Devozione agli Angeli Custodi: sono custodi del corpo e dello spirito

Gli angeli custodi rappresenta-no l’amore infinito, la pietà e la cura di Dio e il loro nome indi-ca che sono creati per la nostra custodia. Ogni angelo, anche nei cori più alti, desidera di condurre una volta un uomo sulla terra, di poter servire Dio nell’uomo; ed è l’orgoglio di ogni angelo di riuscire a con-durre alla perfezione eterna il protetto affidatogli. Un uomo portato a Dio rimarrà la gioia e la corona del suo angelo. E l’uomo potrà godere per tutta l’eternità della beata comunità con il suo angelo. Soltanto l’in-sieme di angeli e uomini rende perfetta l’adorazione di Dio tra-mite la Sua creazione.

Nella Sacra Scrittura sono descritti i compiti degli angeli custodi rispetto agli uomini. In molti passaggi si parla della protezione da parte degli ange-li nei pericoli per il corpo e la vita.

Gli angeli che apparivano sulla terra dopo il peccato originale erano quasi tutti angeli d’aiuto corporale. Salvarono il nipote di Abramo, Lot, e la sua famiglia durante la distruzione di Sodoma e Gomorra dalla sicu-ra morte. Risparmiarono ad Abramo l’omicidio del figlio Isacco dopo che ebbe dimo-strato il suo coraggio eroico di sacrificarlo. Alla serva Hagar che vagò col figlio Ismaele nel deserto mostrarono una sor-gente, che salvò Ismaele dalla morte per sete. Un angelo discese con Daniele e i suoi compagni nella fornace, “spin-se fuori la fiamma del fuoco acceso, e fece spirare nel cen-tro della fornace come un ven-ticello fresco e rugiadoso. II fuoco non li toccò affatto, non fece loro alcun male, né recò alcuna molestia” (Dn 3, 49-50). II secondo libro dei Maccabei scrive che il generale Giuda Maccabeo fu protetto dagli angeli in una battaglia decisi-va: “Or, nel punto culminante della battaglia, apparvero ai nemici, dal cielo, sopra cavalli adorni di briglie d’oro, cinque uomini splendidi a capo dei Giudei, e messo in mezzo a loro Maccabeo, colle loro armi lo coprivano e lo rendevano invulnerabile, mentre scaglia-vano dardi e fulmini contro i nemici” (2 Mc 10, 29-30).

Questa protezione visibile da parte dei santi angeli non è limitata alle scritture del Vecchio Testamento. Anche nel Nuovo Testamento conti-nuano a salvare il corpo e l’ani-ma degli uomini. Giuseppe ebbe l’apparizione di un ange-lo in sogno e l’angelo gli disse di fuggire in Egitto per proteg-gere Gesù dalla vendetta di Erode. Un angelo liberò Pietro dalla prigione alla vigilia della sua esecuzione e lo guidò in libertà passando davanti a quattro guardie. La guida angelica non finisce con il Nuovo Testamento, ma appare in maniera più o meno visibile fino ai nostri tempi. Gli uomini che si affidano alla protezione dei santi angeli faranno ripetu-tamente l’esperienza che il loro angelo custode non li lascia mai soli.

A questo proposito troviamo alcuni esempi di aiuto visibile che sono stati intesi dai protet-ti come assistenza dell’angelo custode.

Papa Pio IX raccontava sem-pre un aneddoto della sua gio-vinezza, che provava l’aiuto miracoloso del suo angelo. Ogni giorno durante la messa faceva da ministrante nella cappella domestica di suo padre. Un giorno, inginocchia-to al gradino inferiore dell’alta-re, mentre il sacerdote cele-brava il sacrificio, fu colto da grande paura. Non seppe per-ché. Istintivamente rivolse gli occhi verso la parte opposta dell’altare come per cercare aiuto e vide un bel giovane che gli fece segno di venire da lui.

