Il senso di unione con il nostro Angelo Custode

La promessa angelica non è altro che un esercizio per cam-minare assieme all’angelo custode affidatoci da Dio. Tramite essa abbiamo più dirit-to all’aiuto, alla protezione e la guida. La preghiera dice: “Santo, santo, santo sei tu, Dio, Signore delle schiere celesti. La tua gloria riempie il cielo e la terra. Ci inginocchiamo davanti alla tua maestà e ti ringraziamo, o Dio, per aver messo a fianco di ognuno di noi un accompa-gnatore celeste che ci conduce alla tua volontà, alla tua gloria e che ci rivela il tuo amore. Promettiamo qui davanti ai tuoi occhi di amare il nostro santo compagno come un fratello e di dargli ascolto, quando si fa sentire come la voce della nostra coscienza. Ci conduca sicuri in cielo! Signore Gesù Cristo, nostro Redentore, prendi la mia mano e mettila nella mano del mio angelo; poi coprimi con il segno della redenzione che è la tua bene-dizione per la nostra salvezza! In nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.”

La promessa dell’angelo custode definisce lo spirito e il comportamento che dobbia-mo avere per diventare tutt’u-no con il santo angelo. L’angelo trae grande felicità della contemplazione di Dio. Venerando e ringraziando Dio, vogliamo diventare come lui. Domanda: La mia preghiera è già venerazione, lode e ringra-ziamento? Questa sarebbe l’e-spressione del puro amore. Provo entusiasmo per Dio e sono preso dal suo amore? Grazie alla venerazione e il rin-graziamento mi viene indicata la strada che porta dal mio angelo. Non appena però l’uo-mo perde la solita direzione, l’unione non esiste più. è così anche per gli uomini: quando non ci si capisce più, non c’è più unione e la vita insieme diventa una pena. Questo è uno dei dolori più forti della Chiesa, il fatto che non ci capiamo più. In questa pro-messa dell’angelo custode c’è un “sì” chiaro alla volontà di Dio. Conosciamo la guida attraverso il santo angelo che esaudisce anche la volontà di Dio. Devo raggiungere que-st’unione e conoscenza, anche se la mia natura vi si oppone. Dio può pretendere prove enormi e gravarci di pesi sem-pre maggiori. Questa è la prova del fuoco davanti a Lui ed è anche la prova per giudi-care se siamo fedeli a Lui come il santo angelo. Non dimentichiamo la verità teolo-gica: Dio ci guida tramite il santo angelo, potrebbe parlar-ci direttamente, ma di solito lo fa attraverso l’angelo. La pro-messa è come una stretta di mano. La mano destra rimane libera, così è scritto, per esse-re messa nella mano dell’an-gelo. Il sigillo sulla promessa è il segno della croce. – Ma come si può capire se è l’an-gelo buono che ci parla oppu-re quello maligno?

Sappiamo che Dio ha dato la parola e la voce all’uomo. L’uomo esprime la sua volontà con la voce, ma l’angelo è muto. Non può usare la voce per parlare con noi. Essendo uno spirito, l’angelo comunica con noi tramite la mente e tra-smette quello che dobbiamo capire tramite la luce, i pensie-ri e le immagini. Quando ricevo un ordine chiaro dal mio ange-lo, capisco subito dentro di me: è il tuo angelo che ti parla. Anche un demone può tra-smetterci qualcosa, ma lui

entra di solito attraverso le idee della mente e cerca di influenzarle.

Normalmente l’angelo parla con noi nella nostra mente, e parla cioè alla coscienza. L’angelo custode è lo strumen-to dello Spirito Santo. Questa deve essere una certezza per noi. Dio non ci lascia soli, ama usare le Sue creature secondo il Suo piano. Siamo legati alla materia e allo spirito e faccia-mo parte dell’intero regno di Dio. Normalmente, lo Spirito usa l’angelo per parlare, ma ciò non toglie al Signore la possibilità di parlarci diretta-mente.

