la strada invitò un amico di lunga data, Thomas Blackwelder, a seguirlo per verificare la successione degli eventi.

La signora Chaffin, in un primo momento, non ricordava dove aveva riposto la Bibbia del marito. Alla fine, dopo una meticolosa ricerca, il libro fu ritrovato in una cassa riposta in soffitta.

La Bibbia era pessime condizioni, ma Thomas Blackwelder riuscì a trovare la parte dove si trovava la Genesi e l’aprì al capitolo 27. Scoprì che due pagine erano state piegate in modo da formare una tasca, ed in quella tasca vi era un pezzo di carta occultato con attenzione. Nel testo, Jim Chaffin aveva scritto di pugno quanto segue:

Dopo aver letto il capitolo 27 della Genesi, io, James L. Chaffin, intendo manifestare le mie ultime volontà. Dopo aver dato al mio corpo una degna sepoltura, voglio che la mia piccola proprietà sia equamente divisa tra i miei quattro figli, se saranno vivi alla mia morte; se non saranno vivi, le loro parti andranno ai lor figli. Questo è il mio testamento. Testimone la mia mano che lo sigilla,

James L. Chaffin
16 gennaio 1919.

Secondo la legge del tempo, un testamento era da considerarsi valido se scritto di pugno dal testatore, anche senza la presenza di testimoni.

Genesi 27 racconta la storia di come Giacobbe, il figlio più giovane del patriarca biblico Isacco, ricevette la benedizione del padre e diseredato il fratello maggiore Esaù. Nel testamento del 1905, Chaffin avava lasciato tutto al terzo figlio Marshall. Tuttavia, nel 1919 Chaffin aveva letto e preso a cuore la vicenda biblica.

Marshall era morto tre anni dopo e le ultime volontà di Chaffin erano state scoperte più tardi. I tre fratelli e la signora Chaffin, pertanto, presentarono una denuncia contro la vedova di Marshall per recuperare la fattoria e distribuire equamente i beni come disposto dal padre. La signora Marshall Chaffin, ovviamente, si oppose.

La data del processo venne fissata per i primi di dicembre del 1925. Circa una settimana prima dell’apertura del processo, James Chaffin fu visitato ancora in sogno dal padre. Questa volta il vecchio sembrava abbastanza agitato e gli chiese arrabbiato “Dove è il mio vecchio testamento“?

James riferì questo sogno ai suoi avvocati, dicendo che lo riteneva un segno positivo per l’esito del processo.

Il giorno dell’udienza, la vedova di Marshall Chaffin potè visionare il testamento redatto nel 1919, riconoscendo la calligrafia del suocero. In conseguenza, ordinò ai suoi avvocati di ritirare la controquerela. Le due parti, infine, comunicarono che avevano raggiunto una soluzione amichevole, sulla base delle condizioni stabilite nel secondo testamento.

Il vecchio Jim Chaffin non apparve mai più in sogno al figlio. A quanto pare aveva ottenuto quello che cercava: riparare un torto dopo aver letto la storia di un testo sacro.

La vicenda di Jim Chaffin è molto nota in Nord Carolina ed è ampiamente documentata. Rappresenta uno delle dimostrazioni più eclatanti sull’esistenza dell’aldilà e sulla possibilità di comunicare con i defunti.