La strategia dell’Angelo Custode per farti essere un buon Cristiano

Il santo angelo ci invita all’a-more. L’uomo angelico crea l’atmosfera dell’amore. Dire “Non faccio niente per gli altri!” sarebbe come un’auto-condanna. Invece l’uomo angelico deve fare molto per il suo prossimo: amarlo giorno dopo giorno, come Dio ci ha amato. Cominciamo con numerosi piccoli pensieri, con i quali aiutiamo a creare l’at-mosfera dell’amore, dove si respira bene e si vive bene. Un’atmosfera di fiducia, di cordialità, di rispetto, di ascolto amorevole e di com-prensione. Guardiamoci nello specchio della coscienza:

è possibile vivere tranquilla-mente e felicemente accanto a me?

Gli altri si sentono a loro agio quando sono insieme a me? Gli altri si possono avvicinare facilmente a me?

Casa paterna – casa materna: implica la vita nell’amore del padre e della madre. “Guardate come si amano!” – Sembra una beffa, se si pensa a molte famiglie cristiane e molte comunità simili ad una famiglia. Padre Lippert disse una volta che anche nei con-venti era arrivato l’inverno e che si soffriva nei corridoi con-ventuali. Non dimentichiamo: la grandiosa basilica dell’amo-re si costruisce con le bagat-telle spensierate e le cose di tutti i giorni. L’amore è il sole che indora la cose più insigni-ficanti. Non è solo un’impres-sione, perché l’amore trasfor-ma veramente. L’amore è il più grande trasformatore di questo mondo. L’amore rende prezioso ogni pensiero, ogni parola e ogni azione. Solo questa pre-ziosità interessa il Dio dell’a-more.

Grazie al santo angelo scopria-mo direttamente e immutata-mente la somiglianza del pros-simo a Dio. Molti si esercitano come apostoli per altre perso-ne, ma dimenticano di guidare la propria famiglia con amore e pazienza. Alcuni seguono le anime sole per salvarle e non vedono che accanto a loro ci sono (forse già da anni) ango-scia e grande pena, a loro insaputa; e forse sono stati loro stessi a creare quella pena. L’amore crea vicinanza da quando il Dio dell’amore tramite l’incarnazione si avvi-cinò all’uomo. Altrimenti non è amore cristiano. Al giorno d’oggi dobbiamo curare al massimo tutte le forme d’amo-re personale e cioè l’amore fra-terno fra uomo e uomo. Tramite la benedizione “Urbi et Orbi” il Papa ci dona nel nome di tutti la sua parola e il suo amore paterno, che noi dob-biamo dare agli altri. Se rice-viamo l’augurio della pace, dobbiamo donare e creare la pace sotto il Suo sguardo misericordioso.

Anche quando il suo protetto deve sopportare delle ingiusti-zie, il santo angelo gli ricorda la corona di spine del nostro Signore e dice: “Se preghi per quest’uomo e dici: `Trasforma questo dolore e quest’umilia-zione in grazia e benedizione!’, ricevi una doppia grazia”. La tua anima mantiene la calma e la pace nel cuore e trasmette all’altro la grazia di rinunciare al suo piano. Il male va com-battuto con il bene. è quello che ci indica l’angelo: la predi-sposizione cristiana al perdo-no. Bisogna impedire la forma-zione di un muro insormonta-bile tra l’offensore e l’offeso. Se invece il muro è già forma-to, bisogna appoggiarci una scala. Ma l’offeso deve supe-rarlo da solo. E se non lo fa? Lasciate la scala al muro! Salutatelo ripetutamente (Non dovete togliervi tutto l’anno il cappello però). Ci sono anche altre possibilità: gli eventi in famiglia, le visite ai malati. Se proprio non vuole, rimane la preghiera. Chi prega entra nel-l’area dell’amore. Gli si apre la strada all’altare.

Il vescovo dr. Moser racconta: “A Stoccarda vive una fami-glia. Ogni venerdì il marito torna a casa ubriaco e tormen-ta moglie e figli e distrugge i mobili. Una sera di quelle, dopo essersi cambiato, cam-minando furioso nel corridoio guarda nella camera da letto e vede la moglie che porta a letto la bambina. Sente la mamma dire una preghiera: `E ora Margherita preghiamo il Padre nostro per il tuo buon padre’. Colpito come da un ful-mine, il padre entra nella camera e abbraccia la moglie e la bambina. Era diventato un altro uomo”.