Una delle più grandi tentazioni per noi è scambiare spesso il nostro “io” con lo Spirito Santo. Ciò rivela la grande ambizione che ci è rimasta e la tentazione di agire per conto nostro. L’angelo ci serve per non cadere nella rete degli intrighi dell’ambizione e dell’e-goismo. Oggi, l’uomo dice spesso: “Non ho bisogno di nessuno”. In realtà, questa è una tentazione satanica, per-ché l’umiltà vuole soltanto che serviamo gli uni agli altri. Dio ha creato lo Spirito, perché noi restiamo fedeli agli altri e agia-mo assieme. Dobbiamo ren-derci conto di questa partico-lare grazia. Tutto deve diventa-re uno con Dio e per questo preghiamo: “Il cielo e la terra sono ricolmi della Sua beatitu-dine”. è la canzone della crea-tura che torna a casa, perché Dio ama che il nostro angelo rimanga al nostro fianco e ci aiuti. Se Dio permette una prova del nemico maligno, dal-l’altra parte ci offre anche un aiuto efficace. Come un bam-bino, ci troviamo in mezzo a due poteri forti, il bene e il male, e il vantaggio sta dalla parte del nemico maligno. L’uomo buono ha una vita dif-ficile e più sente l’aiuto dell’an-gelo, più è disposto a prose-guire sulla strada stretta e fati-cosa. Il motto dell’angelo è: “Devi!” Mentre quello del mali-gno e: “Puoi!” Questa è la fine rete del maligno!

A causa del peccato originale, Satana è diventato il principe della terra. Proprio per questo i bambini di buona educazione vengono istruiti ad ascoltare la voce dell’angelo che proviene dal mondo degli spiriti. Se quindi voglio seguire fedel-mente l’angelo, devo prima sgomberare dentro di me e rimpiazzare “l’io” che sta sul trono e metterci Dio. Devo cer-care la purezza dello spirito e della mente.

Un’operaia spiega il suo rap-porto con il santo angelocustode con la seguente pre-ghiera: “Angelo, custode mio, veglia su di me! Con tutto il cuore rin-novo la consacrazione a te, perché mi sei stato assegnato da Dio come guida su tutte le mie strade: Ricordami ogni giorno che solo obbedendo sono veramente umile! I tuoi occhi non si staccano mai da Dio, guida anche i miei! Fammi dimenticare tutti i miei deside-ri! Parlami della sete di anime del Redentore, perché anch’io metta nella tua mano il mio “Così sia”, come fece Maria ai piedi della croce! Santo angelo mio, non lasciarmi sola, difen-dimi con tutte le forze perché io non soccomba al nemico, ma vinca assieme a te fino alla fine! Amen.”

La consacrazione all’angelo custode rappresenta un’unio-ne forte con il santo angelo. L’invito ad una venerazione vera e propria parte da Dio, che vuole che i Suoi angeli, messaggeri e servi fedeli, ven-gano rispettati come meritano. “Non credere di poterlo disde-gnare… perché il mio nome sta in lui!”, dice il Signore. Tutte le azioni di Dio hanno un senso. Chi ha conosciuto il suo ange-lo buono, fedele compagno, e chi lo ama, vorrà dimostrargli con tutto il cuore il proprio amore e vorrà avere con lui il legame più stretto possibile. L’angelo custode è molto vici-no a noi, è come una porta verso Dio, la grande porta di vetro che conduce al regno di Dio. Bussa alla porta del nostro cuore e chiede anche a noi di essere angeli custodi per il nostro prossimo, per i nostri cari, ma anche per la comunità e la nostra parrocchia. La parte fondamentale della consacra-zione all’angelo custode è il legame con il proprio angelo custode, perché la sua forza possa avere effetti maggiori su di noi e perché ci conosciamo subito meglio, così da poter trascorrere insieme tutta l’eter-nità e avanzare sulla strada verso Dio.

L’effetto della consacrazione all’angelo custode è puramen-te personale: ora l’angelo può usare tutta la sua forza perché noi non ci stacchiamo mai più da Dio. Può parlare più chiara-mente con noi tramite gli ammonimenti interiori, può incoraggiarci meglio al bene, avvertirci meglio dei pericoli, illuminare meglio la nostra mente perché noi entriamo profondamente nella cono-scenza di Dio, nel significato dei Santi Sacramenti e nella Santa Chiesa, che è la fonda-zione di Cristo. La preghiera della consacrazione dice: “Santo angelo custode! Al momento della mia nascita mi sei stato assegnato come protettore e compagno. Qui, al cospetto del mio Signore e Dio, di mia madre celeste Maria e di tutti gli angeli e Santi, io, … (nome), oggi voglio consacrarmi a te. Voglio prendere la tua mano e non lasciarla mai più. Prometto a questa tua mano santa di essere sempre fedele e obbediente al mio Signore e Dio e alla santa Chiesa. Prometto a questa tua mano santa di parteggiare sempre per Maria, la mia Signora, Regina e Madre e di prendere la sua vita come esempio per la mia. Prometto a questa tua mano di parteggiare anche per te, il mio santo protettore e di promuovere con le mie forze la venerazione dei santi angeli, perché essi sono la protezione e l’aiuto di cui disponiamo specialmente in questi giorni di lotta spirituale per il regno di Dio. Ti prego, Santo angelo di Dio, di darmi tutta la forza della fede per-ché non possa più cadere. Dammi la tua mano per difen-dermi dal nemico maligno. Dammi la grazia e l’umiltà di Maria per sfuggire a tutti i pericoli e per raggiungere con la tua guida la porta della casa del mio Padre celeste. Amen.”

