Devozione alla Divina Provvidenza: hai bisogno di aiuto materiale?

“PROVVIDENZA DIVINA DEL CUORE DI GESU’ PROVVEDETECI!”
Onnipotente in ogni bisogno materiale, morale e spirituale
Chi desiderasse immagini o libri su tale devozione o quanti ricevessero grazie per intercessione della Serva di Dio Suor Gabriella Borgarino sono pregati di darne notizia a: Visitatrice delle Figlie della Carità di S. Vincenzo Via Nizza, 20 10125 Torino

Suor GABRIELLA BORGARINO
Figlia della Carità
Nacque a Boves, cittadina a circa 10 Km. da Cuneo da Lorenzo BORGARINO e Maria CERANO, ricchi di fede e di carità.

La famiglia Borgarino (dieci figli) non è propriamente una famiglia di contadini: appena in grado di lavorare i maschi vanno alla fornace, le ragazze in filanda.

La Mamma istruisce i suoi figli nella fede più con l’esempio che con le parole. Ricorderà Suor Borgarino “Eravamo poveri, ma quando la mamma faceva il pane, mentre era ancora caldo, chiamava me e mia sorella e ci diceva: Prendete, il primo pane deve essere per il Signore: portatelo a quel povero, ma fatelo di nascosto, perché così va fatta l’elemosina ”

Il babbo è un infaticabile lavoratore, ma soprattutto un uomo di fede e i ragazzi sono segnati dal suo esempio quando, in estate, si alza alle tre del mattino per avere il tempo di assistere alla S. Messa prima di incominciare il lavoro.

La piccola Teresa, che tutti chiamano familiarmente “Ginota” cresce dolce, ubbidiente, servizievole.

A sette anni come allora usava ha già ricevuto la Cresima.

A nove anni e mezzo è ammessa alla Prima Comunione.

I suoi studi non vanno oltre la terza elementare.

A dieci anni o poco dopo, come molte ragazze del paese, incomincia la vita faticosa del lavoro in filanda, alla quale l’ha preparata l’esempio della Mamma. Scriverà infatti nel piccolo notes dei suoi ricordi: “La mamma nati ci voleva mai oziose. Finite le faccende di casa ci dava du jàre delle “solette ai ferri” e ce le pagava due soldi al paio. Quei soldi formavano la nostra piccola fortuna: Ma la mamma, per insegnarci lo spirito di sacrificio e di distacco, di quando in quando ci pregava di venirle in aiuto per una spesa imprevista, alla quale non poteva far fronte da sola e ci chiedeva il nostro piccolo capitale. Noi, contente, versavamo il nostro tesoro nelle sue mani”

A 17 anni, Teresa lascia la filanda per andare come governante presso la famiglia Caviglia.

…Così, nella povertà e nel lavoro, nella semplicità e nella serenità di un ambiente familiare profondamente cristiano e unito, passa l’adolescenza e la prima giovinezza di

Teresa Borgarino, periodi dei quali non si hanno molte notizie.

Apparentemente solo una maggiore pietà, una frequenza più assidua ai Sacramenti, una bontà singolare per i poveri e i sofferenti, una obbedienza più pronta ai genitori, distingue Teresa dalle sue Sorelle ed amiche, eppure da sempre Gesù l’attirava a Sé con una forza inesprimibile trattenendosi familiarmente con Lei. Ascoltiamo Sr Gabriella descrivere (circa 50 anni dopo) al P. Domenico Borgna, Direttore delle Figlie della Carità, alcuni episodi della sua infanzia. (27.12.1933)

“… Avevo appena 6 o 7 anni, mi ricordo bene, ero seduta sul lettino aspettando la mamma che veniva tutte le mattine a vestirmi, quando vidi una bianca colomba posarsi sulla spalla e dirmi ben chiaro queste parole: Sii buona, ubbidiente ai tuoi genitori, osserva bene i santi Comandamenti e poi vedrai e poi vedrai… Due volte me le ripeté queste ultime parole e poi non la vidi più. Venuta la mia cara mamma, io le contai tutto, anzi le feci osservare: “Mamma, uscendo, non ha nemmeno rotta la finestra!” Perché deve sapere che noi siamo poveri campagnoli e alla finestra non c’erano i vetri, ma solo carta bianca. Ma mia madre seria mi disse: “Pazienza dirlo a tua madre, ma ad altri nessuno!” Io non dissi più niente… nemmeno al buon Parroco che fu mio confessore quando fui promossa per la Prima Comunione. ”

Nella stessa relazione Suor Gabriella racconta:”Fui ammessa alla prima Comunione a 9 anni e mezzo… Secondo il Parroco si doveva aver compiuti i 10 anni, ma per me ha fatto una piccola eccezione. La mattina fortunata, mia madre mi ha fatto indossare una vestina pulita e mi disse di andare in Chiesa con le altre compagne. Eravamo molte e quando ebbi ricevuto Gesù, sentii la sua voce divina che mi disse: TI FARAI SUORA! Venuta a casa tutta contenta dissi alla mamma: “Mamma, Gesù mi ha parlato e mi ha detto che mi farò Suora”. Mio Buon Padre, non l’avessi mai detto; la mia madre mi sgridò tanto e quasi mi picchiava. è mancato poco che mi lasciasse senza colazione (a Sr Maltecca) Io tacqui, ma la voce di Gesù sempre la sentivo, anzi, molte volte, quando andavo alla benedizione, vedevo come dei raggi uscire dalla SS. Ostia e siccome io credevo che le mie compagne vedessero parimenti, un giorno domandai a loro se vedevano i raggi intorno alla SS. Ostia; esse ne fecero le meraviglie e una mi disse: Allora ti farai Suora! Io capii che non bisogna mai dire queste cose e non ne parlai più, quantunque Gesù si degnasse di venire a me nella S.Comunione ,molte volte di più di quello che si usava concedere in quel tempo nelle parrocchie dei paesi. ”

