L’esperienza mistica di Santa Teresa di Lisieux con il suo Angelo Custode
Teresa crebbe in una famiglia molto devota agli Angeli. I suoi genitori ne parlavano spontaneamente in varie occasioni (cfr. Storia di un’anima I, 5 r°; lettera 120). E Paolina, la sua sorella maggiore, le assicurava ogni giorno che gli Angeli sarebbero stati con lei per sorvegliarla e proteggerla (cfr. Storia di un’anima II, 18 v°).
Nella sua rappresentazione “La fuga in Egitto” descrive a-spetti importanti dell’angelo custode. Qui la Beata Vergine di-ce a Susanna, la moglie di un brigante e madre del piccolo Dismas malato di lebbra: “Dalla sua nascita Dismas viene sempre accompagnato da un messaggero celeste che non lo lascerà mai. Come lui anche tu hai un angelo che ha il compito di sorvegliarti notte e giorno, è lui che ti ispira i pensieri buoni e le tue azioni virtuose.”
Susanna risponde: “Ti assicuro che nessuno, al di fuori di te, mi ha mai ispirato pensieri buoni e che, fino ad ora, non ho mai visto questo messaggero di cui tu parli.” Maria le assicura: “So bene che non lo hai mai visto perché l’angelo accanto a te è invisibile, ma ciò nonostante è realmente presente quanto me. Grazie alle sue ispirazioni celestiali tu hai sentito il desiderio di conoscere DIO e sai che è vicino a te. Tutti i giorni del tuo esilio terreno queste cose ti rimarranno un mistero, ma al-la fine dei tempi tu vedrai venire il FIGLIO di DIO sulle nubi accompagnato dalle sue legioni di Angeli (Atto 1°, Scena 5a). Così, Teresa, ci fa intendere che l’angelo di Dismas accompagnò fedelmente costui anche durante tutta la sua ‘carriera’ di brigante, che aveva intrapreso, e lo aiutò infine a riconoscere la divinità di CRISTO in croce e a suscitare in lui il desiderio di DIO in modo da aiutarlo a ‘rubare’, per così dire, il cielo e diventare così il buon ladrone.
Nella vita reale, Teresa incoraggiava sua sorella Céline ad abbandonarsi santamente alla provvidenza divina, implorando la presenza del suo Angelo Custode: “GESù ha posto al tuo fianco un angelo del cielo che ti protegge sempre. Ti porta sul-le sue mani affinché tu non inciampi in una pietra. Tu non lo vedi eppure è lui che da 25 anni protegge la tua anima facendole mantenere il suo splendore virgineo. E’ lui che allontana da te le occasioni di peccato … il tuo Angelo Custode ti copre con le sue ali e GESù, la purezza delle vergini, riposa nel tuo cuore. Tu non vedi i tuoi tesori; GESù dorme e l’angelo rima-ne nel suo silenzio misterioso; ciò nonostante essi sono presenti, insieme a Maria che ti avvolge con il suo manto…” (Lettera 161, 26 Aprile 1894).
A livello personale, Teresa, per non cadere in peccato, invocava al suo Angelo Custode la guida: “Mio santo Angelo.
Al mio Angelo Custode
Glorioso guardiano della mia anima, che splendi nel bel cielo del Signore come una fiamma dolce e pura vicino al trono dell’Eterno!
Tu scendi sulla terra per me e mi illumini con il tuo splendore.
Angelo bello, tu sarai mio fratello, mio amico, mio consolatore!
Conoscendo la mia debolezza mi conduci con la tua mano, e vedo che rimuovi con tenerezza ogni pietra dal mio cammino.
La tua voce dolce sempre mi invita a non rivolgere lo sguardo che al cielo.
Quanto più umile e piccola mi vedi tanto più raggiante sarà il tuo volto.
Oh tu, che attraversi lo spazio come un lampo ti supplico: vola sul luogo della mia dimora, accanto a loro che mi sono cari.