Questa consacrazione consi-ste in tre parti:

– Viene detto specificatamente che il santo angelo sta accanto a me dalla nascita. Mi accom-pagnava e mi proteggeva già nel grembo di mia madre. Il Padre eterno ci ha legati l’uno all’altro nei suoi pensieri eterni. E visto che Dio non fa niente arbitrariamente e senza senso, ciò significa che il santo ange-lo corrisponde completamente alla mia vocazione e al mio carattere. Dio mi guarda attra-verso quel santo angelo e io posso guardare Dio attraverso lui. E l’angelo guarda Dio attra-verso me e io posso vedere il mio angelo in virtù della grazia di Dio. Dio ci vede come uno, come una luce sdoppiata che si fonderà sempre più grazie alla consacrazione al santo angelo, con la quale l’uomo si affida al suo fratello celeste.

Inoltre, la consacrazione costituisce un atto solenne di grande importanza per il santo angelo e per me, ma anche per tutta la comunità dei santi e per Dio stesso, che forma con l’angelo e con me una cellula della grande comunità dei santi. Questo patto viene stretto al cospetto di tutta la gerarchia celeste ed è quindi un atto altamente ufficiale! Per questo motivo, la consacrazione deve svolgersi davanti al rappresentante di Dio, e cioè al sacerdote. Con questo atto partecipiamo alla realizzazione della venuta del Signore con i Suoi angeli, per-ché apriamo le nostre porte al santo angelo. Una persona che è cosciente della serietà della consacrazione contri-buisce a intensificare la luce del santo angelo e gli conferi-sce coscientemente i diritti di protettore e guida. Comincia una nuova parte di vita per l’uomo, ma anche per la Santa Chiesa. Questo si evin-ce dalle parole del testo di consacrazione. La decisione di fare la promessa all’angelo ora diventa stabile e definiti-va: “Prenderò la tua mano e non la lascerò mai più”. Non c’è più ritorno. Anche se io dovessi diventare debole, per il mio santo angelo la parola è sempre valida. è stata data davanti a tutto il cielo e al Signore. Ed è per questo che l’uomo deve mettersi alla prova e che il sacerdote è responsabile che nessuno dia la sua parola affrettatamente. Il santo angelo non ritirerà la sua mano, il suo “sì” è valido. Solo Dio potrebbe sciogliere l’unione. L’angelo rispetta il suo dovere con maggior fer-vore e vuole raggiungere gli obiettivi nominati nella secon-da parte.

– La preghiera di consacrazio-ne continua così: “Prometto a questa tua mano santa di essere sempre fedele e obbe-diente al mio Signore Dio e alla santa Chiesa”. Fare una pro-messa ad una mano angelica e una cosa particolare. è la mano di Dio, perché l’angelo, avendo sempre davanti agli occhi la gloria di Dio, la volontà di Dio e l’amore di Dio, non può che accettare. Il suo unico desiderio è servire Dio.

Perché si parla sempre di Dio e della Chiesa assieme? La Santa Chiesa è il regno di Dio, qui si trova il Suo trono e qui ha posto la pietra della verità come fondamenta. L’uomo deve quindi mostrare particola-re rispetto e fedeltà al Santo Padre e al Signore nel sacra-mento dell’altare. Le parole che Pio XI ha rivolto nella sua Enciclica ai cattolici tedeschi e soprattutto ai giovani valgono per tutti noi, perché insieme ai preti gli angeli sono i custodi della Santa Chiesa e noi dob-biamo svolgere questo compi-to con loro. Il Papa nomina quattro princìpi: pura fede in Dio, pura fede in Cristo, pura fede nella Chiesa e pura fede nel primato del Papa.

