L’Angelo Custode e lo spirito della religiosità

Tra tutti i doni dello Spirito Santo, nessuno conferisce all’uomo tanto fascino e grazia quanto il dono della religiosità. Si dice delle anime caratteriz-zate dalla religiosità: “Le tue labbra sono segnate dalla gra-zia; Dio ti ha benedetto per tutti i tempi.”

Il mondo chiama `religiose’ persone che spesso sono sol-tanto caricature della vera reli-giosità: l’ipocrisia e il farisei-smo esteriore. La vera religio-sità si trova spesso solo nei minori, nei piccoli, nei servi e nei malati. Questi esseri sem-plici portano con prudenza e abnegazione silenziosa la luce che hanno ottenuto dal dono spirituale della religiosità. Spesso sono ciechi e la porta-no senza sapere quanto splen-dono al cospetto di Dio e degli angeli. Si abbandonano total-ntiente al destino, alle disposi-zioni e alla guida di Dio e sono fiduciosi che alla fine noi tutti saremo salvi nel cuore della madre che ci è stata data e che l’angelo di Dio ci guida e ci assiste. Il Redentore ci ha sollevato al di là della nostra natura, in uno stato soprannaturale in cui siamo partecipi della natu-ra divina. E allora siamo vera-mente figli di Dio e non solo perché siamo chiamati così o per la nostra natura, bensì per la grazia che ci è stata con-cessa.

Il dono della pietà, della reli-giosità o della beatitudine in Dio consiste nell’affetto cor-diale, innocente per Dio. Si distingue dalla venerazione di Dio. La venerazione è rivolta verso il Signore Altissimo, il Creatore di tutte le cose. è più seria. La pietà invece si rivolge a Dio come un padre. è più intima. Infonde all’anima lo spirito dell’amore innocente per Dio. Lui è lo spirito della filiazione. “Se non diventate come i bambini, non entrerete in paradiso”, disse Gesù ai suoi discepoli. E disse alla beata Maria Cecilia Baij: “Impegnati a seguire le istru-zioni che ho dato ai miei apo-stoli. Devi diventare bambina. Conserva sempre l’umiltà nel cuore, conduci una vita sem-plice, fidati di me, confessati con me in tutte le tue faccen-de! Imita semplicemente il bambino sulle ginocchia della madre! Presso di me troverai salvezza da tutti i tuoi nemici visibili e invisibili. Ti assicuro che ti assisterò sempre con le braccia aperte, ti accoglierò, ti difenderò e ti aiuterò in tutti i tuoi bisogni, siano essi spiri-tuali o temporali! Fidati di me, non dubitare mai della mia divina provvidenza, la mia assistenza e la mia immensa misericordia!” [Baij: ‘La vita interiore di Gesù’, vol. II, p. 698].

Il Signore si aspetta anche da noi la fiducia e l’amore di un bambino. Santa Teresa del Bambin Gesù lo aveva capito bene, perché dice: “Capisco molto bene che solo con l’a-more riusciamo a piacere a Dio e perciò io desidero quest’a-more come unico dono. Gesù desidera mostrarmi l’unica strada che porta al suo divino fuoco ardente; questa strada è la dedizione del piccolo bambi-no che si addormenta fiducio-so nelle braccia del padre. “Chi è semplice, entri qua!” (Pro 9, 4): queste sono le parole dello Spirito Santo espresse da Salomone e lo stesso Spirito disse anche: “I piccoli sono degni di compassione…” (Sap 6,6)… E, come se tutte queste promesse non bastassero, anche il profeta Isaia dice nel nome del Signore: ‘I suoi pic-coli saranno portati in braccio ed accarezzati sulle ginocchia. Come una madre consola suo figlio, così io consolerò voi’ (Is 66,12-13). O mia amata madri-na, dopo queste parole mi rimane solo il silenzio e le lacri-me per gratitudine e amore”. In un altro passo scrive: “Dio non ha bisogno delle nostre opere, ma solo del nostro amore, per-ché lo stesso Dio che dice che non verrà a dirlo a noi se avrà fame (Ps 49, 9-13) non esitò a chiedere un po’ d’acqua dalla samaritana… Ma quando disse: “Dammi da bere!” il Creatore dell’Universo chiese soltanto l’amore di una creatu-ra povera. Aveva sete d’amo-re…”.

In un’altra lettera ammette: “L’amore mi ha donato la chia-ve per la mia vocazione. Ho capito che anche la Chiesa possiede il dono più nobile in assoluto, pur essendo un corpo con molte membra; ho capito che la Chiesa ha un cuore e che questo cuore arde per amore. Vidi che solo l’amo-re può far andare avanti la Chiesa e, se dovesse spegner-si, gli apostoli non prediche-rebbero più il vangelo e i marti-ri si rifiuterebbero di spargere il proprio sangue… Capii che l’a-more include tutte le vocazioni, che racchiude in sé tutti i tempi e luoghi… che è eterno… Allora gridai con tutta la mia gioia: `O Gesù, amore mio, …finalmente ho trovato la mia vocazione; l’amore è la mia vocazione!” (Lettere a suor Maria del Sacro Cuore, settem-bre 1896, in: Teresa del Bambin Gesù: Scritti autobio-grafici, p. 192). Il dono della religiosità era molto sviluppato in Santa Teresa. Grazie ad esso, lo Spirito Santo dona al cuore la dolce capacità di comportarsi con Dio con amore fervido e innocente come il miglior figlio con il dei padri. Questo trasmette al prossimo lo spirito dell’amore fraterno, per-ché tutti gli uomini fanno parte della grande famiglia divina. Questa religiosità si sacrifica con grande altruismo per la salvezza corporale dell’uma-nità flagellata dalla povertà e dalle malattie e ancora di più per la salvezza di tante anime che si trovano su strade sba-gliate. Ecco un piccolo esem-pio dell’aiuto del santo angelo nei rapporti umani: “Quando avevo 15 anni, una maestra di scuola ce l’aveva con me. Anche nella pagella mi metteva un voto più basso rispetto alla media dei miei voti. Mio padre mi disse sempre di pregare l’angelo custode delle persone con cui abbiamo dei problemi. All’inizio mi rifiutai, ma dopo un po’ lo feci tutte le sere e conti-nuai a studiare con molto impegno per la materia di quel-la maestra. E, come per mira-colo, ricevetti il voto migliore nell’esame seguente; la mae-stra mi fece i complimenti davanti alla classe e in seguito non mi creò più problemi.”

Per concludere, alcune parole circa la liturgia cattolica: essa è profondamente caratterizzata dalla devozione infantile. Nello stesso tempo è seria e allegra e non presenta punti di oscu-rità e aridità. AI contrario, tra-spira grazia e fiducia cordiale.

Canta sempre perché ne sente continuamente il bisogno. La più bella espressione umana della devozione è il Magnificat. Cantiamolo con Maria dal profondo della nostra anima!