LA GRANDE PROMESSA di Gesù

I DONI DEL CUORE DI CRISTO CHIESA EUCARISTIA PARADISO

“La Grande Promessa” a cura di A. Serafini e R. Lotito tratto da: Papa Giovanni 6/1992

IL CULTO AL SACRO CUORE

Il culto al Sacro Cuore di Gesù si può dire che segni il suo inizio il giorno del Venerdì Santo. Gesù, in quel giorno solenne, manifesta il suo Cuore e l’offre come oggetto di culto alle anime buone.

E’ vero che la Santa Chiesa, nei primi secoli, non ha avuto un culto diretto al Sacro Cuore di Gesù, un culto liturgico, ma essa ha ricordato sempre l’amore infinito del Salvatore che è, poi, l’oggetto principale del culto liturgico, sorto più tardi.

Di tanto in tanto vi furono anime sante che penetrarono nel mistero di amore del Salvatore, di cui il suo Cuore è simbolo. Primeggiano in questa devozione S. Geltrude, S. Bonaventura, S. Giovanni Eudes.

S. Cipriano scrisse: «Da questo Cuore aperto dalla lancia discende la sorgente di acqua viva che zampilla fino all’eterna vita». S. Giovanni Crisostomo, cantando al Sacro Cuore, lo invocava come «immenso mare di inesauribile clemenza».

S. Agostino lo paragona all’Arca di Noè e afferma: «Come per la finestra dell’Arca entrarono gli animali che non dovevano perire nel diluvio, così nella ferita del Cuore di Gesù sono invitate ad entrare tutte le anime, affinché tutte si salvino».

S. Pier Damiani cantava: «Nell’adorabile Cuore di Gesù noi troviamo tutte le armi proprie per la nostra difesa, tutti i rimedi per la guarigione dei nostri mali».

E così, attraverso i secoli, la voce dei Santi ci convincerà che la devozione era viva nella Chiesa, nascosta, in attesa di essere solennemente annunziata al mondo.

Chi non ricorda la bella espressione di S. Bernardo: «O dolcissimo Gesù, quale tesoro di ricchezze voi adunate nel vostro Cuore; Oh! quanto è buono, e come è giocondo abitare in questo Cuore».

«Oh amabile piaga esclamava S. Bonaventura per te mi si aperse la via per giungere fino all’intimità del Cuore del mio Gesù e per stabilirvi la mia dimora».

Un terribile secolo.

Così potremmo prendere di secolo in secolo fino al XVI che segna l’alba gloriosa del culto pubblico e liturgico al Sacro Cuore che si fonda sulle insigni rivelazioni concesse a S. Margherita Maria Alacoque, religiosa della Visitazione a ParayleMonial.

Era il freddo secolo della ribellione protestante e dell’eresia giansenistica.

Il terribile secolo che vedeva intere Nazioni ribellarsi all’autorità della Chiesa e staccarsi dal centro della cristianità. Il gelido secolo dell’eresia di Giansenio, che, sotto veste di falsa pietà, allontanava le anime dall’amore filiale verso Dio.

Gesù allora mostra all’anima eletta di S. Margherita Maria il suo Cuore, come potente magnete che doveva attirare a sé le anime, e ardente fiaccola che doveva accendere nel cuore degli uomini la carità.

«Ho salvato il mondo con la croce le disse Gesù nella mia passione. Ora lo voglio salvare mostrandogli il mio Cuore, oceano delle mie infinite misericordie».

Gesù le chiese un culto, non solo individuale, ma pubblico e sociale, un culto liturgico con l’istituzione della festa nel giorno dopo l’ottavario della solennità del Corpus Domini.

La Chiesa accettò, dopo maturo esame, le rivelazioni di S. Margherita Maria Alacoque e gradatamente approvò la festa in onore del S. Cuore, nel giorno desiderato dal Signore, con messa e ufficiatura propria.

Sul principio essa fu celebrata nelle diocesi di Francia dietro le opportune approvazioni dei vescovi, secondo i regolamenti allora vigenti.

Più tardi papa Clemente XIII la estese alla Colonia con rito doppio maggiore e auelle Nazioni che l’avessero chiesto alla S. Sede.

Il S. Padre Pio IX nel 1856 l’estese a tutto il mondo cattolico. Lo stesso Pontefice, con decreto del sei maggio 1873 approvò la pratica del Mese di giugno consacrato al S. Cuore, largendo speciali indulgenze e nello stesso anno il 24 luglio approvò il voto dell’Assemblea Nazionale di Francia di elevare un Tempio al Sacro Cuore sulla collina di Montmartre.

Il 12 settembre del medesimo anno pubblicò il voto dei cattolici di dedicare in Roma una stupenda basilica in onore del S. Cuore. Il pontefice Leone XIII nella Lettera Enciclica “Annum Sacrum” proclamò solennemente, il S. Cuore nuovo segno di salvezza e volle la consacrazione del genere umano al S. Cuore, con speciale formula.

Il S. Padre Pio X elargi la generosa indulgenza plenaria “toties quoties” alle chiese dove si tiene la pia pratica del mese di giugno e il privilegio dell’Altare Gregoriano ad instar al Predicatore e al Rettore della chiesa, nel giorno in cui si chiude il pio esercizio.

Finalmente il S. Padre Pio XI, nell’anno della Conciliazione, elevava la festa in onore del S. Cuore alla massima solennità consentita dalla liturgia.

Era il trionfo completo del S. Cuore, sulle contraddizioni ricevute nel passato.

LA GRANDE PROMESSA

“Io ti prometto”

Fra le promesse del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque, vi è una fatta alla Santa nel 1689, un anno prima della sua morte, che merita di essere da tutti conosciuta. E’ la dodicesima di quelle che vengono ordinariamente elencate nei libri di devozione ed è espressa così:

«Io ti prometto nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che il mio amore onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno ai primi venerdì del mese, per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale: non moriranno nella mia disgrazia né senza ricevere i sacramenti, il mio cuore sarà per essi, di sicuro asilo in quell’ora estrema».

Questa è la “Grande Promessa” del Cuore misericordioso di Gesù, che ci proponiamo di riflettere affinché si desti in tutti il più vivo desiderio di accogliere l’invito di Gesù che ci offre un mezzo straordinario per salvare la nostra anima.

Autenticità della Promessa

Per chi avesse qualche dubbio sulla realtà di questa “Grande Promessa”, diciamo che è realmente autentica, come appare dagli scritti della privilegiata confidente del SS. Cuore di Gesù.

Difatti la Chiesa, con tutta la diligenza che usa quando innalza all’onore degli altari i suoi Santi, ha fatto un attento esame di tutti gli scritti di Santa Margherita e li ha pienamente confermati con la sua autorità, permettendone la divulgazione.

Nel Decreto di Canonizzazione il Sommo Pontefice Benedetto XV, riporta testualmente la “Grande Promessa” facendo notare che «tali furono le parole che Gesù benedetto rivolse alla sua Serva fedele».

E per noi il giudizio della Chiesa, maestra infallibile di verità, è più che sufficiente, perché ne possiamo parlare liberamente con la più profonda convinzione di fede.

Questa divina Promessa si è tenuta quasi nascosta fino al 1869, anno in cui il P. Franciosi incominciò a farla conoscere e i tanti timori si mostrarono infondati, giacché i fedeli da questa pratica escono sempre più infervorati nel bene, mentre i teologi hanno dimostrato che è pienamente conforme alla dottrina della Chiesa, la quale ci addita nel Cuore di Gesù l’oceano infinito delle divine misericordie. Confortati dalla sua autenticità e divina efficacia, procuriamo ora di comprenderne bene il profondo significato.

In tal modo Gesù, manifestandosi a Santa Margherita, pronunziò quelle solenni parole: “Io ti prometto”, per farci comprendere che, trattandosi di una grazia straordinaria, Egli intende impegnare la sua parola divina.

E subito aggiunse: «nell’eccessiva misericordia del mio Cuore», affinché riflettiamo bene che qui non si tratta di una promessa comune, frutto della sua misericordia ordinaria, ma di una promessa tanto grande, che poteva venire solo da una misericordia infinita.

Cristo per renderci sicuri che saprà ad ogni costo mantenere quanto promette, fa appello al suo amore onnipotente, a quell’amore che tutto può a favore di quelli che in lui confidano.

Quando il Signore ci ricorda che concederà la grazia della perseveranza finale, intende dire quell’ultima grazia, più preziosa di tutte, da cui dipende la salvezza eterna; come viene confermato dalle parole che seguono: «Essi non periranno nella mia disgrazia», cioè raggiungeranno la felicità del Paradiso.

Qualora il moribondo si trovasse in peccato mortale, gli concederà di poter ricevere il perdono per mezzo di una buona confessione, e se un malore improvviso non gli permettesse più di parlare, o in qualche modo non potesse ricevere i santi sacramenti, la sua onnipotenza divina saprà allora indurlo a fare un atto di contrizione perfetta, e così ridonargli la sua amicizia; giacché, senza eccezione alcuna, il suo «adorabile Cuore servirà per tutti di asilo sicuro, in quell Ora estrema».

CONDIZIONI RICHIESTE

1. Fare nove Comunioni. E’ quindi evidente che, chi avesse fatto solo un certo numero di Comunioni, ma non 1e avesse fatte tutte e nove, non sarebbe in regola.

2. Nei primi Venerdì del mese. E qui giova far bene attenzione che queste nove comunioni bisogna assolutamente farle in nove primi venerdì del mese, e non ci darebbero diritto alla “Grande Promessa” se venissero fatte in altro giorno della settimana, per esempio di domenica, o anche di venerdì, ma che non fosse il primo venerdì del mese.

3. Per nove mesi consecutivi. E’ questa la terza condizione; e vuol dire che le nove comunioni devono farsi al primo venerdì di nove mesi consecutivi, senza che vi sia alcuna interruzione.

4. Con 1e dovute disposizioni. A questo fine basterà che le comunioni siano fatte in grazia di Dio, senza che si richieda un fervore speciale.

Ma è evidente che chi facesse qualcuna o tutte queste comunioni, sapendo di essere in peccato mortale, non solo non si assicurerebbe il paradiso; ma, abusando in modo così indegno della misericordia divina, si renderebbe meritevole dei più terribili castighi.

LA GRANDE PROMESSA

Tratto da: Papa Giovanni 18/5/1985

L’apostola del S. Cuore

S. Margherita Maria Alacoque è la vergine visitandina scelta da Dio per compiere un’altissima missione nella Chiesa: diffondere la conoscenza del Cuore di Gesù «appassionato d’amore per gli uomini» e le inesauribili grazie di santità e di misericordia racchiuse nell’amore del Redentore, simboleggiato nel Sacro Cuore.

