Che cos’è il peccato mortale? Requisiti, effetti, riacquistare la grazia

Il peccato mortale
Il peccato mortale è una disubbidienza alla legge di Dio in materia grave, compiuta con piena avvertenza della mente e deliberato consenso della volontà, contro la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo.
Affinché il peccato sia mortale è necessario che l’atto compiuto sia veramente un atto umano, e cioè che proceda dalla libera volontà dell’uomo, il quale avverta chiaramente la bontà o la malizia dell’atto.
Solo allora l’uomo diventa responsabile e autore del suo atto, buono o cattivo, degno di premio o castigo. E’ una grave mancanza di amore di Dio.

Requisiti per il peccato mortale
Per definire un peccato mortale si richiedono tre elementi:
1. la materia grave, cioè una grave trasgressione della legge;
2. la piena avvertenza della mente;
3. il deliberato consenso della volontà.
1 – La materia grave, cioè la trasgressione grave di una legge divina o umana, ecclesiale o civile. Diciamo qui di seguito le principali e più comuni trasgressioni gravi di tali leggi.
– Negare o dubitare dell’esistenza di Dio o di qualche verità di fede insegnata dalla Chiesa.
– Bestemmiare Dio, la Madonna o i Santi, proferendo, anche mentalmente, titoli ed espressioni ingiuriose.
– Non partecipare alla S. Messa alla domenica o nelle feste di precetto senza alcun motivo grave, ma solo per pigrizia, negligenza o cattiva volontà.
– Trattare in modo gravemente offensivo i propri genitori o i propri superiori.
– Uccidere una persona o ferirla gravemente.
– Procurare direttamente l’aborto.
– Commettere atti impuri: da soli con la masturbazione o in compagnia nella fornicazione, nell’adulterio, nell’omosessualità o in qualsiasi altra specie di impurità.
– Impedire, in qualsiasi maniera, la concezione, nel compimento dell’atto coniugale.
– Rubare oggetti o beni altrui di valore rilevante o sottrarli con l’inganno e il raggiro.
– Defraudare il fisco per una somma molto consistente.
– Recare un grave danno fisico o morale ad una persona con la calunnia o con la bugia.
– Coltivare pensieri e desideri impuri di quanto è proibito dal sesto comandamento.
– Compiere gravi omissioni nell’adempimento del proprio dovere.
– Ricevere un sacramento dei vivi (Cresima, Eucarestia, Unzione degli Infermi, Ordine e Matrimonio) in peccato mortale.
– Ubriacarsi o drogarsi in forma grave fino a pregiudicare le facoltà della ragione.
– Tacere in confessione, per vergogna, qualche peccato grave.
– Causare scandalo al prossimo con azioni e atteggiamenti di pesante gravità.
2 – La piena avvertenza della mente, ovvero sapere e stimare che quello che si sta per fare o per omettere è gravemente proibito o comandato, andare cioè contro la propria coscienza.
3 – Il deliberato consenso della volontà, cioè il voler fare od omettere deliberatamente ciò che si sa con chiarezza che è un male grave, che, oggettivamente, è un peccato mortale.

Per avere un peccato mortale, è necessario che questi tre elementi esistano simultaneamente in un’azione peccaminosa. Se manca anche uno solo di questi, o addirittura una parte di uno solo, per esempio non c’è l’avvertenza, oppure non c’è il pieno consenso, non abbiamo più il peccato mortale.

Effetti del peccato mortale
1 – Il peccato mortale priva l’anima della grazia santificante, che è la sua vita. Si chiama mortale perché rompe la relazione vitale con Dio.
2 – Il peccato mortale separa Dio dall’anima, la quale è tempio della SS. Trinità, quando è in possesso della grazia santificante.
3 – Il peccato mortale fa perdere all’anima tutti i meriti, acquistati in passato, finché viveva in grazia di Dio: vengono resi inefficaci.
“Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate…” (Ez. 18,24).
4 – Il peccato mortale toglie all’anima la capacità di compiere opere meritorie per il paradiso.
5 – Il peccato mortale rende l’anima degna dell’inferno: chi muore in peccato mortale va all’inferno per tutta l’eternità.
Chi, una volta per sempre, ha scelto Dio come supremo e unico Bene della vita, può rendersi colpevole di un vero peccato mortale, commettendo un’azione grave, oggettivamente contraria alla sua legge e, in caso di morte, meritare l’inferno, perché la sua scelta, per quanto sincera ed efficace, non può mai essere così radicale e definitiva da impedire di farne un’altra capace di annullare la precedente.
La possibilità della perversione – finché si vive – è pari a quella della conversione, anche se questa rende quella più difficile, quando è più totale e decisa. Solo dopo la morte la decisione presa durante la vita sarà irrevocabile.
Il suddetto pensiero viene confermato dalla Sacra Scrittura del A.T. in Ezechiele 18,21-28.

Come si può riacquistare la grazia santificante perduta con il peccato mortale
La grazia santificante (con tutto ciò che essa comporta) perduta con il peccato mortale, si può riacquistare in due maniere:
1 – con una buona Confessione Sacramentale.
2 – Con un atto di contrizione perfetta (dolore e proposito), unito al proposito di una sollecita confessione.