NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE, devozione potente

La Festa di Nostra Signora del Sacro Cuore è l’ultimo sabato di maggio

PRESENTAZIONE

“Volendo Dio misericordiosissimo e sapientissimo compiere la redenzione del mondo, ‘quando venne la pienezza dei tempi, mandò il suo Figliuolo, fatto da donna… affiché ricevessimo l’adozione in figliuoli’ (Gal 4, 4S). Egli per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo si incarnò per opera dello Spirito Santo da Maria Vergine.

Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato ed è continuato nella Chiesa, che il Signore ha costituita quale suo Corpo e nella quale i fedeli che aderiscono a Cristo Capo e sono in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la memoria innanzi tutto della gloriosa e sempre Vergine Maria, Madre del Dio e Signore Gesù Cristo” (LG S2).

E’ questo l’inizio del capitolo VIII della Costituzione “Lumen Gentium”; intitolato “La Beata Vergine Maria, Madre di Dio, nel mistero di Cristo e della Chiesa”.

Un po’ più avanti, il Concilio Vaticano II ci spiega la natura e il fondamento che deve avere il culto a Maria: “Maria, perché Madre santissima di Dio, che prese parte ai misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, dopo il Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini, viene dalla Chiesa giustamente onorata con culto speciale. Già fin dai tempi più antichi infatti la Beata Vergine è venerata col titolo di ‘Madre di Dio’ sotto il cui presidio i fedeli imploranti si rifugiano in tutti i pericoli e necessità. Soprattutto a partire dal Concilio di Efeso il culto del popolo di Dio verso Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione, secondo le di Lei profetiche parole: “Tutte le generazioni mi chiameranno beata, perché grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente” (LG 66).

Questa crescita di venerazione e amore ha creato “varie forme di devozione verso la Madre di Dio, che la Chiesa ha approvato entro i limiti della sana e ortodossa dottrina e secondo le circostanze di tempo e di luogo e l’indole e carattere proprio dei fedeli” (LG 66).

Così, nel corso dei secoli, sono fioriti, in onore di Maria, tanti e tanti appellativi diversi: una vera corona di gloria e di amore, con la quale il popolo cristiano presenta a Lei filiale omaggio.

Anche noi Missionari del Sacro Cuore siamo molto devoti di Maria. Nella nostra Regola è scritto: “Poiché Maria è intimamente unita al mistero del Cuore di suo Figlio, noi La invochiamo con il nome di NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE. Essa, infatti, ha conosciuto le insondabili ricchezze di Cristo; è stata ricolmata del suo amore; essa ci conduce al Cuore del Figlio che è la manifestazione dell’ineffabile benignità di Dio verso tutti gli uomini e la fonte inesauribile di un amore che fa nascere un mondo nuovo”.

E dal cuore di un umile e ardente sacerdote di Francia, il P. Giulio Chevalier, Fondatore della nostra Congregazione religiosa, che ha avuto origine questo titolo in onore di Maria.

L’opuscolo che presentiamo, vuole essere innanzitutto atto di gratitudine e di fedeltà a Maria SS.ma. Esso è destinato agli innumerevoli fedeli che, in ogni parte d’Italia, amano onorarLa con il nome di Nostra Signora del S. Cuore e a quanti ancora che speriamo altrettanto numerosi desiderano conoscere la storia e il significato di questo titolo.

I Missionari del Sacro Cuore

UN PO’ DI STORIA
Giulio Chevalier

15 marzo 1824: a Richelieu, nella Tóuraine, in Francia, da povera famiglia, nasce Giulio Chevalier.

29 maggio 1836: Giulio, dopo aver fatto la Prima Comunione, chiede ai genitori di entrare in seminario. La risposta è che la famiglia non ha alcuna possibilità di pagargli gli studi. “Ebbene, prenderò un mestiere qualsiasi, giacché è necessario; ma quando avrò messo da parte qualcosa, andrò a bussare alla porta di qualche convento. Chiederò di accogliermi per studiare e così realizzerò la vocazione.

Per cinque anni la bottega del signor Poirier, calzolaio di Richelieu, ha tra i garzoni un giovane che lavora intorno alle suole e alle tomaie dei suoi concittadini, ma ha la mente e il cuore rivolti ad un grande ideale.

