Devozione a Gesù: la rivelazione alla Beata Camilla Battista

«La Beata Camilla Battista racconta che il Signore ha familiarmente colloquiato con lei comunicandole rivelazioni che fa conoscere
attraverso i suoi scritti. Uno di questi è l’opera “I dolori mentali di Gesù nella sua passione”, dolori interiori del Cuore umano del Salvatore che – afferma suor Battista – furono molto più forti di quelli fisici. Queste rivelazioni hanno favorito la sua vita di contemplazione e, lungo i
secoli, quella di innumerevoli altre persone.».

Quello che qui segue sono quei dolori interiori di Cristo benedetto, che come ho detto mi fu comandato di scrivere.
Ma notate: quando io tornai a Camerino (nel 1484), qualche volta dicevo qualcosa di questi dolori interiori con le mie suore, per loro e mia consolazione. E, perché esse non pensassero che fossero farina del mio sacco, dicevo che una suora, di quelle del monastero di Urbino, aveva raccontato a me queste cose.
Suor Pacifica mi pregò molte volte di scrivere queste cose. Io rispondevo che non le avrei mai scritte finché non fosse morta quella suora.
Quando mi fu comandato (da Gesù) di scriverle, era già più di due anni che lei non mi aveva più parlato né accennato all’argomento. Però dovendo io scriverli, li indirizzai a lei perché allora era mia reverenda Abbadessa e io sua indegna vicaria, e finsi – come avevo detto – che una suora di quelle di Urbino mi avesse confidato tali cose devote, perciò qualche volta scrivo: “Quella anima santa, quella anima beata
mi disse così”, e questo per dar fede all’oste affinché i lettori non pensassero che fossi io.
GESU’ FIGLIO DI MARIA
Queste sono alcune devotissime cose riguardanti i dolori interiori di Gesù Cristo benedetto, che Egli per sua pietà e grazia si degnò comunicare ad una devota religiosa del nostro Ordine di santa Chiara, la quale, volendolo Dio, li confidò a me. Ora io le riferisco qui di seguito per utilità delle anime innamorate della passione di Cristo.

Dagli scritti della Beata:
“L’altro dolore che mi trafisse il cuore fu per tutti gli eletti. Sappi infatti che tutto ciò che mi afflisse e tormentò per i membri dannati, allo stesso modo mi afflisse e tormentò per la separazione e disgiunzione da me di tutti i membri eletti che avrebbero peccato
mortalmente. Quanto erano grandi l’amore che eternamente avevo per loro e la vita alla quale essi si univano operando il bene e da cui si separavano peccando mortalmente, altrettanto era grande il dolore che sentii per loro, vere mie membra. Il dolore che provai per i dannati differiva da quello che sentii per gli eletti solo in questo: per i dannati, essendo membra morte, non provai più la loro pena dato che erano separati da me con la morte; per gli eletti invece sentii e provai ogni loro pena e amarezza in vita e dopo la morte, cioè nella vita le sofferenze
e i tormenti di tutti i tentati, le infermità di tutti i malati e poi persecuzioni, calunnie, esilii. In breve, provai e sentii così chiaramente e vivamente ogni sofferenza piccola o grande di tutti gli eletti ancora in vita, come tu vivamente proveresti e sentiresti se ti percuotessero l’occhio, la mano, il piede o qualche altro
membro del tuo corpo. Pensa allora quanti furono i martiri e quante specie di torture sostenne ciascuno di essi e poi quante furono
le sofferenze di tutti gli altri membri eletti e la varietà di quelle pene. Considera questo: se tu avessi mille occhi, mille mani, mille piedi e mille altre membra e in ognuno di essi
provassi mille diverse pene che contemporaneamente provocano un unico lancinante dolore, non ti sembrerebbe raffinato supplizio? Ma le mie membra, figliola mia, non furono migliaia né milioni, ma infinite. E nemmeno la varietà di quelle pene furono migliaia, ma innumerevoli, perché tali furono le pene dei santi, martiri, vergini e confessori e
di tutti gli altri eletti. In conclusione, come non ti è possibile comprendere quali e quante siano le forme di beatitudine, di gloria e di premi preparati in paradiso per i giusti o eletti, così non puoi comprendere o sapere quante siano state le pene interiori che io sopportai per i membri eletti. Per divina giustizia bisogna che a queste sofferenze corrispondano le gioie, le glorie e i premi; ma io provai e sentii nella loro diversità e quantità le pene che gli eletti avrebbero sofferto dopo la morte in purgatorio a causa dei loro peccati, chi più e chi meno secondo quanto avevano meritato. Questo perché non erano membra putride e staccate come i dannati, ma erano membra vive che vivevano in me Spirito di vita, prevenute con la mia grazia e benedizione. Allora, tutte quelle pene che tu mi chiedevi se le avessi sentite per i membri dannati, non le sentii o provai per la ragione che ti ho detto, ma riguardo agli eletti sì, perché sentii e provai tutte le pene del purgatorio che loro avrebbero dovuto sostenere.