Gli Angeli Custodi esistono! Il fenomeno delle apparizioni angeliche

“Gli angeli esistono!

Stelle appese in cielo che gravitano intorno al sole. Alte mon-tagne della creazione che confinano con le montagne eterne. Gli angeli esistono!

Fiaccole accese alla luce originale. Giardini profumati pieni di gioie. Pozzi taciturni che ascoltano nel profondo e che attin-gono alla profondità” (Hophan, “Die Engel”, p. 18).

Gli angeli sono sempre stati al centro delle controversie. Ai loro tempi, già i Sadducei smentirono l’esistenza degli ange-li, e il loro razionalismo si è conservato fino alla nostra epoca e vive oggi un nuovo periodo d’oro.

Ormai, la fede negli angeli viene concessa soltanto ai bambi-ni e ai pazzi, perché la maggior parte degli uomini condivide l’opinione dell’autore tedesco G�nther Grass, che nel suo “Anestesia locale” scrive: “Odio i dogmi e le verità eterne!”. Nell’era della tecnica, soltanto le cose che possono essere descritte tecnicamente hanno valore reale; ciò che supera l’orizzonte delle conoscenze umane invece – ossia tutto ciò che deve essere creduto e non può essere provato con i mezzi razionali – non esiste affatto. Questo dogma crea molte difficoltà ai cristiani credenti, che invece non devono farsi confondere. L’esistenza degli angeli è comprovata nel Nuovo e nel Vecchio Testamento, ne è garante il Cristo in persona; la santa tradizione ce lo insegna, molti mistici ce lo afferma-no e lo conferma la Chiesa in diverse definizioni dottrinali; lo ha insegnato fino a oggi e lo insegnerà fino alla fine del mondo. “Crediamo in Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, Creatore delle cose visibili, come questo mondo, dove si svolge la nostra vita fuggitiva; Creatore anche delle cose invi-sibili come gli spiriti puri, che vengono chiamati `angeli’…” (Papa Paolo VI, “Credo del Popolo d Dio’)

1. Gli angeli nella Bibbia

Nella Bibbia, gli angeli appaio-no dal primo all’ultimo libro e se ne parla in più di trecento passaggi.

Nella Sacra Scrittura vengono nominati così di frequente che Papa Gregorio Magno non esagerava quando diceva: “La presenza degli angeli viene comprovata su quasi ogni pagina della Sacra Bibbia.” Mentre nei vecchi libri biblici gli angeli vengono nominati più raramente, diventano gradual-mente una presenza di primo piano negli scritti biblici più recenti, nei profeti Isaia, Ezechiele, Daniele, Zaccaria, nel libro di Giobbe e in quello di Tobia. “Lasciano il loro ruolo di retroscena nel cielo per agire in primo piano sul palco terrestre: sono i servi dell’Altissimo nella gestione del mondo, le guide misteriose dei popoli, le forze sovrannaturali nelle lotte deci-sive, i bravi custodi persino umili degli uomini. I tre angeli più grandi sono descritti al punto che riusciamo a cono-scerne i nomi e la natura: Michele il potente, Gabriele il sublime e Raffaele il misericor-dioso.”

Probabilmente, il graduale svi-luppo ed arricchimento delle rivelazioni sugli angeli ha vari motivi. Secondo le teorie di Tommaso d’Aquino, gli antichi Ebrei avrebbero certamente divinizzato gli angeli se aves-sero colto pienamente il loro potere e la loro raggiante bel-lezza. A quell’epoca però, il monoteismo – che comunque fu unico in tutta l’antichità – non era abbastanza radicato nel popolo ebreo da escludere il pericolo del politeismo. Per questo motivo, la completa rivelazione angelica non poté avvenire che più tardi.

Inoltre, durante la cattività sotto gli Assiri e i Babilonesi, gli Ebrei avevano probabilmente conosciuto la religione di Zoroastro, in cui la dottrina degli spiriti benigni e maligni era molto sviluppata. Questa dottrina sembra aver stimolato molto l’immaginario degli angeli nel popolo ebreo e, visto che la rivelazione divina può svilupparsi anche sotto l’in-fluenza di cause naturali, è anche probabile che le influen-ze extra-bibliche fossero le premesse delle rivelazioni divi-ne più profonde sugli angeli. Naturalmente è sbagliato cer-care le origini della dottrina angelica della Bibbia semplice-mente nelle credenze spirituali assiro-babilonesi, come è altrettanto sbagliato ricondurre alla fantasia, senza esitazione, le immagini extra-bibliche degli angeli.