Aveva 43 anni quando fu chiamata al premio dei giusti; fu beatificata da Pio IX, canonizzata da Benedetto XV.

Pio XII nella sua Enciclica «Haurietis aquas» così parla di lei: «Fra tutti i promotori di questa nobilissima divozione merita di essere posta in speciale rilievo Santa Margherita Maria Alacoque, giacché al suo zelo illuminato, e coadiuvato da quello del suo direttore spirituale, il B. Claudio de la Colombière, si deve indubbiamente se questo culto, già così diffuso, ha raggiunto lo sviluppo che oggi desta l’ammirazione dei fedeli cristiani e ha rivestito le caratteristiche di omaggio, di amore e di riparazione, che lo distinguono da tutte le altre forme di pietà cristiana».

L’importanza delle rivelazioni di santa Margherita Maria, precisa l’Enciclica, «consiste in ciò che il Signore, mostrando il suo Cuore sacratissimo, si degnò di attrarre in modo straordinario e singolare, le menti degli uomini alla contemplazione e alla venerazione dell’amore misericordiosissimo di Dio verso il genere umano.

Le promesse del S. Cuore”

Le promesse del S. Cuore sono molte e svariate. Vi è chi negli scritti dell’apostola del S. Cuore ne conta più di sessanta: indirizzate ora a singoli individui, ora a.comunità religiose o zelatori della devozione, ora a tutte le persone bisognose che vogliono ricorrere con fiducia a questa sorgente di grazie.

S.. Margherita M. Alacoque, ripete commossa e instancabile le meravigliose promesse che Gesù ha fatto a tutti gli uomini e rimane ella stessa confusa e rapita di tanta bontà che si estende e si diffonde ovunque.

Tratta dalle promesse di Gesù a S. Margherita Maria, esiste una bella raccolta di dodici, fatta non si sa da chi, né quando, la cui diffusione è dovuta all’importanza delle promesse in se stesse e allo zelo di un cattolico americano che nel 1882 le fece tradurre in 200 lingue e le diffuse in tutto il mondo.

La raccolta, universalmente nota, dopo una prima di carattere generale, con la quale il S. Cuore di Gesù promette di concedere a tutti i suoi devoti le grazie necessarie al loro stato, pone quattro promesse che riguardano la vita terrena:

2) Metterò la pace nelle famiglie;

3) Li consolerò in tutte le loro afflizioni;

4) Sarò loro rifugio nei pericoli della vita;

5) Spargerò copiose benedizioni su tutte le loro imprese.

Vengono quindi tre promesse per la vita spirituale:

6) I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l’oceano della misericordia;

7) I tiepidi diventeranno fervorosi;

8) I fervorosi saliranno a grande perfezione.

Segue una promessa di carattere sociale.

9) Benedirò i luoghi dove sarà esposta ed onorata l’immagine del mio Cuore.

Per i sacerdoti e per i zelatori della devozione del S. Cuore vi sono due promesse: la decima e l’undecima:

10) Darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori più induriti;

11) Le persone che propagheranno questa devozione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore e non sarà cancellato giammai;

12) Infine la duodecima, quella chiamata comunemente la «Grande promessa» che riguarda la perseveranza finale a chi avrà fatto la pia pratica dei primi nove venerdì del mese.

Come si vede, il S. Cuore di Gesù non si è accontentato di accennare genericamente ai frutti che avrebbe portato alle anime la devozione al suo Divin Cuore, ma ha voluto specificarli, quasi per attirare maggiormente l’attenzione degli uomini su di essi e indurli a darsi a lui senza riserve.

Non morranno nella mia disgrazia

S. Margherita M. dice: «Un giorno di venerdì, durante la S. Comunione, furono dette queste parole (dal Sacro Cuore) alla sua indegna schiava, se ella non si inganna: Io ti prometto, nell’eccessiva misericordia del mio Cuore, che il suo amore onnipotente accorderà a tutti coloro che si comunicheranno per nove primi venerdì consecutivi la grazia della penitenza finale. Essi non morranno nella mia disgrazia, né senza ricevere i loro sacramenti, perché il mio Cuore diventerà il loro sicuro asilo in quell’ultimo momento».

Non stupisca l’espressione della santa: «se ella non si inganna». Sono la risposta umile ed ossequiosa alla superiora che le aveva ordinato di non presentare mai in forma assoluta le rivelazioni che riceveva.

E la santa, che non ha mai dubitato della sua missione, che assicura di scrivere «tutto ciò che Gesù le faceva mettere in carta», si è mantenuta sempre fedele all’ingiunzione della superiora.

La sua non è incertezza, è obbedienza.

Per cui non v’è dubbio che questa, come tutte le altre promesse, è d’origine divina.

E per quanto sia promessa di un Dio, tuttavia l’adesione che a noi si richiede poggia tutta sulle qualità morali e intellettuali di S. Margherita Maria. è un assenso umano quello che a noi si domanda, quello assenso che un uomo ragionevole e prudente non rifiuta mai a una persona degna di fede.

Questo perché la Chiesa, canonizzando Margherita Maria Alacoque, non ha inteso definire con la sua autorità infallibile le rivelazioni del S. Cuore a ParayleMonial. Non era suo compito, non era necessario e non l’ha fatto. La Chiesa, senza trattare la questione nelle promesse in genere e della Grande Promessa in ispecie in modo dottrinale, le ha esaminate con serenità, le ha trovate che nessuna era contro le verità dogmatiche da lei insegnate, ché anzi erano adattissime a favorire la pietà e che si presentavano con tutte le garanzie d’autentica rivelazione divina. E perciò, dopo averle esaminate, le ha approvate, diffuse, inculcate come pegno di abbondanti benedizioni del Signore.

Il suo atteggiamento ci induce a crederle, anche se di fede soltanto umana.

Cosa promette il Sacro Cuore?

Due cose: la perseveranza finale e la grazia di ricevere gli ultimi sacramenti.

Delle due, senza dubbio, la più importante è la perseveranza finale, la grazia, cioè, di morire nell’amicizia con Dio e quindi di salvarsi. Frutto della eccessiva misericordia di un Dio, trionfo del suo amore onnipotente, davvero questa promessa è Grande.

Iddio si impegna ad impedire che in punto di morte un’anima perda la sua grazia santificante, o, se antecedentemente l’aveva persa, a riacquistarla in quel momento solenne e supremo.

Gesù promette la salvezza eterna non solo a chi ha perseverato nel bene, ma anche a chi avesse avuto la disgrazia, dopo le nove comunioni dei primi venerdì, di ricadere nel peccato.

Ma insieme alla perseveranza finale, il Sacro Cuore promette pure la grazia degli ultimi sacramenti.

I sacramenti però sono mezzi di salvezza, non la salvezza stessa. Non si deve quindi credere che chi si comunica nei primi nove venerdì del mese sia preservato dalla morte improvvisa e sia sicuro di ricevere gli ultimi sacramenti: ciò non è necessario.

Da tutto il contesto si vede che il fine della grande promessa è soltanto di assicurare la morte nello stato di grazia. Ora, se uno avesse già la grazia, o potesse acquistarla con la contrizione perfetta, gli ultimi sacramenti non sarebbero necessari e certamente non entrerebbero nell’oggetto della Promessa.

Condizioni richieste

Si potrebbe dire: condizione richiesa.

Ma per maggiore chiarezza la dividiamo in tre parti.

1) Nove comunioni.

Si comprende che debbano essere fatte in grazia di Dio. Diversamente sarebbero sacrilegi. Ed è chiaro che in tal caso nessuno può aspettarsi di fruire del beneficio della Grande Promessa.

2) Nei primi venerdì del mese.

Non in un altro giorno. Nessun sacerdote può commutare il venerdì con la domenica o con un altro giorno della settimana.

Il S. Cuore pone in termini precisi questa condizione: nove primi venerdì.

Neppure i malati vi si possono sottrarre.

3) Nove mesi consecutivi.

Di modo che chi, o per dimenticanza o per qualsiasi altra ragione, anche giusta, ne tralascia una, non adempie la condizione espressa dal S. Cuore.

Il caso più trepido è quello di una malattia. Ma non è difficile in tal caso chiamare il sacerdote che sarà ben lieto di portare Gesù al malato.

Per restare nella condizione dei nove venerdì consecutivi bisognerà in questo caso protrarre la pratica ancora per un altro mese.

Due chiarimenti

1) Taluno dirà che non vi è proporzione tra l’esiguità della causa e la grandiosità dell’effetto: la salvezza dell’anima. Ed è vero!

Ma per questo Gesù stesso parla di eccessiva misericordia del suo Cuore e di trionfo del suo amore onnipotente.

Ma proprio questa disproporzione deve eccitare in noi un vivo senso di gratitudine verso il Sacro Cuore, e indurci a compiere questa pia pratica anche a costo di sacrifici e di rinunzie.

L’amore di un Dio deve trovare riscontro nel nostro amore e tutte le promesse non hanno altro scopo che spingerci ad amare quel Dio che tanto ci ama ed è sì poco riamato.

2) La Grande Promessa non favorisce il rilassamento della vita cristiana con una pericolosa illusione della propria salvezza eterna? No, non crediamo:

Un’anima che vive nell’atmosfera del S. Cuore non può accettare il peccato con la convinzione che alla fine il S. Cuore manterrà la sua promessa.

Ella sa che, la perseveranza finale, infatti non può essere oggetto di una certezza assoluta e infallibile, come dice il Concilio di Trento, ma morale. La certezza morale pone l’anima nostra nella pace e nella fiducia e favorisce il nostro amore verso Dio. è in questo senso che bisogna interpretare sia le parole di Cristo nel vangelo a proposito della comunione: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna», sia quelle rivelate a santa Margherita Maria e che costituiscono la Grande Promessa.

Ciò che è sicuro è che Dio, a quanti avranno fatto i loro “primi nove venerdì darà al momento della morte grazie di luce, di forza, perché non muoiano in sua disgrazia.

Ma se un’anima rifiutasse Dio in quel momento, malgrado le grazie, Dio non la costringerebbe ad accettarle.

La certezza morale che, mentre esclude la temerarietà, non ammette alcun dubbio vero e proprio e tiene l’anima in quella circospezione che l’obbliga ad essere sempre vigilante e a cooperare alla grazia stessa.

