La preghiera del silenzio: la preghiera più potente che possa fare

La preghiera di Silenzio è considerata da tutti gli scrittori della teologia mistica come uno dei gradi di contemplazione. Deve quindi essere distinto dalla meditazione e dalla preghiera affettiva. Ha un posto intermedio tra quest’ultimo e la preghiera dell’unione. Come suggerisce il nome, la preghiera del silenzio è quella in cui l’anima sperimenta una pace e un riposo straordinari, accompagnati dal piacere o dal piacere nel contemplare Dio come presente. In questa preghiera Dio dà all’anima una conoscenza intellettuale della Sua presenza e fa sentire che è veramente in comunicazione con Lui, sebbene lo faccia in un modo alquanto oscuro. La manifestazione aumenta in distinzione, poiché l’unione con Dio diventa di ordine superiore. Questo dono mistico non può essere acquisito, perché è soprannaturale. È Dio stesso che fa sentire la sua presenza nell’anima interiore. La vista certa di Dio ivi ottenuta non è la stessa della luce della fede, sebbene sia fondata sulla fede. Il dono della saggezza è particolarmente usato in questo grado, come lo è in ogni grado di contemplazione. Secondo Scaramelli l’ufficio di questo dono, almeno in una certa misura, è quello di rendere Dio presente all’anima e tanto più presente come il dono è più abbondante. Alcuni autori dicono che questo non è da intendersi per il dono ordinario della saggezza che è necessariamente connesso alla grazia santificante ed è posseduto da ogni uomo giusto, ma della saggezza come uno dei carismi o delle grazie straordinarie dello Spirito Santo, specialmente concesso a anime privilegiate. sebbene sia fondato sulla fede. Il dono della saggezza è particolarmente usato in questo grado, come lo è in ogni grado di contemplazione. Secondo Scaramelli l’ufficio di questo dono, almeno in una certa misura, è quello di rendere Dio presente all’anima e tanto più presente come il dono è più abbondante. Alcuni autori dicono che questo non è da intendersi per il dono ordinario della saggezza che è necessariamente connesso alla grazia santificante ed è posseduto da ogni uomo giusto, ma della saggezza come uno dei carismi o delle grazie straordinarie dello Spirito Santo, specialmente concesso a anime privilegiate. sebbene sia fondato sulla fede. Il dono della saggezza è particolarmente usato in questo grado, come lo è in ogni grado di contemplazione. Secondo Scaramelli l’ufficio di questo dono, almeno in una certa misura, è quello di rendere Dio presente all’anima e tanto più presente come il dono è più abbondante. Alcuni autori dicono che questo non è da intendersi per il dono ordinario della saggezza che è necessariamente connesso alla grazia santificante ed è posseduto da ogni uomo giusto, ma della saggezza come uno dei carismi o delle grazie straordinarie dello Spirito Santo, specialmente concesso a anime privilegiate. è rendere Dio presente all’anima e tanto più presente come il dono è più abbondante. Alcuni autori dicono che questo non è da intendersi per il dono ordinario della saggezza che è necessariamente connesso alla grazia santificante ed è posseduto da ogni uomo giusto, ma della saggezza come uno dei carismi o delle grazie straordinarie dello Spirito Santo, specialmente concesso a anime privilegiate. è rendere Dio presente all’anima e tanto più presente come il dono è più abbondante. Alcuni autori dicono che questo non è da intendersi per il dono ordinario della saggezza che è necessariamente connesso alla grazia santificante ed è posseduto da ogni uomo giusto, ma della saggezza come uno dei carismi o delle grazie straordinarie dello Spirito Santo, specialmente concesso a anime privilegiate.

(I) All’inizio la preghiera di silenzio è data solo di volta in volta e poi solo per pochi minuti. (2) Ha luogo quando l’anima è già arrivata alla preghiera di raccoglimento e silenzio, o ciò che alcuni autori chiamano la preghiera della semplicità. (3) Un grado di preghiera non è uno stato definito escludendo il ritorno agli stati precedenti. (4) Spesso arriva il momento in cui la preghiera di silenzio non è solo molto frequente ma abituale. In questo caso accade non solo nel momento stabilito per la preghiera, ma ogni volta che il pensiero di Dio si presenta. (5) Anche allora è soggetto a interruzioni e alterazioni di intensità, a volte forti e talvolta deboli.

La preghiera del silenzio non impedisce completamente l’esercizio delle facoltà dell’anima. La sola volontà rimane prigioniera. L’intelletto e la memoria sembrano avere una maggiore attività per le cose di Dio in questo stato, ma non tanto per gli affari mondani. Possono anche sfuggire ai limiti del controllo e vagare su pensieri strani e inutili, e tuttavia la volontà, attratta dal fascino della presenza Divina, continua le sue delizie, non interamente in modo passivo, ma capace di suscitare fervidi affetti e aspirazioni. Per quanto riguarda i sensi del corpo, San Francesco di Sales ci dice che le persone durante la preghiera del silenzio possono ascoltare e ricordare le cose dette vicino a loro; e, citando S. Teresa, osserva che è una specie di superstizione essere così gelosa del nostro riposo da astenersi dal tossire, e quasi dal respirare per paura di perderlo. Dio, che è l’autore di questa pace, non ci priverà di esso per movimenti fisici inevitabili, o anche per vagabondaggi involontari dell’immaginazione. I frutti spirituali sono la pace interiore che rimane dopo il tempo della preghiera, la profonda umiltà, l’attitudine e la disposizione per i doveri spirituali, una luce celeste nell’intelletto e la stabilità della volontà nel bene. È con tali frutti che i veri mistici possono essere distinti e distinti dai falsi mistici.