1841: un signore offre al papà di Giulio un posto di guardiaboschi e dà la possibilità al giovane di entrare in seminario. E’ il Seminario minore della diocesi di Bourges.

1846: superati gli studi necessari, Giulio Chevalier entra nel Seminario maggiore. Il seminarista, seriamente impegnato nella sua formazione è colpito dal pensiero dei mali spirituali e temporali del suo tempo. La Francia, infatti, risentiva ancora dell’indifferenza religiosa seminata dalla Rivoluzione francese.

Un professore di teologia parla ai seminaristi del Cuore di Gesù. “Questa dottrina mi andò dritta al cuore. Più io me ne compenetravo, più ne gustavo”. Il “male moderno” come lo chiamava Giulio Chevalier aveva, dunque, il rimedio. Fu questa la sua grande scoperta spirituale.

Bisognava andare nel mondo, essere missionari dell’Amore di Cristo. Perché non creare, per raggiungere questo scopo, un’opera di missionari? Ma era questa la volontà di Dio? “Il mio spirito ritornava sempre su questo pensiero. Una voce, dalla quale non riuscivo a difendermi, mi diceva senza posa: Tu riuscirai, un giorno! Dio vuole quest’opera!…” Due seminaristi condividono, in quel momento, i suoi sogni. Maugenest e Piperon.

14 giugno 1853: con grande gaudio spirituale Giulio Chevalier riceve dal suo Vescovo l’ordinazione sacerdotale. “Celebrai la prima Messa nella cappellina dedicata alla Vergine. Al momento della consacrazione, la grandezza del mistero e il pensiero della mia indegnità mi penetrarono talmente che scoppiai in lacrime. Furono necessari gli incoraggiamenti del buon prete che mi assisteva per terminare il Santo Sacrificio”.

1854: dopo la permanenza in alcune parrocchie della diocesi, il giovane sacerdote riceve una nuova obbedienza dal suo Vescovo: coadiutore a Issoudun. Giuntovi, egli vi trova un altro giovane coadiutore: è l’amico Maugenest. E’ un segno che viene da parte di Dio?

I due amici si confidano. Si ritorna a parlare di un grande ideale. “E’ necessario che ci siano dei sacerdoti che si dedichino a questo grande scopo: far conoscere il Cuore di Gesù agli uomini. Essi saranno dei missionari: I MISSIONARI DEL SACRO CUORE.

La fondazione
Ma è veramente questo, quello che Dio vuole? I due giovani sacerdoti si raccomandano a Maria SS.ma con la promessa di onorarla in un modo particolarissimo nella futura Congregazione. Si inizia una novena. L’8 dicembre 1854, al termine della novena, qualcuno offre una bella somma, affinché si inizi un’opera per il bene spirituale dei fedeli della diocesi e delle diocesi vicine. E’ la risposta: è il natale della Congregazione dei Missionari del Sacro Cuore.

8 settembre 1855: Chevalier e Maugenest lasciano la casa parrocchiale e vanno ad abitare in una povera casetta. Hanno il permesso e la benedizione dell’Arcivescovo di Bourges. Così ha inizio il grande cammino… Poco dopo si unisce ai due anche Piperon.

Maggio 1857: P. Chevalier annuncia ai due Confratelli che nella loro Congregazione onoreranno Maria con il titolo di NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE! “Umile e nascosta nel principio, questa devozione rimase sconosciuta per diversi anni…”, come dice lo stesso Chevalier, ma era destinata a diffondersi in tutto il mondo. Bastò semplicemente farla conoscere. Nostra Signora del S. Cuore precedette e accompagnò i Missionari del S. Cuore ovunque.

1866: inizia la pubblicazione della rivista che è chiamata: “ANNALES DE NOTREDAME DU SACRECOEUR”. Oggi si pubblica in diverse lingue, in varie parti del mondo. La rivista diffonde la devozione al Sacro Cuore e a Nostra Signora del S. Cuore. Fa conoscere la vita e l’apostolato dei Missionari del S. Cuore. In Italia, gli “ANNALI” saranno stampati per la prima volta ad Osimo, nel 1872.

