Medjugorje: i veggenti sono credibili? Chi sono, la loro missione

Ho avuto l’opportunità di conoscere i veggenti di Medjugorje quando erano ancora dei ragazzi. Ora sono ormai uomini e donne formati, ognuno con una sua propria famiglia, eccetto Vicka che vive nella sua famiglia di origine, dedicando la sua giornata all’accoglienza dei pellegrini. Non vi è dubbio che il segno più eloquente della presenza della Madonna a Medjugorje siano proprio questi sei giovani ai quali ha chiesto molto, affidando loro una missione che per sua natura richiede una grande generosità. Qualsiasi persona di buon senso dovrebbe chiedersi come fanno sei ragazzi, fra loro diversi e ognuno con una vita propria, nonostante una cordialità di fondo che li unisce, a testimoniare per un tempo così lungo l’apparizione quotidiana della Madre di Dio, senza mai una contraddizione, senza smarrimenti e senza ripensamenti. A suo tempo furono fatti esperimenti scientifici, da parte di equipes di medici di chiara fama, che portarono all’esclusione di qualsiasi forma di allucinazione e confermarono l’inspiegabilità, sotto il profilo puramente scientifico, dei fenomeni legati alle apparizioni. Sembra che in un’occasione la Madonna abbia detto che tali sperimentazioni non erano necessarie. Effettivamente basta la semplice osservazione della normalità psicologica dei ragazzi, del loro equilibrio e di una progressiva maturazione umana e spirituale nel tempo per concludere che si tratta di testimoni del tutto attendibili.

Un proverbio inglese afferma che per conoscere bene una persona bisogna mangiarvi insieme un quintale di sale. Mi chiedo quanti sacchi di sale gli abitanti di Medjugorje abbiano consumato insieme a questi ragazzi. Non ho mai sentito una persona del posto dubitare di loro. Eppure quante mamme e quanti padri avrebbero desiderato che fosse un loro figlio o una loro figlia ad essere scelti come testimoni della Vergine Maria! In quale paese del mondo non ci sono rivalità, piccole gelosie e contrasti di interesse? Tuttavia nessuno a Medjugorje ha mai messo in dubbio che la Madonna abbia scelto questi sei e non altri. Fra i ragazzi e le ragazze di Medjugorje non ci sono mai stati altri candidati veggenti. Pericoli di questo genere sono caso mai venuti da fuori.

Bisogna dare atto soprattutto alle famiglie di Bijakovici, la frazione di Medjugorje da dove sono originari i veggenti, di aver accettato disciplinatamente le scelte della Gospa, come lì viene chiamata la Madonna, senza mormorazioni e senza mai metterle in discussione. Satana, per tessere i suoi tortuosi intrighi, ha dovuto sempre ricorrere a gente estranea, trovando impermeabile la gente del posto.

Il tempo che passa è un grande galantuomo. Se qualcosa non va, prima o poi viene alla luce. La verità ha le gambe lunghe e questo lo si vede esaminando con animo sereno un periodo che ormai si avvicina ai venti anni di apparizioni quotidiane. Si tratta fra l’altro dell’età più difficile della vita, quella dell’adolescenza e della giovinezza, dai quindici ai trent’anni. Età tempestosa soggetta alle evoluzioni più imprevedibili. Chi ha dei figli sa molto bene che cosa significhi.

Eppure i ragazzi di Medjugorje hanno percorso questo lungo cammino senza appannamenti o eclissi di fede e senza sbandamenti morali. Chi conosce bene i fatti sa quali pesi abbiano dovuto sopportare fin dall’inizio, quando il regime comunista li perseguitava in vari modi, pedinandoli, impedendo la salita alla montagna delle apparizioni e perfino cercando di farli passare per dei malati mentali. Si trattava in fondo solo di ragazzi. Pensavano fosse sufficiente intimidirli. Una volta ho assistito a un blitz della polizia segreta che portò via Vicka e Marija per un interrogatorio. Il clima dei primi anni era denso di minacce. L’incontro quotidiano con la Madre celeste è sempre stata la vera forza che li ha sostenuti.