I fatti, d’altronde, smentiscono il dubbio posto. E noi vediamo anime che, pur avendo fatti i nove primi venerdì, li ripetono non per il dubbio di non averli fatti bene, non perché non credono nella bontà del S. Cuore, ma perché, trepidanti della propria salvezza eterna, temono di non corrispondere abbastanza alla grazia di Dio. E senza la libera rispondenza alla grazia che spinge ad osservare la Legge di Dio, a fare il bene e a fuggire il male, le anime cristiane sanno che nessuno può salvarsi.

Ma i fatti smentiscono soprattutto perché, è constatato, ove la pratica dei primi venerdì fiorisce, fiorisce altresì la vita cristiana. Una parrocchia dove al primo venerdì si assiepa l’altare è parrocchia sana, cristiana; tanto più cristiana quanto più sono praticati i primi nove venerdì.

Precisazione

La perseveranza finale infatti non può essere oggetto di una certezza assoluta e infallibile, come dice il Concilio di Trento, ma morale. La certezza morale pone l’anima nostra nella pace e nella fiducia e favorisce il nostro amore verso Dio. è in questo senso che bisogna interpretare sia le parole di Cristo nel vangelo a proposito della comunione: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna», sia quelle rivelate a santa Margherita Maria e che costituiscono la Grande Promessa.

Ciò che è sicuro è che Dio, a quanti avranno fatto i loro “primi venerdì” darà al momento della morte grazie di luce, di forza, perché non muoiano in sua disgrazia.

Ma se un’anima rifiutasse Dio in quel momento, malgrado le grazie, Dio non la costringerebbe ad accettarle.

I PRIMI VENERDI’ DEL MESE

RIFLESSIONI UTILI PER I PRIMI VENERDI’ DEL MESE

1° VENERDI’

CHE SARA’ DI NOI?

Non ci è mai accaduto, di assistere al gioco che fanno a volte i bambini, sfogliando delle margherite per conoscere un evento? Ecco, per esempio, quella fanciulla che vuol sapere se andrà in paradiso o all’inferno.

Man mano che strappa e butta via una delle candide foglioline, va ripetendo: Paradiso!… Inferno!… Paradiso!… Inferno!… fino all’ultima, che pronuncerà la sentenza. Se la sorte fu benigna e le ha regalato, così semplicemente, il paradiso, si rallegra e fa festa; ma se invece l’innocente fiorellino ha avuto l’audacia di condannarla all’inferno, allora fa mille smorfie e proteste, ritentando la sorte con altri fiori, fino a che non trovi la risposta che le piace.

Ebbene, non può forse la nostra vita essere paragonata a un fiore che andiamo sfogliando giorno per giorno, fino a quando ci troveremo davanti al Giudice divino che pronuncerà su di noi la sentenza inappellabile: paradiso o inferno?

Sappiamo bene che i bambini quando interrogano, la loro sorte, fanno soltanto un gioco. Ma possiamo noi considerare la nostra vita come un semplice gioco? Non ci insegna la fede che la vita è per noi un grande dovere, pieno di responsabilità? Che fra tutte le cose che dobbiamo fare, ve ne è una assolutamente necessaria, che anzi è l’unica veramente necessaria, ed è quella di salvare la nostra anima? Ci abbiamo pensato qualche volta sul serio? «Mi salverò, oppure mi dannerò?… Sarò un giorno un angelo vestito di luce e di gloria immortale in Paradiso, oppure un demonio cinto di fiamme e straziato da pene eterne nell’inferno?».

Questo pensiero faceva tremare i Santi; e noi possiamo vivere tranquilli, con la coscienza piena di peccati?… Non sappiamo che basta un solo peccato mortale per renderci meritevoli dell’inferno?… E se ci colpisse una morte improvvisa?

Gesù con la sua “Grande Promessa” viene a toglierci da questo incubo spaventoso e ci fa sentire questa consolante promessa: «Avrai la grazia della penitenza finale, cioè andrai subito in paradiso, se fai nove comunioni nei primi venerdì del mese, per nove mesi consecutivi».

Sta a noi saper approfittare di questa grazia straordinaria che ci offre il suo Cuore misericordioso.

Animati da questi sentimenti, accostiamoci con fede alla santa comunione e ripetiamo devotamente la seguente preghiera:

Preghiera:

O Cuore dolcissimo di Gesù, che hai riscattato la mia povera anima a prezzo del tuo divin sangue, fammi comprendere quanto sia preziosa la grazia che vuoi farmi con la tua Grande Promessa, affinché vincendo tutti gli ostacoli del maligno, possa compiere con veri sentimenti di fede, amore e riparazione queste nove comunioni, per condurre una vita veramente cristiana e mettere così al sicuro l’anima mia.

Sacro Cuore di Gesù, io credo al tuo amore per me, e son certo che non mi abbandonerai mai.

Giaculatoria: O Sacro Cuore di Gesù, speranza di quelli che muoiono in te, abbi pietà di noi!

GESU’ BAMBINO APPARE SULL’ALTARE

Il 20 aprile 1905, secondo quanto fu riferito a quel tempo dai giornali spagnoli, vi fu un’apparizione di Gesù Bambino a Manzeneda, città della Spagna, alla presenza di tutto il popolo. Si chiudeva, nella chiesa dei Padri Redentoristi, un corso di esercizi spirituali con solenne funzione riparatrice. Il parroco, don Pietro Rodriguez, aveva esposto il SS. Sacramento e una folla compatta e devota, dopo la recita del rosario, ascoltava le esortazioni di P. Mariscal, uno dei missionari.

Ad un tratto il predicatore si interrompe bruscamente. 1 fedeli, fino allora attenti, parevano pervasi da una misteriosa agitazione. Quelli che stavano seduti si erano alzati in piedi, salendo sui predellini e sugli inginocchiatoi; gli altri si drizzavano in punta di piedi per veder meglio, mentre per tutta la chiesa si avvertiva un sordo mormorio.

Il predicatore che non riusciva a spiegarsi la cosa, fece cenno al pubblico di non venir meno al decoro in chiesa, e riuscì per qualche istante ad ottenere un po’ di calma. Ma ecco che una bambina di sette anni, certa Eudossia Vega, con la sua voce argentina si mette a gridare: «Voglio vederlo anch’io il Bambino!».

A quel grido i fedeli non potettero più contenersi: P. Mariscal si voltò verso l’altare dove si dirigevano gli sguardi di tutti, e poté vedere il grande prodigio.

Al posto dell’Ostensorio, si vedeva un Bambino, dall’apparente età di sei o sette anni, coperto di una veste più candida della neve, il quale sorrideva amorevolmente ai fedeli, tendendo verso di essi le sue manine. Dal volto divino, tutto soffuso di incantevole bellezza, si sprigionavano raggi vivissimi di luce, mentre i suoi occhi scintillavano come due stelle. Sul petto aveva una ferita da cui usciva un rigagnolo di sangue che stillava sul bianco vestito, rigandolo di rosso.

La visione durò qualche minuto e poi scomparve. La funzione quella sera continuò fra le lacrime e i singhiozzi, ed i confessionali furono assiepati fino a mezzanotte; giacché tutti volevano riconciliarsi per potere il giorno dopo ricevere nella S. Comunione quel bellissimo Bambino apparso sull’altare.

Il fatto venne anche riportato dal Messaggero del S. Cuore del 1906.

2° VENERDI’

GESU E’AMORE

«Dio è amore: Deus charitas est»; e amare significa donarsi. Ora Dio ci ha donato tutto quello che abbiamo: ecco la creazione.

Amare è manifestare i propri pensieri, e Dio ha parlato per bocca dei Profeti e dello stesso suo Divin Figliuolo: ecco la Rivelazione.

Amare è rendersi simile all’amato, e Dio si è fatto nostro fratello: ecco l’Incarnazione.

Amare è soffrire per l’amato, e Dio si è immolato per noi sulla croce: ecco la Redenzione.

Amare è star sempre vicino all’amato: ecco l’Eucaristia.

Amare è immedesimarsi con l’amato: ecco la S. Comunione.

Amare è dividere la propria felicità coll’amato: ecco il Paradiso.

Consideriamo quello che ha fatto Gesù Cristo per noi. Eravamo schiavi del demonio e ci ha fatti figliuoli di Dio; eravamo meritevoli dell’inferno e ci ha aperto le porte del paradiso; eravamo coperti di iniquità e ci ha lavati nel suo sangue.

Non ha fine il suo amore per noi, per questo compì il più grande dei suoi miracoli col donarci tutto se stesso nell’adorabile sacramento dell’Eucaristia. Così si è fatto nostro compagno, nostro medico, nostro cibo e vittima che sempre si immola nel S. Sacrificio della Messa.

Ma a tanto amore, una gran parte degli uomini non risponde che con freddezza, con ingratitudine. Ed eccolo allora apparire all’apostola del suo amore e mostrandole il suo Cuore divino squarciato dalla lancia, ripetere queste parole: «Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini, fino ad esaurirsi e consumarsi per dimostrare ad essi il suo amore: ed in compenso non riceve dalla maggior parte di essi che ingratitudine!… ».

Nella manifestazione del suo Cuore divino, Gesù appare a S. Margherita per ripeterle queste parole piene di mestizia: «Figlia mia, abbi pietà di me; io sono triste perché non sono amato!…».

… Un giorno la Madre L. Margherita (morta a Vische Canavese nel 1915) meditando l’amore infinito di Dio per le sue creature, rivolse a Gesù queste parole:

Dimmi, Gesù, perché il tuo Cuore racchiude tanto amore e perché lo riversi così sulla tua indegna creatura?

E Gesù le rispose: Il mio Cuore è il tabernacolo vivente della divinità, la racchiude nella sua pienezza, e la divinità è l’amore. Non comprendi tu che l’amore, sempre attivo, simile a un fiume dalle acque abbondanti, ha bisogno di riversarsi e di lasciarsi precipitare?

Sì, l’amore deve effondersi; ma perché sulla mia miseria?

La tua miseria mi attira, perché sono la Misericordia; la tua debolezza m’incantena, perché sono l’Onnipotente; le tue colpe mi reclamano, perché sono il Puro e mi sono santificato per te… lascia che versi sul tuo cuore l’eccesso dei mio amore».

Preghiera. O Gesù, io credo al tuo infinito amore per me! Tutto quello che ho e quello che sono lo devo a te!

E’ il tuo amore che mi ha tratto dal nulla; è il tuo amore che con un miracolo continuo mi conserva; è il tuo amore che mi ha liberato dalla schiavitù di satana; è il tuo amore che si è immolato per me sul Calvario e continua ad immolarsi ogni giorno sui nostri altari.