25 marzo 1866: P. Giulio Chevalier e il P. Giovanni M. Vandel, un santo sacerdote che da poco era entrato a far parte della Congregazione, depongono sull’altare della loro Messa il primo abbozzo di regolamento della PICCOLA OPERA DEL S. CUORE. Ideata dal P. Vandel, questa istituzione è stata madre di tante vocazioni. In essa la maggior parte dei Missionari del S. Cuore sono cresciuti nell’amore di Dio e delle anime.

30 agosto 1874: Il P. Chevalier fonda la Congregazione delle Figlie di N. Signora del S. Cuore. Nel futuro esse saranno collaboratrici, piene di dedizione e di sacrificio, dei Missionari del S. Cuore ed avranno un gran numero di opere autonome in tutte le parti del mondo.

16 aprile 1881: questa è una grande data per la piccola Congregazione. P. Chevalier, con grande coraggio, che è soltanto speranza in Dio, accetta la proposta fatta dalla S. Sede che offre l’apostolato missionario in Oceania, nei Vicariati apostolici, detti allora della Melanesia e della Micronesia. Per quelle terre, lontane e sconosciute, partono, il primo settembre di quell’anno, tre Padri e due Fratelli coadiutori.

1° luglio 1885: P. Enrico Verjus e i due Fratelli italiani Nicola Marconi e Salvatore Gasbarra mettono piede sulla Nuova Guinea. Ha inizio una grande stagione missionaria per la Chiesa e per i Missionari del S. Cuore.

3 ottobre 1901: Il P. Chevalier ha superato i 75 anni e non sta bene in salute. Egli lascia la carica di Superiore Generale a un suo confratello più giovane. Intanto, in Francia, si scatena la persecuzione antireligiosa. I Missionari del S. Cuore devono lasciare la Francia. P. Chevalier con alcuni pochi altri rimane a Issoudun, in quanto Arciprete.

21 gennaio 1907: la polizia forza la porta della casa parrocchiale di Issoudun e costringe P. Chevalier a lasciare la residenza. Il vecchio religioso viene portato a braccia nella casa di un devoto parrocchiano. Tutto intorno, la folla indignata grida: “Abbasso i ladri! Viva P. Chevalier!”.

21 ottobre 1907: a Issoudun, dopo così crudeli persecuzioni, confortato dagli ultimi sacramenti e circondato da amici e confratelli, P. Chevalier benedice per l’ultima volta su questa terra la sua Congregazione e affida la sua vita a Dio, dal cui Amore egli sempre si era lasciato guidare. La sua giornata terrena è conclusa. La sua opera, il suo cuore continuano nei suoi figli, per mezzo dei suoi figli.

Nostra Signora del Sacro Cuore
Ritorniamo, ora, indietro nel tempo fino ai primi anni della nostra Congregazione, e precisamente al maggio 1857. Ci è stata conservata la cronaca una testimonianza di quel pomeriggio in cui P. Chevalier, per la prima volta, aprì il suo cuore ai Confratelli sul modo che aveva scelto per adempiere il voto fatto a Maria nel dicembre 1854.

Ecco quello che si può ricavare dal racconto del P. Piperon il fedele compagno del P. Chevalier e suo primo biografo : “Spesso, nella bella stagione la primavera e l’estate del 1857 , seduti all’ombra dei quattro tigli del giardino, durante il tempo di ricreazione, il P. Chevalier tracciava sulla sabbia la pianta della Chiesa che egli sognava. La fantasia correva a briglia sciolta”…

Un pomeriggio, dopo un po’ di silenzio e con aria molto seria, egli esclamò: “Fra qualche anno, vedrete qui una grande chiesa e i fedeli che verranno da ogni paese”.

“Oh! rispose un confratello (proprio il P. Piperon che ricorda l’episodio) ridendo di cuore quando vedrò questo, griderò al miracolo e La chiamerò profeta!”.

“Ebbene, tu lo vedrai: puoi esserne sicuro!”. Qualche giorno dopo i Padri erano a ricreazione, all’ombra dei tigli, insieme ad alcuni sacerdoti diocesani.

P. Chevalier si sentiva ormai pronto a svelare il segreto che, da quasi due anni, portava in cuore. In questo tempo egli aveva studiato, meditato e soprattutto pregato.

