Devozione ai Santi: il pensiero di Padre Pio oggi 19 Agosto

10. A lui devi far ricorso negli assalti del nemico, in lui devi sperare e da lui ti devi aspettare ogni bene. Non ti fermare volontariamente su ciò che il nemico ti presenta. Ricordati che vince chi fugge; e tu devi ai primi movimenti di avversione contro di quelle persone ritrarne il pensiero e far ricorso a Dio. Davanti a lui piega il tuo ginocchio e con umiltà grandissima ripeti questa breve preghiera: «Abbi misericordia di me, che sono una povera inferma». Di poi alzati e con santa indifferenza prosegui le tue faccende.

11. Tieni per fermo che quanto più crescono gli assalti del nemico, tanto più Dio è vicino all’anima. Pensa e compenetrati bene di questa grande e confortante verità.

12. Fatti animo e non temere le fosche ire di Lucifero. Rammentati per sempre di questo: che è buon segno allorché il nemico strepita e ruggisce all’intorno della tua volontà, poiché questo dimostra che egli non è al di dentro.
Coraggio, mia dilettissima figliuola! Proferisco questa parola con un grande sentimento ed, in Gesù, coraggio, dico: non bisogna temere, mentre che possiamo dire con risoluzione, sebbene senza sentimento: Viva Gesù!

13. Tieni per fermo che quanto più un’anima è a Dio gradita, tanto più dovrà essere provata. Perciò coraggio ed avanti sempre.

14. Comprendo che le tentazioni sembrano piuttosto macchiare che purificare lo spirito, ma sentiamo qual è il linguaggio dei santi, e a tal proposito vi basti sapere, fra tanti, quello che dice san Francesco di Sales: che le tentazioni sono come il sapone, il quale diffuso sui panni sembra imbrattarli ed in verità li purifica.

15. Confidenza torno ad inculcarvi sempre; nulla può temere un’anima che confida nel suo Signore ed in lui pone la propria speranza. Il nemico della nostra salute è pur anche sempre intorno a noi per strapparci dal nostro cuore l’ancora che deve condurci a salvezza, voglio dire la confidenza in Dio nostro Padre; teniamo stretta, stretta quest’ancora, non permettiamo giammai che ci abbandoni un solo istante, altrimenti tutto sarebbe perduto.

16. Aumentiamo la nostra devozione verso la Madonna, onoriamola con vero amore filiale in tutti i modi.

17. Oh, che felicità nelle battaglie spirituali! Basta voler sapere sempre combattere per uscirne certamente vittorioso.

18. Camminate con semplicità nella via del Signore e non tormentate il vostro spirito.
Bisogna che odiate i vostri difetti, ma con odio tranquillo e non già fastidioso ed inquieto.

19. La confessione, che è lavacro dell’anima, bisogna farla il più tardi ogni otto giorni; io non mi sento tenere le anime lontane dalla confessione più di otto giorni.

20. Il demonio ha un’unica porta per entrare nell’animo nostro: la volontà; delle porte segrete non ve ne sono.
Nessun peccato è tale, se non è stato commesso con la volontà. Quando non c’entra la volontà, non c’entra il peccato, ma debolezza umana.

21. Il demonio è come un cane rabbioso alla catena; oltre il limite della catena egli non può azzannare alcuno.
E tu allora stattene lontano. Se ti avvicini troppo, ti fai prendere.

22. Non abbandonate l’anima vostra alla tentazione, dice lo Spirito Santo, poiché la gioia del cuore è la vita dell’anima, è un tesoro inesauribile di santità; mentre la tristezza è la morte lenta dell’anima e non è utile a nulla.

23. Il nemico nostro, congiurato ai nostri danni, si fa forte con i deboli, ma con chi l’affronta con l’arma in pugno diventa un vigliacco.

24. Il nemico, purtroppo, ci sarà sempre alle costole, ma ricordiamoci, però, che la Vergine veglia su di noi. Quindi raccomandiamoci a Lei, specchiamoci su di Lei e siamo certi che la vittoria è proprio di chi confida in questa gran Madre.

25. Se riuscite a vincere la tentazione, questa fa l’effetto che la liscivia fa sulla biancheria sudicia.

26. Subirei infinite volte la morte, innanzi di offendere il Signore ad occhi aperti.

27. Col pensiero e nella confessione non si deve tornare sulle colpe accusate nelle confessioni precedenti. Per la nostra contrizione Gesù le ha perdonate al tribunale di penitenza. Là egli si è trovato dinanzi a noi e alle nostre miserie come un creditore di fronte a un debitore insolvibile. Con un gesto d’infinita generosità ha lacerato, ha distrutto le cambiali da noi sottoscritte peccando, e che non avremmo certo potuto pagare senza il soccorso della sua clemenza divina. Tornare su quelle colpe, volerle riesumare soltanto per averne ancora il perdono, soltanto per il dubbio che non siano state realmente e largamente rimesse, non sarebbe forse da considerare come un atto di diffidenza verso la bontà della quale aveva dato prova, lacerando egli stesso ogni titolo del debito da noi contratto col peccare?… Torni, se ciò può esser motivo di conforto alle anime nostre, torni pure il pensiero alle offese arrecate alla giustizia, alla sapienza, all’infinita misericordia di Dio: ma solo per piangere su di esse le lacrime redentrici del pentimento e dell’amore.