Inizia oggi 16 Dicembre la Novena di Natale. Preghiere dal primo a nono giorno

Primo giorno

16 dicembre: Gesù il nostro Salvatore.

Ecco verrà il Re, Signore della terra ed egli allon-tanerà il giogo della nostra schiavitù.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. Con lo sguardo fisso al mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio, la Chiesa si appresta a varcare la soglia del terzo millennio. Mai come in questo momento sentiamo di dover fare nostro il canto di lode e di ringraziamento dell’Apostolo: «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della crea-zione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. […] Egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva in lui presta-bilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1, 3-5.9-10).

Seconda lettura Dal Libro della Gènesi 1,26.27; 3, lb-6.14.15. Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…». Dio creò l’uomo a sua imma-gine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Il serpente disse alla donna: «E’ vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo man-giare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si apri-rebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza, prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto… Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».

Preghiera. Ridesta la tua potenza e vieni o Signore, e soccorrici con grande forza: e l’indulgenza della tua misericordia affretti, con l’aiuto della tua grazia; la salvezza impedita dai nostri peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Recita del Santo Rosario.

Omelia. Iddio ha creato gli uomini per amore ed ha voluto da essi un’adesione libera nell’amore. I nostri progenitori invece rifiutarono l’amore. Nella sua paternità Dio non ci abbandonò ma fece brillare nel momento stesso della giusta punizione, un raggio di speranza. Il seme di donna che avrebbe vinto definitivamente il Maligno è Gesù Cristo nostro Salvatore. Gesù diventa così l’atteso delle genti che da Lui sono salvate e redente.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio

Secondo giorno

17 dicembre: Gesù nella promessa dell’Eden

O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con soavità e con forza, insegnaci la via della salvezza.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo II Incarnationis mysterium. Da queste parole emerge con evidenza che la storia della salvezza trova in Gesù Cristo il suo punto cul-minante ed il significato supremo. In lui noi tutti abbiamo ricevuto «grazia su grazia» (Gv 1, 16), ot-tenendo di essere riconciliati con il padre (cfr Rm 5, 10; 2 Cor 1, 18). La nascita di Gesù a Betlemme non è un fatto che si possa relegare nel passato. Dinanzi a lui, infatti, si pone l’intera storia umana: il nostro oggi e il futuro del mondo sono illuminati dalla sua presenza. Egli è «il Vivente» (Ap 1, 18), colui che è, che era e che viene » (Ap 1, 4). Di fronte a lui deve pie-garsi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto-terra, ed ogni lingua proclamare che egli è il Signore (cfr Fil 2, 10-11). Incontrando Cristo ogni uomo sco-pre il mistero della propria vita.

Seconda lettura Dal Libro della Gènesi (22, 15-16.17-18. L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oràcolo del Signore: io ti benedirò con ogni bene-dizione e renderò molto numerosa la tua discen-denza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadro-nirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».

Dal Libro del profeta Geremia 31, 31.33b, 34 «Ecco verranno giorni – dice il Signore – nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda io concluderò una alleanza nuova. Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo. Non dovranno più istruirsi, gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete il Signore, perché, tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore: poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».

Preghiera. Ridesta la tua potenza e vieni o Signore, e soccorrici con grande forza: e l’indulgenza della tua misericordia affretti, con l’aiuto della tua grazia; la salvezza impedita dai nostri peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen. Recita del Santo Rosario.

Omelia. La storia della nostra salvezza preannunciata nel-l’Eden con la “promessa del Salvatore” è prepa-rata e raffigurata nella storia di Abramo e di tutto il popolo ebraico con cui Dio stabilisce un’alleanza di fedeltà e di amore che avrà la pienezza della sua realizzazione nell’alleanza di Dio con tutti i popoli della terra redenti dal sangue di Cristo.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Terzo giorno

18 dicembre: Gesù novello Adamo

Signore, guida della casa di Israele, che sei apparso a Mosé nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la Legge: vieni a liberarci con braccio potente.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. Gesù è la vera novità che supera ogni attesa del-l’umanità e tale rimarrà per sempre, attraverso il succedersi delle epoche storiche. L’incarnazione del Figlio di Dio e la salvezza che egli ha operato con la sua morte e risurrezione sono dunque il vero criterio per giudicare la realtà temporale e ogni progetto che mira a rendere la vita dell’uomo sem-pre più umana.

