Chi era veramente la Natività?

Crescendo, io e i miei fratelli organizzavamo a turno le figure nel grande asilo nido dei miei genitori. Mi piaceva mostrare i tre magi che camminavano in processione fino alla mangiatoia, mostrandoli nel loro viaggio seguendo la stella di Betlemme.

I miei fratelli si occupavano più di stipare i tre saggi, i pastori, l’angelo e i vari animali da fattoria in un cerchio stretto attorno alla mangiatoia, tutti ebrei e aah-ing al bambino Gesù. Misi giù il piede un anno, però, quando mio fratello cercò di aggiungere un elefante giocattolo alla folla. La Scrittura, dopo tutto, non dice nulla sui pachidermi.

Il mio impulso verso la letteralità potrebbe essere stato un po ‘fuorviante, tuttavia. Si scopre che le Scritture non dicono molto nemmeno sulle figure della natività che diamo per scontate. Anche se Gesù bambino giaceva in una mangiatoia può essere interpretato.

Ci sono due storie sulla nascita di Gesù, che si trovano nei vangeli di Matteo e Luca. Nella storia di Matthew, Mary e Joseph vivono già a Betlemme, quindi non è necessario che si rifugino in una stalla. Alcuni magi (le Scritture non dicono mai che ce ne sono tre, comunque) seguono una stella a Gerusalemme, dove entrano nella casa di Maria e Giuseppe (Matt. 2:11). Avvertono la famiglia del complotto di re Erode per uccidere il bambino Gesù e la famiglia fugge in Egitto. Successivamente ritornano e aprono un negozio a Nazaret, non tornando mai a casa loro a Betlemme (Matt. 2:23).

Nella versione di Luke i magi non si vedono da nessuna parte. Invece, sono i pastori che sono i primi a sentire la buona notizia della nascita del salvatore. In questo vangelo, Maria e Giuseppe vivono già a Nazaret ma devono tornare a Betlemme per un censimento; questo è ciò che riempiva le locande e rendeva necessario il lavoro di Maria in una stalla (Luca 2: 7). Dopo il censimento, non ci resta che presumere che la famiglia sia tornata pacificamente a Nazaret senza una prolungata deviazione in Egitto.

Alcune delle differenze tra i due vangeli sono dovute ai loro diversi scopi. Con la fuga in Egitto e l’omicidio degli innocenti di Erode, l’autore di Matteo ritrae Gesù come il prossimo Mosè e descrive come il bambino Gesù adempie a diverse profezie specifiche della Bibbia ebraica.

L’autore di Luca, d’altra parte, pone Gesù come una sfida all’imperatore romano, i cui titoli includono “Figlio di Dio” e “Salvatore”. Il messaggio dell’angelo ai pastori proclama che qui è un salvatore che portare la salvezza non attraverso il potere politico e il dominio, ma invece attraverso un mescolamento radicale dell’ordine sociale, uno che solleverà gli umili e nutrirà gli affamati (Luca 1: 46–55).

Mentre le differenze tra i due vangeli possono sembrare importanti, l’importante asporto si trova in ciò che i due hanno in comune invece che nel modo in cui variano. Entrambe le narrazioni dell’infanzia descrivono una nascita miracolosa troppo importante per essere privata. Le figure intorno a Gesù, che siano angeli divini o magi umani o pastori, non perdono tempo a diffondere la buona notizia della sua nascita