I benefici quotidiani che ci vengono dal nostro Angelo Custode

Il giovine Tobia, viandante col suo Angelo, fu perfetta immagine di noi tutti qui viatori insieme col nostro; con questa differenza, che egli il vedeva, senza saper che fosse Angelo; noi per l’opposto il sappiamo, senza vederlo. Egli con padre cieco e di povera famiglia accinger {17[103]} si deve a lungo e disastroso viaggio, Giovine qual è, inesperto di vie e di affari. Ma che? appena mette egli il piè fuori di casa, tosto si vede innanzi un graziosissimo giovane, (l’angelo Raffaello) che in abito da viaggiatore cortesemente se gli offre compagno e guida. Non altrimenti il nostro Angelo sin dal nostro primo comparir al mondo si fa d’appresso, ci è a lato, nè più ci abbandona in tutto il cammino di nostra vita. E chi può numerar i pericoli, a cui ci sottrae l’amante custode, ed i beni che ognor ci comparte? Sappiamo pur troppo a quanti pericoli andiamo esposti nella nostra infanzia; a quante vicende in gioventù ed in tutta la vita, or per infermità, or per viaggi, or per malagevoli affari e cattivi incontri, or per casi avversi ed inopinati. Ci ricordiamo che sovente per una tal impensata provvidenza e quasi miracolosa, ne usciamo salvi. Leggesi di chi sentissi mosso ad uscir di {18[104]} casa, ed uscitone appena, quella rovinò; di chi ritrasse il piede da quel luogo, e con ciò vide d’avere sfuggito un incendio; di chi cambiò strada viaggiando, e si trovò lontano dagli assassini; di chi a casa fermossi, e venne così a schivare precipizii, o agguati; ed a chi debbesi tutto ciò, se non all’occhio amoroso del nostro Angelo, sempre attento e vegliante sopra di noi? Sicché s’avvera ben chiaramente il detto del Real profeta, che l’Angelo del Signore ci libera dai pericoli: Immittet Angelus Domini in circuitu timentium eum, et eripiet eos. Egli è intorno a noi, dice s. Ambrogio, e ci cammina davanti, affinché niuno ci possa recar danno. Può ciascheduno dir con Tobia di vedersi, a dispetto di tanti rischi già corsi, libero e sano, e doverlo al buon Angelo suo custode. Tobia infatti riscosse prontamente le grosse somme del suo credito, e dapprima lo attribuì a bontà del debitore, ma poi vide che {19[105]} la bontà fu dell’Angelo a saperle in modi sì propri da lui riscuotere. Credette un felice incontro d’essersi collocato giusta il dovere e la legge con moglie ricca del pari, e morigerata, ma poi vide, che fu questo un favore del suo Angelo. Credette sua sventura di trovarsi a rischio d’esser divorato da un gran pesce; ma poi vide che il rischio fu un grazioso tratto del suo Angelo, che del pesce si valse a fugare un demonio, e donar la vista al cieco padre. Così in una condotta di cose in apparenza fortuite, il grato giovine riconobbe una beneficenza costante del suo buon Angelo, e proruppe in questi accenti: Bonis omnibus per eum repleti sumus (Tob. 12, 3). Tutti i beni di cui siamo ricolmi é tutta opera di quell’Angelo benefattore. Oh la gran cura, esclama intenerito s. Agostino, o la gran cura, e l’affettuosa vigilanza con cui essi ci assistono in tutte le ore, in tuttelecircostanze,edovunquesiamo! {20[106]} Amabil mio custode, quanto è vero, che simil condotta d’amore avete tenuto ancor meco. Un’occhiata che io dia a miei scorsi anni, a miei affari, mi dice subito il cuore, che quanto ho scampato di male, l’ho scampato per voi; quanto mi è riuscito di bene, mi è riuscito per voi. Confesso che quanto io sono, quanto possedo, i miei beni, i miei giorni, tutto è vostro dono.

PRATICA
Ogni prospero successo d’affari ben riusciti, o di rischi evitati riconoscetelo dalle preghiere, dai lumi e dall’assistenza del s. Angelo: perciò pregatelo mattino e sera, specialmente nell’intraprendere qualche viaggio, nell’uscir di casa, pregatelo di cuore ne’dubbii e nelle angustie, che vi benedica, e vi liberi dalle disgrazie.

ESEMPIO
Un fatto recentemente avvenuto {21[107]} ci conferma maravigliosamente, che gli Angeli Custodi ci compartono quotidianamente grandi favori.

Il 31 agosto 1844, all’occasione che una persona si doveva recar in una città per assestare alcuni suoi affari, le fu suggerito di raccomandarsi al suo santo Custode pel buon viaggio. La qual cosa fece molto volontieri unitavi la gente di servizio, riponendo così tutta la causa dello viaggio nelle mani dell’Angelo Tutelare. Montati in vettura, dopo lungo tratto di strada, d’improvviso i cavalli tentano disordinato corso: vuolsi frenarli, ma essi non sentono più il morso, corrono sbrigliati, e mentre si mandano alte grida di spavento, la vettura urtando in un mucchio di ghiaja, sbalza e rinversa ruinosa quanti erano entro racchiusi. Rotto intanto il piccolo sportello, correvano il più grave pericolo di rimaner tutti schiacciati. Nullameno i cavalli continuando a correre precipitosamente, non sperando più {22[108]} altro soccorso che quello dell’Angelo Custode, uno di essi gridò con quanto aveva di voce: Angele Dei, custodi…. illumina. Bastò questo per salvar tutti. Subito si calmano gli smaniosi cavalli, ciascheduno subito si raccoglie nella persona alla meglio che può. Pieno di stupore, uno mira l’altro, e vede con grande maraviglia che niuno aveva sofferto il menomo male. Il che li fece unanimi rompere in queste voci: Viva Iddio e l’Angelo Custode che ci ha salvati.

Ripigliato tosto il loro cammino, con prospero viaggio arrivarono al luogo destinato. Ecco confermata col fatto quella verità che Iddio, c’insegna nella santa scrittura, cioè che il Signore ci ha dato un Angelo, che ci serva di guardia e di custodia in ogni nostro cammino. Angelis suis Deus mandavit de te, ut custodiant te in omnibus viis tuis. (ps. 90, 11). {23[109]}