Seconda lettura Dal Salmo 71 Dio, dà al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia; – regna con giustizia il tuo popolo e i tuoi poveri con rettitudine. Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia, – salverà i figli dei poveri e abbatterà l’oppressore. Il suo regno durerà quanto il sole, quanto la luna, per tutti i secoli. – Scenderà come pioggia sull’erba, come acqua che irrora la terra. Nei suoi giorni fiorirà la giustizia e abbonderà la pace, – finché non si spenga la luna. E dominerà da mare a mare, dal fiume sino ai con-fini della terra. – A lui si piegheranno gli abitanti del deserto, lambiranno la polvere i suoi nemici. I re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi. – A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni. Egli libererà il povero che invoca, e il misero che non trova aiuto, – avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri. Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, – sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue. Vivrà e gli sarà dato oro di Arabia; – si pregherà per lui ogni giorno, sarà benedetto per sempre. Abbonderà il frumento nel paese, ondeggerà sulle cime dei monti; – il suo frutto fiorirà come il libano, la sua messe come l’erba della terra. Il suo nome duri in eterno, davanti al sole persista il suo nome. – In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra e tutti i popoli lo diranno beato. Benedetto il Signore, Dio di Israele, egli solo com-pie prodigi. E benedetto il suo nome glorioso per sempre, della sua gloria sia piena tutta la terra. Amen, amen.

Preghiera Ridesta la tua potenza e vieni o Signore, e soccorrici con grande forza: e l’indulgenza della tua misericordia affretti, con l’aiuto della tua grazia; la salvezza impedita dai nostri peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen. Recita del Santo rosario.

Omelia. Tutta la storia dell’Antico Testamento è un’attesa del salvatore, del liberatore, del redentore. Il mondo è dominato dalla iniquità e dalla ingiustizia a causa del peccato. Il Messia farà il suo ingresso come sovrano che riporterà nel cuore dell’uomo il bene e nella società la giustizia. In Cristo, novello Adamo, noi saremo ristabiliti nell’amicizia con Dio e con i nostri fratelli. Cristo è l’unico mediatore tra cielo e terra; l’unica nostra speranza di salvezza. Come l’antico popolo eletto e le prime generazioni cristiane anche noi ripetiamo l’invocazione: Signore vieni! Signore vieni!

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Quarto giorno

19 dicembre: Gesù il Messia atteso

O rampollo di Jesse, che sei come uno stendardo per i popoli davanti al quale i re ammutoliranno e le genti offriranno le loro preghiere: vieni a liberarci: non tardare.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. Il tempo giubilare ci introduce a quel robusto linguaggio che la divina pedagogia della salvezza impiega per sospingere l’uomo alla conversione ed alla penitenza, principio e via della sua riabi-litazione e condizione per recuperare ciò che con le sole sue forze non potrebbe conseguire: l’amicizia di Dio, la sua grazia, la vita soprannaturale, l’unica in cui possono risolversi le più profonde aspirazioni del cuore umano.

Seconda lettura Dal Libro del profeta Isaia 11, 1-10. «Spunterà un rampollo dal trono di lesse, e un pollone germoglierà dalle ràdici di lui. Si poserà sopra di esso lo spirito del Signore, spi-rito di salvezza e di discernimento, spirito di consi-glio e di fortezza, spirito di conoscenza e timor di Dio e nel timore del Signore è la sua ispirazione. Non secondo l’apparenza farà giustizia, né darà sen-tenza secondo che sente dire, ma con equità farà giustizia ai miseri e sentenzierà con rettitudine per gli umili del paese; darà addosso al violento con la verga della sua bocca e col suono delle sue labbra darà morte al malvagio. Avrà giustizia per cintura ai lombi e lealtà per fascia ai fianchi. Staranno insieme il lupo e l’agnello e il pardo accanto al capretto si metterà a giacere; il giovenco e il leoncello pascoleranno insieme e un piccolo fanciullo li menerà; la vacca e l’orso si faranno compagnia e insieme si accovacceranno i loro nati, il leone e il bue del pari mangeranno paglia; il lattante si trastullerà alla buca dell’aspide e nel covo della vipera uno spoppato porrà la mano. Non faranno male né guasto alcuno in tutto il mio santo monte perché la conoscenza del Signore em-pirà la terra, come le acque ricopriranno il mare. In quel tempo al rampollo di Iesse, eretto a segnale per i popoli, si volgeranno ansiose le genti e la sua sede sarà cinta di gloria».

Preghiera. Ridesta la tua potenza e vieni o Signore, e soccorrici con grande forza: e l’indulgenza della tua misericordia affretti, con l’aiuto della tua grazia; la salvezza impedita dai nostri peccati. Per Cristo nostro Signore. Amen. Recita del Santo rosario.