A 19 anni Teresa ha fatto la sua scelta: sarà FIGLIA della CARITA’. I genitori le fanno resistenza, ma essa è sicura di convincerli presto: sono persone di fede . Un’altra preoccupazione la tiene in ansia e la confesserà più tardi: “Quando arrivai all’età di una decisione una cosa mi turbava.: Io non avrei mai potuto entrare tra le Figlie della Carità; ero troppo ignorante e troppo povera e ciò mi pareva un ostacolo, perché credevo che tutte le Suore fossero almeno maestre …e invece Gesù me ne ha fatto la grazia, malgrado la mia indegnità”.

Alla fine di marzo 1900 la Superiora dell’Ospedale di Boves accompagna Teresa all’ Ospedale di Fossano per iniziarvi il Postulato.

Racconterà al Direttore:

“A vent’anni entrai in postulato: mio Rispettabile e buon Padre, Gesù mi dava prova che era contento, perché per tutta l’ottava del SS.Sacramento, io ebbi visibile innanzi al cuore, il SS.. Ostensorio , di modo che l’anima mia poteva restare in adorazione; e siccome mi meravigliavo che potessi attendere ai lavori di scopare, lavare e, insieme, anche ai Santi Esercizi, Gesù mi fece capire che a Lui niente è impossibile”

Dopo circa tre mesi, Teresa entra a San Salvario, Casa Provinciale delle F d.C. a Torino, per incominciarvi il Seminario (Noviziato) è raggiante pur sperimentando, ora più che mai, la sofferenza del distacco dai suoi cari, dal paese, dalla sua vita semplice e contadina. Si impegna con grande buona volontà in tutto quello che le è domandato: preghiera, studio, lavoro, guardando continuamente a Gesù per superare tutte le difficoltà, ma la sua salute deperisce.

Un giorno, mentre attende alla pulizia in dormitorio, si ferisce ad una gamba: una visita medica rivela uno stato preoccupante di anemia e i Superiori, allarmati , decidono di rimandarla per qualche tempo in famiglia, per riprendersi in salute tra le sue montagne. L’angoscia l’assale: Che diranno in paese? Che è una Suora fallita ? E che diranno i genitori che avevano subìto la sua partenza?…

Invece la mamma la curò come solo una mamma sa curare la sua figliola ammalata, e in breve tempo la salute di Teresa rifiorì, insieme alla gioiosa certezza che presto avrebbe potuto rispondere definitivamente all’invito che Gesù le aveva fatto nel giorno della sua Prima Comunione.

è più che comprensibile che tutta la famiglia abbia voluto approfittare di quell’insperato ritorno a casa di Teresa per trattenerla almeno più vicina, suggerendole di entrare tra le Clarisse di Boves, senza andare troppo lontano. Teresa, docile come sempre, accetta di unirsi ad una novena a S. Francesco e a Santa Chiara incominciata dalla Suore Clarisse e dai suoi, ma al terzo giorno la interrompe perché un desiderio ardente si è risvegliato nel suo cuore: “Sarò Figlia della Carità di San Vincenzo de Paoli”.

La Comunità l’attende e Teresa felice si dispone a partire, quando una nuova prova la ferma: il babbo, caduto da un albero, è ricoverato in ospedale con tre costole rotte, e nel suo grande affetto per la figlia, si lascia sfuggire un lamento.Và pure, ma se tu parti mi farai morire!”

Teresa stretta nella dolorosa alternativa: far una pena così grande al Padre e rischiare di non essere più accettata se si presenta in ritardo alla Comunità, non sa che gettarsi in lacrime ai piedi del Tabernacolo, ripetendo: “Gesù… Gesù”

Per fortuna interviene il Parroco che si offre a chiedere una dilazione, fino a che il babbo migliori, e i Superiori accettano. Appena il babbo riprende le forze, Teresa si presenta alla Visitatrice a Torino per “chiedere la grazia di servire i Poveri per amor di Dio”.

Il 10 maggio 1902 al termine del periodo di Seminario Teresa Borgarino veste il santo abito delle Figlie della Carità ed è destinata alla Misericordia di ANGERA con l’ufficio di cuciniera.

La giornata operosa di Teresa ora Suor Caterina incomincia alle 4 del mattino, quando il paese dorme ancora e i pescatori tornano a riva dopo la pesca notturna. Nell’ incontro con Gesù nella Santa Comunione, attinge la capacità di riconoscerlo ed amarlo in tutti quelli che durante la giornata avranno bisogno di lei: le Sorelle e i Poveri.

Tutto quello che compie, in semplicità e letizia, è solo per LUI e presto, le Sorelle della casa e quelli che l’avvicinano, avvertono in lei quel singolare rapporto con Dio che cresce e trabocca anche nelle piccole cose di ogni giorno.