Confuso da quest’apparizione non osò spostarsi dal suo posto, ma la figura raggiante gli fece segno ancora più viva-mente. Allora si alzò e corse dall’altra parte, ma la figura scomparve. Nello stesso momento però dall’altare cadde una pesante statua pro-prio sul posto che aveva lasciato il piccolo chierichetto poco prima. Il piccolo raccontò spesso quest’aneddoto indi-menticabile, prima da sacer-dote, poi da vescovo e alla fine anche da Papa e lo esaltava come una guida del suo ange-lo custode (A.M. Weigl: Sc hutzengelgeschichten heute, p. 47).

– Poco dopo la fine dell’ultima Guerra Mondiale, una madre camminava con la figlia di cin-que anni nelle strade della città di B. La città era in gran parte distrutta e di molte case non era rimasto che un ammasso di macerie. Qua e là sporgeva un muro rimasto in piedi. La madre e la bambina stavano andando a fare la spesa. Il cammino fino al negozio era lungo. All’improvviso la bambi-na si fermò e non si mosse più di un passo. La madre non fu in grado di trascinarla e già cominciava a rimproverarla, quando sentì degli scricchiolii. Si voltò di scatto e vide un grande muro pericolante tre-mare davanti a lei e poi cadere con un frastuono fragoroso sul marciapiede e la strada. Sul momento la madre rimase irri-gidita, poi abbracciò la piccola e disse: “O bambina mia, se non ti fossi fermata, ora saremmo sepolte sotto il muro di pietra. Ma dimmi, come mai non volevi andare avanti?” E la piccola rispose: “Ma madre, non l’hai visto?” – “Chi?” chie-se la madre. – “C’era un bel ragazzo alto davanti a me, por-tava un vestito bianco e non mi lasciava passare.” – “Fortunata bambina mia!” esclamò la madre, “hai visto il tuo angelo custode. Non dimenticarlo mai in tutta la tua vita!” (A.M. Weigl: ibidem, pp. 13-14).

– Una sera nell’autunno del 1970, uscendo dalla sala del-l’università popolare di Augusta in Germania dopo un corso di aggiornamento, non immaginavo minimamente che quella sera sarebbe potuto succedere qualcosa di partico-lare. Dopo una preghiera al mio angelo custode salii in macchina, che avevo parcheg-giato in una stradina laterale poco trafficata. Erano già le 21 passate e avevo fretta di arri-vare a casa. Stavo per imboc-care la strada principale, e non vidi nessuno per la strada, solamente i fari deboli delle macchine. Pensai tra me che neanch’io avrei messo molto ad attraversare l’incrocio, ma all’improvviso un giovane uomo attraversò la strada davanti a me e mi fece segno di fermarmi. Che strano! Prima, non avevo visto nessu-no! Da dove era venuto fuori? Ma non volli dargli attenzione. II mio desiderio era di arrivare al più presto a casa e quindi volli proseguire. Ma non era possibile. Non me lo permise. “Sorella”, mi disse con tono energico, “ferma subito la macchina! Non puoi assoluta-mente proseguire. La macchi-na sta per perdere una ruota!” Scesi dalla macchina e vidi con orrore che la ruota sinistra posteriore stava veramente per staccarsi. Con molta fatica riuscii ad accostare la macchi-na sul bordo della strada. Poi dovetti lasciarla lì, chiamare un carro attrezzi e portarla in offi-cina. – Cosa sarebbe successo se avessi proseguito e se avessi imboccato la strada principale? – Non lo so! – E chi era il giovane uomo che mi aveva avvertito? – Non riuscii neanche a ringraziarlo, perché sparì nel nulla come era appar-so. Non so chi fosse. Ma da quella sera non dimentico mai di invocare l’aiuto del mio angelo custode prima di met-termi al volante.

