Marzo, mese dedicato a San Giuseppe

Pater noster – San Giuseppe, prega per noi!

La missione di San Giuseppe era di salvaguardare l’onore della Vergine, di esserle di aiuto nelle necessità e di custodire il Figlio di Dio, sino al tempo in cui questi si sarebbe manifestato al mondo. Esplicata la sua missione, poteva lasciare la terra ed andare in Cielo a ricevere il premio. La morte è per tutti e fu anche per il nostro Patriarca.

La morte dei Santi è preziosa al cospetto del Signore; quella di San Giuseppe fu preziosissima.

Quando avvenne il suo transito? Pare qualche tempo prima che Gesù cominciasse la vita pubblica.

E’ bello il tramonto di una splendida giornata; più bella fu la fine della vita del Custode di Gesù.

Nella storia di molti Santi si legge che fu loro preannunziato il giorno della morte. E’ da supporre che anche a San Giuseppe fosse stato dato questo preannunzio.

Trasportiamoci agli istanti della sua morte.

San Giuseppe giaceva sopra un tettuccio; Gesù stava da un lato e la Madonna dall’altro; invisibili schiere di Angeli erano pronte ad accoglierne l’anima.

Il Patriarca era sereno. Sapendo quali tesori lasciava sulla terra, Gesù e Maria, rivolse loro le ultime parole di amore, chiedendo perdono se avesse mancato in qualche cosa. Tanto Gesù quanto la Madonna erano commossi, perché di cuore delicatissimi. Gesù lo confortava, assicurandolo ch’egli era il prediletto tra gli uomini, che aveva compiuto sulla terra la volontà divina e che gli era preparata una grandissima ricompensa in Cielo.

Appena, spirata l’anima beata, avvenne nella casa di Nazareth ciò che avviene in ogni famiglia allorché scende l’Angelo della morte: il pianto ed il lutto.

Gesù pianse quando fu presso la tomba dell’amico Lazzaro, tanto che gli astanti dissero: Guarda come l’amava!

Essendo Egli Dio ed anche perfetto Uomo, il suo cuore provò il dolore della separazione e pianse certamente di più che non per Lazzaro, essendo maggiore l’amore che portava al Padre Putativo. Anche la Vergine versò le sue lacrime, come in seguito le versò sul Calvario alla morte del Figlio.

Il cadavere di San Giuseppe fu adagiato sul letto ed in seguito fu avvolto nel lenzuolo.

Furono certamente Gesù e Maria a compiere quest’atto pietoso verso colui che tanto li aveva amati.

I funerali furono modesti agli occhi del mondo; ma agli occhi della fede furono eccezionali; nessuno degl’imperatori ebbe al funerale l’onore che ebbe San Giuseppe; il suo corteo funebre, fu onorato dalla presenza del Figlio di Dio e della Regina degli Angeli.

San Girolamo e San Beda affermano che il corpo del Santo fu sepolto in un luogo tra la montagna di Sion ed il Giarlino degli Ulivi, nel medesimo posto dove poi venne deposto il corpo di Maria Santissima.

Esempio
Racconta un Sacerdote

Ero giovane studente e mi trovavo in famiglia per le vacanze autunnali. Una sera mio padre accusò un malessere; nella notte fu assalito da fortissimi dolori colici.

Venne il medico e trovò il caso assai grave. Per otto giorni si fecero diverse cure, ma invece di migliorare, le cose peggioravano. Il caso sembrava disperato. Una notte avvenne una complicazione e si temeva che mio padre morisse. Dissi a mia madre ed alle sorelle: Vedrete che San Giuseppe ci conserverà il padre!

L’indomani mattina portai una boccettina di olio in Chiesa, all’Altare di San Giuseppe, ed accesi la lampada. Pregai con fede il Santo.

Per nove giorni, ogni mattina, portavo l’olio e tosi la lampada testimoniava la mia fiducia in San Giuseppe.

Prima che finissero i nove giorni, mio padre era fuori pericolo; presto poté lasciare il letto e riprendere le sue occupazioni.

In paese si seppe il fatto e quando la gente vide mio padre guarito, disse: Se 1’è scappata questa volta! – Il merito fu di San Giuseppe.

Fioretto – Mettendoci a letto, pensare: Verrà giorno in cui questo mio corpo sarà disteso cadavere sul letto!

Giaculatoria – Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia!

 

Tratto da San Giuseppe di don Giuseppe Tomaselli

Il 26 Gennaio 1918, compiendo il sedicesimo anno d’età, mi recai alla Chiesa Parrocchiale. Il Tempio era deserto. Entrai nel Battistero e lì m’inginocchiai presso il Fonte Battesimale.

Pregai e meditai: In questo luogo, sedici anni or sono, fui battezzato e rigenerato alla grazia di Dio. Fui messo allora sotto la protezione di San Giuseppe. In quel giorno, fui scritto nel libro dei vivi; un altro giorno sarò scritto in quello dei morti. –

Sono ormai passati tanti anni da quel giorno. La giovinezza e la virilità sono trascorse nell’esercizio diretto del Ministero Sacerdotale. Quest’ultimo periodo della vita l’ho destinato all’apostolato della stampa. Ho potuto mettere in circolazione un discreto numero di libretti religiosi, ma mi sono accorto di una lacuna: a S. Giuseppe, di cui porto il nome, non ho dedicato alcuno scritto. E’ doveroso scrivere qualche cosa in suo onore, per ringraziarlo dell’assistenza datami sin dalla nascita e per ottenere la sua assistenza nell’ora della morte.

Non intendo narrare la vita di San Giuseppe, bensì fare pie riflessioni per santificare il mese che precede la sua festa.