Asciuga le loro lacrime con le tue ali. Decanta la bontà di GESU’!
Racconta con il tuo canto che le sofferenze possono essere grazia e sussurra il mio nome! … Durante la mia vita breve voglio salvare i miei fratelli peccatori.
Oh, angelo bello della mia patria, regalami il tuo santo fervore!
Non ho altro che i miei sacrifici e la mia austera povertà.
Offrili, con le tue delizie celestiali, alla santissima Trinità!
A te il regno della gloria, a te le ricchezze dei Re dei re!
A me l’umile ostia del ciborio, a me della croce il tesoro!
Con la croce, con l’ostia e con il tuo aiuto celestiale attendo in pace dell’altra vita le gioie che dureranno per l’eternità.
(Poesie della Santa Teresa di Lisieux, pubblicate da Maximilian Breig, poesia 46, pag. 145/146)
Custode, coprimi con le tue ali, / illumina il mio cammino con il tuo splendore! /Vieni a condurre i miei passi, … aiutami, ti supplico!” (Poesia 5, verso 12) e protezione: “Mio santo Angelo Custode, coprimi sempre con le tue ali, affinché non mi ac-cada mai la disgrazia di offendere GESù” (Preghiera 5, verso 7).
Confidando nell’amicizia intima con il suo angelo, Teresa non esitava a chiedergli particolari favori. Per esempio scrisse a suo zio in lutto per la morte di un suo amico: “Mi affido al mio buon angelo. Io credo che un messaggero celeste assolverà bene questa mia richiesta. Lo invierò al mio caro zio con l’incarico di versare nel suo cuore tanta consolazione quanta la nostra anima è capace di accoglierne in questa valle di esilio…” (Lettera 59, 22 agosto 1888). In questo modo poteva an-che mandare il suo angelo a partecipare alla celebrazione della santa Eucaristia che il suo fratello spirituale, P. Roulland, un missionario in Cina, aveva offerto per lei: “Il 25 di dicembre non mancherò di inviare il mio Angelo Custode affinché egli ponga le mie intenzioni accanto all’ostia che Lei consacrerà” (Lettera 201, 1 nov. 1896).
Questa mediazione della preghiera è articolata più formalmente nella sua rappresentazione La Missione della pulzella di Orleans. Santa Caterina e santa Margherita affermano a Giovanna: “Bambina cara, nostra dolce amata compagna, la tua voce così pura è arrivata fino in cielo. L’Angelo Custode, che ti accompagna sempre, ha presentato le tue richieste al DIO Eterno” (scena 5a). L’arcangelo Raffaele non ha assicura-to a Tobia: “Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore.” (Tob 12,12)?
L’Angelo porta da DIO luce e grazia, in una parola, la Sua benedizione. Così santa Margherita promette a Giovanna: “Noi ritorneremo con Michele, il grande Arcangelo, per benedirti” (La missione della santa Pulzella d’Orleans, Scena 8a). Questa benedizione diventerà sorgente di forza e di perseveranza.
San Michele spiega a Giovanna: “Bisogna combattere prima di vincere” (Scena 10a). E quanto ha combattuto Giovan-na! Lei, in tutta umiltà, tirava fuori il coraggio dalla fede in DIO.
Quando arriva l’ora della sua morte, Giovanna, inizialmente, rifiuta l’idea di essere vittima di un tradimento. Però, san Gabriele le spiega che morire a seguito di un tradimento è di-venire più simile a Cristo, in quanto anche Lui è morto a causa di un tradimento. Giovanna allora gli risponde: “Oh Angelo bello! Quanto soave è la tua voce quando mi parli delle sofferenze di GESù. Queste tue parole fanno rinascere nel mio cuore la speranza …” (Lotta e vittoria della santa Pulzella d’Orleans, Scena-5a). Simili pensieri avranno certamente sostenuto santa Teresa durante le amare prove alla fine della sua vita.