– Fu nell’ottobre del 1975. In occasione della beatificazione della fondatrice del nostro ordine fui tra le fortunate che avevano il permesso di andare a Roma. Dalla nostra casa di via Olmata sono solo pochi passi fino al più grande san-tuario mariano del mondo, la basilica di Santa Maria Maggiore. Un giorno ci andai per pregare all’altare di grazia della buona Madre di Dio. Poi lasciai il luogo di culto con una grande gioia nel cuore. Con passo leggero scesi le scale di marmo all’uscita sul retro della basilica e non immaginavo che per un pelo sarei sfuggita alla morte. Era ancora presto la mattina e c’era poco traffico. Davanti alle scale che portava-no su alla basilica erano par-cheggiati alcuni autobus vuoti. Stavo per passare in mezzo a due autobus parcheggiati e volli attraversare la strada. Misi il piede sulla strada. Allora mi sembrò come se qualcuno die-tro di me volesse trattenermi. Mi girai spaventata, ma non c’era nessuno dietro di me. Un’illusione allora. – Rimasi per un secondo irrigidita. In quel momento, passò una macchi-na a un pelo da me ad altissi-ma velocità. Se avessi fatto un solo passo in avanti mi avreb-be sicuramente travolta! Non avevo visto la macchina che si avvicinava, perché gli autobus parcheggiati mi ostacolavano la vista su quel lato della stra-da. E ancora una volta mi resi conto che il mio santo angelo mi aveva salvata.

– Avevo circa nove anni e una domenica con i miei genitori prendemmo il treno per andare in chiesa. Allora non c’erano ancora i compartimenti piccoli con le porte. Il vagone era pieno di gente ed io mi misi alla finestra, che era anche la porta. Dopo un breve tratto, una donna mi chiese di seder-mi accanto a lei; spostandosi vicinissima agli altri, creò un mezzo posto. lo feci quello che mi aveva chiesto (avrei potuto benissimo dirle di no e rimane-re in piedi, ma non lo feci). Dopo pochi secondi che ero seduta, il vento aprì brusca-mente la porta. Se fossi stata ancora lì, la pressione dell’aria mi avrebbe spinto fuori, perché a destra c’era solo una parete liscia dove non sarebbe stato possibile aggrapparsi.

Nessuno aveva notato che la porta non era chiusa bene, nemmeno mio padre che di natura era un uomo molto pru-dente. Assieme ad un altro passeggero riuscì poi con molta fatica a richiudere la porta. lo sentii già allora il mira-colo in quell’evento che mi aveva strappato dalla morte o dalla mutilazione (Maria M.).

– Per alcuni anni lavorai in una grande fabbrica e per qualche tempo anche nell’ufficio tecni-co. Avevo circa 35 anni. L’ufficio tecnico era ubicato al centro dello stabilimento e la nostra giornata lavorativa finiva insieme a tutta la ditta. Allora tutti uscivano in massa dallo stabilimento e il largo sentiero era completamente congestio-nato dai pedoni, ciclisti e motociclisti che correvano verso casa, e noi pedoni avremmo volentieri evitato quel sentiero, se non altro a causa del forte rumore. Un giorno decisi di tornare a casa seguendo i binari della ferrovia, che era parallela alla strada e serviva per il trasporto di mate-riali dalla vicina stazione allo stabilimento. Non riuscivo a vedere l’intero tratto fino alla stazione, perché c’era una curva; così mi assicurai prima che i binari fossero liberi e, anche durante il cammino, mi voltai parecchie volte per con-trollare. All’improvviso, sentii chiamare da lontano e le grida si ripeterono. Pensai: non sono affari tuoi, non devi girarti di nuovo; non avevo intenzione di voltarmi, ma una mano invisibi-le mi girò dolcemente la testa contro la mia volontà. Non rie-sco a descrivere il terrore che provai in quel momento: riuscii appena a fare un passo per scartarmi. *Due secondi dopo sarebbe stato già troppo tardi: subito dietro di me passarono due vagoni, spinti da una loco-motiva fuori dallo stabilimento. Probabilmente il conducente non mi aveva visto, altrimenti avrebbe lanciato un fischio d’allarme. Quando mi ritrovai sana e salva all’ultimo secon-do, sentii la mia vita come un nuovo dono. Allora, la mia gra-titudine a Dio fu immensa e lo è tuttora (M.K.).