Nel suo spirito c’era ormai il profondo convincimento che il titolo di Nostra Signora del S. Cuore, da lui “scoperto”, nulla contenesse che fosse contrario alla fede e che, anzi, proprio per questo titolo, Maria SS.ma avrebbe ricevuto nuova gloria e avrebbe portato gli uomini al Cuore di Gesù.

Perciò, in quel pomeriggio, del quale non conosciamo la data precisa, egli aprì finalmente il discorso, con una domanda che sembrava piuttosto accademica:

“Quando sarà costruita la nuova chiesa, non vi mancherà una cappella dedicata a Maria SS.ma. E con quale titolo la invocheremo?”.

Ognuno disse la sua: l’Immacolata, la Madonna del Rosario, il Cuore di Maria ecc. …

“No! riprese il P. Chevalier noi dedicheremo la cappella a NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE!».

La frase provocò, lì per lì, silenzio e perplessità generale. Nessuno aveva mai udito, tra i presenti, questo nome dato alla Madonna.

“Ah! Ho capito fece infine il P. Piperon è un modo per dire: la Madonna che è onorata nella chiesa del Sacro Cuore”.

“No! E’ qualche cosa di più. Noi chiameremo così Maria perchè, come Madre di Dio, essa ha un grande potere sul Cuore di Gesù e per essa noi possiamo andare a questo divin Cuore”.

“Ma è una novità! Non è lecito fare questo!”. “Novità! Meno di quanto voi pensiate…”.

Ne venne fuori una grossa discussione e P. Chevalier cercò di spiegare a tutti quello che egli intendeva. L’ora della ricreazione stava per terminare e P. Chevalier chiuse l’animata conversazione volgendosi scherzosamente al P. Piperon, il quale più degli altri si era mostrato, dubbioso: “Per penitenza scriverai intorno a questa statua dell’Immacolata (una statuetta che era nel giardino): Nostra Signora del S. Cuore, prega per noi!”.

Il giovane sacerdote obbedì con gioia. E fu il primo omaggio esterno reso, con quel titolo, alla Vergine Immacolata.

Che cosa intendeva, il P. Chevalier, con il titolo che aveva “inventato”? Voleva soltanto aggiungere alla corona di Maria un abbellimento puramente esteriore, o il termine “Nostra Signora del S. Cuore” aveva un contenuto, un significato più profondo?

La risposta dobbiamo averla soprattutto da lui. Ed ecco che cosa si può leggere in un articolo apparso sugli Annali francesi tanti anni fa: “Pronunciando il nome di N. Signora del S. Cuore, noi ringrazieremo e glorificheremo Dio di avere scelta Maria, tra tutte le creature, per formare nel suo grembo verginale il Cuore adorabile di Gesù.

Noi onoreremo specialmente i sentimenti di amore, di umile sottomissione, di rispetto filiale che Gesù ha portato nel suo Cuore per sua Madre.

Noi riconosceremo per mezzo di questo titolo speciale che riassume in qualche modo tutti gli altri titoli, il potere ineffabile che il Salvatore ha dato a Lei sul suo Cuore adorabile.

Noi supplicheremo questa Vergine compassionevole di guidarci al Cuore di Gesù; di rivelarci i misteri di misericordia e di amore che questo Cuore racchiude in sè; di aprire per noi i tesori di grazie di cui è la sorgente, di far discendere le ricchezze del Figlio su tutti quelli che La invocano e che si raccomandano alla sua potente intercessione.

Inoltre noi ci uniremo alla Madre nostra per glorificare il Cuore di Gesù e riparare con Lei le offese che questo divin Cuore riceve dai peccatori.

E infine, poiché il potere di intercessione di Maria è veramente grande, noi confideremo a Lei il buon esito delle cause più difficili, delle cause disperate, sia nell’ordine spirituale che nell’ordine temporale.

Tutto questo possiamo e vogliamo dire quando ripetiamo l’invocazione: “Nostra Signora del S. Cuore, prega per noi”.

Diffusione della devozione
Quando, dopo lunghe riflessioni e preghiere, aveva avuto l’intuizione del nuovo nome da dare a Maria, il P. Chevalier non aveva pensato sul momento se fosse possibile esprimere questo nome con una particolare immagine. Ma, in un secondo tempo, egli si preoccupò anche di questo.

