L’ora di guardia: Devozione alla passione di Gesù

l’Ora di Guardia

per vegliare e pregare con Lui nella sua agonia e morte. Soltanto a Gesù, che rimanendo Dio si è fatto uomo per fare sua la nostra natura umana con le sue limitazioni ed i suoi disagi, è possibile immedesimarsi negli altri. Noi troviamo grande difficoltà e fatica a rivestire i panni altrui, specialmente a farsi carico della sua sofferenza. Perciò chi soffre, incompreso o compreso solo parzialmente, finisce per soffrire da solo. Il suo lamento è allora un’espressione profondamente umana, non solo di disagio fisico, ma più ancora di solitudine interiore.

Gesù stesso ha voluto sentire, con molta umanità, questa solitudine interiore e il bisogno di un garbato lamento, per attirare l’attenzione di chi si dichiara suo vero amico: “Così non siete riusciti a vegliare neppure una sola ora con me? Vegliate e pregate per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto ma la carne è debole!” (Mt 26, 4041 Mc 14, 38 Le 22, 40)

Vegliate e pregate un po’ con me! Questa esortazione, lamentando un certo disinteresse degli uomini per le sofferenze della Sua dolorosa Passione, Gesù l’ha rivolta a molte anime sante: a S. Margherita Maria Alacoque, a S. Maria Maddalena de’ Pazzi e altre. Si è anche rivolto, in modo apparentemente occasionale ma in realtà molto provvidenziale, alla Serva di Dio Madre M. Margherita Lazzari quando … , ma sentiamola dalle sue stesse parole:

«Uno degli ultimi Venerdì della quaresima dell’Anno Santo 1933, mi recai in parlatorio nel Monastero della Visitazione di S. Maria in Torino. Quel giorno mi intrattenni particolarmente con la Venerata Madre Assistente, la quale mi portò in dono per distribuire un pacchetto di immagini sacre, fra le quali vi era il quadrante della Passione di Gesù, appena visto il quale io esclamai: “Bisogna trovare delle anime che facciano queste ore!” Pensai subito di … far fare delle immagini, trovare delle persone che, per turno, anche nell’adempimento del loro dovere o nella fatica e sofferenza, si portassero in spirito presso Gesù e, considerando un mistero della Passione, a Lui si unissero e offrissero tutta l’ora con le sofferenze da Lui sostenute nell’ora corrispondente della Sua Passione».

Questa chiara ispirazione del Signore, già a lei preannunciata velatamente dal Beato don Filippo Rinaldi, suo confessore, divenne il suo carisma e sfociò nella fondazione dell’Istituto delle Suore Missionarie della Passione di N. S. G. C.

Madre M. Margherita Lazzari fu sempre instancabile apostola della diffusione dell’Ora di Guardia accanto a Gesù sofferente. Lasciò alle sue figlie spirituali il compito di allargare quanto più possibile il numero degli amici sinceri di Gesù, capaci di passare qualche tempo in preghiera con Lui, meditando le sofferenze della Sua Passione e riversandovi anche e soprattutto le proprie amarezze, fatiche e sofferenze.

L’invito è rivolto a tutti, nessuno escluso, perché essendo stati tutti redenti dalla Sua Passione, tutti sono chiamati ad amare Gesù. Nel Suo Sacro Cuore c’è posto per tutti!

Pratica di questa devozione

Chi volentieri intende fare propria questa devozione la può praticare in due modi, scegliendo quello che più gli è congeniale:

il 1° modo consiste nel dedicare alla meditazione delle sofferenze di Gesù nella Sua santa Passione due brevi momenti della giornata:

alla sera, in sintonia con le ore serali del Giovedì Santo e notturne del Venerdì Santo, trascorse da Gesù come vengono indicate nello specchietto “Orario della Passione” (dalle ore 18 alle 6 del mattino) ricordare brevemente (secondo il tempo disponibile), ma con vero sentimento di compassione, i Suoi tormenti: dal distacco dagli Apostoli nell’ultima cena al tradimento di Giuda (distacco dalle persone), dall’agonia nell’orto degli ulivi al rinnegamento di Pietro (mortifïcazione della sensibilità umana), dall’istituzione dell’Eucaristia alla condanna a morte (donazione totale di sé per amore) … e offrire a Dio Padre queste Sue grandi sofferenze, con le nostre piccole sofferenze quotidiane, recitando la Preghiera riportata più sotto.

al mattino, in sintonia con le ore diurne del Venerdì Santo trascorse da Gesù fino alla Sua sepoltura, come vengono indicate nello stesso specchietto (dalle ore 7 del mattino alle ore 17 della sera) ricordare brevemente (secondo il tempo disponibile), ma con vero sentimento di compassione, i Suoi tormenti: dal Suo iniquo processo alla preferenza per Barabba (sopportazione delle ingiustizie), dalle percosse all’incoronazione di spine (umiliazioni, grandezza dell’umiltà), dalla salita al Calvario alla deposizione nel sepolcro (rinunce, spogliamento di sé), dalla promessa del Paradiso al buon ladrone alla morte in croce (prezzo e premio dell’amore). Anche al mattino offrire a Dio Padre queste grandi sofferenze di Gesù, con le nostre piccole sofferenze quotidiane, recitando la Preghiera riportata più sotto.

il 2° modo consiste nel dedicare alla meditazione delle sofferenze di Gesù nella Sua santa Passione una o più ore della giornata (anche se non proprio di 60 minuti) così organizzate:

scegliere l’ora (o le ore) come viene (vengono) indicata/e nello specchietto “Orario della Passione”, e al principio di essa/e fissare nella mente l’episodio vissuto da Gesù in quel momento, meditando con sentita compassione sulle atroci sofferenze che l’hanno tormentato. Si possono alternare i pensieri con alcune giaculatorie come queste o simili: “Gesù umiliato per noi, facci comprendere e praticare una santa umiltà” “Gesù sofferente per noi, dacci la forza di sopportare per Te le nostre sofferenze” “Gesù che hai dato la vita per amore anche per i Tuoi nemici, insegnaci ad amare veramente i nostri amici e anche i nostri nemici”., ecc.

Offrire a Dio Padre, al termine dell’ora, queste grandi sofferenze di Gesù, con le nostre piccole sofferenze quotidiane, recitando la Preghiera riportata più sotto.

L’ora che non si dovrebbe mai dimenticare è quella della morte di Gesù, cioè le 15. In qualche chiesa, al venerdì, viene annunciata con il suono delle campane.

Avvertenze

L’ora (o le ore) può (possono) essere cambiatale ogni giorno delle settimana.

Si raccomanda a chi ne ha la possibilità di passare, almeno ogni tanto, l’ora (o il momento disponibile) in chiesa. Basta tuttavia meditare e pregare svolgendo il proprio lavoro, viaggiando, nei momenti di attesa. Le più gradite al Signore sono quelle passate nei disagi e nelle infermità perché più vicine a Lui e più preziose.