– Una maestra racconta della guida e protezione meraviglio-sa del suo santo angelo: “Durante la guerra ero direttri-ce di un asilo infantile e in caso di preallarme avevo il compito di mandare immediatamente a casa tutti i bambini. Un giorno accadde di nuovo. Cercai di raggiungere la scuola vicina, dove insegnavano tre colleghe, per recarmi poi con loro nel ricovero antiaereo.

All’improvviso però – mi trova-vo per strada – una voce inte-riore mi assillò, dicendomi ripe-tutamente: “Torna indietro, va’ a casa!”. Alla fine tornai vera-mente indietro e presi il tram per andare a casa. Dopo qual-che fermata suonò l’allarme generale. Tutti i tram si ferma-rono e dovemmo fuggire nel ricovero antiaereo più vicino. Fu un terribile attacco aereo e molte case furono incendiate; anche la scuola dove volevo andare fu colpita. Proprio l’in-gresso del ricovero antiaereo dove sarei dovuta andare era stato colpito in pieno e le mie colleghe erano morte. E allora mi resi conto che era stata la voce del mio angelo custode a mettermi in guardia (maestra – Mia figlia non aveva ancora compiuto un anno e quando sbrigavo le faccende di casa la portavo sempre con me da una stanza all’altra. Un giorno mi trovavo nella camera da letto. Come al solito misi la bambina sul tappeto ai piedi del letto, dove giocava allegramente. All’improvviso sentii una voce molto chiara dentro di me: “Prendi la bambina e mettila di là, nel suo lettino! Può stare benissimo anche di là nel suo lettino!”. II lettino con le rotelle si trovava nel salotto adiacen-te. Mi avvicinai alla bambina, ma poi dissi tra me e me: “Perché non dovrebbe stare qui con me? Fa pure la brava!”. Non volli portarla nell’altra stanza e decisi di continuare il lavoro. Di nuovo sentii la voce insistere: “Prendi la bambina e mettila di là, nel suo lettino!”. E allora obbedii. Mia figlia comin-ciò a piangere. Non capivo perché dovevo farlo, ma dentro di me mi sentii costretta. Appena tornata nella camera da letto, il lampadario si staccò dal soffitto e cadde per terra proprio sul punto dove poco prima era seduta la bambina. II lampadario pesava circa 10 kg ed era di alabastro levigato con un diametro di ca. 60 cm e 1 cm di spessore. Allora capii perché il mio angelo custode mi aveva avvertita” (Maria s Sch.).

– “Ché ai suoi angeli impose per te di custodirti in ogni tuo passo…”. Sono queste le parole dei salmi che ci vengo-no in mente quando sentiamo le esperienze con gli angeli custodi. E invece gli angeli custodi vengono spesso derisi e allontanati con l’argomento: se un bambino investito esce sano e salvo da sotto la mac-china, se un alpinista caduto cade in una conca senza farsi del male, o se qualcuno che sta annegando viene visto in tempo da altri bagnanti, allora si dice che hanno avuto un `buon angelo custode’. Ma cosa succede se l’alpinista muore e l’uomo annega vera-mente? Dov’era il suo angelo custode in tali casi? Essere salvati o no, è solamente una questione di fortuna o sfortuna! Quest’argomento sembra giu-stificato, ma in realtà è ingenuo e superficiale e non considera il ruolo e la funzione degli angeli custodi, che agiscono nel quadro della Provvidenza Divina. Allo stesso modo, gli angeli custodi non agiscono contro gli ordini della divina maestà, saggezza e giustizia. Se è arrivata l’ora per un uomo, neanche gli angeli fermano la lancetta che avanza, ma non lasciano l’uomo solo. Non impediscono il dolore, ma aiu-tano l’uomo a sopportare con devozione questa prova. Nei casi estremi offrono aiuto per una buona morte, se però gli uomini accettano di seguire le loro indicazioni. Naturalmente rispettano sempre la libera volontà di ciascun uomo. Allora affidiamoci sempre alla protezione degli angeli! Non ci deluderanno mai!