Devozione di oggi dedicata alla Divina Provvidenza rivelata da Gesù

Luserna, il 17 sett. 1936 (o 1937?) Gesù si manifesta nuovamente a Suor Bolgarino per affidarle un altro incarico. Ne scrive a Mons Poretti: “Gesù mi apparve e mi disse: Ho il cuore tanto pieno di grazie da dare alle mie creature che è come un torrente che straripa; fa di tutto per far conoscere ed apprezzare la mia Provvidenza divina…. Gesù aveva un foglietto in mano con scritto proprio questa preziosa invocazione:

“PROVVIDENZA DIVINA DEL CUOR DI GESù, PROVVEDETECI”

Mi disse di scriverla e farla benedire è di sottolineare la parola divina perché tutti capiscano che viene proprio dal Suo Divin Cuore… che la Provvidenza è un attributo della Sua Divinità, perciò inesauribile… ” “Gesù mi assicurò che in qualsiasi necessità morale, spirituale e materiale, Egli ci avrebbe soccorsi… Così si può dire a Gesù, per chi manca di qualche virtù, Provvedeteci di umiltà, di dolcezza, di distacco dalle cose della terra… Gesù a tutto provvede!”

Suor Gabriella scrive la giaculatoria su immagini e foglietti da distribuire, la insegna alle Sorelle e alle persone che avvicinA ancora turbata dall’esperienza del fallimento della manifestazione di Lugano? Gesù la rassicura a proposito della invocazione “Provvidenza Divina… ” “Sta tranquilla che non vi è niente di contrario alla Santa Chiesa, anzi è favorevole alla sua azione di Madre comune di tutte le creature”

Infatti la giaculatoria si diffonde senza suscitare difficoltà: anzi, pare la preghiera del momento in quegli anni terribili della seconda guerra mondiale in cui le necessità “morali, spirituali e materiali” sono così grandi.

L’ 8 maggio 1940, il Vese. di Lugano Mons. Jelmini concede 50 gg. di indulgenza;

e il Card. Maurilio Fossati, Arciv. di Torino, il 19luglio 1944, 300gg di indulgenza.

Secondo i desideri del Divin Cuore, la giaculatoria “PROVVIDENZA DIVINA DEL CUOR DI GESU, PROVVEDETECI !” è stata scritta e continuamente si scrive su migliaia e migliaia di foglietti benedetti che hanno raggiunto un numero ormai incalcolabile di persone, ottenendo a chi li porta con fede e ripete con confidenza la giaculatoria, grazie di guarigione, di conversione, di pace.

Intanto alla missione di Suor Gabriella si è aperta un’altra strada: benchè viva nascosta nella casa di Luserna, molti: Sorelle, Superiori, Direttori di Seminari.., vogliono interrogare la confidente di Gesù per chiederle luce e consigli su problemi anche di difficile soluzione: Suor Gabriella ascolta, “NE PARLA A GESU e risponde a tutti con sconvolgente, disarmante semplicità soprannaturale: “Gesù mi disse… Gesù mi ha detto… Gesù non è contento… Stia tranquilla: Gesù le vuole bene… ”

Nel 1947 Suor Gabriella si ammala gravemente di anemia perniciosa; la sua salute declina visibilmente, ma nasconde il più possibile la sua sofferenza : “Tutto quello che Gesù manda, non è mai troppo: voglio ciò che Lui vuole”. Si alza ancora per la S. Messa, passando poi molte ore seduta al tavolo a scrivere foglietti e a rispondere alle lettere sempre più numerose.

La sera del 23 dicembre 1948, mentre va in Cappella, sente fortissimi dolori allo stomaco e non si regge più in piedi; trasportata all’ infermeria, vi rimane 9 giorni, soffrendo moltissimo, ma senza un lamento, assistita giorno e notte da tutte le Sorelle, edificate dalla sua pazienza e dal suo sorriso; riceve i Sacramenti degli infermi con una gioia e una pace che rivelano la sua intima unione con Dio.

Alle 23,4 del 1° gennaio 1949, i suoi occhi si aprono alla contemplazione senza velo del Suo Gesù, mentre incomincia come aveva promesso la sua missione in Cielo: far conoscere al mondo intero le infinite misericordie del suo Cuore e supplicare in eterno la Sua Provvidenza Divina in favore di tutte le persone che ne hanno bisogno.

Non sono mancati episodi miracolosi nella vita di Suor Borgarino, come la “moltiplicazione del vino” raccontata da lei stessa ad un missionario, ma non è questo che fa la sua santità.

Non c’è da cercare grandi fatti nella sua esistenza, delle azioni eccezionali, ma la santità nella vita religiosa ordinaria, che però diventa straordinaria per l’intensità della fede e dell’amore

Dal suo epistolario, ma soprattutto dalle testimonianze di chi le è vissuto accanto, si delinea un esempio luminoso di bontà, di umiltà, di fede e di amore di Dio e del prossimo, un esempio di osservanza religiosa, di fedeltà alla sua Vocazione, di amore per il suo lavoro, qualsiasi mansione le sia stata affidata.

Al centro della sua vita spirituale è l’EUCARESTIA: la Santa Messa, la Santa Comunione, la Presenza Sacramentale. Anche quando è tentata di disperazione e si sente spinta dal demonio ad oltraggiare il Santo Nome di Dio, essa si avvicina con più confidenza al Tabernacolo, perché “Lì c’è Dio, lì c’è TUTTO…” Il 20 agosto 1939 aveva scritto a Mons. Poretti: “…Lui mi disse di entrare spiritualmente nel Tabernaeolo…Là Egli esercita la stessa Vita che conduceva sulla terra, cioè ascolta, istruisce, consola… Io racconto a Gesù, con amorosa confidenza le mie cose e anche i miei desideri e Lui mi dice le sue pene, che io cerco di riparare e se fosse possibile fargliele dimenticare”” …E tutte le volte che posso fare qualche piacere o rendere qualche servizio alle mie care Sorelle, provo una contentezza tale, sapendo di far piacere a Gesù”.

Ed è così con tutti, a cominciare dai più poveri.