Mirjana parla del suo incontro con Giovanni Paolo II

Domanda a Mirjana sul perché conosceremo i segreti tre giorni prima.

MIRJANA – Subito i segreti. I segreti sono segreti, e io penso che noi non siamo quelli che teniamo [probabilmente nel senso di “custodiamo”] i segreti. Io penso che Dio è quello che tiene i segreti. Prendo me come esempio. Gli ultimi medici che mi hanno esaminato, mi hanno ipnotizzato; e, sotto ipnosi, mi hanno fatto ritornare al tempo delle prime apparizioni nella macchina della verità. Questa storia è molto lunga. Per accorciare: quando ero nella macchina della verità potevano sapere tutto quello che volevano, ma sui segreti niente. Per questo io penso che Dio è quello che tiene i segreti. Il significato dei tre giorni prima si capirà quando Dio lo dirà. Ma io vi voglio dire una cosa: non credete a quelli che vi vogliono spaventare, perché una Mamma non è venuta sulla terra per distruggere i suoi figli, la Madonna è venuta sulla terra per salvare i suoi figli. Come può il Cuore di nostra Madre trionfare se i figli sono distrutti? Per questo la vera fede non è la fede che viene dalla paura; vera fede è quella che viene dall’amore. Per questo come sorella vi consiglio: mettetevi nelle mani della Madonna, e non preoccupatevi per niente, perché Mamma penserà a tutto.

Domanda: Ci puoi dire qualcosa del tuo incontro con Giovanni Paolo II?

MIRJANA – Quello è stato un incontro che io non dimenticherò mai nella mia vita. Sono stata a San Pietro con un sacerdote italiano insieme agli altri pellegrini. E il nostro Papa, santo Papa, passava e dava benedizione a tutti, e così anche a me, e stava andando via. Quel sacerdote lo ha chiamato, dicendogli: “Santo Padre, questa è Mirjana di Medjugorje”. E Lui è tornato di nuovo indietro e mi ha dato di nuovo la benedizione. Così ho detto al sacerdote: “Non c’è niente da fare, Lui pensa che ho bisogno di doppia benedizione”. Dopo, nel pomeriggio, abbiamo ricevuto una lettera con un invito a recarci l’indomani a Castel Gandolfo. La mattina dopo ci siamo incontrati: eravamo soli e in mezzo ad altre cose il nostro papa mi ha detto: “Se io non fossi Papa, già sarei venuto a Medjugorje. So tutto, seguo tutto. Proteggete Medjugorje perché è speranza per tutto il mondo; e chiedi ai pellegrini di pregare per le mie intenzioni”. E, quando il Papa è morto, dopo qualche mese è venuto qua un amico del Papa che ha voluto rimanere in incognito. Ha portato le scarpe del Papa, e mi ha detto: “Il Papa aveva sempre tanto desiderio di venire a Medjugorje. E io scherzando gli dicevo: Se tu non vai, porto le tue scarpe, così, in modo simbolico, camminerai anche tu su quella terra a cui vuoi bene così tanto. Così ho dovuto mantenere la promessa: ho portato le scarpe del Papa”.