Devozione al Sacro Cuore nel mese di Giugno: giorno 10

10 giugno

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.

Invocazione. – Cuore di Gesù, Vittima dei peccatori, abbiate pietà di noi!

Intenzione. – Pregare per quelli che aspettano grazie dal Sacro Cuore.

I QUINDICI VENERDI DEL SACRO CUORE

Maria Santissima è onorata dai fedeli, non solo con la pratica dei primi cinque Sabati del mese, ma anche con i Quindici Sabati consecutivi, che si compiono due volte all’anno, chiudendosi il primo turno l’otto maggio, festa di S. Michele Arcangelo, ed il secondo turno il sette ottobre, festa della Madonna del Rosario.

La pietà dei fedeli ha fatto sì che si rendesse un simile omaggio al Sacro Cuore di Gesù, onorandolo, non solo con i nove primi Venerdì, ma anche con i Quindici Venerdì consecutivi.

Questa pratica non toglie nulla alla rivelazione della Grande Promessa, essendo soltanto una intensificazione di riparazione, dato l’aumentare dell’iniquità nel mondo. L’autore di queste pagine si è interessato affinché la devozione dei Quindici Venerdì si diffondesse ovunque. In pochi anni la pia pratica è penetrata in tutto il mondo, è stata bene accolta dai devoti del Sacro Cuore, ha prodotto e continua a produrre frutti ubertosissimi nelle anime. Il manuale, che ormai circola in sette lingue e che porta la Benedizione di Papa Giovanni XXIII, può servire di guida alle anime volonterose.

Si presenta lo scopo e la maniera di compiere questa pratica.

Fine principale dei Quindici Venerdì è la riparazione al Sacro Cuore, tenendo presente ogni venerdì una categoria particolare di peccati dà riparare: o i sacrilegi, o le bestemmie, o gli scandali, ecc.

Fine secondario è ottenere grazie. Il Cuore di Gesù, riparato e consolato da queste Comunioni riparatrici, si dimostra larghissimo nel concedere grazie e favori eccezionali. La diffusione rapida e densa dei Quindici Venerdì non potrebbe spiegarsi, se i fedeli non avessero constatato la generosità di Gesù nel fare grazie.

Ecco le norme:

Ognuno, privatamente, può compiere la devota pratica in qualunque periodo dell’anno.

I turni solenni sono due: il primo comincia verso la metà di marzo e finisce l’ultimo venerdì di giugno; si completano così quindici settimane.

Il secondo turno ha inizio verso la metà di settembre e si chiude l’ultimo venerdì di dicembre.

In casi urgentissimi si possono fare quindici Comunioni di seguito, cioè si compie la pia pratica in due settimane.

Quando si aspettano grazie molto importanti, è consigliabile che diverse persone facciano i Quindici Venerdì assieme.

Chi per impedimento o per dimenticanza non potesse comunicarsi in qualche venerdì, potrebbe supplire un giorno qualsiasi prima che giunga il venerdì successivo.

Quando un venerdì coincide col Primo Venerdì del mese, la Comunione soddisfa all’una ed all’altra pratica.

Non occorre confessarsi volta per volta che ci si comunica; è necessario trovarsi in grazia di Dio.

I Quindici Venerdì possono farsi anche per dare suffragio ai defunti, poiché Gesù, consolato da tante Comunioni riparatrici, consolerà in cambio le anime del Purgatorio. Guarigione istantanea

Chi scrive questo Mese del Sacro Cuore è a conoscenza di molte grazie, anche importantissime, ottenute con la pratica dei Quindici Venerdì, grazie che riguardano tanto l’anima quanto il corpo.

Ecco un esempio.

Nella mia dimora, a Catania-Barriera, fui visitato da due coniugi, piuttosto avanzati negli anni. La donna mi disse: Padre, mio marito è ammalato; da quattro anni ha l’ulcera gastrica; non può prendere facilmente cibo, perché s’intensifica il dolore; è contadino e non può andare al lavoro, perché piegandosi soffre troppo. Ci aiuti lei, come Sacerdote, ad ottenere da Dio la guarigione. – Io mi volsi all’uomo: Lei frequenta la Chiesa? – Veramente, no; anzi impedisco a mia moglie di andarvi. – Dice forse qualche bestemmia? – Ogni momento; è il mio linguaggio. – Da molto tempo non si comunica? – Da quando sposai; decine di anni. – Ma come pretende che Dio le faccia la grazia della guarigione, se non cambia vita?! … – Glielo prometto! Ho tanto bisogno della salute, perché la famiglia è in tristi condizioni.

– Ed allora prometta di comunicarsi al venerdì per quindici settimane, in riparazione dei peccati. Se vuole confessarsi adesso, può farlo.

– Preferisco confessarmi al mio paese. – Libero di farlo. – Dopo di ciò, pregammo assieme il Sacro Cuore. Il buon Gesù, contento del ritorno di quella pecorella all’ovile, operò il miracolo.

Il povero uomo disse alla moglie: Sai che non sento più il dolore? Che sia una mia impressione? – Giunto a casa, provò a mangiare e non avvertì disturbo; fu così nei giorni seguenti. Riprese l’abitudine di sumere cibi di non facile digestione e non provava nè dolore nè difficoltà. Cominciò il lavoro di zappa, senza avvertire l’antico dolore. Per rassicurarsi, dopo alcuni mesi si sottopose alla visita di uno specialista a Catania, e questi, consegnandogli la lastra della radioscopia, gli disse: È sparita l’ulcera gastrica; non è rimasta neppure la traccía! –

Il miracolato ogni venerdì si comunicava ad onore del Sacro Cuore e non si stancava di narrare il suo caso agli amici, concludendo: Non credevo che queste cose potessero avvenire; eppure, io ne sono testimonio! –

Fioretto. A qualche anima bisognosa parlare della devozione al Cuore di Gesù, per attirarla a Dio.

Giaculatoria. Gesù mio, misericordia!