Omelia. Il peccato, rifiuto dell’amore ha turbato non sol-tanto il cuore dell’uomo, ma tutta l’armonia del creato. S. Paolo scrive che tutta la creazione geme in attesa della redenzione. Gesù il Messia atteso, è previsto dal profeta Isaia come il restauratore dell’armonia, dell’ordine, della pace. In Cristo sono ricapitolate tutte le cose. Ed è solo nell’adesione a Cristo che noi siamo ristabiliti nell’amicizia con Dio e con le creature che ci circondano.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di ommemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Quinto giorno

20 dicembre: Gesù l’uomo dei dolori

O chiave di Davide e scettro della casa di Israele, che apri e nessuno può chiudere; che chiudi e nessuno può aprire: vieni e trai dalla prigione il misero che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. Nel Concilio la Chiesa ha preso più viva coscienza del proprio mistero e del compito apostolico affi-datole dal Signore. Questa consapevolezza impegna la comunità dei credenti a vivere nel mondo sa-pendo di dover essere «il fermento e quasi l’anima della società umana, destinata a rinnovarsi in Cristo e a trasformarsi in famiglia di Dio». Per corri-spondere efficacemente a questo impegno essa deve permanere nell’unità e crescere nella sua vita di comunione. L’imminenza dell’evento giubilare costi-tuisce un forte stimolo in questa direzione.

Seconda lettura Dal libro del profeta Isaia 53, 2-7. E’ cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bel-lezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai tosatori, e non aprì la sua bocca.

Preghiera. Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Recita del Santo Rosario.

Omelia. Il Messia che deve liberare gli uomini dal peccato e riportarli nell’amicizia con Dio sarà l’uomo dei dolori. Attraverso la sofferenza ed il sacrificio della sua stessa vita il Cristo redimerà il mondo. Questo grande mistero di redenzione nel dolore ci rende consapevoli della gravità della caduta. Il nostro peccato è costato sangue al Redentore. E’ un pensiero che dovrebbe renderci più respon-sabili e meno superficiali nel lottare contro le ten-tazioni del Maligno.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Sesto giorno

21 dicembre: Gesù Figlio di Dio e di Maria

O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. Il passo dei credenti verso il terzo millennio non risente affatto della stanchezza che il peso di duemila anni di storia potrebbe portare con sé; i cri-stiani si sentono piuttosto rinfrancati a motivo della consapevolezza di recare al mondo la luce vera, Cristo Signore. La Chiesa annunciando Gesù di Nazareth, vero Dio e Uomo perfetto, apre da-vanti ad ogni essere umano la prospettiva di essere “divinizzato” e così diventare più uomo. E’ questa l’unica via mediante la quale il mondo può sco-prire l’alta vocazione a cui è chiamato e realizzarla nella salvezza operata da Dio.

Seconda lettura Dal Vangelo secondo Luca 1, 26-38. Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrato da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza del-l’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l’angelo partì da lei.

Preghiera. Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Recita del Santo Rosario.

Omelia. Nella pienezza dei tempi il Messia atteso pone le sue tende in mezzo agli uomini. Iddio però vuole che anche gli uomini abbiano a collaborare allo loro salvezza. Chiede perciò ad una creatura di dare la natura umana al suo Figlio Unigenito. Maria liberamente e generosamente rispose di sì. In quell’istante Ella concepiva Gesù il Salvatore e si stabiliva tra la Madre e il Figlio una intima e profonda unione nell’opera della Redenzione che continuerà sino alla fine dei tempi.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Settimo giorno

22 dicembre: Gesù unico mediatore con Maria

O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli, vieni e salva l’uomo che hai formato dalla terra.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il ncarnationis mysterium. Gli anni di preparazione al Giubileo sono stati posti sotto il segno della Santissima Trinità: per Cristo – nello Spirito Santo – a Dio Padre. Il mistero della Trinità è origine del cammino di fede e suo termine ultimo, quando finalmente i nostri occhi contempleranno in eterno il volto di Dio. Cele-brando l’Incarnazione, noi teniamo fisso lo sguardo sul mistero della Trinità. Gesù di Nazareth, rive-latore del Padre, ha portato a compimento il desi-derio nascosto nel cuore di ogni uomo di conoscere Dio. Ciò che la creazione conservava impresso in sé come sigillo dalla mano creatrice di Dio e ciò che i Profeti antichi avevano annunciato come pro-messa, nella rivelazione di Cristo giunge a defini-tiva manifestazione.

Seconda lettura Dal Vangelo secondo Luca 1, 39-45. In quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».

Preghiera. Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Recita del santo Rosario.

