Miracolo grazie alla Madonna dello Scoglio. Ecco la testimonianza.

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Le testimonianze di grazie per intercessione della Madonna dello Scoglio e per le preghiere di fratel Cosimo sono migliaia, seriamente documentate e archiviate dalla Fondazione. Una delle più note è la seguente.

Rita Tassone è nata nel 1946, è madre di 4 figli e abita sulle montagne calabresi, non molto distante in linea d’aria dallo Scoglio.

Alla soglia dei trent’anni, Rita viene ridotta gradualmente all’immobilità da un’osteomielite tifoide con sarcoma osseo. La scienza non può nulla, la sostiene solo la sua grande fede. Per lenire i dolori lancinanti è necessaria la morfina. Dopo anni di lento calvario, finalmente nel 1981 il marito viene a conoscenza delle innumerevoli grazie e guarigioni che avvengono allo Scoglio. In lui si riaccende la speranza, così porta a Fratel Cosimo una fotografia della moglie. Questi gli risponde che la mano dell’uomo non può fare nulla, serve solo un miracolo, e precisa: «Se avrete un briciolo di fede, guarirà».

Da allora Michele non perde mai l’appuntamento del mercoledì e del sabato, per la preghiera animata da Fratel Cosimo e dalla sua comunità, finché nel 1982 decide di condurvi anche la moglie sulla sedia a rotelle, malgrado le sofferenze che il viaggio le procura. Passano gli anni e la situazione non cambia. Michele, segnato dalla prova, inizia una relazione con un’altra donna e pensa al divorzio, ma quando torna da Fratel Cosimo e gli chiede una benedizione, lui gliela nega: «Non meritate nessuna benedizio – risponde – questa donna ve l’ha mandata satana e dovete lasciarla. Se non lo farete, rovinerà voi e la vostra famiglia. La vostra povera moglie ne subirà in particolar modo le conseguenze. E tutti questi anni in cui siete venuto allo Scoglio, non vi gioveranno a nulla: non guarirà».

Allora Michele, facendosi coraggio, tronca la relazione e tra innumerevoli ostacoli, sofferenze e difficoltà, ogni settimana conduce Rita allo Scoglio. La donna è talmente grave che si teme la sua morte, ma Fratel Cosimo l’avverte: «Gesù vuole la vostra guarigione perché tanti cuori induriti ritornino a lui. Se voi accettate, ci sarà una grande lotta tra Gesù e satana, anche se alla fine vinceremo noi. Satana ve ne combinerà di tutti i colori. Pregate e abbiate fede».

Da quel momento il demonio si scatena.

L’8 agosto 1988 Rita sta molto male, non mangia più e chiede di andare allo Scoglio, perché si sente chiamata dalla Madonna. Il marito inzialmente rifiuta, ma il 13 agosto acconsente. Il viaggio è infernale e i dolori lancinanti. Più volte Michele è tentato di riportarla indietro.

Giunti presso lo Scoglio, Rita dice di vedere la Vergine Maria. Fratel Cosimo ne conferma la presenza e chiede all’ammalata: «Con quale intenzione siete venuta questa sera?» e lei risponde: «Se è possibile di ritornare a casa con i miei piedi».

«E pensate che Gesù possa fare questo?» prosegue. «Sì, solo Gesù può fare questo», afferma Rita convinta.

«Noi mettiamo la vostra fede alla prova. Se la vostra fede è forte, come voi dite, Gesù questa sera vi esaudirà».

Dopo queste parole, Fratel Cosimo prega su di lei e le dice: «In questo momento non sono io che ti parlo, ma è Gesù che ti ripete le stesse parole che ha detto al paralitico in Galilea: Alzati e cammina!».

Rita allora, sollevata da una forza misteriosa, inizia a camminare. Il marito vuole aiutarla, perché non si muove più da 13 anni e ha i muscoli atrofizzati. Teme che cada, ma Fratel Cosimo interviene: «Non la toccate, lasciate che Gesù compia la sua opera».

Rita scende i gradini, appoggia le mani sullo Scoglio delle apparizioni e prega. Poi risale la scalinata, entra nella cappella e sosta in preghiera davanti al quadro della Vergine Maria. Solo quando termina l’estasi, la donna si accorge del miracolo.

La notizia si diffonde rapidamente e la guarigione viene certificata dal suo medico curante. Oggi Rita, insieme a suo marito, è una volontaria dello Scoglio. Michele ricorda che ci sono voluti molti anni di fede, di sofferenza e preghiere, per strappare il miracolo, e esorta i pellegrini a coniugare la fede con la perseveranza: «Molti vengono qui una volta sola – afferma – pensando di tornare a casa guariti, e talvolta accade, ma non è sempre così. La nostra fede è stata messa a dura prova per anni, prima che il Signore ci concedesse la grazia».