Ecco come il nostro Angelo Custode ci insegna la vera devozione

“Il timor del Signore è il princi-pio della sapienza; buon senno hanno tutti quelli che mettono in pratica la sua legge” (Sal 111, 10). Non dobbiamo con-templare Dio con tremore, come se fosse un tiranno inavvicinabile. La devozione non vuole incatenarci e ren-derci schiavi senza volontà. Dobbiamo trovare la pace e contemplare Lui con fiducia, protetti dalla Sua fedeltà. Ma dobbiamo anche sapere chia-ramente chi è Dio e allora subentra la devozione, che deve esserci sempre, nella fede come nell’amore, nella saggezza come nella verità. La devozione è un dono spiri-tuale di profondo rispetto della maestà divina. è un timore santo e la paura che l’uomo, infinitamente piccolo, non possa essere in grado di lodare sufficientemente Lui, l’infinitamente grande, e che il povero possa offendere il Santissimo. La devozione è la radice dell’intero ordine e amore divino.

La vera religione deve essere sempre una religione di profon-do rispetto. In altre parole: la mancanza di rispetto per Dio, la Sua parola e la Sua legge sono un segno infallibile dell’e-resia. Il rispetto e la devozione sono i princìpi dell’uomo reli-gioso e delle sue azioni: ogni segno della croce, ogni flessio-ne delle ginocchia, ogni pre-ghiera e soprattutto durante la funzione liturgica.

Nel 1916, i bambini di Fatima ebbero tre visioni angeliche, che li prepararono alle visioni della Vergine. Un angelo di bel-lezza divina e splendente di luce rivolse dolcemente la parola ai bambini:”Non abbia-te paura, sono l’angelo della pace! Pregate con me!”. Inginocchiandosi, l’angelo s’in-chinò a terra finché la sua fron-te toccò il suolo. Poi disse con profondo rispetto: “O mio Dio, credo in te, ti adoro, spero in te e ti amo. Ti prego di perdonare coloro che non credono in te, che non ti adorano, che non sperano in te e che non ti amano.”

Spinti come da una forza soprannaturale, i bambini si misero in ginocchio e insieme all’angelo pregarono tre volte la stessa preghiera; poi l’ange-lo si alzò e disse: “Continuate a pregare! I santi cuori di Gesù e Maria si commuoveranno per la vostra preghiera.”

Lucia descrive l’effetto di que-sta visione: “Intorno a noi ci fu una forte sensazione di sovrannaturale, tanto che per molto tempo restammo nella posizione in cui l’angelo ci aveva lasciati e ripetemmo sempre la stessa preghiera. Sentimmo la presenza di Dio tanto profonda e intima che non osammo nemmeno parla-re”.

Alla terza visione l’angelo portò un calice sopra il quale era sospesa un’ostia, con profonda devozione s’inchinò a terra davanti ai simboli eucaristici e insegnò ai bam-bini una solenne preghiera alla Santissima Trinità, chie-dendo loro di sacrificare il prezioso corpo e il sangue di Gesù Cristo. Disse: “Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo. Ti adoro con profonda devozione e ti sacrifico il prezioso corpo, il sangue, l’anima e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo, che è presente in tutti i taber-nacoli del mondo per espiare le umiliazioni, le profanazioni e l’indifferenza che lo offendono. Grazie ai meriti infiniti del suo santissimo cuore e grazie al cuore immacolato di Maria ti prego per la conversione dei poveri peccatori.”

L’angelo ripeté la preghiera tre volte con devozione ardente, distribuendo poi i santi simboli ai bambini. E ancora una volta i bambini furono sopraffatti dalla felicità per alcuni giorni dopo la visione.

Naturalmente, queste visioni non ci dimostrano soltanto la devozione e il rispetto per Dio, ma sono anche dei princìpi importanti che ci insegna l’an-gelo! L’umiltà è alla base di tutte le virtù e il profondo rispetto per Dio è la perfezione dell’umiltà e di tutti i doni che fanno sì che Dio sollevi un’ani-ma dalla polvere.

Un profondo rispetto deve essere anche alla base della nostra fede verso ogni frase della Sacra Scrittura, verso gli editti della Chiesa e le decisio-ni dogmatiche.

La nostra obbedienza fonda-mentale deve basarsi sul profondo rispetto. Dietro ogni autorità legittima vediamo l’au-torità divina, se non ci chiede delle empietà.

Profondo rispetto va anche portato verso il prossimo. Dobbiamo vedere ogni uomo nella luce del Creatore e rispet-tarlo come figlio di Dio e quin-di come santo!

Profondo rispetto va portato verso il proprio corpo e il corpo altrui, perché è il tempio dello Spirito Santo, del Dio vivo.