Devozione allo Spirito Santo: i suoi sette doni spiegati dalla Madonna

Il primo, cioè la “sapienza”, ti fa conoscere e gusta¬re le cose divine, affinché il tuo cuore sia riscaldato con l’a¬more che ti deve animare per esse, ricercando attivamente in ogni cosa buona ciò che è più accetto al Signore. Colla¬bora con questa mozione e abbandonati interamente al be¬neplacito divino, disprezzando quello che può esserti di im¬pedimento, per quanto possa sembrare amabile alla volontà e desiderabile ai sensi. In questo ti aiuta il secondo dono,”l`intelletto”, dandoti una luce speciale per penetrare profon¬damente l’oggetto rappresentato all’intelligenza. Da parte tua, devi cooperare distogliendoti dalle false notizie che il demonio ti presenta, direttamente o per mezzo di altre crea¬ture, al fine di distrarre la mente. In realtà, ciò procura gran¬de imbarazzo all’intelletto umano, perché si tratta di due in¬telligenze incompatibili e la scarsa capacità umana, divisa tra molti oggetti, pone in ciascuno di essi minor attenzione di quella che vi metterebbe se si occupasse di uno solo. Si fa allora esperienza della verità proclamata nel Vangelo: Nes¬suno può servire a due padroni. Quando l’anima tutta in¬tenta al bene lo comprende, allora le è necessaria la “for-tezza”, il terzo dono, per eseguire risolutamente quello che all’intelletto è stato manifestato come migliore e più gradi¬to a Dio. Le difficoltà e gli ostacoli che incontrerà saranno vinti con tenacia ed essa si esporrà a qualunque sofferenza, pur di non privarsi dello splendido tesoro che ha scoperto.
72. Molte volte succede che, per l’ignoranza e i dubbi insiti nella natura umana e per il sopraggiungere della ten¬tazione, la creatura non riesca a capire il fine e le conse-guenze della verità divina conosciuta. Mentre aspira al me¬glio, ella resta confusa tra le diverse possibilità presenta¬tele dalla prudenza della carne. In tal caso, le occorre il dono della “scienza”, il quarto, che illumina opportunamente per distinguere le cose buone dalle altre, per impa¬rare ciò che è sicuro ed anche per comunicarlo, se neces-sario. A questo, segue il dono della “pietà”, il quinto, che con forte dolcezza orienta l’anima verso quello che vera¬mente piace al Signore e le è di vantaggio spirituale, af-finché compia il bene solo per motivazioni virtuose e non sotto l’impulso di qualche passione naturale. Inoltre, per¬ché si governi in tutto con singolare prudenza, occorre il sesto dono, il “consiglio”, che dirige la ragione ad agire con accortezza e audacia, dando con discrezione suggeri¬menti riguardo a sé e al prossimo, scegliendo i mezzi con¬soni al raggiungimento di obiettivi onesti e degni di un seguace di Cristo. L’ultimo dei doni, il “timore”, custodisce tutti gli altri e predispone il cuore a fuggire e a tenersi lontano da ogni cosa imperfetta, pericolosa, in contrasto con la santità dell’anima per la quale costruisce come un muro di difesa. Bisogna divenire pienamente consapevoli del¬la materia e della modalità proprie dell’azione del santo ti¬more, perché la creatura non ecceda in esso temendo sen¬za fondamento, come tante volte ti è successo per l’astuzia del diavolo, il quale ha inoculato in te la paura disor¬dinata perfino dei benefici di Dio. Il mio insegnamento ti renderà prudente nel mettere a frutto i doni dell’Altissimo e nel porti di fronte ad essi. Tieni presente che la scienza del temere è proprio l’effetto dei favori concessi dall’Onni¬potente: egli la comunica all’anima con dolcezza e pace af¬finché sappia stimare ed apprezzare le sue grazie, che non sono di breve durata se provengono dalla mano dell’eterno Padre. In tal modo il timore non le impedirà di ren¬dersi conto del beneficio divino, ma anzi la indirizzerà ad essere grata al Signore con tutte le forze e ad umiliarsi fi¬no alla polvere. Conoscendo tali verità senza inganno e la¬sciando la vigliaccheria del timore servile, ti resterà il ti¬more filiale, con il quale, quasi fosse la tua stella polare, navigherai sicura in questa valle di lacrime