Omelia. Unico mediatore di grazia e di amicizia con Dio è Cristo Gesù. Maria pur essendo quindi “umile serva del Signore, tutta relativa a Dio e a Cristo mediatore e redentore nostro” partecipa per un misterioso disegno divino a quest’opera di salvezza del genere umano. Nell’incontro con Elisabetta è Cristo che santifica direttamente Giovanni il precursore ancora prima che nascesse, ma è Maria che porta il Cristo e lo dona agli uomini. In questa prospettiva di mistero, Dio “ha avuto bisogno” ed ha “bisogno” di Maria per salvarci.

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Ottavo giorno

23 dicembre: Gesù è il Dio con noi

O Emmanuele (Dio con noi) nostro Re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo II Incarnationis mysterium. Gesù rivela il volto di Dio Padre «ricco di miseri-cordia e compassione» (Gc 5, 11), e con l’invio dello Spirito Santo rende manifesto il mistero di amore della Trinità. E’ lo Spirito di Cristo che opera nella Chiesa e nella storia: di lui si deve restare in ascolto per riconoscere i segni dei tempi nuovi e rendere l’attesa del ritorno del Signore glorificato sempre più viva nel cuore dei credenti. L’Anno Santo, dunque, dovrà essere un unico, ininterrotto canto di lode alla Trinità, Sommo Dio.

Seconda lettura Dal Vangelo secondo Luca 1, 67-79. In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo: «Benedetto il Signore Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giu-ramento fatto ad Abramo, nostro padre, di conce-derci, liberàti dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chia-mato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remis-sione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericor-diosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall’alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

Preghiera. Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Recita del Santo Rosario.

Omelia. Il precursore Giovanni il battezzatore è l’ultimo profeta che annuncia il Cristo e ne prepara le vie. Egli invita gli uomini alla penitenza perché possano ricevere la salvezza per Cristo ed in Cristo. Il sole sta per spuntare: è necessario aprire i propri cuori perché siano investiti dalla sua luce e daI suo calore. Cristo è il sole «che sorge per illuminare coloro che giacciono nelle tenebre e nell’ombra della morte».

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella speranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.

Nono giorno

24 dicembre: Gesù entra nella storia dell’uomo per elevarlo alle altezze di Dio

Quando sorgerà il sole, vedrete il Re dei re, come lo sposo dalla stanza nuziale egli viene dal Padre.

Prima lettura Dalla bolla di Giovanni Paolo Il Incarnationis mysterium. «Gloria a Dio Padre e al Figlio. Re dell’universo. Gloria allo Spirito, degno di lode e tutto santo. La Trinità è un solo Dio che creò e riempì ogni cosa: il cielo di esseri celesti e la terra di terrestri. Il mare, i fiumi e le fonti egli riempì di acquatici, ogni cosa vivificando con il suo Spirito, affinché ogni creatura inneggi al suo saggio Creatore».

Seconda lettura Dal Vangelo secondo Luca 2, 1-14. «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto or-dinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era Gover-natore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, della città di Nazaret e della Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compi-rono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. C’erano in quella regione alcuni pastori che veglia-vano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino av-volto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine del-l’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

Preghiera. Mostra la tua potenza e vieni, Signore: nei pericoli che ci minacciano a causa dei nostri peccati, la tua protezione ci liberi, il tuo soccorso ci salvi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. Recita del Santo Rosario.

Omelia. «Rendiamo dunque grazie, o carissimi, a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo. Per il grande amore con cui ci amò Egli ebbe pietà di noi; e siccome eravamo morti nel peccato ci re-stituì la vita nel Cristo, affinché fossimo in Lui una nuova creazione e una nuova opera nelle sue mani. Spogliamoci dunque dell’uomo vecchio coi suoi modi di agire, e giacché siamo stati ammessi a par-tecipare della stirpe di Cristo rinunciamo alle opere della carne». Le parole di S. Leone Magno sono un monito ed un invito: il Figlio di Dio entra nella storia degli uomini facendosi uomo perché gli uomini entrino nella famiglia di Dio diventando deiformi. Noi cristiani siamo stirpe divina. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare questa sublime vocazione: viviamo da figli di Dio!

Benedizione. Dio onnipotente e misericordioso, che vi dà la grazia di commemorare nella fede la prima venuta del suo Figlio e di attendere nella spe-ranza il suo avvento glorioso vi santifichi ora con la luce della sua visita e vi colmi della sua benedizione. Nel cammino di questa vita Dio vi renda saldi nella fede, gioiosi nella speranza, operosi nella carità. Amen. Canto natalizio.