E’ il tuo amore che ha lavato tante volte le piaghe dell’anima mia; che mi ha nutrito tante volte nella SS. Eucaristia; che mi tiene preparato un premio di gloria immortale in cielo.

«O amore infinito, vivente nel divin cuore di Gesù, fatti conoscere dagli uomini, affinché ti amino come tu vuoi essere amato» (M. L. Margherita).

Giaculatoria: O Gesù, così mansueto ed umile di Cuore, rendi il mio cuore simile al tuo.

IL DESIDERIO DI FARE I PRIMI VENERDI’

In una grossa borgata del Piemonte, venne mandato come viceparroco un giovane sacerdote, il quale per condurre le anime ai SS. Sacramenti cominciò a predicare e diffondere la “Grande Promessa”.

Un uomo sulla trentina, padre di famiglia, invitato personalmente dal sacerdote ad unirsi agli altri fedeli, rispose: Adesso che ho capito bene, le prometto che, passati i mesi d’estate incomincerò anch’io le mie nove comunioni.

Pieno di salute e di vigore, continuò a lavorare fino alla sera del giorno 8 agosto ed il giorno dopo, che era domenica, dovette porsi a letto. Pareva una cosa da nulla. Ma alla sera, volle che gli andassero a chiamare il sacerdote, perché voleva confessarsi e ricevere gli ultimi sacramenti. Tutti si meravigliarono ma le sue insistenze furono tali e tante che la madre andò in parrocchia a cercare il viceparroco.

Il sacerdote non tardò a recarsi al capezzale del contadino, accolto con un sorriso di inesprimibile gioia e riconoscenza. Oh, quanto la ringrazio, signor viceparroco! sospiravo proprio di vederla. Si ricorda che le ho promesso di incominciare le comunioni dei primi nove venerdì? Ma ora devo dirle che non le potrò più fare. Il S. Cuore di Gesù mi ha detto di mandare a chiamarla subito e di ricevere i sacramenti, perché sto per morire.

Con molta prudenza e carità, il pio sacerdote lo confortò lodando i suoi buoni sentimenti e incoraggiandolo a riporre nel S. Cuore di Gesù tutta la sua fiducia.

Lo confessò, e poiché l’ammalato insisteva, gli portò il santo viatico. Era mezzanotte. Alle quattro del mattino il sacerdote tornò a visitare l’infermo che lo accolse con un sorriso angelico; gli strinse affettuosamente la mano, ma senza dire nulla: poco dopo la mezzanotte aveva perduto la parola e più non la riacquistò. Ricevette con grande devozione la santa unzione e verso le due del pomeriggio volava in paradiso. (P. Parnisetti La Grande Promessa)

3° VENERDI’

AMORE DOMANDA AMORE

Gesù è amore. Egli è venuto a portare questo fuoco divino sulla terra, e non ha altro desiderio che di infiammare i nostri cuori. E’ questo Amore infinito che l’ha fatto scendere dal cielo; che lo tiene prigioniero nei nostri tabernacoli.

E’ questo amore che lo spinge a donarsi senza misura a quelli che lo cercano; che lo fa correre dietro alla pecorella smarrita.

«Il mondo si intristisce così un giorno Gesù disse a Madre L. Margherita l’egoismo soffoca i cuori, gli uomini si sono allontanati dal focolare della carità e credono di essersi allontanati dal loro Dio; eppure io, Amore infinito, sono loro vicino… Mi sono incarnato per unirmi all’uomo, sono morto per salvarlo. Allora prendo delle anime, continuo in loro la mia passione… e servendomi di esse verso nel mondo un’onda nuova di grazia e di perdono».

Pregare per i peccatori, sacrificarsi per essi, è questo il dono più gradito che possiamo fare a Gesù. E’ questo il segreto che ha innalzato S. Teresa del Bambino Gesù a così eccelsa santità; è questo l’invito che Gesù rivolge a tutte le anime che sanno comprendere il suo amore.

Non cada invano questo amorevole invito del Cuore dolcissimo di Gesù e preghiamo e offriamo qualche sacrificio per tutti noi peccatori, ed anche per quelli che sono uniti a noi con i vincoli di sangue o di amicizia.

Stiamo certi che la nostra preghiera non andrà perduta. Tutto quello che facciamo sia come un atto di amore, imitando anche noi quel santo frate sarto, S. Gerardo Majella, che ad ogni punto di ago ripeteva: Signore, vi amo; salvate un anima!

Suor Agnese, sorella di S. Teresa del Bambino Gesù, in un volumetto intitolato “Novissima Verba”, narra questo episodio con le stesse parole della Santa.

«Suor Maria dell’Eucaristia voleva accendere le candele per una processione. Non avendo fiammiferi s’accosta alla piccola lampada che vi è dinanzi alle reliquie, ma la trova semispenta. Tuttavia riesce ad accendere la sua candela e con essa tutte quelle della comunità.

Ciò vedendo (è S. Teresa che parla) io feci questa riflessione: chi potrà dunque gloriarsi delle proprie opere? Una piccola lampada semispenta ha potuto accendere quelle belle fiamme, le quali a loro volta potranno accenderne una infinità di altre e illuminare il mondo intero. La prima scintilla di questa luce da dove la si potrà ottenere? Dall’umile piccola lampada.

Così avviene nella Comunione dei Santi. Sì, una piccola scintilla potrebbe far nascere dei grandi luminari della Chiesa, dei Dottori, dei Martiri. Spesso senza saperlo, le grazie e i lumi che riceviamo, sono dovuti ad un’anima nascosta, perché il buon Dio vuole che i Santi si comunichino gli uni gli altri la grazia, per mezzo della preghiera, affinché in cielo si amino di un grande amore, molto più grande ancora di quello della famiglia, sia pure la famiglia più ideale della terra».

Preghiera. O Cuore misericordioso di Gesù, abbi pietà di tanti poveri peccatori che vivono lontani da te, con l’anima piena di peccati.

O pietosissimo Redentore delle nostre anime, o Agnello di Dio che cancelli i peccati del mondo, per i meriti infiniti delle tue sacratissime piaghe e del tuo preziosissimo sangue, abbi pietà di loro; affinché attirate dalla tua infinita bontà, detestino 1e loro colpe e si convertano.

Giaculatoria: Sacro Cuore di Gesù, Redentore del mondo, salvaci.

UNA PIA CONTADINA

Una pia contadina conduceva vita innocente e pura in campagna. Il cielo, i campi, tutte le cose create la elevavano continuamente al Creatore.

Il Cuore amabilissimo di Gesù la volle tutta sua, ed ella per meglio amarlo si ritirò nel monastero di S. Maria a Milano. Là in qualità di conversa si comportava bene in tutto, e metteva ogni cura nel rendersi gradita al Cuore di Gesù con la piena osservanza della regola e la pratica di tutte le virtù. Intanto, non sapendo leggere, guardava con santa invidia le religiose che recitavano l’uffizio in coro, e desiderava anche essa recitarlo per meglio glorificare il Signore.

Una volta mentre stava raccolta: in profonda orazione le comparve fra gli angeli la Madonna dicendole:

Figlia, non importa se non sai leggere; quanti dotti vanno all’inferno e quanti ignoranti in paradiso! Ti basti sapere tre sole lettere, l’una bianca, l’altra nera, l’àltra rossa.

La bianca indica che devi esser pura e libera da ogni macchia anche piccola; la nera, che devi esser morta al mondo; la rossa, che devi far vita di amore, amando il mio Figlio divino, tuo amabilissimo Sposo, e amare tutti santamente in lui, per lui, con lui.

Ella pose fedelmente in pratica questi salutari consigli di Colei, che è Sede di sapienza.

Ebbe una purezza angelica di mente e di cuore, di corpo e di anima; ebbe un perfetto distacco dal mondo e da tutte le cose terrene; ebbe un tenero ed ardente amore al Cuore di Gesù amando tutti con vera carità evangelica, e giunse ad alti gradi di perfezione in terra e di gloria in cielo.

Questa è Santa Veronica da Binasco.

4° VENERDI’

INFINITA BONTA’ DI GESU

Chi potrebbe descrivere l’infinita bontà e tenerezza del Cuore di Gesù per le nostre anime?

E’ per nostro amore che è venuto sulla terra, ha sofferto fino a trent’anni nell’umile bottega di Nazaret, ha incontrato tante umiliazioni e patimenti nella sua passione, è morto sulla croce.

Ha trascorso la sua vita facendo del bene a tutti, ma quelli che ebbero le sue predilezioni furono i fanciulli. Con loro amava trattenersi: li accarezzava, li benediceva, se li stringeva al cuore.

E come quando viveva su questa terra così sempre nel corso dei secoli, le anime pure e innocenti sono quelle che egli ha favorito delle grazie più belle.

Nella vita di suor M. Giuseppina, quando era ancora bambina di pochi anni possiamo leggere: «Il mio Gesù, essa scrive, veniva a sorprendermi nel mio lavoro e nei miei giochi. Un giorno mentre trascorrevo la mia giornata a Lusignano, trasportando pietre per la costruzione, la mia carriola era così carica che non potevo spingerla, né avanti, né indietro.

Ero sul punto di darmi per vinta, quando vidi Gesù in piedi, vicino a me, Gesù che mi guardava… Confusa di quello sguardo, gli dissi: Signore, tu che puoi tutto, non vuoi aiutarmi un po’?

E subito egli mise mano alla carriola, mentre io la spingevo dall’altra parte. Divenne così leggera che andava avanti da sé. Sorpresa, non potevo capacitarmene.

Povera bambina, mi disse Gesù, perché non mi hai chiamato subito in tuo soccorso?… Vedi quanto gli uomini sono superficiali? Nella loro estrema debolezza possono disporre della forza per eccellenza e non se ne valgono…».

Se Gesù per noi si prodiga tanto, cerchiamo anche noi, a suo esempio di umiliarci ed essere servizievoli verso i nostri fratelli che si trovano in qualche necessità.

E’ questo il modo migliore per corrispondere al suo amore e renderci meritevoli della sua Grande Promessa.

Si legge pure che Gesù si intratteneva così familiarmente con quel giglio di purezza che fu S. Rosa da Lima, fino a passeggiare con lei nei viali del suo giardino, raccogliere dei fiori e portarglieli.

Un giorno la piccola santa, avendo di questi fiori formata una bella corona, la pose in capo a Gesù; ma questi, togliendosi la corona dal suo capo e cingendo la fronte della innocente bambina, le disse:

No, mia piccola sposa, la corona di rose per te: per me invece la corona di spine.