Quando, dopo soli quattro anni, la Visitatrice la richiama per mandarla altrove, pur sentendo profondamente il sacrificio di lasciare la casa dove ha vissuto il primo dono di sé ai Poveri, non ha che una certezza. “Ovunque mi mandi l’obbedienza, troverò Gesù da servire e questo mi basta”. Il Parroco di Angera sconsolato commenta: ” Mi dispiace che ce la portino via. Essa è un’altra Bernadette”.

La nuova destinazione è tra i vecchietti della Casa di Riposo “REZZONICO” di Lugano, nella Svizzera italiana.è il gennaio del 1906:inizia un nuovo anno, inizia per Teresa Borgarino che d’ora in poi sarà chiamata Suor Gabriella una meravigliosa avventura soprannaturale.

Nulla fa presagire che il Signore l’abbia condotta a Lugano per una Missione speciale, ma tutti consorelle e ricoverati si accorgono presto di quale straordinaria pazienza e bontà sia capace quella giovane Suora.Ella impara subito quello che può piacere a quel vecchietto e quello che non piace a quell’altro e, se può, li accontenta tutti, sorridendo …e i vecchietti la ricambiano in modo commovente.

In questo ambiente di povertà, di semplicità e di affetto, il 2 luglio 1906, Suor Borgarino pronuncia per la prima volta i Voti di povertà, castità, obbedienza e servizio dei poveri Sr Gabriella ha 29 anni.

I cinque anni che seguirono furono i più dolorosi della sua vita. Confesserà più tardi a una consorella: ‘Prima che Gesù mi apparisse, ho passato cinque anni di grande desolazione, senza che alcuno mi aiutasse. Un giorno in cui ero molto penata, ne ho detto qualche parola al vecchio confessore che mi rispose: Senta, faccia un bell’atto di dolore Non ho più osato parlarne con nessuno “.

Senza rilassarsi per nulla nell’osservanza della S. Regola, della pratica dell’obbedienza, della carità, ella sopporta la prova serenamente, senza che alcuno nemmeno ne dubiti . Scriverà più tardi: “Mi trovavo nelle tenebre più fitte e cercavo di non lasciar trapelare nulla all’esterno. Infine Gesù si fece sentire e, tra le altre cose, compresi che avrei potuto cogliere per Lui dei fiori ovunque, anche sulla neve. Da allora cerco di raccogliere incessantemente piccoli fiori di umiltà, di dolcezza, di mortificazione… ”

Nel 1915, Mons. Emilio PORETTI, parroco della Cattedrale di Lugano, diventa per alcuni anni il Confessore delle Figlie della Carità del Rezzonico: Suor Gabriella, illuminata interiormente, comprende che quello è il Sacerdote inviato da Dio per guidarla nella vita spirituale e sostenerla nella missione che le sarebbe stata presto affidata …e la luce di Dio incomincia ad illuminare la sua oscurità.

Nel 1918 la guerra finisce, ma subito si abbatte sull’ Europa la terribile epidemia di “spagnola” che fa un numero incancolabile di vittime. La casa di riposo di Lugano diventa Lazzaretto aperto a tutti gli ammalati e Suor Borgarino, pur continuando a lavorare in cucina, si fa infermiera piena di fede e di carità, riuscendo, con la sua bontà, a riconciliare con Dio un prete apostata e un fra massone primizie di quei poveri che la Provvidenza, nel Suo Disegno di Misericordia, intendeva affidare in special modo a lei ed alle Figlie della Carità.

Giugno 1919 Suor Borgarino ha 39 anni ed è così semplice che nessuno sospetterebbe che essa sia stata scelta per diventare la confidente di Gesù per una missione singolare, nella sua famiglia religiosa e nella Chiesa… eppure…

Ascoltiamo Suor Gabriella: “Era il mese di giugno; una mattina ero con le nostre Suore alla S. Messa alla MADONNETTA e facevo il ringraziamento della Comunione, quando ad un tratto non vidi più niente e si fece davanti a me come un grande lenzuolo e in mezzo un bellissimo cuore color carne. Al posto della corona di spine vidi tante rose rosse divise da 5 rose bianche… ” Gesù le suggerisce una giaculatoria da recitarsi come un coroncino: “O MIO DOLCE TESORO GESU’, DAMMI IL TUO BEL CUORE” e le dice che “con questa manifestazione vuole affidare alla Famiglia Vincenziana due classi di persone: i Sacerdoti infedeli e i massoni”

Che ci possano essere dei Sacerdoti infedeli, Suor Gabriella non riesce nemmeno a sospettarlo; in quanto ai massoni, sa soltanto che sono gente cattiva, ma che Gesù ama teneramente e che per questo li chiama a conversione.

