Devozione ai Santi: il pensiero di Padre Pio oggi 20 Ottobre

20. Sii sempre allegramente in pace con la tua coscienza, riflettendo che ti trovi al servizio di un Padre infinitamente buono, che per sola tenerezza scende fino alla sua creatura, per elevarla e trasformarla in lui suo creatore.
E fuggi la tristezza, perché questa entra nei cuori che sono attaccati alle cose del mondo.

21. Non bisogna scoraggiarsi, perché se nell’anima vi è il continuo sforzo di migliorare, alla fine il Signore la premia facendo fiorire in lei ad un tratto tutte le virtù come in un giardino fiorito.

22. Il Rosario e l’Eucaristia sono due doni meravigliosi.

23. Il Savio loda la donna forte: «Le dita sue, dice, maneggiano il fuso» (Prv 31,19).
Volentieri vi dirò qualche cosa sopra queste parole. La vostra conocchia è il cumulo dei vostri desideri; filate, perciò, ogni giorno un poco, tirate filo a filo i vostri disegni fino all’esecuzione e ne verrete infallibilmente a capo; ma avvertite di non affrettarvi, perché attorcigliereste il filo coi nodi ed imbrogliereste il vostro fuso. Camminate, perciò, sempre e, sebbene andrete lentamente avanzando, farete però gran viaggio.

24. L’ansietà è uno dei maggiori traditori che la vera virtù e soda devozione possa mai avere; finge di riscaldarsi al bene operare, ma non lo fa, se non per raffreddarsi, e non ci fa correre che per farci inciampare; e per questo bisogna guardarsene in ogni occasione, particolarmente nell’orazione; e per meglio riuscirci, sarà bene ricordarsi che le grazie ed i gusti dell’orazione non sono acque della terra ma del cielo, e che perciò tutti i nostri sforzi non bastano a far cadere, benché sia necessario il disporsi con grandissima diligenza sì, ma sempre umile e tranquilla: bisogna tenere il cuore aperto verso il cielo, ed aspettare di là la celeste rugiada.

25. Teniamo bene scolpito nella nostra mente quello che dice il divin Maestro: nella nostra pazienza possederemo l’anima nostra.

26. Non ti perdere di coraggio se ti tocca lavorare molto e raccogliere poco (…).
Se pensassi quanto costa un’anima sola a Gesù, non faresti lamento alcuno.

27. Lo spirito di Dio è spirito di pace, ed anche nelle mancanze più gravi ci fa sentire un dolore tranquillo, umile, confidente, e ciò dipende appunto dalla sua misericordia.
Lo spirito del demonio, invece, eccita, esaspera e ci fa provare, nello stesso dolore, quasi l’ira contro noi stessi, mentre invece la prima carità la dobbiamo appunto usare verso di noi.
Quindi se alcuni pensieri ti agitano, pensa che questa agitazione non viene mai da Dio, che ti dona la tranquillità, essendo spirito di pace, ma dal diavolo.

28. La lotta che incontra antecedentemente l’opera buona che si intende compiere, è come l’antifona che precede il salmo solenne da cantare.

29. Lo slancio di essere nella pace eterna è buono, è santo; ma bisogna moderarlo con la completa rassegnazione ai divini voleri: meglio fare il divin volere sulla terra che godere il paradiso. «Soffrire e non morire», era il motto di santa Teresa. È dolce il purgatorio quando si pena per amor di Dio.

30. La pazienza è maggiormente perfetta, quanto è meno mescolata di sollecitudine e di disturbi. Se il buon Dio vuole prolungare l’ora della prova, non vogliate lamentarvi ed investigare il perché, ma tenete sempre presente questo che i figli di Israele stettero a viaggiare per quarant’anni nel deserto prima di mettere piede nella terra promessa.