Devozione a Gesù: come fare la perfetta consacrazione a Gesù Cristo

120. Poiché tutta la nostra perfezione consiste nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo, la più perfetta di tutte le devozioni è senza dubbio quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria, tra tutte le creature, la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un’anima a Gesù Cristo Signore è la devozione alla Santa Vergine, sua Madre e che più un’anima sarà consacrata a Maria, più lo sarà a Gesù Cristo. E’ per questo che la perfetta consacrazione a Gesù Cristo non è altro che una perfetta e totale consacrazione di se stessi alla Santa Vergine, che è la devozione che io insegno; o, in altre parole, una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo.

121. Questa devozione consiste dunque nel donarsi totalmente alla Vergine Santa, per essere, per mezzo di lei, totalmente di Gesù Cristo. Bisogna donarle: 1°. il nostro corpo, con tutti i sensi e le membra; 2°. la nostra anima, con tutte le facoltà; 3°. i nostri beni esteriori, che chiamiamo di fortuna, presenti e futuri; 4°. i beni interiori e spirituali, che sono i meriti, le virtù, le buone opere: passate, presenti e future. In una parola, doniamo tutto ciò che abbiamo, nell’ordine della natura e della grazia, e tutto ciò che potremo avere in futuro, nell’ordine della natura, della grazia e della gloria; e questo senza alcuna riserva, neppure di un soldo, o di un capello, o della più piccola buona azione, e per tutta l’eternità, senza pretendere nè sperare altra ricompensa, per la propria offerta e il proprio servizio, che l’onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di lei e in lei, quand’anche questa amabile Sovrana non fosse, come invece lo è sempre, la più generosa e riconoscente delle creature.

122. Bisogna qui notare che vi sono due aspetti nelle buone opere che compiamo: la soddisfazione e il merito, cioè: il valore soddisfattorio o impetratorio e il valore meritorio. Il valore soddisfattorio o impetratorio di un’opera buona è la stessa buona azione in quanto ripaga la pena dovuta al peccato, oppure ottiene qualche nuova grazia. Il valore meritorio, o il merito, è la buona azione in quanto capace di meritare la grazia e la gloria eterna. Ora, in questa consacrazione di noi stessi alla Vergine Santa, noi doniamo tutto il valore soddisfattorio, impetratorio e meritorio, cioè la capacità che tutte le nostre buone opere hanno di soddisfare e meritare; doniamo i nostri meriti, le grazie e le virtù, non per comunicarli ad altri, poiché propriamente parlando, i nostri meriti, le grazie e le virtù sono incomunicabili; solo Gesù Cristo ha potuto comunicarci i suoi meriti, facendosi garante per noi presso il Padre suo; questi noi li doniamo perché siano conservati, accresciuti e abbelliti, come diremo più avanti. Le doniamo invece il valore soddisfattorio perché lo comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio.

123. Ne consegue che: 1°. Con questa forma di devozione si dona a Gesù Cristo, nella maniera più perfetta perché è per le mani di Maria, tutto ciò che si può donare e molto di più che con le altre forme di devozione, dove si dona o una parte del proprio tempo, o una parte delle proprie buone opere, o una parte del valore soddisfattorio o delle mortificazioni. Qui tutto è donato e consacrato, persino il diritto di disporre dei propri beni interiori e il valore soddisfattorio che si acquista con le proprie opere buone, giorno per giorno. Questo non lo si fa in nessun Istituto religioso; là, si donano a Dio con il voto di povertà i beni di fortuna, con il voto di castità i beni del corpo, con il voto di obbedienza la propria volontà e, in alcuni casi, la libertà del corpo con il voto di clausura; ma non si dona la libertà o il diritto che si ha di disporre del valore delle proprie buone opere e non ci si spoglia fino in fondo di ciò che un cristiano ha di più prezioso e caro, che sono i meriti e il valore soddisfattorio.

124. 2°. Chi si è in questo modo volontariamente consacrato e sacrificato a Gesù Cristo per mezzo di Maria, non può più disporre del valore di nessuna delle proprie buone azioni. Tutto ciò che soffre, ciò che pensa, ciò che fa di bene, appartiene a Maria, perché ella ne disponga secondo la volontà del Figlio suo e per la sua maggior gloria, senza tuttavia che questa dipendenza pregiudichi in alcun modo i doveri del proprio stato, presente o futuro; per esempio, gli obblighi di un sacerdote il quale, a causa del suo ufficio, deve applicare il valore soddisfattorio e impetratorio della santa Messa per una particolare intenzione; si fa questa offerta sempre secondo l’ordine stabilito da Dio e in conformità ai doveri del proprio stato.

125. 3°. Ci si consacra dunque nel medesimo tempo alla Santa Vergine e a Gesù Cristo: alla Santa Vergine come al mezzo perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e per unirci a lui, e a Gesù Cristo Signore come al nostro ultimo fine, al quale noi dobbiamo tutto ciò che siamo, poiché è nostro Redentore e nostro Dio.

126. Ho detto che questa pratica di devozione poteva essere benissimo chiamata una perfetta rinnovazione dei voti, o promesse, del santo battesimo. Infatti ogni cristiano, prima del battesimo, era schiavo del demonio, perché a lui apparteneva. Nel battesimo, direttamente o per bocca del padrino o della madrina, egli ha poi rinunciato È solennemente a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere e ha scelto Gesù Cristo come suo padrone e sovrano Signore, per dipendere da lui come uno schiavo d’amore. E’ ciò che si fa anche con questa forma di devozione: come è indicato nella formula di consacrazione, si rinuncia al demonio, al mondo, al peccato e a se stessi e ci si dona interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. Anzi si fa pure qualcosa di più, poiché nel battesimo, di solito, si parla per bocca d’altri, cioè del padrino e della madrina e quindi ci si dà a Gesù Cristo per procura; qui invece ci si dona da se stessi, volontariamente e con conoscenza di causa. Nel santo battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, almeno in modo esplicito e non si dà a Gesù Cristo il valore delle proprie buone opere; dopo il battesimo si resta interamente liberi di applicarlo a chi si vuole, o di conservarlo per sè; con questa devozione invece ci si dona espressamente a Gesù Cristo Signore per le mani di Maria e a lui si consacra il valore di tutte le proprie azioni.