In qualche modo preparata dalle conversioni dell’ex prete e del maestro massone, avvenute durante il suo servizio ai malati, al tempo della spagnola, e sostenuta dal suo Confessore, Mons. Poretti, Suor Gabriella si offre a Gesù per compiere la missione che le è affidata. Scrive ai Superiori: “…Gesù desidera che nella comunità si facciano tanti atti di carità, anche piccoli,… fatti con retta intenzione e per puro amor di Dio essi formano tanti bei fiori che rallegrano il Suo Divin Cuore… ”

La nuova devozione al Sacro Cuore si diffonde. Il Card. Gamba, Arcivescovo di Torino, approva l’immagine e indulgenzia la recita del coroncino; c’è chi si adopera per ottenere l’approvazione della Chiesa, ma nel marzo del 1928 il S. Uffizio ordina al Superiore Generale dei Missionari e delle Figlie della Carità di proibire la diffusione delle immagini e del coroncino, di ritirare con prudenza quelle già in circolazione e di mettere tutto a tacere. Suor Gabriella risponde con 1′ obbedienza assoluta, con il silenzio e con la preghiera, ma incomincia per lei un martirio interiore che durerà tutta la vita: ella è certa delle manifestazioni di Gesù ma sperimenta pure l’incertezza e la lacerazione. Scrive: “Il demonio vorrebbe che io non credessi a Gesù, specialmente nel Tabernacolo, e alle sue divine manifestazioni e mi dice che tutte le cose che, per la bontà di Gesù, io vidi, sono da dimenticare … Potrei dubitare della mia esistenza… cosa impossibile, ma sento che Gesù è la mia vita … Non desidero altro che di fare bene la Sua Santa Volontà, per la salvezza delle anime, in particolare di quelle che Gesù mi ha affidate: i Sacerdoti infedeli e i massoni.”

E prega: “Se la mia povera persona è di impedimento per questa manifestazione, o Gesù mio, nascondimi pure nella fossa, purchè anche là io possa contribuire alla Tua Gloria e alla salvezza eterna delle anime” (27.10.1932)

Intanto, all’inizio di novembre 1919, Sr Borgarino è stata trasferita da Lugano alla Casa San Giuseppe di Grugliasco , alla periferia di Torino, sempre in cucina e in altri umili uffici, al servizio delle Consorelle inferme.
Essa non tornerà mai più a Lugano: Nel 1830, quando la Visitatrice, Suor Zari, le propone di andarci per una visita, risponderà: “Gesù non vuole perché io non sono che la radice nascosta di questo grande albero e bisogna che stia ben nascosta nell’umiltà; del resto non sono che il misero strumento del quale Gesù vuole servirsi. Non desidero altro che amarlo, servirlo e aiutarlo nella salvezza delle anime” (4 agosto 1932)

Anche a Grugliasco essa gode di una singolare intimità e confidenza con Gesù, ma rimane, prima di tutto, la “serva” umilmente fedele alle richieste della carità e dell’obbedienza.

Racconterà con tutta semplicità al P. Borgna, Direttore delle Figlie della Carità:

“Mi trattenevo con Gesù nella mia meditazione, gustando una felicità di paradiso, quando una Suora venne a chiamarmi per servire tre Suore arrivate da Torino. Subito disse a Gesù: “me ne vado, caro Gesù!” Ma quale fu la mia contentezza, ritornando in Cappella, di vedere Gesù, dalla parte del S. Vangelo, grande come un giovane, di una bellezza straordinaria, dirmi molto grazioso: Perché sei andata per obbedienza, Io ti ho aspettata per amore! ”

Una mattina, andando in Cappella, compie tre piccoli servizi di carità ad altrettante Sorelle Anziane…” Mentre facevo il ringraziamento della Comunione, vidi davanti a me tre bellissime rose e la voce di Gesù che mi diceva: Sono i tre atti di carità che tu hai fatto questa mattina; li ho tanto graditi!”

Il 25 giugno 1920 Gesù si manifesta di nuovo a Suor Gabriella. Ella stessa così racconterà a Mons. Lanfranchi: “Durante il tempo della benedizione eucaristica, nella Cappella di Grugliasco, facendomi vedere nella SS. Ostia il Suo bellissimo Cuore, Gesù era tutto intero, Corpo, Sangue, Anima e Divinità. Mi riempì di tanta consolazione da poter dire. “Buona cosa è lo stare qui!” Invece il mio primo dovere è di far meglio che posso il mio piccolo ufficio”.

Nel mese di luglio del 1931 Sr Borgarino deve lasciare Grugliaseo e “la Cappella nella quale aveva ricevuto tante grazie e incontrato la dolce Presenza di Gesù” (sono parole sue) per raggiungere Luserna S. Giovanni, in Diocesi di Pinerolo, dove è incaricata, prima della dispensa e del refettorio per le Suore ammalate, in seguito del pollaio, dell’orto e degli operai che lavorano in casa. Pur compiendo vita ritirata, scopre subito che a Luserna e nella Valle del Chisone ci sono molti Valdesi e per ricondurli alla fede moltiplica preghiere e sacrifici, senza allontanarsi dal “caro servizio dove l’ha messa l’obbedienza”.

Due giorni dopo il suo arrivo Gesù le dice: “Io per amor tuo sto in questo Tabernacolo e tu, per mio amore, sta nella tua dispensa e cucina… quello che non puoi fare secondo il tuo desiderio, supplisco Io a tutto!”

Alcuni brani delle sue lettere ci permettono di pensare che Suor Gabriella abbia sempre continuato a sperare che fosse riconosciuta la verità della manifestazione di Gesù a Lugano e abbia sofferto intensamente che alcuni Sacerdoti la considerassero “fantasia”. Scriverà a Mons. Poretti nel 1932: ” …Certamente, se non fosse stato per Gesù io non avrei parlato… Gesù, che è l’unico mio conforto, mi disse: La salvezza delle anime non dipende dall’approvazione delle creature, tu puoi salvarle lo stesso unita a Me. Continua la tua vita di preghiera e di lavoro per ME .

