Devozione al Sacro Cuore: la preghiera voluta da Gesù per ottenere grazie

Io (nome e cognome),

dono e consacro al Cuore adorabile di nostro Signore Gesù Cristo

la mia persona e la mia vita, (la mia famiglia/il mio matrimonio),

le mie azioni, pene e sofferenze,

per non voler più servirmi d’alcuna parte del mio essere,

che per onorarlo, amarlo e glorificarlo.

E’ questa la mia volontà irrevocabile:

essere tutto suo e fare ogni cosa per suo amore,

rinunciando di cuore a tutto ciò che potrebbe dispiacergli.

Ti scelgo, o Sacro Cuore, come unico oggetto del mio amore,

come custode della mia via, pegno della mia salvezza,

rimedio della mia fragilità e incostanza,

riparatore di tutte le colpe della mia vita e rifugio sicuro nell’ora della mia morte.

Sii, o Cuore di bontà, la mia giustificazione presso Dio, tuo Padre,

e allontana da me la sua giusta indignazione.

O Cuore amoroso, pongo tutta la mia fiducia in te,

perchè temo tutto dalla mia malizia e debolezza,

ma spero tutto dalla tua bontà.
Consuma, dunque, in me quanto può dispiacerti o resisterti;

il tuo puro amore s’imprima profondamente nel mio cuore,

in modo che non ti possa più scordare o essere da te separato.

Ti chiedo, per la tua bontà, che il mio nome sia scritto in te,

poichè voglio concretizzare tutta la mia felicità

e la mia gloria nel vivere e morire come tuo servo.

Amen.

I primi impulsi alla devozione del Sacro Cuore di Gesù provengono dalla mistica tedesca del tardo medioevo, in modo particolare da Matilde di Magdeburgo (1207-1282), Matilde di Hackeborn (1241-1299), Gertrude di Helfta (ca. 1256-1302) ed Enrico Suso (1295-1366). Tuttavia la grande fioritura della devozione si ebbe nel corso del XVII secolo, prima ad opera di Giovanni Eudes (1601-1680), poi per le rivelazioni private della visitandina Margherita Maria Alacoque, diffuse da Claude de la Colombière (1641-1682) e dai suoi confratelli della Compagnia di Gesù. La beata Maria del Divin Cuore, contessa Droste zu Vischering, dotata di doni mistici, ispirò il Papa Leone XIII a promulgare l’enciclica Annum Sacrum, con cui si effettuava la consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù.

Durante il XVIII secolo si accese un forte dibattito circa l’oggetto di questo culto: nel 1765 la Congregazione dei riti affermò essere il cuore carneo, simbolo dell’amore. I giansenisti interpretarono questo come atto di idolatria, ritenendo essere possibile un culto solo al cuore non reale, ma metaforico; papa Pio VI, nella bolla Auctorem Fidei, confermò la dichiarazione della Congregazione notando che si adora il cuore “inseparabilmente unito con la Persona del Verbo”.

Importanti nello sviluppo della devozione al Sacro Cuore sono tre encicliche: Annum Sacrum di Leone XIII, Miserentissimus Redemptor di Pio XI e soprattutto Haurietis Aquas di Pio XII.

Questa è la raccolta delle promesse fatte da Gesù a santa Margherita Maria, in favore dei devoti del Sacro Cuore:

1. Io darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato.
2. Io metterò la pace nelle loro famiglie.
3. Io li consolerò in tutte le loro afflizioni.
4. Io sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in morte.
5. Io spanderò le più abbondanti benedizioni sopra tutte le loro imprese.
6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano infinito della misericordia.
7. Le anime tiepide diverranno fervorose.
8. Le anime fervorose s’innalzeranno rapidamente a una grande perfezione.

9. Io benedirò le case ove l’immagine del mio sacro Cuore sarà esposta e onorata.
10. Io darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti.
11. Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non ne sarà mai cancellato.

12. Io prometto nell’eccesso della misericordia del mio Cuore che il mio amore onnipotente concederà a tutti quelli che si comunicheranno il primo venerdì del mese per nove mesi consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà loro rifugio sicuro in quell’ora estrema.