La prima effigie di N. Signora del S. Cuore risale al 1891 ed è impressa su una vetrata della chiesa del S. Cuore a Issoudun. La chiesa era stata costruita in poco tempo per lo zelo del P. Chevalier e con l’aiuto di tanti benefattori. L’immagine prescelta era l’Immacolata (così come appariva nella “Medaglia miracolosa” di Caterina Labouré); ma ecco la novità in piedi, davanti a Maria, è Gesù, in età di fanciullo, mentre mostra il suo Cuore con la sinistra e con la destra indica la Madre sua. E Maria apre le braccia accoglienti, quasi per stringere a sé in un unico abbraccio il Figlio suo Gesù e tutti gli uomini.

Nel pensiero del P. Chevalier, quest’immagine simboleggiava, in maniera plastica e visibile, il potere ineffabile che Maria ha sul Cuore di Gesù. Gesù pare che dica: “Se volete le grazie di cui il mio Cuore è la sorgente, rivolgetevi a mia Madre, essa ne è la tesoriera”.

Si pensò, allora, di stampare delle immaginette con la scritta: “Nostra Signora del Sacro Cuore, prega per noi!” e se ne iniziò la diffusione. Ne fu spedito un certo numero nelle varie Diocesi, altre furono diffuse personalmente dal P. Piperon, in un grande giro di predicazione.

Un vero bombardamento di domande si rovesciò sugli infaticabili Missionari: “Che significa Nostra Signora del S. Cuore? Ove si trova il santuario a Lei dedicato? Quali sono le pratiche di questa devozione? C’é un’Associazione che abbia questo titolo?” ecc. … ecc. …

Era ormai venuta l’ora di spiegare per iscritto quanto era richiesto dalla pia curiosità di tanti fedeli. Fu preparato, perciò, un umile opuscoletto dal titolo “Nostra Signora del S. Cuore” pubblicato nel novembre 1862.

Alla diffusione di queste prime notizie concorse anche il numero del maggio 1863 del “Messager du SacréCoeur” dei PP. Gesuiti. Era stato il P. Ramière, Direttore dell’Apostolato della Preghiera e della rivista, a chiedere di poter pubblicare quanto il P. Chevalier aveva scritto.

L’entusiasmo fu grande. La fama della nuova devozione corse ovunque per la Francia e ne superò presto i confini.

E’ qui da notare che l’immagine fu poi cambiata nel 1874 e per desiderio di Pio IX in quella che oggi è da tutti conosciuta e amata: Maria, cioè, con il Bambino Gesù in braccio, nell’atto di svelarne il Cuore ai fedeli, mentre il Figlio indica ad essi la Madre. In questo duplice gesto è mantenuta intatta l’idea fondamentale concepita dal P. Chevalier e già espressa dal tipo più antico, rimasto a Issoudun e in Italia per quello che ne sappiamo soltanto ad Osimo.

A Issoudun cominciavano ad arrivare dalla Francia i pellegrini, attratti dalla nuova devozione a Maria. L’affluenza sempre crescente di questi devoti rese necessaria la collocazione di una piccola statua: non si poteva pretendere che essi continuassero a pregare Nostra Signora davanti a una vetrata! Fu poi necessaria la costruzione di una grande cappella.

Crescendo l’entusiasmo e per sollecitazione insistente degli stessi fedeli, P. Chevalier e i confratelli decisero di chiedere a Papa Pio IX la grazia di poter solennemente incoronare la statua di Nostra Signora. Fu una festa grandiosa. L’8 settembre 1869, ventimila pellegrini affluirono a Issoudun, guidati da trenta Vescovi e da circa settecento sacerdoti e celebrarono il trionfo di N. Signora del S. Cuore.

Ma la fama della nuova devozione aveva varcato molto presto i confini della Francia e si era diffusa un po’ dovunque in Europa ed anche oltre Oceano. Anche in Italia, naturalmente. Nel 1872, già ben quarantacinque Vescovi italiani l’avevano presentata e raccomandata ai fedeli delle loro Diocesi. Prima ancora di Roma, Osimo divenne il centro principale di propaganda e fu la culla degli “Annali” italiani.

Poi, nel 1878, i Missionari del S. Cuore, richiesti anche da Leone XIII, acquistarono la chiesa di S. Giacomo, in Piazza Navona, chiusa al culto da più di cinquant’anni e così Nostra Signora del S. Cuore ebbe il suo Santuario in Roma, riconsacrato il 7 dicembre 1881.