A Luserna, il 17 sett. 1936 (o 1937?) Gesù si manifesta nuovamente a Suor Bolgarino per affidarle un altro incarico. Ne scrive a Mons Poretti: “Gesù mi apparve e mi disse: Ho il cuore tanto pieno di grazie da dare alle mie creature che è come un torrente che straripa; fa di tutto per far conoscere ed apprezzare la mia Provvidenza divina…. Gesù aveva un foglietto in mano con scritto proprio questa preziosa invocazione:

“PROVVIDENZA DIVINA DEL CUOR DI GESù, PROVVEDETECI”

Mi disse di scriverla e farla benedire è di sottolineare la parola divina perché tutti capiscano che viene proprio dal Suo Divin Cuore… che la Provvidenza è un attributo della Sua Divinità, perciò inesauribile… ” “Gesù mi assicurò che in qualsiasi necessità morale, spirituale e materiale, Egli ci avrebbe soccorsi… Così si può dire a Gesù, per chi manca di qualche virtù, Provvedeteci di umiltà, di dolcezza, di distacco dalle cose della terra… Gesù a tutto provvede!”

Suor Gabriella scrive la giaculatoria su immagini e foglietti da distribuire, la insegna alle Sorelle e alle persone che avvicinA ancora turbata dall’esperienza del fallimento della manifestazione di Lugano? Gesù la rassicura a proposito della invocazione “Provvidenza Divina… ” “Sta tranquilla che non vi è niente di contrario alla Santa Chiesa, anzi è favorevole alla sua azione di Madre comune di tutte le creature”

Infatti la giaculatoria si diffonde senza suscitare difficoltà: anzi, pare la preghiera del momento in quegli anni terribili della seconda guerra mondiale in cui le necessità “morali, spirituali e materiali” sono così grandi.

L’ 8 maggio 1940, il Vese. di Lugano Mons. Jelmini concede 50 gg. di indulgenza;

e il Card. Maurilio Fossati, Arciv. di Torino, il 19luglio 1944, 300gg di indulgenza.

Secondo i desideri del Divin Cuore, la giaculatoria “PROVVIDENZA DIVINA DEL CUOR DI GESU, PROVVEDETECI !” è stata scritta e continuamente si scrive su migliaia e migliaia di foglietti benedetti che hanno raggiunto un numero ormai incalcolabile di persone, ottenendo a chi li porta con fede e ripete con confidenza la giaculatoria, grazie di guarigione, di conversione, di pace.

Intanto alla missione di Suor Gabriella si è aperta un’altra strada: benchè viva nascosta nella casa di Luserna, molti: Sorelle, Superiori, Direttori di Seminari.., vogliono interrogare la confidente di Gesù per chiederle luce e consigli su problemi anche di difficile soluzione: Suor Gabriella ascolta, “NE PARLA A GESU e risponde a tutti con sconvolgente, disarmante semplicità soprannaturale: “Gesù mi disse… Gesù mi ha detto… Gesù non è contento… Stia tranquilla: Gesù le vuole bene… ”

Nel 1947 Suor Gabriella si ammala gravemente di anemia perniciosa; la sua salute declina visibilmente, ma nasconde il più possibile la sua sofferenza : “Tutto quello che Gesù manda, non è mai troppo: voglio ciò che Lui vuole”. Si alza ancora per la S. Messa, passando poi molte ore seduta al tavolo a scrivere foglietti e a rispondere alle lettere sempre più numerose.

La sera del 23 dicembre 1948, mentre va in Cappella, sente fortissimi dolori allo stomaco e non si regge più in piedi; trasportata all’ infermeria, vi rimane 9 giorni, soffrendo moltissimo, ma senza un lamento, assistita giorno e notte da tutte le Sorelle, edificate dalla sua pazienza e dal suo sorriso; riceve i Sacramenti degli infermi con una gioia e una pace che rivelano la sua intima unione con Dio.

Alle 23,4 del 1° gennaio 1949, i suoi occhi si aprono alla contemplazione senza velo del Suo Gesù, mentre incomincia come aveva promesso la sua missione in Cielo: far conoscere al mondo intero le infinite misericordie del suo Cuore e supplicare in eterno la Sua Provvidenza Divina in favore di tutte le persone che ne hanno bisogno.

Non sono mancati episodi miracolosi nella vita di Suor Borgarino, come la “moltiplicazione del vino” raccontata da lei stessa ad un missionario, ma non è questo che fa la sua santità.

Non c’è da cercare grandi fatti nella sua esistenza, delle azioni eccezionali, ma la santità nella vita religiosa ordinaria, che però diventa straordinaria per l’intensità della fede e dell’amore

Dal suo epistolario, ma soprattutto dalle testimonianze di chi le è vissuto accanto, si delinea un esempio luminoso di bontà, di umiltà, di fede e di amore di Dio e del prossimo, un esempio di osservanza religiosa, di fedeltà alla sua Vocazione, di amore per il suo lavoro, qualsiasi mansione le sia stata affidata.

