Esiste ancora in caso di suicidio il divieto dei funerali?

Oggi vi sottoporremo un argomento che fa molto discutere: il suicidio e la posizione della chiesa. Le persone che si suicidano, perché non hanno diritto ad un funerale e nemmeno ad una preghiera prima di essere seppellite? Non siamo tutti umani e cristiani? È giusto giudicare e trattare alcune persone in modo diverso o bisognerebbe astenersi dal giudizio?

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A rispondere a queste domande ci pensa Don Stefano che apre il discorso con un verso del Catechismo della Chiesa Cattolica, secondo il quale togliersi la vita è certamente negare un dono che Dio ci ha fatto nel tempo, o meglio è il non riconoscere più la vita come un dono.

Innanzitutto è importante sottolineare che il suicidio è considerato un atto grave contro la vita umana. Secondo l’insegnamento cattolico, la vita è un dono di Dio e solo Lui ha il potere di darla o toglierla.

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Cosa pensa e come agisce la chiesa in caso di suicidio

Tradizionalmente, il suicidio è stato considerato un peccato grave e la Chiesa potrebbe aver rifiutato di celebrare il funerale di una persona che ha scelto di porre fine alla propria vita. Tuttavia, negli ultimi decenni, la Chiesa ha adottato una posizione più compassionevole nei confronti delle persone che si suicidano e dei loro familiari.

Secondo il Catechismo della Chiesa cattolica, il suicidio è gravemente contrario alla giustizia, alla speranza e alla carità amorevole. Alcune volte però può essere il risultato di una grave depressione, di una malattia mentale o di gravi circostanze esterne. In questi casi la Chiesa riconosce che la malattia mentale può influenzare la libertà e la responsabilità del defunto.

In generale, la Chiesa consiglia di trattare ogni situazione individualmente e di cercare la volontà di Dio nella vita del defunto. Può essere richiesta una valutazione da parte di un professionista della salute mentale per stabilire se la persona fosse in grado di prendere decisioni libere e coscienti al momento del suicidio.

In molte diocesi, i vescovi offrono linee guida e disposizioni pastorali specifiche per affrontare questo tipo di situazioni. In alcune circostanze, si potrebbe permettere il funerale se si ritiene che la persona non fosse pienamente consapevole delle sue azioni o se era affetta da una grave malattia mentale.