“Pregate per coloro che vi odiano…!”

Una signora della casa di ripo-so scrisse: “Anche le suore della casa di riposo sono sol-tanto umane e soffrono a causa delle loro compagne. Così successe alla `piccola Teresa’ e anche – se ricordo bene – a Bernadette. Da alcune settimane c’è una nuova madre superiora e una nuova suora alla porta. Non so perché entrambe hanno fiducia in me. Prima, la suora della porta mi ha raccontato tutte le sue ansie. Ha passato 14 anni sul-l’isola di N. Non le piace stare qui. Non mi piaceva il suo modo di parlare, non può andare d’accordo né con la vecchia superiora né con le altre suore; per lei tutto è all’antica. Secondo lei, la mia suora preferita è un `coman-dante’ – ma invece è molto modesta. Critica tutto e tutti. Cosa dovevo dirle? Ho detto soltanto: ‘Cara suora, penso che ci sia una grande differen-za tra N. e H. Sull’isola di N.

c’erano dei bambini, qui ci sono delle persone anziane. Con il tempo si abituerà sicura-mente. Lo prenda come una piccola croce, La aiuterò a pre-gare.’ – L’altra suora invece mi confessò: la cara suora non mi ha ancora rivolto parola, ma sento che soffre nell’anima. Ma la suora dell’asilo nido attaccò: ci mancava proprio lei! Sembra che in tutti quegli anni non abbiamo fatto niente – che solo lei abbia lavorato. lo porto avanti l’asilo nido e la cappella. Lavoriamo abbastanza. Sono contenta di andare in ferie tra poco, perché non dovrò vede-re questa casa; lei intanto si accattiva le simpatie della superiora e la aizza contro dì noi. Ormai sono tre settimane che non parlo con lei…’ Cosa dovevo risponderle? ‘Sì’, dissi, ‘è dura per entrambe; dobbia-mo sopportarci a vicenda”.

Una signora si lamentò: la signora che abita sopra di me è troppo impertinente: ogni gior-no batte i suoi tappetini alla finestra sopra la mia e tutta la polvere arriva nella mia came-ra. è vietato farlo, ma non rispetta le regole del condomi-nio. Finora non ho detto niente per evitare tensioni e irritazioni, perché so come reagisce pro-prio quel tipo di persona; ma dentro di me sono furiosa per-ché la mia salute ne soffre. –

Ora ho letto nel Suo libro `Udienza da Gesù’: `Non bloc-chiamoci nei nostri rancori quando dobbiamo sopportare delle ingiustizie, ma teniamo d’occhio il bene di chi ha cau-sato queste ingiustizie a noi e chi ci ha ferito!’. Poi leggo: ‘è meglio subire delle ingiustizie che farle.’ E ancora: ‘Se ti pre-pari bene alla sofferenza agi-sci con più intelligenza e puoi raccogliere più meriti.’ Alla fine del capitolo c’è scritto: `Nel tuo nome voglio amare e onorare questa prova di pazienza, perché la sopporta-zione di pene e miseria nel tuo nome è la medicina per la mia anima’.

Il santo angelo ci spinge alla sincerità. Tutte le parole false sono come dei parassiti che escono dalla bocca quando uno parla. Sono una vera gioia per tutti i diavoli, ma un affan-no per i nostri santi angeli custodi. Spesso non ci rendia-mo nemmeno conto delle nostre bugie, partendo dalle semplici esagerazioni fino alla diffamazione cosciente. Ed ecco la prima risoluzione per noi: mai più una parola falsa! è davvero bello poter dire di un uomo: “Non dice mai una bugia, ci si può fidare di lui!”. La parola di un tale uomo è come una sorgente chiara e pura dove lo sguardo arriva fino al fondo, tutto è vero. Per questo motivo anche i santi angeli dicono: “è un uomo puro!”. Un uomo sincero è anche puro nei suoi pensieri, nelle parole e nelle opere. Ogni parola vera è come una buona semenza, che crescerà bene sul campo arato. Una parola falsa non può portare frutti buoni, perché è già ammalata e non può crescere bene. Al con-trario, può avere un brutto effetto e avvelenare e distrug-gere molto. E poi ci meraviglia-mo per una vendemmia magra, perché l’erba cattiva cresce meglio del grano. Non dimenti-chiamoci che il Signore giudica severamente i chiacchieroni: “Vi dico che nel giorno del Giudizio gli uomini dovranno rendere conto di ogni parola detta inutilmente”. Secondo Giacobbe, le chiacchiere sono come una fiamma che può causare un grande incendio. La nostra risoluzione deve essere: Rispettiamo la buona reputa-zione del prossimo e non scre-ditiamolo con l’invidia, con la gelosia e con la diffamazione!