Al centro della sua vita spirituale è l’EUCARESTIA: la Santa Messa, la Santa Comunione, la Presenza Sacramentale. Anche quando è tentata di disperazione e si sente spinta dal demonio ad oltraggiare il Santo Nome di Dio, essa si avvicina con più confidenza al Tabernacolo, perché “Lì c’è Dio, lì c’è TUTTO…” Il 20 agosto 1939 aveva scritto a Mons. Poretti: “…Lui mi disse di entrare spiritualmente nel Tabernaeolo…Là Egli esercita la stessa Vita che conduceva sulla terra, cioè ascolta, istruisce, consola… Io racconto a Gesù, con amorosa confidenza le mie cose e anche i miei desideri e Lui mi dice le sue pene, che io cerco di riparare e se fosse possibile fargliele dimenticare”” …E tutte le volte che posso fare qualche piacere o rendere qualche servizio alle mie care Sorelle, provo una contentezza tale, sapendo di far piacere a Gesù”.

Ed è così con tutti, a cominciare dai più poveri.

Dalla Corrisponda di Suor BORGARINO
Quello che colpisce singolarmente alla lettura della corrispondenza di Suor Borgarino è la posizione di umile indifferenza nella quale mantiene costantemente se stessa.Suor ab rie a conversa familiarmente con Gesù … riceve continue sollecitazioni a pregare per intenzioni particolari, a presentare a Gesù situazioni di dubbio e di sofferenza … ed essa lo fa, con estrema semplicità, ma al momento di trasmettere una risposta non si esprime con autorità, usa invece una formula di grande umiltà e discrezione, nel rispetto della libertà del suo interlocutore:

“SE CREDE”.

“Ho letto del Rev. Missionario, ne ho parlato con Gesù, Se crede trasmettergli la risposta di Gesù: Se tu conoscessi il dono del Divin Cuore, quanto ti ama, tu saresti troppo felice, della vera felicità che viene da Gesù ”

Alla Direttrice del Seminario: “Le sue poche righe tanto impregnate di puro Amor di Dio e del prossimo mi fanno tanto del bene e la ringrazio. Siccome mi ha scritto della morte improvvisa, non tanto preparata, del caro Padre della desolatissima Seminarista, io sono andata da Gesù e come per grazia di Dio faccio sempre Gli ho detto tutto. Se crede, faccia sapere alla cara Seminarista, per sua grande consolazione, che Gesù nella sua infinita misericordia lo ha salvato e che la figlia Gli prometta con la Sua Grazia di essere sempre fedele alla sua Santa Vocazione di Figlia della Carità”

“Se crede, mia Buona Sr Direttrice, dica alle anime che la circondano di presentare con tanto amore al nostro dolce Amore Gesù e all’ Immacolata nostra Madre, tutto quello che la Provvidenza Divina permette a noi di penoso: in queste piccole sofferenze e contrarietà del momento si possono sempre offrire, invisibili ma vere, rose di merito per la beata eternità nostra e per aiutare le care anime nella salvezza eterna. ”

E ancora: “Se crede dica alle Sorelle e Sorelline che Gesù vuole che sia fatto conoscere il suo grandissimo desiderio di essere conosciuto ed amato nella Sua Paterna Divina Provvidenza… che niente possa fare della pena a Gesù e Maria nel caro prossimo, a qualsiasi condizione appartenga… e quando andranno a votare dicano con ardente amore la preziosa invocazione a Gesù che vuole che la salvezza materiale e morale dell’intera umanità possa compiersi, mercè la docilità delle sue creature. ”

A una Suor Servente: “La giaculatoria è un tesoro che Gesù affidò alla nostra cara Comunità: quando ha della pena o perplessità circa qualche Sorella, se crede faccia fare una novena recitando il coroncino: vedrà che il suo cuore sarà ben consolato” A una Suora la cui famiglia aveva subito un fallimento finanziario:

“Ho parlato tanto al nostro amato Gesù e all’Immacolata Madre della grande pena che vive la sua famiglia e questa è la risposta che Gesù mi diede questa mattina nella Santa Comunione: Dì che ho permesso Io che tanta prova toccasse ai suoi cari, ma che la Provvidenza del mio Divin Cuore non mancherà e che la privazione dei beni materiali procura loro una ricompensa così grande che uguaglia quella dei Santi che spesero la loro vita per il mio amore. Li faccia coraggio! Se crede dica loro che siano ben contenti di essere tanto amati da Gesù da essere resi somiglianti a Lui nello spogliamento delle robe della terra e nella uniformità alla Sua Volontà. Dica che non pensino alle umiliazioni che ne derivano: da queste Gesù ricava un gran bene per tutti loro. Se crede dica ai suoi fratelli che si guardino solo dal peccato e con la grande amorosa confidenza nella Provvidenza Divina del Cuor di Gesù saranno molto aiutati”.

A una ragazza che desiderava entrare tra le Ed.C:. “Mia buona e cara Carla… in quanto a farsi Suora le dico con tutta semplicità che mattino e sera la raccomando alla nostra Cara Mamma Immacolata… Se crede dica tutto al suo Confessore alla Presenza di Dio e poi sia tanto umile, obbediente, buona con tutti: la grazia della Vocazione è grandissima, non si può apprezzare quanto vale !”

Altro tratto caratteristico in Suor Borgarino è la relazione di dolce familiarità che intrattiene con il Sacro Cuore e la infantile semplicità con cui ne parla.

“Com’è dolce a Gesù un’anima che, con umiltà, confida interamente in Lui: le sue stesse mancanze, Gesù le paga col Suo tenerissimo Amore”

“Una volta Gesù mi disse: Vorrei che tu mi amassi nel modo più perfetto Io Gli dissi: Gesù mio, insegnami!

