Devozione ai Santi: Madre Teresa, la forza della preghiera

Quando Maria visitò santa Elisabetta accadde una co­sa strana: il bambino non ancora nato sussultò di gioia nel grembo della madre. E veramente strano che Dio si sia servito di un bambino non ancora nato per dare il primo benvenuto al suo figlio fatto uomo.

Ora impera ovunque l’aborto e il bambino fatto a immagine di Dio viene gettato nella spazzatura. Ep­pure quel bambino, nel grembo della madre, è stato creato per lo stesso grande fine di tutti gli esseri umani: amare ed essere amato. Oggi che ci troviamo riuniti qui insieme ringraziamo anzitutto i nostri ge­nitori che ci hanno voluto, ci hanno dato questo me­raviglioso dono della vita e con esso la possibilità di amare e di essere amati. Per la maggior parte della sua vita pubblica Gesù ha continuato a ripetere la stessa cosa: «Amatevi gli uni gli altri come Dio vi ama. Come il Padre ha amato me, io ho amato voi. Amatevi gli uni gli altri».

Guardando alla croce sappiamo a qual punto Dio ci abbia amati. Guardando al tabernacolo, sappiamo a quaf punto continui ad amarci.

Se vogliamo amare ed essere amati, è molto impor­tante che preghiamo. Impariamo a pregare. Inse­gniamo ai nostri figli a pregare e preghiamo con loro, poiché il frutto della preghiera è la fede – «io credo» – e il frutto della fede è l’amore – «io amo» -e il frutto dell’amore è il servizio – «io servo» – e il frutto del servizio è la pace. Dove comincia questo amore? Dove comincia questa pace? Nella nostra fa­miglia…

Preghiamo dunque, preghiamo continuamente, poi­ché la preghiera ci darà un cuore puro e un cuore puro potrà vedere il volto di Dio anche in un bam­bino non ancora nato. La preghiera è realmente un dono di Dio, poiché ci dà la gioia di amare, la gioia di condividere, la gioia di tenere unite le nostre fami­glie. Pregate e fate pregare assieme a voi i vostri figli. Sento tutte le cose terribili che avvengono oggi. Dico sempre che se una madre può arrivare ad uccidere il suo bambino, allora non c’è da stupirsi che gli uomi­ni si uccidano fra di loro. Dio dice: «Se anche una madre potesse dimenticare il proprio figlio, io non mi dimenticherò di voi. Vi ho nascosti nel palmo del­la mia mano, voi siete preziosi ai miei occhi. Io vi amo».

È Dio stesso che parla: «Io vi amo».

Se potessimo soltanto comprendere che cosa signifi­ca «pregare il lavoro»! Se potessimo soltanto appro­fondire la nostra fede! La preghiera non è un semplice passatempo e un proferire di parole. Se avessimo fede quanto un granello di senape, potrem­mo dire a questa cosa di muoversi ed essa si muove­rebbe… Se il nostro cuore non è puro non possiamo vedere Gesù negli altri.

Se trascuriamo la preghiera e se il ramo non resta unito alla vite, seccherà. Qùesta unione del ramo con la vite è la preghiera. Se quest’aggancio c’è, allo­ra c’è amore, e gioia; allora soltanto saremo l’irradia­zione dell’amore di Dio, la speranza dell’eterna felici­tà, la fiamma di amore ardente. Perché? Perché siamo una cosa sola con Gesù. Se tu vuoi sinceramente impa­rare a pregare osserva il silenzio.

Apprestandoti a curare i lebbrosi inizia il lavoro con la preghiera e usa particolare gentilezza e compassio­ne per il malato. Questo ti aiuterà a ricordare che stai toccando il Corpo di Cristo. Egli è affamato di que­sto contatto. Vorresti non darglielo?

I nostri voti non sono null’altro che adorazioni di Dio. Se sei sincero nelle tue preghiere allora i tuoi voti han­no un senso; altrimenti non significheranno niente. Emettere i voti è preghiera, perché fa parte del culto a Dio. I voti sono promesse fra te e Dio solo. Non ci sono intermediari.

Tutto si svolge fra Gesù e te.

Passa il tuo tempo in preghiera. Se pregherai avrai fede, e se avrai fede desidererai naturalmente di ser­vire. Chi prega non può che avere fede e quando c’è fede si desidera trasformarla in azione.

La fede così trasformata diviene gioia perché ci of­fre l’occasione di tradurre il nostro amore per Cristo in opere.

Significa cioè incontrare Cristo e servirlo.

Tu hai bisogno di pregare in modo particolare, per­ché nella nostra congregazione il lavoro è soltanto frutto di preghiera… è il nostro amore in azione. Se sei veramente innamorata di Cristo, non importa l’in­significanza del lavoro, lo farai il meglio possibile, lo farai con tutto il cuore. Se il tuo lavoro è sciatto, an­che il tuo amore per Dio è di poco conto; il tuo lavoro deve provare il tuo amore. La preghiera è veramente vita di unione, è essere uno con Cristo… Perciò la pre­ghiera è necessaria come l’aria, come il sangue nel cor­po, come qualunque cosa che ci mantiene in vita, che ci mantiene in vita nella grazia di Dio.