La spiegazione nella Bibbia del ruolo degli Angeli Custodi

Nella Bibbia, gli angeli appaiono dal primo all’ultimo libro e se ne parla in più di trecento passaggi.

Nella Sacra Scrittura vengono nominati così di frequente che Papa Gregorio Magno non esagerava quando diceva: “La presenza degli angeli viene comprovata su quasi ogni pagina della Sacra Bibbia.” Mentre nei vecchi libri biblici gli angeli vengono nominati più raramente, diventano gradualmente una presenza di primo piano negli scritti biblici più recenti, nei profeti Isaia, Ezechiele, Daniele, Zaccaria, nel libro di Giobbe e in quello di Tobia. “Lasciano il loro ruolo di retroscena nel cielo per agire in primo piano sul palco terrestre: sono i servi dell’Altissimo nella gestione del mondo, le guide misteriose dei popoli, le forze sovrannaturali nelle lotte decisive, i bravi custodi persino umili degli uomini. I tre angeli più grandi sono descritti al punto che riusciamo a conoscerne i nomi e la natura: Michele il potente, Gabriele il sublime e Raffaele il misericordioso.”

Probabilmente, il graduale sviluppo ed arricchimento delle rivelazioni sugli angeli ha vari motivi. Secondo le teorie di Tommaso d’Aquino, gli antichi Ebrei avrebbero certamente divinizzato gli angeli se avessero colto pienamente il loro potere e la loro raggiante bellezza. A quell’epoca però, il monoteismo – che comunque fu unico in tutta l’antichità – non era abbastanza radicato nel popolo ebreo da escludere il pericolo del politeismo. Per questo motivo, la completa rivelazione angelica non poté avvenire che più tardi.

Inoltre, durante la cattività sotto gli Assiri e i Babilonesi, gli Ebrei avevano probabilmente conosciuto la religione di Zoroastro, in cui la dottrina degli spiriti benigni e maligni era molto sviluppata. Questa dottrina sembra aver stimolato molto l’immaginario degli angeli nel popolo ebreo e, visto che la rivelazione divina può svilupparsi anche sotto l’influenza di cause naturali, è anche probabile che le influenze extra-bibliche fossero le premesse delle rivelazioni divi-ne più profonde sugli angeli. Naturalmente è sbagliato cercare le origini della dottrina angelica della Bibbia semplice-mente nelle credenze spirituali assiro-babilonesi, come è altrettanto sbagliato ricondurre alla fantasia, senza esitazione, le immagini extra-bibliche degli angeli.

Con il suo libro “Gli Angeli”, Otto Hophan, teologo contemporaneo, ha contribuito molto alla migliore conoscenza degli angeli. “La convinzione della presenza di spiriti benigni e maligni, di un essere intermedio tra la suprema divinità e gli uomini, è talmente diffusa in quasi tutte le religioni e filosofie che ci deve essere un’origine comune, e cioè una rivelazione originale. Nel paganesimo, la credenza negli angeli si tra-sformò in quella negli dèi; ma è proprio “quel politeismo che in gran parte è soltanto il travisa-mento della credenza negli angeli