A questo si aggiunga l’ostilità del vescovo del luogo, il cui atteggiamento, comunque lo si voglia valutare, ha rappresentato e rappresenta tuttora una croce pesante da portare. Una delle veggenti una volta mi ha detto, quasi piangendo: “Il vescovo afferma che io sono una bugiarda”. Conficcata nel fianco di Medjugorje resta una spina costituita dall’atteggiamento ostile di alcuni ambienti ecclesiastici e solo Dio sa perché nella sua sapiente regia ha voluto che la parrocchia, e in primo luogo i veggenti, portassero questa croce.

Sono stati anni di navigazione fra le onde di un oceano piuttosto agitato. Ma tutto questo è nulla di fronte alla fatica quotidiana dell’accoglienza dei pellegrini. Fin dai primi giorni delle apparizioni accorrevano a migliaia da tutta la Croazia e oltre. Poi incominciò la piena inarrestabile dei visitatori da ogni parte del mondo. A partire dalle prime ore del mattino le case dei veggenti erano assediate da ogni genere di persone che pregavano, interrogavano, piangevano e soprattutto speravano che la Madonna si chinasse sulle loro necessità.

A partire dal 1985 ho trascorso tutte le mie vacanze, un mese all’anno, a Medjugorje per aiutare alcuni veggenti nell’accoglienza dei pellegrini. Dal mattino alla sera questi ragazzi, e in modo particolare Vicka e Marija, accoglievano i gruppi, testimoniavano i messaggi, ascoltavano le raccomandazioni, pregavano insieme alla gente. Le lingue si mescolavano, le mani si intrecciavano, i biglietti di richieste per la Madonna si accumulavano, i malati supplicavano, i più esagitati, in primo luogo naturalmente gli italiani, quasi assalivano le case dei veggenti. Mi chiedo come le famiglie abbiano potuto resistere in mezzo a questo assedio incessante.

Poi, verso sera, quando la gente sciamava verso la chiesa, ecco finalmente il momento della preghiera e dell’apparizione. Una sosta corroborante senza la quale non si sarebbe potuto andare avanti. Ma poi ecco la cena da preparare, gli amici, i parenti e i conoscenti invitati a tavola da servire, i piatti da lavare e infine, quasi sempre, il gruppo di preghiera fino a notte inoltrata.

Quale giovane avrebbe potuto resistere a questo tipo di vita? Quale l’avrebbe affrontata? Chi non avrebbe perso il suo equilibrio psicologico? Eppure a distanza di anni ti trovi di fronte delle persone serene, calme ed equilibrate, certe di quel che dicono, umanamente comprensive, consapevoli della loro missione. Hanno i loro limiti e i loro difetti, per fortuna, ma sono semplici, limpidi e umili. Sono i sei ragazzi il segno primo e più prezioso della presenza della Madonna a Medjugorje.