“Prometto a questa tua mano santa di parteggiare sempre per Maria, la mia Signora, Regina e Madre e di prendere la sua vita come esempio per la mia”. Chi parteggia per il santo angelo non deve essere estraneo a Maria. Lei è la regi-na dei santi angeli e la vincitri-ce nelle lotte di Dio, sempre unita agli angeli. Maria viene chiamata Signora e Regina, perché assume questo ruolo davanti agli angeli, essendo la Madre del loro Signore. Il santo angelo vede nel regno divino anche la maternità di Maria e la sua funzione come mediatrice di grazia. Per questo l’angelo è il servo più attivo della madre che si preoccupa per i suoi figli. Il Signore lo conferma con le parole: “C’è più gioia per gli angeli in cielo per un peccato-re che si converte, che per 99 giusti che non hanno bisogno di far penitenza”. Ma la cosa più importante è: “Prenderò la vita di Maria come esempio per la mia”. Maria è simile agli angeli. Rappresenta le virtù angeliche in un essere umano perfetto, di modo che i suoi seguaci possano assomigliare al santo angelo. è questa l’in-tenzione, perché l’angelo deve essere la guida e il modello per il suo protetto. Maria dice: “Sono la serva di Dio”. L’angelo sottolinea: “Io sono un servo come te!” (Ap 22, 9). Maria dice: “La tua parola sia la mia sorte!”. In ogni momento, il santo angelo aspetta un cenno di Dio. Maria è l’esempio della successione di Cristo e allora un uomo angelico deve essere al cento per cento mariano. La terza promessa nella mano dell’angelo è: “Prometto a questa tua mano di parteggia-re anche per te, il mio santo protettore.” Nella consacrazio-ne ci viene chiesto il coraggio di parteggiare. Parteggiando per il santo angelo, l’uomo parteggia anche per il regno dello Spirito, un concetto che è fortemente contraddittorio rispetto al materialismo dei nostri giorni. Assicura in que-sto modo la meta sovrannatu-rale della Santa Chiesa. L’uomo promette a questo scopo di promuovere con le sue forze la venerazione dei santi angeli, perché loro rap-presentano una protezione ed un aiuto nelle lotte spirituali dei nostri tempi. I santi angeli sono gli aiutanti dimenticati nella cura delle anime e nella missione della Chiesa in gene-rale. Qui nasce molto spesso la perplessità, la stanchezza e la fiacchezza nell’opera della Chiesa. Con la consacrazione all’angelo custode, ti assumi l’incarico di una missione, e cioè di divulgare il messaggio dei santi angeli e di promuove-re l’amore per i santi angeli. Devi parlare in modo coraggio-so del santo angelo, ma esse-re anche saggio e non inva-dente.

– Nella terza parte seguono le richieste al santo angelo, che sicuramente sono da conside-rarsi gli effetti del santo angelo. Prima viene chiesta tutta la forza dell’amore, perché solo le anime di fuoco e ardenti possono superare la prova e hanno la forza di accendere la fiamma anche in altri. Una cosa che non brucia, non può nemmeno accendere. I santi angeli vogliono trasmetterci la passione celeste con la quale essi circondano tutto ciò che è Dio. Solo chi si fa accendere la fiamma per Dio e chi arde per Lui potrà seguire il santo ange-lo. Poi viene chiesta tutta la forza della fede. Il santo ange-lo, con la sua luce e la sua lun-gimiranza, ci conferisce la calma e la fermezza nella fede e ci guida sani e salvi attraver-so la nebbia e l’oscurità del tempo. Rafforza le nostre facoltà di discernimento e di fiducia e noi non saremo insi-curi. Chi vuole intraprendere questo cammino con i santi angeli nell’assoluta fede e nel-l’amore riceverà una provvi-denza particolarmente amore-vole e avrà solo il meglio e ogni prova difficile diventerà un’ul-teriore lezione di fede e di amore. è logico quindi che la richiesta di protezione dal nemico maligno venga inserita proprio qui. Se il maligno è in grado di proteggere i suoi, allora il santo angelo lo è mille volte di più.

Dove è la speranza? La richie-sta di ottenere tutta la forza della speranza è implicita nel-l’ultima frase: “Dammi la grazia e l’umiltà di Maria per sfuggire a ogni pericolo e raggiungere con la tua guida la soglia della casa del mio Padre celeste”. L’umiltà della Beata Vergine ha superato tutte le prove. Più grande è la nostra umiltà, più sicura è la base della nostra speranza e fiducia. La grazia della perseveranza e il rag-giungimento dell’obiettivo fina-le hanno bisogno di quest’u-miltà di base. Ci viene detto che il luogo simbolico da dove San Michele ha spinto Lucifero nell’abisso era la sua umiltà, che conosce solo un’arma: la forza di Dio.

La consacrazione al santo angelo custode è un nuovo ini-zio e va vissuto con la più profonda disponibilità a farsi guidare dal grande fratello santo. Ma ciò è la richiesta della divinità stessa, perché i santi si sono sottomessi agli ordini di Dio e hanno raggiunto la perfezione angelica nell’ob-bedienza.