Devozione al Sacro Cuore Eucaristico di Gesù

Devozione al Sacro Cuore: c’è un passaggio nell’enciclica di Papa Pio XII che è diventato classico nel descrivere come e di cosa il cuore fisico di Cristo è il simbolo.

“Il cuore del Verbo incarnato“, dice il Papa, “è giustamente considerato il segno e il simbolo principale del triplice amore con cui il divino Redentore ama continuamente l’eterno Padre e tutto il genere umano.

“1. È il simbolo di quell’amore divino che Egli condivide con il Padre e lo Spirito Santo. Ma che in Lui solo, nel Verbo, cioè che si è fatto carne, ci è manifestato attraverso il Suo corpo umano mortale, poiché “in Lui abita corporalmente la pienezza della Divinità”.

  1. È inoltre il simbolo di quell’amore ardentissimo che, infuso nella sua anima, santifica la volontà umana di Cristo. Nello stesso tempo questo amore illumina e dirige le azioni della sua anima. Mediante una conoscenza più perfetta derivata sia dal visione beatifica e da infusione diretta.

“3. Infine, è anche un simbolo dell’amore sensibile di Gesù Cristo, poiché il suo corpo. Formato dallo Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria, ha una capacità di sentire e di percezione più perfetta, molto più del corpo di chiunque altro.

Devozione al Sacro Cuore: nella Santa Eucaristia c’è il cuore fisico di Gesù

Cosa dobbiamo concludere da tutto questo? Dobbiamo concludere che, nella Santa Eucaristia, il cuore fisico di Cristo è al tempo stesso il simbolo e il segno efficace dell’amore. Del Salvatore tre volte: una volta dell’amore infinito che condivide con il Padre e lo Spirito Santo nella Santissima Trinità ; ancora una volta dell’amore creato per il quale, nella sua anima umana, ama Dio e ama anche noi; e ancora degli affetti creati dai quali anche le Sue emozioni corporee sono attratte dal Creatore e da noi creature indegne.

L’aspetto importante di questo è il fatto che abbiamo nella Santa Eucaristia non solo il Cristo fisico nella sua natura umana e divina. Quindi il suo cuore di carne sostanzialmente unito alla Parola di Dio. Abbiamo nell’Eucaristia il mezzo efficace con cui possiamo mostrare il nostro amore per Dio. Poiché non sono solo i nostri affetti quando li uniamo al cuore di Cristo eucaristico. Sono i suoi affetti uniti ai nostri. Il suo amore eleva il nostro, e il nostro di conseguenza si eleva a partecipazione alla divinità.

La Santa Comunione ci unisce a Gesù

Ma più di questo. Con il nostro uso dell’Eucaristia, cioè con la nostra celebrazione della Liturgia eucaristica e con la nostra ricezione del cuore di Cristo. Nella Santa Comunione, riceviamo un aumento della virtù soprannaturale della carità. Abbiamo così il potere di amare Dio più di quanto saremmo mai in grado di fare altrimenti, specialmente amando le persone che Lui con grazia, anche se spesso dolorosamente, mette nelle nostre vite.

Qualunque altra cosa simboleggi il cuore, è il segno più espressivo al mondo di carità in uscita.

La nostra lingua è piena di termini che cercano di dire qualcosa di ciò che questo significa. Parliamo di una persona come di un individuo affettuoso quando desideriamo dire che è affabile e gentile nello spirito. Quando vogliamo mostrare il nostro apprezzamento in un modo speciale, diciamo che siamo veramente grati o che esprimiamo la nostra sincera gratitudine. Quando accade qualcosa che solleva il nostro spirito, ne parliamo come di un’esperienza commovente. È quasi un colloquialismo descrivere una persona generosa come un cuore grande e una persona egoista come un cuore freddo.

Così il vocabolario di tutte le nazioni va avanti, implicando sempre che gli affetti profondi sono cordiali e che l’unione dei cuori è concordia.

Devozione al Sacro Cuore: da dove viene la grazia?

Tuttavia, mentre tutti in ogni cultura della storia simboleggiano comunemente l’amore disinteressato per gli altri come proveniente dal cuore, tutti si rendono anche conto che l’amore veramente disinteressato è tra le merci più rare dell’esperienza umana. Infatti, come la nostra fede ci insegna, non è solo una virtù difficile da praticare, ma nei suoi livelli più alti è impossibile per la natura umana se non ispirata e sostenuta dalla straordinaria grazia divina.

È proprio qui che la Santa Eucaristia provvede a ciò che da soli non potremmo mai fare: amare gli altri con totale abnegazione. Dobbiamo essere animati dalla luce e dalla forza che viene dal cuore di Gesù Cristo. Se, come ha detto, “senza di me non puoi fare nulla”. Certamente impossibile donarci agli altri, instancabilmente, pazientemente e continuamente, in una parola, di cuore, a meno che la sua grazia non ci dia il potere di farlo.

E da dove viene la sua grazia? Dal profondo del suo Cuore divino, presente nell‘Eucaristia, quotidianamente offerto per noi sull’altare e sempre a nostra disposizione nel sacramento della Comunione.

Animati dal suo aiuto e illuminati dal suo Verbo fatto carne, potremo amare chi non ha amore, dare agli ingrati, sostenere coloro che la Provvidenza di Dio mette nella nostra vita per dimostrargli quanto noi lo amo. Dopotutto, ci ha amati e ci ama nonostante la nostra mancanza di amore, ingratitudine e assoluta freddezza verso il Signore che ci ha fatti per Sé e che ci conduce al nostro destino sulla via dell’autoimmolazione, che è un altro nome per il sacrificio. Ci arrendiamo a Lui come si è arreso per noi, e così facciamo dell’Eucaristia ciò che Cristo vuole che sia: un’unione del cuore di Dio con il nostro come preludio al suo possesso di noi per tutta l’eternità.

Terminiamo questo articolo con recitare la preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù. Recitiamola ogni giorno, sempre e facciamo spesso la Santa Comunione. L’unione con Gesù sarà la nostra forza.