I COMPONENTI DEL GRUPPO

Il primo giorno, il 24 giugno 1981, videro la Madonna in quattro: Ivanka, Mirijana, Vicka e Ivan. La vide anche Milka, la sorella di Marija, ma il giorno successivo ai primi quattro si aggiunsero Marija e Jakov; mentre Milka era al lavoro, e il gruppo tu così completo. La Madonna considera il 24, festa di San Giovanni Battista, un giorno di preparazione, mentre l’anniversario delle apparizioni va considerato il 25 giugno. A partire dal 1987 la Madonna ha incominciato a dare i messaggi ogni 25 del mese, quasi a sottolineare il particolare significato di questo giorno che ricorda le grandi festività dell’Annunciazione e del Natale. La Madre di Dio è apparsa sulla collina del Podbrdo ai cui piedi sorgono le case di Bijakovici, mentre i veggenti si trovavano sulla strada che ora molti pellegrini percorrono per recarsi al “Campo della vita” dei ragazzi di suor Elvira. La Madonna faceva loro cenno di avvicinarsi, ma essi erano paralizzati dal timore e dalla gioia insieme. Nei giorni successivi. Le apparizioni si spostarono verso il luogo attuale della montagna e, nonostante la pietraia e i fitti cespugli di pungentissime spine, gli incontri con la Madonna avvenivano a distanza ravvicinata, mentre un numero crescente di persone, contate a migliaia, faceva ressa intorno. Da quel 25 giugno il gruppo dei veggenti è rimasto immutato, anche se soltanto tre di loro hanno le apparizioni ogni giorno. Infatti, Mirijana dal Natale del 1982 ha cessato di avere le apparizioni quotidiane e incontra la Madonna ogni 18 marzo, giorno del suo compleanno.

A sua volta Ivanka incontra la Madonna ogni 25 giugno, essendo le visioni quotidiane terminate per lei il 7 maggio 1985. Jakov ha cessato le apparizioni quotidiane il 12 settembre 1998 e avrà l’apparizione della Madonna ogni Natale. Va comunque osservato che la Gospa si muove molto liberamente con i veggenti, nel senso che queste indicazioni non sono per lei vincolanti. A Vicka, ad esempio, ha chiesto per sei volte una pausa nelle apparizioni (quattro di quaranta e due di quarantacinque giorni), come sacrificio da offrire. Ho notato che i sei ragazzi scelti dalla Madonna, pur avendo fra loro contatti piuttosto rari ed essendo ormai disseminati in diverse parti del mondo, si sentono un gruppo compatto. Hanno molto rispetto l’uno per l’altro e mai li ho colti in contraddizione. Sono perfettamente consapevoli di vivere la medesima esperienza, anche se ognuno ha un suo modo personale di testimoniarla. A volte sono stati accostati ai sei veggenti delle persone del luogo con carismi di altra natura, come le locuzioni interiori. Si tratta di fenomeni fra loro molto diversi e che vanno le apparizioni quotidiane e incontra la Madonna tenuti distinti. La Chiesa d’altra parte si pronuncia sulle apparizioni, mentre non prende in esame la provenienza delle locuzioni interiori.

Non sono mancati neppure dei visionari che venivano da fuori, i quali pretendevano di unirsi ai ragazzi. Uno dei pericoli in cui possono incorrere i pellegrini ignari è che qualche personaggio di prestigio presenti come provenienti dalla Madonna di Medjugorje dei messaggi che attinge da ben altre fonti o da altri supposti veggenti, che nulla hanno a che fare con i sei ragazzi destinatari delle apparizioni. Una mancanza di chiarezza su questo punto da parte di chi sul posto ha il dovere di vigilare potrebbe nuocere alla causa stessa di Medjugorje.

La Madonna ha costantemente protetto i suoi sei “angeli”, come li chiamava nei primi tempi, e ha sempre impedito i tentativi abilmente studiati da satana, l’infaticabile falsario, di alterare il gruppo, aggiungendo o sostituendo i componenti. La Chiesa poi fin dall’inizio ha fatto chiarezza, in quanto il vescovo prima e la commissione della Conferenza episcopale croata poi, hanno limitato l’ambito della loro indagine alle testimonianze del gruppo formato dalla Madre di Dio il 25 giugno del 1981.

Su questo punto occorre avere idee molto chiare. Per il suo grande piano Maria ha scelto una parrocchia concreta e sei ragazzi che vi abitano. Queste sono le sue decisioni, che vanno rispettate, come d’altra parte dimostra di fare la gente del posto. Qualsiasi tentativo di cambiare le carte in tavola va ascritto all’eterno ingannatore che opera, come sempre, attraverso le ambizioni umane.