All’inizio del piccolo “diario” che è stato ritrovato dopo la sua morte, scrive:

“O Cuore Divino di Gesù, sorgente del vero Amore, io vi voglio rendere amore per Amore… . “Che altre godano più di me, sono contenta, ma che amino di più Gesù non sono capace di sostenerne il peso; voglio amare Gesù nel modo più perfetto, come lo amava l’Immacolata Sua Madre e tutti i Santi”

A Mons. Poretti: “Una volta dissi a Gesù: Gesù caro, lì sei scelta proprio la più povera e la più miserabile fra le tue spose!Allora Gesù mi fece vedere un bellissimo giardino, tutto aiuole di fiori di ogni qualità, e mi disse: Questo giardino significa il mio Divin Cuore con le Sue virtù: tu deponi tutti i tuoi difetti nel mio cuore ed Io li cambierò in tante virtù .

Le verità che Gesù le ha fatto comprendere, Suor Gabriella le suggerirà durante tutta la vita, a chi si confida con Lei per averne aiuto e conforto.

” Gesù mi disse di non fare mai rimproveri: io..,tacerò con dolcezza,procurerò di fare sempre piacere à Gesù, facendolo al mio prossimo. Le mie consolazioni andrò a cercarle nel Santo Tabernacolo, le creature non possono darle”

A suor X: “Se ha qualche umiliazione, sia ben contenta: queste avvicinano al nostro dolce Tesoro Gesù”

“…Pensi sempre che è Gesù ; . che tutto permette: le creature e i tempi non sono che mezzi di cui Lui si serve per la nostra personale santificazione… Allora, sapendo che tutto, tutto viene da quel Divin Cuore che tanto ci ama, tutto si cambia in contentezza sulla terra e in grandi meriti per il Paradiso. ”

“Vuole essere contenta e far contento chi la circonda? Trovi sempre bene in tutti come san Vincenzo preferisca lodare che fare rimproveri”. “Sapesse, carissima Sorella, come mi investo del suo stato: oh! come la vedremo gloriosa dopo aver vissuto nell’umiltà… Ringraziamo il Signore di tutto e sempre!”

“Uno sguardo affettuoso al Tabernacolo e uno, dolce e sereno, al Cielo, ci trasporti con amore nella Dimora del nostro Gesù”

“La carissima Suor X mi ha portato la sua confidente domanda a Gesù … nella Santa Comunione Egli mi disse di dirle che la Bontà attira le anime e presto o tardi porta preziosi frutti, invece la severità chiude i cuori anche verso Dio e più verso chi è poco cordiale… ”

“Siamo per tutti “graziose” (termine che ricorre sovente nella corrispondenza di Sr Gabriella) cioè molto buone, per onorare la infinita bontà del nostro tanto amato Gesù e della nostra Immacolata Madre!”

A una Suora a Parigi: “Qualche volta la invidio un po’ pensandola vicina ai Venerati Superiori, all’ombra del Caro Santuario, ove la nostra Immacolata Madre comparre…Ma anche noi abbiamo Gesù e la SS. Vergine sempre con noi ! è questo un pensiero che fa gustare il Paradiso. Stia sicura che tanto prego per lei e per i suoi cari fratelli e Sorelle: certamente se il Signore se ne scegliesse qualcuno “saressimo contente”

La bontà è il Vangelo di Suor Gabriella, ma non se ne fa un riparo quando deve trasmettere una difficile verità.

A Mons. Poretti: “Gesù non vuole che si dia l’immagine come un’immagine qualsiasi, ma vuole che si spieghino le divine intenzioni di Gesù, le Sue promesse e l’Amore Suo infinito per le sue creature”

Una novizia è stata mandata a casa, essa scrive alla Direttrice del Seminario: “La mia buona Superiora mi diede a leggere la sua lettera e di parlarne a Gesù. Ben umilmente lo feci e mi pare di poterle dire che Gesù non fu contento del rinvio, così, quasi precipitato di quella cara Anima, ci voleva più riflessione da parte della buona SuorX: le servirà per altre volte!…

Abbandoniamoci in tutto alla Sua Divina Provvidenza. Anche le sue Care Seminariste e Sorelle le metta in questo oceano d’Amore e la cara Comunità aumenterà in Santità e in numero … Oh! Se lei riesce a scrivere Gesù nel cuore delle Sorelle ha fatto proprio tanto perché Gesù è tutto nell’anima! “Come sarei contenta che tutte le care Seminariste fossero delle vere SEMINATRICI di Gesù, riproducendo la sua caritatevole bontà in tutto e con tutti !”

La sua gioia più grande è constatare che la giaculatoria che Gesù le ha insegnato è accolta e fatta conoscere:

(A Sr Direttrice) “La ringrazio ben di cuore della sua lettera e delle care notizie della “Provvidenza Divina del Cuor di Gesù”:

quanto godo nel sapere che lei, con tutto il cuore, ne promuove la conoscenza e sa farla apprezzare… oh! sì, la Cara Comunità ha bisogno di Gesù, i cari Poveri, con il materiale, hanno bisogno di Gesù che li conforti e li aiuti… ”

(a una Suora di Parigi) “Stia tranquilla che non sono dimenticate nelle nostre preghiere, specialmente adesso che hanno tanto bisogno di Provvidenza per pagare i fabbricati, ma stia tranquilla, continui ad avere tanta confidenza amorosa nella Provvidenza Divina del Cuor di Gesù: non saranno miracoli che fanno stupire, ma come disse Gesù “la Provvidenza è come l’acqua piovana che scende adagio, ma porta tanto bene alla campagna”.

