La speciale assistenza degli Angeli Custodi quando abbiamo le tribolazioni

Nel fuoco l’oro deve deporre la sua scoria ed acquistare il suo lustro; di scorie di tribulazioni pur troppo ne è ripiena tutta la terra, {33[119]} e tutti abbiamo la nostra con noi. Epperò in tale fornace debbe ogni eletto avere il suo luogo; ma può animosamente entrarvi, sol che rifletta di non entrarvi solo; ma col suo buon Angelo. Nella fornace di Babilonia parve che soli entrassero i tre fanciulli; ma essi trovaronsi tutti in compagnia del buon Angelo, il quale fece sì, che quelle fiamme solo consumassero le catene onde i tre giovanetti erano legati, essi però liberi e snelli per entro vi passeggiassero, e quindi ne uscissero coi loro abiti totalmente illesi.

Così adopera il buon Angelo con noi tra le nostre afflizioni. Fa che solo si consumino i legami dei vizii, che ci terrebbero attaccati alla terra; gli abiti poi delle virtù nulla ne soffrano, anzi più preziosi divengano, più raffinati. Di più esso infonde nel cuor nostro dolce conforto, or nelle amanti offerte che fa a Dio delle presenti pene, or nelle lacrime stesse sulle passate colpe, or nelle proteste {34[120]} e risoluzioni d’una vita più santa e più regolata. Ed oh quante anime fortunate si perfezionano nel fuoco delle tribolazioni, e che di poi il loro Angelo presenta a Dio purificate, facendole piene di giubilo esclamare col profeta: Voi, o Signore, volete da me la prova di questo fuoco, ed io ve ne rendo grazie, perché dopo tal prova più non trovo in me le iniquità di prima! Oh felice e beato chi con dolce fiducia così conferisce alla dimestica col suo Angelo, e ne ode le voci, e ne siegue i consigli! Oh i gran passi di virtù e di merito! Oh bel trionfo del Santo Custode sul comun nemico. Non può non arder di rabbia il maligno spirito in veder le nostre lagrime cangiate dal nostro Custode in preziose gemme, ed il suo astio divenuto per noi strumento di eterna felicità.

Caro mio Angelo, che sì ben sapete volgere ogni tribolazione a vostra gioia, a mio bene ed a corruccio del nemico infernale, deh non mi abbandonate {35[121]} in tal tempo di maggior bisogno. Fate che dal dolore non resti mai vinta la mia pazienza. Dissipate le mie tenebre coi vostri lumi, e le mie angosce addolcite co’vostri conforti, sicché sappia io benedire le croci che Iddio mi manda, per goder poi perfette consolazioni in cielo per tutti i secoli.

PRATICA
Nelle molestie che vi converrà incontrare conversando tra gli uomini, specialmente d’indole e di costumi diversi dai vostri, animatevi a tollerarle anche per questo, cioè per goder poi senza fine la compagnia de’santi Angeli in cielo.

ESEMPIO
Fa molto a nostro ammaestramento il conforto che prestò l’Angelo Custode alla vergine s. Liduina nella lunga sua infermità. All’età di dieci anni cadde in una gravissima malattia; febbri ardenti, dolori acutissimi, {36[122]} piaghe per tutta la vita, ulceri, marciume la fecero vero ritratto del santo Giobbe. Sul principio parve ella alquanto disanimata; ma ricorrendo al suo Angelo Custode, provò ogni sorta di consolazioni dalle frequenti apparizioni che le faceva; « Non vi è cosa si acerba, diceva, che non divenga dolce quando vedo il mio Angelo, o penso alle sue parole. Egli è sì bello, che se Iddio non mi conservasse la vita, per più patire per suo amore, io a tal vista ne morrei per trasporto di gioia. Una sola sua occhiata mi strapperrebbe dal petto l’anima ed il cuore » Durò l’infermità di Liduina oltre trentotto anni, il di lei corpo era tutto roso dai vermi, e pressochè disfatto, ma ai rincoramenti del suo Angelo che le porgeva ognor sott’occhio la dolorosa passione del Salvatore, il premio eterno che a tali patimenti seguirebbe, tutto coraggiosamente soffrì, e tutte le tribolazioni, tutti i suoi dolori non {37[123]} servirono che a farla diventar più pura e santa. (Tom. da Kempis. Rainaldi).

Fonte: Il devoto dell’Angelo Custode (Don Bosco) – Speciale assistenza de’ Ss. Angeli nelle tribolazioni