LA MISSIONE DEI SEI VEGGENTI

Frequentando i veggenti di Medjugorje ho potuto constatare la loro grande gioia, perdurante nel tempo, per essere stati scelti da Maria. Chi non lo sarebbe? Si rendono conto di aver ricevuto una grande grazia, ma nel medesimo tempo di portare sulle loro spalle una grossa responsabilità. Come a La Salette, a Lourdes e a Fatima, la Madre di Dio ha mostrato di scegliere i poveri, i piccoli i semplici per i grandi compiti. Il contesto sociale e familiare di queste apparizioni è molto simile. Si tratta di famiglie contadine di località poverissime, dove però è ancora viva una fede salda e sincera.

Ora la situazione sociale a Medjugorje è migliorata. L’afflusso dei pellegrini e la loro accoglienza nelle case ha portato un certo benessere. L’attività edilizia ha dato valore ai terreni. La maggior parte delle famiglie, comprese quelle dei veggenti, ha restaurato o costruito la propria abitazione. Casa e lavoro fanno parte del pane quotidiano che ogni cristiano chiede al Padre celeste.

La parrocchia ha notevolmente potenziato le sue strutture di accoglienza, grazie alle offerte dei pellegrini. Tuttavia il quadro d’insieme non è quello della ricchezza, ma di una vita dignitosa, dove l’unico lavoro a disposizione è legato ai pellegrinaggi.

All’inizio la situazione era molto diversa. Il contesto era quello di un duro lavoro contadino e di una grigia e stentata povertà. La Madonna ama scegliere in questi ambienti i suoi più preziosi collaboratori. Lei stessa era una piccola fanciulla di uno sconosciuto villaggio quando Dio le manifestò la sua predilezione. Rimane un mistero nascosto nel cuore di Maria perché il suo sguardo si sia posato su questa parrocchia e proprio su questi ragazzi.

Noi siamo portati a pensare che particolari doni si debbano meritare e che i loro destinatari siano dei prediletti. Quando riceviamo delle grazie o dei carismi speciali ci domandiamo: “Ma che cosa ho fatto io per meritarlo?”. Da quel momento ci guardiamo con altri occhi, cercando di scoprire meriti che non sapevamo di avere. In realtà Dio sceglie i suoi strumenti con sovrana libertà e in non poche occasioni prendendoli dalla spazzatura.

Grazie di questo tipo sono immeritate e il vero problema è quello di corrispondere con fedeltà e umiltà, nella consapevolezza che altri al nostro posto potrebbero fare meglio di noi. D’altra parte la Madonna stessa ha sottolineato in più occasioni che ognuno di noi ha un posto importante nel piano di Dio per la salvezza del mondo.

Alla domanda dei veggenti perché abbia scelto proprio loro, la Madonna ha risposto facendo loro capire che non erano né migliori né peggiori degli altri. Anche per quanto riguarda l’elezione dei parrocchiani la Vergine ha voluto sottolineare che li aveva scelti così come erano (24.05.1984), cioè con i loro aspetti positivi e negativi. In queste risposte sembra quasi affiorare il criterio della normalità. I ragazzi prescelti da Maria non erano neppure fra i più fervorosi sul piano della pratica religiosa. Molti altri frequentavano la chiesa più di loro. D’altra parte è noto che Bernadette era stata esclusa dalla prima comunione per carenze nella conoscenza del catechismo.

Sappiamo anche in quale modo sbrigativo i pastorelli di Fatima pregassero il rosario prima delle apparizioni. A La Salette la situazione è ancora più precaria, perché i due veggenti non recitano neppure le preghiere del mattino e della sera.