Con il suo libro “Gli Angeli”, Otto Hophan, teologo cont�m-poraneo, ha contribuito molto alla migliore conoscenza degli angeli. “La convinzione della presenza di spiriti benigni e maligni, di un essere interme-dio tra la suprema divinità e gli uomini, è talmente diffusa in quasi tutte le religioni e filosofie che ci deve essere un’origine comune, e cioè una rivelazione originale. Nel paganesimo, la credenza negli angeli si tra-sformò in quella negli dèi; ma è proprio “quel politeismo che in gran parte è soltanto il travisa-mento della credenza negli angeli (Scheeben: Dogmatik, volume 2, p. 51).”

Una celebre prova dell’esisten-za di questa rivelazione origi-nale si trova nell’opera del filo-sofo pagano Platone, che con le sue dichiarazioni sugli ange-li si avvicina abbastanza alla credenza biblica negli angeli: “Gli spiriti fungono da interpre-ti e riferiscono agli dèi ciò che viene dagli uomini; e comuni-cano agli uomini ciò che viene dagli dèi. Ai primi portano le preghiere e i sacrifici, ai secon-di gli ordini e le ricompense per i sacrifici. Riempiono lo spazio in mezzo ai due in modo tale da creare un collegamento.” Quindi ricordiamo: la rivelazio-ne e la Bibbia testimoniano in vari modi l’esistenza degli angeli. Ma chi sono gli angeli?

2. Gli angeli sono spiriti

In molti passaggi della Sacra Scrittura gli angeli vengono definiti ‘spiriti puri’. Per defini-zione, gli spiriti non possiedo-no né corpo né sono fatti di materia, e per questo non subi-scono i cambiamenti tempora-li. La nozione ‘spirito’ non significa solo incorporeità, essendo essa una definizione di ciò che uno spirito non è. “In realtà, lo spirito rappresenta il più denso concentrato della realtà, il maggior accumulo dell’essere, il nocciolo dal quale nascono le opere, la punta che supera ogni corpo-reità… Gli spiriti – in maniera limitata lo spirito umano, più forte quello angelico e infinito lo spirito di Dio – sono individui ardenti, sicuri di sé, che si appartengono e si conoscono, sono persone e non personifi-cazioni, più autentiche di qual-siasi corporeità che molti con-siderano l’unica realtà esisten-te.

Quando nel Vangelo il Signore rivolge la parola agli spiriti, chiede i loro nomi; perché uno spirito è ‘qualcuno’ e non ‘qualcosa’, ha una personalità e non è un’ombra o un univer-so sfumato. Chi ha a che fare con uno spirito, ha a che fare con una persona.”

3. II fenomeno delle appari-zioni angeliche

Ogniqualvolta gli angeli appaiono nella Bibbia, non lo fanno in forma di spirito, ma con un corpo: un uomo, un adolescente, ecc. … Lo fanno per ovviare alla limitazione mentale di noi uomini, che non riusciamo a vedere al di là di ciò che possiamo percepire con i sensi, e cioè la pura spi-ritualità. La forma corporea adottata dagli angeli viene comunemente definita `finto’ corpo. Il finto corpo è una specie di materializzazione in forma di corpo; non è legato alle leggi terrestri, ma sembra comunque reale per chi lo guarda.

Le apparizioni angeliche pos-sono essere distinte in visioni interiori ed esteriori. La prima può manifestarsi nel sonno, come successe a Giuseppe: “Ecco un Angelo del Signore gli apparve in sogno…” (Mt 1,20; 2, 13, 19). Può capitare però anche in stato di veglia, come dimostrano molti misti-ci. Fu una visione esteriore l’apparizione dell’arcangelo Raffaele al giovane Tobia; l’angelo accompagnò il giova-ne nel suo lungo viaggio e guidò con mano sicura tutte le sue faccende.

Ci sono però anche apparizio-ni in cui l’angelo è visibile solo a una persona e non è perce-pibile ad altre persone pre-senti. L’angelo che liberò Pietro dalla prigione non era visibile alle guardie: “Pietro, uscendo, lo segui, non sapen-do se fosse realtà quello che veniva fatto dall’angelo; cre-deva di avere una visione” (At 12, 9). I colpi alle costole rice-vuti dall’angelo, le catene che cadevano e le porte che si aprivano convinsero gradual-mente Pietro che non era in preda a uno scherzo della sua fantasia. Appena svegliato sulla strada deserta nel cuore della notte disse: “Ora com-prendo veramente che il Signore ha mandato il suo Angelo, mi ha liberato dalle mani di Erode…” (At 12, 11). Anche se sembrano reali, gli angeli delle apparizioni non `parlano’ come gli uomini, ma con la forza della mente pro-ducono onde sonore simili alla voce umana. Quando `mangiano’ non assumono né cibo né bevande, come spiegò Raffaele alla famiglia di Tobia prima di lasciarla: “Voi avete creduto di vedermi mangiare, ma in realtà io non mangiavo niente, era solo immagine” (Tb 12,19).

In alcuni casi però, il corpo umano non è sufficiente per cogliere la natura degli angeli, soprattutto quando si tratta di angeli dei cori superiori.