Ci fermiamo a questo punto, anche perchè noi stessi non siamo a conoscenza dei tanti luoghi d’Italia ove è arrivata la devozione a Nostra Signora. Quante volte abbiamo avuto la lieta sorpresa di trovarne (immagine in città, paesi, chiese, dove noi, Missionari del Sacro Cuore, non eravamo mai stati!

SIGNIFICATO DELLA DEVOZIONE A NOSTRA SIGNORA DEL S. CUORE
1. Il Cuore di Gesù

La devozione al Cuore di Gesù ha avuto il suo grande sviluppo nel secolo scorso e nella prima metà di questo secolo. Negli ultimi venticinquetrenta anni, a questo sviluppo è subentrata come una pausa. Pausa che, però, è stata di riflessione e di nuovo approfondimento, al seguito della Enciclica “Haurietis aquas” di Pio XII (1956).

Si deve dire che la diffusione “popolare” di questa devozione è, senza dubbio, legata alle rivelazioni che ebbe S. Margherita Maria Alacoque e, nello stesso tempo, all’attività di tanti zelatori, soprattutto dei PP. Gesuiti, iniziatore il P. Claudio de la Colombière, direttore spirituale di S. Margherita Maria. Tuttavia, la sua “radice”, il suo fondamento, è antico, antico quanto il Vangelo, anzi potremmo dire antico quanto è antico Dio. Perché essa ci porta a riconoscere il primato eterno dell’amore di Dio su tutte le cose e per l’uomo, reso visibile nella persona di Cristo. Di questo amore il Cuore di Gesù è la sorgente. Ciò di cui ci ha voluto avvertire Giovanni, richiamandoci alla scoperta del “cuore trafitto” (Gv 19, 3137 e Zc 12, 10).

Infatti il gesto del soldato, sul piano della cronaca, appare una circostanza di importanza molto relativa. Ma l’evangelista, illuminato dallo Spirito, vi legge invece un simbolismo profondo, vi scorge come il culmine del mistero della redenzione. Così, per la guida della testimonianza di Giovanni, questo evento diventa oggetto di contemplazione e motivo di risposta.

Il Salvatore dal cuore trafitto e dal cui costato sgorgano sangue ed acqua, è veramente la suprema manifestazione dell’amore redentore, l’atto con cui il Cristo, attraverso il dono totale di sé al Padre, compie la nuova alleanza nell’effusione del suo sangue…, e insieme è la suprema manifestazione della volontà salvifica, ossia dell’amore misericordioso di Dio che, nel suo unigenito, attira a sé i credenti, perché anch’essi, per il dono dello Spirito, diventino “uno” nella carità. E così il mondo creda.

Dopo un lungo periodo di tempo, in cui lo sguardo contemplativo verso il vuore di Gesù è stato riservato alla “élite” spirituale della Chiesa (ricordiamo tanto per fare qualche nome tra i più illustri S. Bernardo, S. Bonaventura, S. Matilde, S. Gertrude…), questa devozione ha fatto come irruzione tra i comuni fedeli. Questo è avvenuto dopo che, in seguito alle rivelazioni a S. Magherita Maria, la Chiesa ha ritenuto possibile ed utile farne partecipi anch’essi.

Da allora, la devozione al Cuore di Gesù ha contribuito sensibilmente ad avvicinare i cristiani ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia, in definitiva a Gesù e al suo Vangelo. Oggi, però, si cerca in un piano di rinnovamento pastorale di mettere in seconda linea tutte quelle forme della devozione che appaiono più emotive e sentimentali, per ritrovare soprattutto i grandi valori che sono in realtà richiamati e proposti dalla spiritualità del Cuore di Cristo. Valori che come afferma Pio XII nella sua enciclica si trovano eminentemente nella Scrittura, nei commenti dei Padri della Chiesa, nella vita liturgica del Popolo di Dio, più che nelle rivelazioni private. Si ritorna, così, alla centralità della persona di Cristo, il “Salvatore dal cuore trafitto”.

