Il mistero delle emografie di Natuzza Evolo

Don Pasquale Barone è stato parroco a Paravati mentre era in vita Mamma Natuzza. E’ stato quindi testimone diretto di tutti i fenomeni straordinari di cui la devota donna calabrese era depositaria. Racconta tutto in un volume dal titolo “Testimone di un Mistero”, e ai microfoni della popolare trasmissione televisiva “La strada dei Miracoli”, rivela quanto sa circa le stigmate e le emografie di Mamma Natuzza.

Il Presidente della Fondazione di Natuzza si sofferma sulle emografie di Natuzza: “Le emografie sono dei fazzoletti o delle garzine che lei poggiava su qualsiasi piaga che mandava sangue. Pensiamo alla piaga del polso: era molto umida di sangue, allora lei poggiava per tamponare questa uscita del sangue. E quando si apriva il fazzoletto, uscivano queste meraviglie”.

Successivamente descrive alcune emografie di Natuzza Evolo in particolare. Comincia col descrivere un fazzoletto su cui il sangue di Natuzza ha disegnato un cuore che si dissangua, sormontato dalla croce. All’interno del cuore si può scorgere distintamente un volto umano, al di sotto del quale si è formata la scritta “è Dio”. L’interpretazione che ne dà Don Pasquale Barone è la seguente: “bisogna amare l’uomo perchè l’uomo è nel cuore di Gesù”.

Segue la descrizione di un’altra emografia molto conosciuta, che presenta un calice sormontato da un’ostia, al centro della quale campeggia la scritta “Jesus Hominum Salvator” (Gesù salvatore degli uomini). Ai piedi del calice c’è un’altra scritta, più piccola, con due sole lettere: la “c” e la “i”, che sta per “Cor Jesus”. Anche in questo caso Don Pasquale fornisce una spiegazione: “nell’Eucaristia c’è il cuore di Gesù, cioè tutto l’amore possibile di Gesù per l’uomo”.

Una terza emografia di Natuzza, molto elaborata, disegna su un asciugamani bianco una specie di corona di spine. “In realtà è l’ingresso al tunnel della sofferenza, che ha la sua uscita nella luce. 12 stelle lungo questo percorso che una famiglia fa facendo riferimento al Cuore Immacolato di Maria. Difatti al vertice c’è la Madonna di Fatima sul leccio [una pianta]. E quindi la sofferenza è la via per arrivare alla luce”.