Chi riceve un compito riceve anche le grazie necessarie per adempierlo. La Madonna vede i cuori e sa trarre il meglio da ognuno di noi. Ai ragazzi di Medjugorje ha affidato una missione la cui ampiezza e importanza non si sono ancora pienamente manifestate. Non è mai accaduto in apparizioni pubbliche che la Vergine abbia chiesto un impegno così intenso e prolungato, tale da assorbire l’intera vita di una persona. Al passaggio cruciale del millennio saranno quasi due decenni che la Madonna chiede ai ragazzi di incontrarsi con lei ogni giorno e di testimoniare la sua presenza e il suo messaggio davanti al mondo.

Si tratta di un compito che esige fedeltà, coraggio, spirito di sacrificio, costanza e perseveranza. Ci chiediamo se questa straordinaria missione affidata a dei giovanissimi venga adempiuta bene. A questo riguardo la risposta è adulte, hanno risposto nel migliore dei modi. Dio non pretende da loro che pervengano a tappe forzate alle vette della santità. I due pastorelli di La Salette non saranno mai elevati agli onori degli altari. La loro vita è stata piuttosto travagliata. Essi però hanno perfettamente compiuto la loro missione nella più grande fedeltà, rimanendo leali fino alla fine alla loro testimonianza sul messaggio ricevuto.

Anche i santi hanno i loro difetti. Figuriamoci dei ragazzi ancora agli inizi del cammino spirituale. In questo tipo di missione contano due virtù fondamentali: l’umiltà e la fedeltà. La prima è la consapevolezza evangelica di essere dei servi inutili e difettosi. La seconda è il coraggio della testimonianza del dono ricevuto, senza mai rinnegano. I veggenti di Medjugorje, come li conosco io, pur con i loro limiti e difetti, sono umili e fedeli. Lo sa soltanto Dio quanto siano santi. Questo d’altra parte è vero per tutti. La santità è un lungo cammino che siamo chiamati a percorrere fino all’ultimo istante della vita.

Mi ha molto impressionato quanto i biografi raccontano di santa Giovanna d’Arco. Dopo che aveva evitato il rogo firmando un documento di abiura, d’altra parte sollecitato dal collegio ecclesiastico che la giudicava, “le voci” interiori dalle quali era guidata la ammonirono che se non avesse testimoniato la missione che Dio le aveva affidato si sarebbe perduta eternamente.

La Madonna può essere ben contenta degli adolescenti che si è scelta tanto tempo fa. Ormai sono persone adulte, padri e madri di famiglia, ma ogni giorno essi la accolgono e le rendono testimonianza davanti a un mondo spesso distratto, incredulo e irridente.

Qualcuno si chiede perché mai cinque dei sei testimoni delle apparizioni si siano sposati, mentre nessuno si è completamente consacrato a Dio secondo le vie ordinarie della Chiesa. Solo Vicka non si è sposata, dedicandosi a tempo pieno alla testimonianza dei messaggi, ma per quanto riguarda il suo futuro si affida completamente alla volontà di Dio, senza fare previsioni.

A questo riguardo va precisato che fin dai primi tempi delle apparizioni, ai veggenti che chiedevano consigli sulla scelta del proprio stato la Madonna ha risposto che sarebbe stato bene consacrarsi al Signore completamente, ma che tuttavia essi erano liberi di scegliere. Effettivamente Ivan andò in seminario, non riuscendo però a progredire a causa delle lacune negli studi. Marija a sua volta ha desiderato a lungo entrare in un convento, senza mai però avere la certezza interiore sulla via che Dio le indicava. Alla fine cinque su sei hanno scelto per il matrimonio, che è, non dimentichiamolo, una via ordinaria di santità, che oggi in modo particolare ha bisogno di testimoni. È un orientamento certamente previsto dal cielo e che, a ben pensarci, permette ai veggenti quella disponibilità ai piani di Maria di cui non potrebbero godere nelle rigide strutture della vita consacrata. Alla Madonna preme che i ragazzi da lei prescelti siano testimoni della sua presenza di fronte alla Chiesa e al mondo e la loro attuale situazione è probabilmente la più adatta allo scopo.