Preghiera. O Cuore dolcissimo di Gesù, che hai amato con tanta tenerezza i fanciulli per la loro innocenza, abbi pietà della nostra gioventù che si trova esposta a tanti pericoli e non permettere che venga travolta dalla marea di fango e di corruzione che la circonda.

Richiama o Gesù, quei poveri figlioli che sono fuggiti dalla casa del Padre, affinché tutti un giorno vengano a cantare le tue lodi in cielo.

Giaculatoria: O Cuore di Gesù, pieno di bontà e d’amore, abbi pietà di noi!

UN SOGNO MISTERIOSO

In una chiesa di Firenze una ricca e nobile signora continuamente pregava, e cosa chiedeva? la grazia di avere un figlio, giacché era da vari anni sposata e sterile.

Ottenne la grazia e consacrò al Sacro Cuore il frutto del suo seno prima ancora di partorirlo.

Nel tempo della sua gravidanza fece un sogno misterioso e cioè di partorire un lupo che poi diventava un agnello.

Giunto il tempo del parto, dette alla luce un bambino, ed essendo quello il giorno di S. Andrea Apostolo, nel battesimo lo chiamò col nome di Andrea.

Tutta contenta delle belle fattezze del pargoletto, non pensò più al sogno già avuto, e pose ogni cura a ben educarlo cristianamente.

Ma giunto all’età giovanile, avendo frequentato compagni corrotti, egli divenne indocile, traviato, vizioso, anzi fuggì dalla casa paterna, e si diede a vita libertina di peccati e di piaceri mondani. La povera madre continuamente piangeva e pregava per lui il Santissimo Cuore di Gesù.

Dopo alcuni anni quella madre incontrò il figlio in una via di Firenze, e piangendo gli disse: Figlio mio, il mio sogno funesto si è avverato. Cosa sognaste, o madre? Di aver partorito un lupo, e tu infatti sei diventato un lupo vorace. Così dicendo, ella piangeva, e poi soggiunse: Ma sognai anche un’altra cosa. Quale? Che questo lupo si era mutato in agnello sotto il manto della Madonna.

Ciò ascoltando quel giovane sbandato si sentì commosso, provò nel cuore un mutamento mirabile, entrò nella cattedrale di Firenze, volle confessarsi e pianse di profonda contrizione, e propose di cambiar vita.

Il Cuore di Gesù mirabilmente operava con la grazia e l’amore nel cuore di questo novello convertito.

Entrò nell’ordine dei Carmelitani, intraprese una nuova vita di penitenza, di virtù, di alta perfezione evangelica, divenne sacerdote, fu promosso per i suoi meriti all’episcopato di Fiesole, operò tanto bene e gloria di Dio ed a vantaggio delle anime, che divenne il grande Sant’ Āndrea Corsini.

5° VENERDI’

IL CUORE MISERICORDIOSO DI GESU’

Gesù è venuto sulla terra mosso a compassione dei poveri peccatori. «Non sono venuto per chiamare i giusti, ma i peccatori… ». «Non voglio la morte del peccatore, ma che si converta e viva». Il suo Cuore divino è il rifugio in cui i peccatori trovano la salvezza e insieme è la fonte e l’oceano della misericordia.

Egli è il buon pastore che, lasciate al sicuro le novantanove pecorelle, corre, per balze e dirupi, in cerca di quella che si è smarrita, e trovatala, se la carica sulle spalle e la riporta all’ovile.

Egli è il Padre amoroso che piange sulla sorte del figliuol prodigo e non si dà pace fino a quando non lo vede ritornare.

Egli è difensore dell’adultera contro i suoi accusatori, ai quali dice: «Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra»; e poi rivolto a lei pronuncia quelle consolanti parole: «Donna, nessuno ti ha condannato? Ebbene, neppure io ti condanno; va’ in pace e non peccare più».

Il suo Cuore è pieno di compassione e perdona Zaccheo, a cui dà l’onore di andarlo a trovare nella sua casa; perdona la Maddalena, pubblica peccatrice, che durante un convito va a gettarsi ai suoi piedi, bagnandoli di lacrime.

Gesù perdona la Samaritana, rivelandole le sue colpe; perdona Pietro che l’ha rinnegato, perdona dall’alto della croce, gli stessi suoi crocifissori perché «non sanno quello che fanno».

Un giorno Gesù, facendo vedere a suor Benigna, l’inferno, le disse: «Vedi, Benigna, quel fuoco? Su quest’abisso ho tirato, come un reticolato, i fili della mia misericordia, perché le anime non potessero precipitarvi; ma quelli che vogliono dannarsi, vanno lì con le mani per aprire quei fili, e cadere dentro…».

«La porta della misericordia non è chiusa a chiave, è solo socchiusa; per poco che si tocchi, si apre; anche un bambino la può aprire, anche un vecchio che non ha più forza. La porta della mia Giustizia invece è chiusa a chiave e la apro soltanto a chi mi costringe ad aprirla; ma io spontaneamente non la aprirei mai».

Preghiera: O Gesù, bontà e tenerezza per noi peccatori, ti offro oggi la mia umile preghiera, sapendo di far cosa gradita al tuo divin Cuore che ha voluto essere squarciato dalla lancia del soldato, per donarci fin l’ultima goccia di sangue.

O Gesù, scuoti il nostro torpore; fa’ comprendere la terribile sorte che ci attende, se non ci pentiamo; e per i meriti delle tue sacratissime piaghe, non permettere che nessuno di noi si perda nell’inferno.

O Gesù, abbi pietà e misericordia per tutti, specialmente per i peccatori ostinati che si trovano in punto di morte.

Giaculatoria: Cuore di Gesù, ardente di amore per noi, riempite il mio cuore del vosto amore.

«Voglio che si sappia da tutti che io spontaneamente, con mia grande consolazione, tornai alla pratica della religione, nella quale da ora almeno vivrò, finché me lo concederà Iddio, e nella quale voglio morire» (Giov. B.Ferrari)

“VOGLIO CHE SI SAPPIA DI TUTTI”

Il 14 aprile 1909, moriva a Ventimiglia, sua patria, dove era stato per molti anni uno dei più ardenti fautori della sinistra, l’avv. Giov. B. Ferrari.

Attratto dalla politica, iniziò a farne così ardente propaganda in mezzo alle masse operaie che, già in liceo, era tenuto d’occhio dalla questura. Conseguita poi la laurea in legge, si consacrò tutto alla causa del proletariato, e fu chiamato per la sua popolarità, giovanissimo, a far parte di pubbliche amministrazioni.

Un giorno, parlando con un sacerdote, già suo prefetto di collegio, al sentirsi ricordare la devozione al S. Cuore, scoppiò in pianto: Ah, Padre, sono un infelice… ho l’inferno qui nel cuore, non ne posso più.

Invano il Padre cercò di aiutarlo a ritornare a Dio.

Ah, no, Padre, è impossibile! sono troppo legato. I compagni che cosa direbbero?… Così continuò ancora per anni a soffocare i rimorsi, con cui il Cuore di Gesù continuamente lo chiamava. Ma spuntò finalmente il giorno in cui cominciò ad arrendersi alla grazia di Dio. Si staccò dal partito, diede le dimissioni…, ma fu con la malattia che il Cuore di Gesù finì per trionfare pienamente in lui.

īl 6 maggio 1908, mentre in tribunale stava studiando l’incartamento di un processo, fu sorpreso dai primi rigurgiti di sangue. Nella casa di cura, in cui fu ricoverato, serviva devotamente la S. Messa e ben volentieri offriva le pene atrocissime del male.

Un particolare serve a illuminare questa prodigiosa conversione. Sul terminare la vita di collegio egli si era proposto di portare sempre con sé l’immagine del S. Cuore di Gesù e di Maria, sulle. quali era stato scritto dal superiore: I Cuori di Gesù e di Maria ti siano di guida al cielo, e di sua mano vi aveva aggiunta: Maria Santissima, prega per me!

Anche negli anni più infelici non si separò mai da queste immagini e baciandole e stringendole al cuore, can la calma serena del giusto rese la sua anima a Dio.

Nel tempo della sua conversione, il Ferrari spesso ripeteva: «Voglio che si sappia che io spontaneamente, con mia grande consolazione, tornai alla pratica della religione, nella quale da ora almeno vivrò, finché me lo concederà Iddio, e nella quale voglio morire». (Libr. Ed. Enter.: “Uomini di carattere”)

6° VENERDI’

GESU CI INVITA A PREGARE

Il Cuore di Gesù è il più sensibile e delicato di tutti i cuori, per cui non può fare a meno di commuoversi per tutte le nostre miserie, per tutte le nostre angustie, per tutti i nostri dolori.

E questa sua tenerezza non è soltanto per le anime che più da vicino lo seguono, che si sacrificano per lui; ma abbraccia tutte le creature, non esclusi gli stessi suoi nemici.

Ora nessuno è più nemico di Dio di colui che calpesta e profana il suo amore, che gli rinnova quotidianamente i dolori della sua passione e morte.

Il nostro mondo, come ai tempi di Noè, ha bisogno di essere purificato ma non è più con un diluvio di acque che Iddio vuole purificarlo, bensì con un diluvio di fuoco: il fuoco del suo amore.

Riflettiamo con S. Ambrogio che salvare un’anima «è opera grande, è opera gloriosa, è sicurezza di vita eterna».

E con S. Agostino: «Hai salvato un’anima? Hai predestinato la tua! ».

Si legge che la B. Capitanio avrebbe dato volentieri la vita pur di salvare un’anima sola e che aveva chiesto al suo confessore il permesso di alzarsi ogni notte a far visita a Gesù Crocifisso, per quelli che in quell’ora dormivano in peccato mortale affinché si convertissero e si salvassero.

P. Matteo Crawley doveva predicare in una città dove era quasi spento ogni sentimento religioso. L’arcivescovo nell’invitarlo gli aveva detto: «Se vedrò un solo uomo inchinarsi davanti al SS. Cuore, dirò che è un miracolo».

P. Matteo per assicurarsi il successo, si raccomandò a molte anime buone e scrisse alle religiose di un convento affinché offrissero preghiere e sacrifici.

La missione riuscì in modo prodigioso. Tutti, anche gli uomini più perversi, andarono a sentirlo. All’arcivescovo che non sapeva spiegarsi così meraviglioso successo, disse: «Eccellenza, non tarderà a conoscerne il segreto».