Il nostro amore deve pregare: fammi vedere gli uomini con i tuoi occhi e amarli con il tuo cuore! Ricordiamoci: La misura dell’amore misericordioso per gli uomini è anche la misura dell’amore misericordioso che Dio ha verso di noi.

Diciamo solo parole vere! La nostra parola deve essere in armonia con i nostri pensieri. Essere meglio delle apparenze! Avere dietro l’apparenza la vera personalità.

Parliamo chiaro! Quello che diciamo deve venire dal profondo del nostro cuore buono. Allora la parola sarà spiritosa e fertile nel nostro prossimo.

Il santo angelo ci chiede il silenzio giusto. I santi angeli operano spesso inosservati, di nascosto e in silenzio. Si accontentano di vivere e ope-rare sotto gli occhi onniscienti di Dio. Tutte le cose importanti richiedono il silenzio e la calma. Possiamo dire le parole giuste soltanto se abbiamo imparato il silenzio giusto. Esiste il parlare taciturno e il silenzio eloquente. La capacità di tacere è l’organo più bello che Dio ama suonare. Se dob-biamo parlare, le parole vanno pronunciate con amore; e l’a-more non è possibile senza la calma interiore. Più importante del parlare con amore è il tace-re con amore. Dobbiamo esse-re pronti a cogliere la voce del Signore e a ricevere la grazia che Dio ci vuole concedere.

Ma dobbiamo prima far tacere tutte le tendenze sbagliate: la propensione alla rabbia, all’o-stinazione, a ogni tipo di fal-sità, alla disonestà ecc. … Solo in questo caso il nostro santo angelo custode ci può aiutare a raggiungere la vita eterna al cospetto di Dio e a conoscere la sicurezza del suo amore.

I sussurri seducenti del demo-nio si distinguono dal monito buono, ma non comodo, del-l’angelo: – Il demonio sussurra all’uomo: “Prendi la tua risolu-zione domani, non adesso; c’è ancora del tempo!

Aspetta domani per curare i malati e riposati oggi!

Fa’ domani il sacrificio dello sforzo per dominarti nelle parole o il silenzio, perché oggi devi soddisfare i tuoi desideri!

Perdona domani coloro che ti hanno offeso o ignorato, oggi sarebbe uno spreco di tempo! Rimanda la tua confessione a domani, oggi è ancora troppo presto per farlo!”

Chi con l’aiuto della luce chia-ra dell’angelo riesce a scoprire la tattica del demonio, sente che il consiglio del demonio impedisce all’uomo di realizza-re le sue risoluzioni e paralizza i suoi sforzi per la virtù.

Il santo angelo invece ci ricor-da sempre l’oggi. Dice: “Obbedisci oggi alle indicazio-ni che ti dò!

Esaudisci oggi fedelmente la volontà di Dio!

Fa’ oggi il sacrificio più difficile! Confessa il tuo fallimento oggi al Signore e chiedigli perdono! Perdona subito se qualcuno ti ha ferito o ignorato!

Cura oggi i malati pensando che lo stai facendo per il Signore!

Non piangere né il passato né il futuro, ma vivi nel presente che Dio ti regala!

E ricorda sempre il detto: ‘Non rimandare a domani quel che puoi fare oggi!”.

La nostra vita passa veloce-mente e all’improvviso è finita. Rimane la domanda: Chi ha vinto, l’angelo o il demonio? Lo dimostrano le opere compiute. Impegniamoci perché il nostro santo angelo porterà i ricchi frutti delle nostre opere buone davanti al trono del giudice di Cristo. Il giudice celeste dovrà poter dire a noi: “Io sono la tua immensa ricompensa.”