“Un motivo ben grande per ringraziare la Provvidenza Divina del Cuor di Gesù è che ha dato a Lei tanta carità che le assicuro troverà centuplicata in Paradiso. La gioia che ho provato nel ricevere le immagini, non so dirgliela; per adesso mi devo accontentare di ringraziarla come so, ma Gesù già lo fa LUI!” “Sono ben contenta di mandarle i foglietti benedetti e alcune immagini, pregandola di darli a chiunque, anche ai Comunisti o peggio; come mi disse Gesù Tutti abbiamo bisogno di Provvidenza Divina per le necessità sia spirituali, morali e materiali”

A sr Economa in partenza per la Sardegna: “L’assicuro che ben di cuore l’accompagno con le mie povere preghiere e i cari foglietti benedetti: ne metta qualcuno anche sulla nave, ma con grande confidenza nell’adorabile SS. Nome di Gesù, nel quale ogni creatura ha la salvezza eterna. Oh, se potesse far conoscere questa preziosa invocazione a quelli che non la conoscono!”

La casa di Luserna ospita Sorelle anziane e malate alle quali le Suore delle varie case inviano offerte e doni; Suor Gabriella che malgrado abbia fatto solo la terza elementare ha la penna facile è spesso incaricata di ringraziare e lo fa con il suo stile impregnato di soprannaturale semplicità.

A Sr Luzzani a Lugano (17.6.1948) “Eccomi a dirle grazie, a nome della Superiora e mio, del pacco con tante tavolette di cioccolato e sapone e un bel limone che ci fece proprio tanto piacere. Io non sono capace di dire quattro parole in croce, però sento che con Gesù e la Sua Immacolata Madre mi intendo molto bene, ed io dico tutto a loro che faranno la mia parte… (e continua, molto pratica):

“Poiché vuole disturbarsi a mandarci della roba mi permetto di chiederle, se crede, di comperare cioccolata di quella rotta che non costa tanto e a noi è ancora meglio, perché si mangia col pane… ”

Alla Sig.ra Ludovica di Rivoli che aveva mandato roba a nome di una persona defunta:”Pensi quanto fu grande il piacere dell’ottima Superiore nel ricevere tutta quella roba utilissima. La bella farina fu destinata a essere cambiata in ostie che più tardi saranno il vero Corpo di Gesù: può capire che grandissimo bene ne venga alle anime e per conseguenza a quelle buone persone che ci fecero tanta carità.

Presto manderemo il sacchetto vuoto, ma davanti al Signore, pieno di meriti per la cara defunta e famiglia.

A una Suora: “La prego ringraziare la sua buona Superiora, da parte di Gesù e mia, per le strisce di carta per le invocazioni. Lui penserà a compensarle di tanta carità!”

Il 3 febbraio 2002, presso la tomba di Suor Borgarino, nella Casa Immacolata di Luserna, dove Suor Gabriella ha umilmente servito e intensamente amato negli ultimi diciotto anni della sua vita, S.E.Monsignor Piergiorgio DEBERNARDI ha introdotto solennemente il processo diocesano di beatificazione, invitando tutti a ringraziare il Signore e a pregarLo se questa è la Sua Volontà di rendere manifesta la Santità della cara Sorella, perché il Suo Amore misericordioso sia maggiormente conosciuto ed amato.

A ciascuno di noi, ai quali la Provvidenza ha voluto far conoscere questa piccola radice nascosta, Suor Gabriella affida ora il compito di continuare la Sua Missione: a noi di non lasciar cadere il “testimone” che Ella ci porge, ma di passarlo ad altri, a tutti

gli altri… ai poveri come ai ricchi tutti poveri perché tutti bisognosi di Provvidenza, di perdono e di Amore.

E la paterna bontà del nostro Dio che ci ama più di quanto noi amiamo noi stessi per intercessione della sua piccola confidente, Suor Gabriella, ci avvolga con la dolcezza del Suo perdono, ci insegni a crescere, come Lei giorno dopo giorno nella docilità e nell’abbandono al Suo Amore, e ci accompagni con la tenerezza della Sua Provvidenza Divina, fino alla gioia dell’incontro eterno con Lui.

CORONCINO AL SACRO CUORE DI GESU’

ATTO DI CONTRIZIONE:

O Gesù d’amore acceso, non ti avessi mai offeso. O mio caro e buon Gesù, con la tua santa grazia, non ti voglio offender più, né mai più disgustarti perché Ti amo sopra ogni cosa.

Provvidenza Divina del Cuor di Gesù, provvedeteci
(Si ripete 30 volte l’invocazione intercalando ad ogni decina un “Gloria al Padre”)

Si termina ripetendo ancora tre volte la giaculatoria per onorare, con il numero complessivo, gli anni di vita del Signore, ricordando quello che Gesù diceva a S. Gabriella:”… Io non ho sofferto soltanto nei giorni della mia Passione, perche, la mia dolorosa passione mi era sempre presente, e soprattutto l’ingratitudine delle mie creature”.

Alla fine non dimentichiamo mai di ringraziare: solo chi è capace di ringraziare ha il cuore aperto per ricevere.