Infatti riceve di quei giorni una lettera dalle religiose alle cui preghiere si era raccomandato, in cui si leggeva: «Tutte abbiamo tanto pregato e offerto opere espiatorie, ma in modo speciale suor Maria, la quale donò con atto eroico la sua vita». Sacrificarsi per le anime: ecco il segreto infallibile per ottenere la loro salvezza e la nostra.

Preghiera. Ricordati, o Gesù che per noi sei sceso dal cielo; che per noi sei salito sul patibolo infame della croce; che per noi hai versato il tuo sangue.

Non permettere che vada perduto il frutto della tua redenzione e con un prodigio del tuo amore onnipotente strappa dagli artigli di satana i tanti peccatori e convertili con la tua misericordia!

Accetta a questo fine le mie sofferenze e benedirò in eterno il tuo divin cuore. Amen.

Giaculatoria: O Cuore di Gesù, vittima dei peccati e delle nostre colpe, abbi pietà di noi tutti!

COMMOVENTE RITORNO DI FEDE

Sembrava impossibile, quasi assurdo che un uomo vissuto per quarant’otto anni lontano dalla Chiesa, dichiaratamente ateo, si riaccostasse con fervore alla religione.

Ma quando, la mattina di Natale, nella chiesa parrocchiale di Cocconato, Asti, ove i fedeli si stipavano attorno al presepio, l’agricoltore Pasquale Bertiglia, di 61 anni, fu visto attraversare la folla e inginocchiarsi umilmente all’altare per ricevere la comunione, ogni dubbio svanì.

La gente, si abbandonò a commentare il fatto e si sbizzarrì nella curiosa ricerca delle cause che lo avevano determinato. Nessuno però seppe trovare per quale misterioso sentiero il Bertiglia aveva raggiunto il traguardo della fede. Nessuno immaginò che quel gesto era il radioso epilogo di due anni d’una progressiva crisi interiore.

E c’era, in questo cambiamento, la sua ostentata professione di irreligiosità, una fervida adesione ai principi atei.

II Bertiglia fece promessa di riabbracciare la fede cattolica e così raccontò: «Fu una mattina di estate e per tutta la notte non avevo potuto prendere sonno. Il mio pensiero era vicino al mio nipotino Walter di due anni, che giaceva ammalato a Torino. Lo minacciava una paralisi infantile, e sua madre era disperata. lo morivo dal dolore».

Come scosso da una improvvisa folgorazione, Bertiglia si alzò, entro nello stanzino occupato un tempo da sua madre. La buona donna al di sopra della spalliera del letto aveva posto a protezione una effigie del Sacro Cuore di Gesù: l’unico segno religioso che rimanesse nella casa.

«Se il bimbo guarisce promise inginocchiato io zio giuro di cambiar vita».

Il piccolo Walter guarì, e fu l’inizio della conversione.

Oggi è tanto felice che si è fatto apostolo fra i suoi vecchi amici e a tutti viene narrando le bellezze e le gioie che la fede gli ha donato. I compagni ascoltano e nessuno osa contraddirlo.

(dal “Popolo nuovo” di Torino)

7° VENERDT’

SACRO CUORE DI GESU’, CONFIDO IN TE!

Una delle più terribili tentazioni da cui, spesso, sono assalite anche le anime pie, è quella dello scoraggiamento e della diffidenza, per cui il demonio presenta Dio come un padrone troppo austero, un giudice senza pietà.

“Chissà va sussurrando il tentatore se Dio ti ha perdonato! Sei poi ben sicuro di esserti confessato bene?… di aver sinceramente detestato le tue colpe?… di essere in grazia di Dio?… No, no!… non è possibile che Dio ti abbia perdonato!…

Contro questa tentazione occorre ravvivare lo spirito di fede che ci mette innanzi Dio, pieno di bontà e di misericordia.

Per quanto un peccatore sia coperto di iniquità, le sue colpe scompaiono nell’abisso della sua misericordia, come scompare una goccia in mezzo al mare.

Meditiamo, a nostro conforto, quanto si legge a questo proposito negli scritti della fortunata suor Benigna: «Scrivi, mia Benigna, apostola della mia misericordia, la principale cosa che desidero si sappia, è la gran pena che si potrebbe fare al mio cuore, sarebbe dubitare della mia bontà…

Oh! mia Benigna, se si potesse conoscere quanto io amo le creature e quanto il mio cuore gioisce che si creda a questo amore! Vi si crede troppo poco… troppo poco!…

Il più gran danno che fa il demonio alle anime è la diffidenza. Se un’anima confida, ha ancora la strada aperta».

Queste parole concordano con quelle rivelate da Gesù a S. Caterina da Siena:

«I peccatori che in punto di morte disperano della mia misericordia, mi offendono molto più gravemente e mi offendono più con questo che con tutti gli altri peccati commessi… La mia misericordia è un numero infinito di volte maggiore di tutti i peccati che si possono commettere da una creatura».

Ammaestrati da questi divini insegnamenti ripetiamo anche noi con la più grande fiducia la seguente preghiera per ottenere una fiducia illimitata

Preghiera: «Mio dolcissimo Gesù, Dio infinitamente misericordioso. Padre tenerissimo delle anime e in modo particolare delle più inferme, che porti con una tenerezza speciale tra le tue braccia divine, io vengo a te per chiederti, per l’amore e per i meriti del tuo S. Cuore, la grazia di confidare in te;

per chiederti la grazia di riposarmi sicuramente per i1 tempo e per l’eternità nelle tue amorose braccia divine».

Giaculatoria: O Cuore di Gesù, ricco di misericordia verso tutti coloro che ti invocano, abbi pietà di noi!

UNA GRANDE FIDUCIA

«Nel mese di gennaio dell’anno scorso, per un complesso di fatti e di circostanze gravi, un nostro parente si trovò in una situazione veramente disastrosa. La rovina più completa minacciava la sua famiglia.

Era un magnifico passato che stava per crollare, e nessuna speranza di riuscire in qualche modo ad evitare un tale disastro si intravedeva. Con un atto di fede viva consacrammo alla Madonna di Lourdes ogni cosa nostra; misi la chiave di casa nelle mani della Vergine bella che abbiamo in giardino, ed ella, la Vergine santa e pura, si degnò di accettare il nostro gesto di confidente fiducia, portandoci al cuore del suo divin Figliuolo in modo direi quasi meraviglioso.

Nel mese di agosto trovandoci in montagna, in una giornata di maggiore sconforto, tutti riuniti ci recammo nella cappella del villaggio, dove solo per quel giorno si aveva Gesù nel tabernacolo.

Con viva fede facemmo salire i nostri due bimbi: una di tre, l’altro di cinque anni, sull’altare a battere alla porta del tabernacolo e ripetere con noi:

Ci senti Gesù? Non dire di no ai tuoi piccoli amici.

Noi intanto, prostrati dinanzi a Gesù, invocammo il miracolo, promettendo di consacrare la nostra vita alla diffusione del regno del Sacro Cuore, specialmente sotto la forma dei primi venerdì.

Dopo quel giorno, a casa nostra, fu un succedersi di veri miracoli. Il Cuore sacratissimo di Gesù volle fare per noi cose meravigliose, portandoci, direi, fra le braccia, ora per ora, e dandoci la forza di superare ogni ostacolo.

Non vi è nulla di esagerato in queste mie affermazioni: le persone che hanno seguito da vicino ogni cosa non sanno rendersi conto di un tale mutamento e si uniscono a noi per chiamare la nostra storia un vero miracolo della misericordia del Signore.

Non solo ogni pericolo scomparve, ma Gesù seppe sbrogliare così bene l’arruffata matassa dei nostri affari, da portarci, proprio nel primo venerdì del mese, alla conclusione di un magnifico evento, veramente insperato».

8° VENERDI’

IL CUORE DI GESU’ SA CONVERTIRCI

E’ impossibile che il Cuore di Gesù respinga un’anima che vuole riconciliarsi con lui.

Zaccheo, la Maddalena, l’Adultera, la Samaritana, S. Pietro, il buon ladrone, che ottennero da lui sì generoso perdono, non sono che piccoli saggi di quella sorgente inesauribile di bontà e di tenerezza che è il suo Divin Cuore verso di noi.

«Si narra che mentre un giorno S. Gerolamo stava in preghiera davanti al crocifisso, Gesù gli domandò: Gerolamo, vorresti tu farmi un dono?

Sì, o mio Signore, ti dono tutte le mie penitenze compiute per amor tuo in questa mia solitudine. Sei contento?

Vorrei qualcosa di più.

Ebbene, ti dono tutte le mie fatiche e tutte le mie opere scritte per farti conoscere e amare. Sei contento, o Gesù?

E non avresti un dono più bello ancora da farmi?

Ma che altro posso darti, o Gesù, io che sono tutto pieno di miserie e di peccati,

Ebbene, confermò il Signore, donami i tuoi peccati, perché io li possa ancora una volta lavare nel mio sangue».

La santa religiosa, suor Benigna Consolata, aveva messo sopra il foglio, su cui scriveva, una statuetta di Gesù in metallo, e questa per un leggero movimento cadde giù. Allora rialzandola prontamente, diede un bacio a Gesù e gli disse: «Se non fossi caduto, o Gesù, questo bacio non l’avresti avuto».

Preghiera. O Cuore divino di Gesù, che tanto ami noi poveri peccatori che, se fosse necessario, saresti disposto a scendere nuovamente sulla terra per salvarci, ottieni a noi tutti la grazia di piangere con vero dolore i nostri peccati, causa di tante pene.

Ricordati, o Gesù, che se è vero che l’abisso chiama l’abisso, l’abisso della nostra miseria chiama l’abisso della tua misericordia. Giaculatoria: Cuore di Gesù, confidiamo in te!

Giaculatoria: Cuore di Gesù confido in te!

«NON VOGLIO PRETI!…»

Consumato dalla tisi, conseguenza dei suoi disordini, a soli 23 ani, un giovane andava lentamente spegnendosi fra l’angoscia dei suoi parenti che inutilmente avevano tentato tutte le vie per indurlo a ricevere, prima di morire, i santi sacramenti.

Da ragazzo, trovandosi in collegio, aveva con molta pietà praticato la devozione dei nove venerdì in onore del SS. Cuore; ma poi, abbandonata la Chiesa e i sacramenti, si era dato a una vita scandalosa. Dapprima impiegato ad una banca consumava nei disordini e nei vizi quanto guadagnava, e poi lasciava la patria per recarsi in Inghilterra, dove, per vivere, faceva il cameriere. Finalmente, dopo varie peripezie, colpito dal male che doveva condurlo alla tomba, faceva ritorno in seno alla sua famiglia.

Un sacerdote, suo vecchio compagno di collegio, sotto il titolo dell’amicizia, mosso dal Cuore di Gesù, ottenne di potergli fare una visita e in bel modo cercò di persuaderlo a mettersi in pace con Dio.

Se non hai altro da dirmi l’interruppe il povero moribondo puoi andartene… Come amico sì, ti ricevo, ma come prete no, no: va’ via, non voglio preti…

Il ministro di Dio cerca di aggiungere qualcosa, qualche parola buona per calmarlo, ma invano.

Finiscila, ti ripeto; non voglio preti… vattene!…

Ebbene, se proprio vuoi che me ne vada, ti saluto, mio povero amico! e s’avvia per uscire.

Ma mentre stava per varcare la soglia della camera rivolse ancora uno sguardo di compassione al morente, dicendo:

Sarà questa la prima volta che non si verificherà la Grande Promessa del S. Cuore!…

Che dici? replicò con voce più calma il moribondo. Ed il pio sacerdote ritornando presso il letto:

Dico che sarebbe la prima volta che non si vedrebbe compiuta la Grande Promessa fatta dal Sacro Cuore di Gesù, di concedere una buona morte a quelli che in vita hanno fatto una novena di comunioni nei primi venerdì del mese.

E che c’entro io con questo?

Oh! che c’entri? E non ricordi, caro amico, che in collegio abbiamo fatto insieme queste comunioni dei primi venerdì? Tu allora le ha fatte con sincera devozione, perché allora tu amavi il Sacro Cuore d Gesù: e vorresti ora resistere alla sua grazia, con cui ti invita al perdono con mìsericordia infinita?

Mentre questi parlava, l’infermo piangeva, e quando ebbe finito gli disse singhiozzando:

Amico, aiutami! aiutami tu: non abbandonare questo povero disgraziato! Va’ a chiamare uno dei cappuccini della chiesa qui vicina, voglio confessarmi.

Ricevette con edificante pietà i SS. Sacramenti e spirò qualche giorno dopo, benedicendo quel Cuore pieno di tanta misericordia che gli dava così un segno certo di eterna salvezza.

(P. Parnisetti La Grande Promessa)

9° VENERDI’

«IL MIO NOME STA SCRITTO IN CIELO! »

Anima devota del S. Cuore, che per nove mesi sei stata fedele nell’accostarti alla SS. Comunione al primo venerdì per raggiungere il fine della “Grande Promessa”, rallegrati oggi e fa’ festa perché ne hai ben ragione.

Ma prima di tutto esprimi, con lacrime di riconoscenza, a Gesù che ti ha ispirata una così bella pratica e ti ha aiutata a condurla a termine, tutta la tua gratitudine.

Tu hai fatto la tua parte; ora toccherà a Gesù far la sua. Puoi dubitare che egli possa venir meno alle sue promesse? Puoi pensare che un’anima che si è fidata di lui, possa restare delusa? No, certamente! Godi dunque della gioia più pura e santa che possa provare il tuo cuore al pensiero della felice sorte che ti attende per tutta l’eternità.

E’ vero che le passioni potranno ancora insorgere furiose; che potrà ancora il demonio moltiplicare i suoi furibondi assalti; che potrà anche la tua fragile natura cedere ancora alle lusinghe dei sensi… ma confida che Gesù sarà sempre al tuo fianco e veglierà, con la tenerezza del più caro amico, insieme a te, pronto sempre a porgerti la mano per sollevarti dalle tue cadute.

Egli non ti abbandonerà più fino al giorno in cui ti veda entrar sicura nel porto della salvezza.

Nella vita di S. Teresa del Bambino Gesù si legge che quando era ancora bambina, uscendo una sera a passeggio col padre, si fermò contemplare il suggestivo spettacolo che presenta l’azzurra volta del cielo, tutta trapuntata di scintillanti stelle, e restò colpita nel vedere che un gruppo di esse, di quelle più lucenti, erano disposte in modo da formare una T (iniziale del suo nome). Rivolta allora al babbo, tutta raggiante di gioia, gli disse: «Vedi, papà, il mio nome sta scritto in cielo!».

Parlava allora Teresa con la ingenuità di una bambina, ma nello stesso tempo, senza volerlo, faceva una magnifica profezia. Sì, il suo nome era realmente scritto in cielo: da sempre era segnata nel libro delle anime privilegiate.

Ebbene, anche noi oggi possiamo ripetere una espressione simile: Il mio nome è scritto in cielo. Anzi possiamo dire anche di più: «Il mio nome sta scritto nel Cuore adorabile di Gesù, e nessuno mai più lo cancellerà! ».

Preghiera. Qual gioia, o mio caro Gesù, inonda in questo momento l’anima mia! Che merito avevo io mai, perché tu mi donassi una grazia così straordinaria ispirandomi la pratica dei nove venerdì con la quale, e grazie alla tua “Grande Promessa % mi promettesti la salvezza eterna?

Non basterà tutta l’eternità per esprimerti la mia riconoscenza! O dolcissimo mio Gesù, fa’ che possa vivere sempre nella grazia, osservando i comandamenti di Dio e della Chiesa, e non abbia mai più ad allontananrti dal mio cuore col peccato mortale; ma col tuo divino aiuto meriti la grazia di perseverare fino alla morte.

Giaculatoria: Cuore Sacratissimo di Gesù liberaci da ogni pericolo, da ogni tentazione che

possa rovinare la nostra vita e quella degli altri.

TRIONFO DELLA VERITA’

Mio padre, dopo tre anni dall’arresto, veniva condannato a 23 anni di reclusione, come reo di omicidio. Era innocente! Nella sentenza da cui restammo schiacciati e oppressi, ci rivolgemmo al Cuore di Gesù, perché ci ottenesse il trionfo della verità e della giustizia, e cominciammo la pratica dei nove venerdì.

Io, che avevo fra le mani il libretto “La Grande Promessa”, ove sono riferite alcune grazie straordinarie dovute alla pia pratica, aggiunsi la promessa di divulgare la devozione se il Sacro Cuore si fosse degnato di concederci la liberazione del povero padre mio. Le nostre speranze non restarono deluse.

Erano passati sei lunghi anni di penoso carcere, quando la Cassazione di Roma rivedeva la sentenza e il tribunale di Palermo assolveva mio padre per non aver commesso alcun reato.

La sentenza di assoluzione coincideva con l’ultimo dei nove primi venerdì, che fiduciosi celebravamo.

Il Sacro Cuore conosceva il segreto della nostra vittoria, e tal segreto egli per vie assolutamente impensate volle manifestarle e i veri colpevoli furono scoperti. Ma la gioia che inondava i nostri cuori fu contrastata da un’altra dolorosa sorpresa: nostro padre uscito dal carcere veniva confinato nell’isola di Ustica per cinque anni.

Raddoppiammo la nostra fede e le nostre preghiere, perché il Sacro Cuore rendesse definitiva e completa la grazia. Ed egli ci esaudì.

Dopo sei mesi di confino, mio padre si ammalò; il medico locale giudicando inguaribile la malattia ne procurò il ritorno a Palermo.

Di qua, dietro giudizio conforme del medico provinciale, mio padre venne restituito alla famiglia.

Io, come avevo promesso, per tutto il mese di giugno feci la comunione di ringraziamento tutti i giorni. Mio padre era tornato definitivamente alla pace domestica e si rimetteva in salute. (T. S. di Palermo)

PREGHIERE AL CUORE SS. DI GESU’

AL CUORE DI GESU’

O Gesù, mio Dio e Salvatore, che con infinita carità ti sei fatto uomo, e sei morto sulla croce, versando il tuo sangue per salvarmi, tu mi nutri con il tuo Corpo e il tuo Sangue, e mi mostri il cuore aperto come segno della tua carità.

O Gesù, io credo al tuo amore, e ripongo in te la mia fiducia. Ti consacro la mia persona e tutto ciò che mi appartiene, perché disponga di me come meglio credi, a gloria del Padre.

Da parte mia accetto volentieri ogni tua disposizione, e intendo sempre meglio conformarmi alla tua volontà.

Cuore di Gesù, vivi e regna in me e in tutti i cuori. Amen.

AL CUORE ADORABILE DI GESU’

O Cuore adorabile del mio Gesù, Cuore creato unicamente per amare le creature, infervora il mio cuore.

Non permettere che io viva neppure un istante privo del tuo amore. Non lasciare che io disprezzi il tuo amore, dopo tutte le grazie che mi hai dato e dopo essere stato da te tanto amato. Amen. (S. Alfonso)

O CUORE SACRATISSIMO

O Cuore sacratissimo di Gesù, effondi le tue benedizioni sulla santa Chiesa, nostra madre, e sul nostro santo padre il Papa, sulla nostra Patria e su tutti i suoi figli.

Santifica i sacerdoti e conforta i missionari; infervora gli ordini religiosi e aumenta le vocazioni sacerdotali e religiose. Fortifica i giusti e converti i peccatori; consola gli afflitti e dona serenità e lavoro ai poveri e ai disoccupati.

Proteggi i bambini e allieta gli anziani; difendi gli emarginati e dona la pace e la prosperità alle famiglie.

Solleva gli infermi e assisti i moribondi.

Libera le anime del purgatorio e stendi su tutti i cuori il dolce impero del tuo amore. Amen.

NELLA MALATTIA

O Cuore di Gesù, che hai tanto amato e beneficato i malati incontrati nella tua vita terrena, ascolta la mia preghiera.

Rivolgi su di noi il tuo sguardo di bontà e ti commuova la mia sofferenza: «Se vuoi, puoi guarirmi». Te lo ripetiamo, pieni di fiducia, e allo stesso tempo ti diciamo

«Sia fatta la tua volontà».

Ti offriamo le sofferenze del corpo e dello spirito, in espiazione dei nostri peccati. Le uniamo alle tue sofferenze, perché diventino fonte di santificazione e di vita.

Donaci la forza sufficiente per non smarrirci nel buio dello sconforto e fa’ che sentiamo continua la tua presenza nella nostra vita. Amen.

OFFERTA AL CUORE DI GESU’

In unione con tutte le anime consacrate, io ti offro, o mio Dio, per il Cuore immacolato di Maria, rifugio dei peccatori, le espiazioni e l’amore infinito del Cuore di Gesù;

in riparazione delle colpe, che feriscono più amaramente il tuo amore, perché commesse da quelli che maggiormente hai amato; in riparazione dei miei peccati, dei peccati di coloro che io amo, dei peccati degli agonizzanti, e per la liberazione delle anime del Purgatorio. Amen.

RESTA CON ME, SIGNORE

Resta con me, Signore, perché è necessario averti presente, per non dimenticarti. Tu sai con quanta facilità mi dimentico di Te… Resta con me, Signore

Resta con me, Signore, perché sono debole e ho bisogno della tua forza per non cadere tante volte. Senza di te vengo meno nel fervore…

Resta con me, Signore, perché possa udire sempre la tua voce e ti possa seguire con maggior fedeltà…

Resta con me, Signore, perché desidero amarti con tutta la mia mente, con tutto il mio cuore, con tutte le mie forze… Resta con me, Signore, perché non venga meno nel cammino che mi conduce a te. Senza di te io vivo nelle tenebre…

Resta con me, Signore, perché possa cercare solo te, il tuo amore, la tua grazia, la tua volontà…

Guarda, o Padre, all’immensa carità del Cuore del tuo Figlio, perché la nostra preghiera sia da te accolta, e perché l’offerta della nostra vita sia un sacrificio a te gradito e ci ottenga il perdono dei nostri peccati.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

LITANIE RIPARATRICI AL SACRO CUORE

Divino Salvatore Gesù! Degnati di abbassare uno sguardo di misericordia sui devoti del tuo Cuore che riuniti in un medesimo pensiero di fede, di riparazione e di amore, vengono a piangere ai tuoi piedi le loro iniquità e quelle dei poveri peccatori loro fratelli.

Deh! potessimo noi, con le promesse unanimi e solenni che stiamo per fare, commuovere il tuo divin Cuore ed ottenere misericordia per noi, per il mondo infelice e colpevole, per tutti quelli che non hanno la fortuna di amarti.

Per l’avvenire sì noi tutti lo promettiamo: noi ti consoleremo, o Signore.

Della dimenticanza e della ingratitudine degli uomini, noi ti consoleremo, o Signore.

Del tuo abbandono nel santo tabernacolo, noi ti consoleremo, o Signore.

Dei delitti dei peccatori, noi ti consoleremo, o Signore.

Dell’odio degli empi, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle bestemmie che si vomitano contro di te, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle ingiurie fatte alla tua Divinità, noi ti consoleremo, o Signore.

Dei sacrilegi coi quali si profana il tuo sacramento d’amore, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle irriverenze commesse alla tua adorabile presenza. noi ti consoleremo, o Signore.

Dei tradimenti dei quali tu sei l’adorabile Vittima, noi ti consoleremo, o Signore.

Della freddezza del maggior numero dei tuoi figlioli, noi ti consoleremo, o Signore.

Del disprezzo che si fa delle tue amorevoli attrattive, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle infedeltà di coloro che si dicono tuoi amici, noi ti consoleremo, o Signore.

Della nostra resistenza alle tue grazie, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle nostre proprie infedeltà, noi ti consoleremo, o Signore.

Dell’incomprensibile durezza dei nostri cuori, noi ti consoleremo, o Signore.

Dei nostri lunghi indugi ad amarti, noi ti consoleremo, o Signore.

Della nostra tiepidezza nel tuo santo servizio, noi ti consoleremo, o Signore.

Dell’amara tristezza in cui ti getta la perdita delle anime, noi ti consoleremo, o Signore.

Del tuo lungo aspettare alla porta dei nostri cuori, noi ti consoleremo, o Signore.

Degli amari rifiuti di cui sei abbeverato, noi ti consoleremo, o Signore.

Dei tuoi sospiri d’amore, noi ti consoleremo, o Signore.

Delle tue lacrime d’amore, noi ti consoleremo, o Signore.

Della tua prigionia d’amore, noi ti consoleremo, o Signore.

Del tuo martirio d’amore, noi ti consoleremo, o Signore.

Preghiamo

Divino Salvatore Gesù, che ti sei lasciato sfuggire dal Cuore questo doloroso lamento: lo ho cercato dei consolatori e non ne ho trovati…, degnati di gradire 1’ummile tributo delle nostre consolazioni, ed assistici così potentemente con l’aiuto della tua santa grazia, che per l’avvenire, schivando sempre più tutto ciò che potrebbe dispiacerti, noi ci mostriamo in tutto e per tutto tuoi fedeli e devoti.

Noi te lo domandiamo per il tuo Cuore, o caro Gesù, che essendo Dio col Padre e con lo Spirito Santo, vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen

LITANIE DEL SACRO CUORE DI GESU’

Signore, pietà.

Signore, pietà.

Cristo, pietà.

Cristo, pietà.

Signore, pietà.

Signore, pietà.

Cristo, ascoltaci.

Cristo, ascoltaci.

Cristo, esaudiscici.

Cristo, esaudiscici.

Padre Celeste, che sei Dio abbi pietà di noi

Figlio Redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi

Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi

Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, Figlio dell’Eterno Padre abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel seno della Vergine Maria abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, unito alla Persona del Verbo di Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, maestà infinita abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tempio santo di Dio abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tabernacolo dell’Altissimo abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fornace dì carità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fonte di giustizia e di carità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, pieno di bontà e di amore abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, abisso di ogni virtù abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, degno di ogni lode abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, re e centro di tutti i cuori abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, tesoro inesauribile di sapienza e di scienza abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, in cui abita tutta la pienezza della divinità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, in cui il Padre si compiacque abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo ricevuto abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, paziente e misericordioso abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, generoso verso tutti quelli che ti invocano abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, colmato di insulti abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, annientato dalle nostre colpe abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, vita e risurrezione nostra abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, pace e riconciliazione nostra abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, vittima per i peccatori abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, salvezza di chi spera in te abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, speranza di chi muore in te abbi pietà di noi

Cuore di Gesù, gioia di tutti i santi abbi pietà di noi

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.

Gesù, mite e umile di cuore, Rendi il nostro cuore simile al tuo.

Preghiamo.

O Dio Padre, che nel Cuore del tuo dilettissimo Figlio ci dai la gioia di celebrare le grandi opere del suo amore per noi, fa’ che da questa fonte inesauribile attingiamo l’abbondanza dei tuoi doni.

Per Cristo nostro Signore. Amen.

ATTO DI RIPARAZIONE

• Gesù dolcissimo, il cui immenso amore per gli uomini viene con tanta ingratitudine ripagato di oblio, di trascuratezza, di disprezzo, ecco che noi, prostrati dinanzi ai tuoi altari, intendiamo riparare con particolari attestazioni di onore una così indegna freddezza e le ingiurie con cui da ogni parte viene ferito dagli uomini l’amantissimo tuo Cuore.

• Ricordati, però che noi pure altre volte ci macchiammo di tanta indegnità e provandone vivissimo dolore, imploriamo anziI

tutto per noi la tua misericordia, pronti a riparare con volontaria espiazione, non solo i peccati commessi da noi, ma anche quelli di coloro che, errando lontano dalle vie della salvezza, rifiutano di seguire te come pastore e guida ostinandosi nella loro infedeltà e, calpestando le promesse del battesimo, hanno scosso il soavissimo giogo della tua legge.

• E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di così vergognosi peccati, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e della moda, le tante insidie tese dalla corruzione alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro te e i tuoi santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi con cui è profanato lo stesso sacramento dell’amore divino e infine le colpe pubbliche delle Nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da te fondata.

• Potessimo noi lavare col nostro sangue questi affronti! Intanto come riparazione dell’onore divino, noi ti presentiamo accompagnandola con le espiazioni della Vergine tua Madre, di tutti i santi e delle anime pie quell’atto che tu stesso un giorno offristi sulla croce al Padre e che ogni giorno rinnovi sugli altari, promettendo con tutto il cuore di voler riparare, per quanto sarà in noi e con l’aiuto della tua grazia, i peccati commessi da noi e dagli altri e l’indifferenza verso un grande amore, con la fermezza della fede, l’innocenza della vita, l’osservanza della carità e di impedire inoltre con tutte le nostre forze le ingiurie contro di te e di attrarre quanti più potremo alla tua sequela.

• Accogli, te ne preghiamo, o benignissimo Gesù, per intercessione della Beata Vergine riparatrice, questo volontario ossequio di riparazione, e conservaci fedeli nella tua ubbidienza e nel tuo servizio fino alla morte col gran dono della perseveranza con cui possiamo tutti un giorno pervenire a quella patria, dove vivi e regni, o Signore, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

VISITA AL SS. SACRAMENTO

Signor mio Gesù Cristo, che per l’amore che porti agli uomini,

te ne stai notte e giorno in questo Sacramento, tutto pieno di bontà e di amore aspettando, chiamando ed accogliendo tutti coloro che vengono a visitarti, io ti credo presente nel Sacramento dell’altare, ti adoro nell’abisso del mio niente e ti ringrazio di quante grazie mi hai fatto; specialmente di avermi donato te stesso in questo sacramento, di avermi dato per avvocata la tua SS. Madre Maria e di avermi chiamato a visitarti in questa chiesa.

Io saluto oggi il tuo amantissimo Cuore e intendo salutarlo per tre fini:

primo, in ringraziamento di questo gran dono;

secondo, per compensarti di tutte le ingiurie che hai ricevuto da tutti i tuoi nemici in questo Sacramento;

terzo, intendo con questa visita adorarti in tutti i luoghi della terra dove tu sacramentato te ne stai meno riverito e più abbandonato.

Gesù mio, io ti amo con tutto il cuore. Mi pento di aver per il passato tante volte oltraggiato la tua bontà infinita. Propongo con la grazia di non offenderti più per l’avvenire; e al presente, miserabile qual sono, mi consacro tutto a te; ti dono e rinunzio tutta la mia volontà, gli affetti i desideri e tutte le mie cose. Da oggi fai di me e delle mie cose tutto quello che ti piace.

Solo ti chiedo e voglio il tuo santo amore, la perseveranza finale e l’adempimento perfetto della tua volontà. Ti raccomando le anime sante del purgatorio, specialmente le più devote del SS. Sacramento e di Maria santissima.

Ti raccomando ancora tutti i poveri peccatori. Unisco, infine, Salvatore caro, tutti gli affetti miei con gli affetti del tuo amorosissimo Cuore e così uniti li offro al tuo Eterno Padre e lo prego in nome tuo che per tuo amore li accetti e li esaudisca. Amen.

IN RIPARAZIONE DELLE BESTEMMIE

Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo nome. Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima. Benedetta la sua santa e Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre. Benedetto S. Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Iddio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.