Più che di devozione al “Sacro Cuore”, perciò, si dovrebbe parlare di culto, di amorosa dedizione al Signore Gesù, il cui cuore ferito è simbolo e manifestazione di un amore eterno che ci cerca e realizza per noi opere meravigliose fino a una morte sulla Croce.

Si tratta, insomma, come abbiamo detto sin dall’inizio, di riconoscere ovunque il primato dell’amore, dell’amore di Dio, di cui il Cuore di Cristo è manifestazione e insieme per quello che riguarda l’opera della redenzione la sorgente. Orientando la propria vita su questa contemplazione di Cristo, considerato nel mistero del suo amore redentore e santificatore, diventa facile leggere tutto l’amore infinito, gratuito di Dio che, nel Cristo si rivela e si dona a noi. E diventa facile leggere tutta la vita cristiana come vocazione e impegno di rispondere a questa “misericordia” amando Dio e i fratelli.

Il Cuore di Gesù trafitto è la “strada” che ci porta a queste scoperte, è la sorgente che ci dona lo Spirito Santo, il quale ci rende possibile realizzarle poi nella nostra vita.

2. Fondamento della devozione a Nostra Signora del S. Cuore

Paolo VI, a chiusura del terzo periodo del Concilio, nel proclamare Maria “Madre della Chiesa”, ebbe a dire: “Soprattutto desideriamo che sia posto chiaramente in luce come Maria, umile serva del Signore, è tutta relativa a Dio e a Cristo, unico Mediatore e Redentore nostro… La devozione a Maria, lungi dall’essere fine a se stessa, è mezzo invece essenzialmente ordinato ad orientare le anime a Cristo e così congiungerle al Padre, nell’amore dello Spirito Santo”.

Si deve ben comprendere che cosa vuole dire il grande e indimenticabile Papa. Maria non è, né può essere, per il popolo cristiano, un “assoluto”. Solo Dio lo è. E Gesù Cristo è l’unico Mediatore tra noi e Dio. Tuttavia, Maria ha un posto del tutto particolare, singolare nella Chiesa, in quanto è “tutta relativa a Dio e a Cristo”.

Questo vuole dire che la devozione alla Madonna è mezzo privilegiato, specialissimo, per “orientare le anime a Cristo e così congiungerle al Padre nell’amore dello Spirito Santo”. La premessa ci permette di concludere che, come del mistero di Cristo fa parte il mistero del suo Cuore, così nel mistero di Maria rientra il fatto che Essa è mezzo privilegiato e specialissimo per orientare i fedeli al Cuore del Figlio.

E come il mistero del Cuore trafitto di Gesù è la manifestazione ultima e massima dell’amore di Cristo per noi e dell’amore del Padre che ha donato il Figlio per la nostra salvezza, così possiamo dire che Maria è il mezzo particolarissimo voluto da Dio per farci conoscere in tutta “l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità” (cfr. Ef 3, 18) il mistero dell’amore di Gesù e dell’amore di Dio per noi. Nessuno, infatti, meglio di Maria, conosce ed ama il Cuore del Figlio: nessuno meglio di Maria, può portarci a questa ricca fonte di grazia.

E’ proprio questo il fondamento della devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore, così come è stata intuita dal P. Chevalier. Egli, dunque, dando tale appellativo a Maria, non intese trovare per Lei un nome nuovo e poi basta. Egli, scavando nelle profondità del mistero del Cuore di Cristo, ebbe la grazia di comprendere la parte mirabile che in Esso ha la Madre di Gesù. Il nome, il titolo di Nostra Signora del Sacro Cuore si deve considerare, anzi, la conseguenza di questa scoperta.

Per conoscere a fondo questa devozione è, perciò, necessario esaminare con attenzione ed amore i vari aspetti del rapporto che lega Maria al Cuore di Gesù e, naturalmente, a tutto quello di cui questo Cuore è simbolo.

3. Legittimità di questa devozione

Se si è ben capito il fondamento di questa devozione, non si ha alcun dubbio sulla legittimità del suo valore dottrinale e del suo interesse pastorale. Perché è nostro dovere chiederci: dopo tutte le precisazioni che dal Vaticano II prima e dalla “Marialis cultus” (Esortazione di Paolo VI 1974) dopo, sono venute al popolo cristiano sulla vera devozione a Maria, è ancora permesso onorarLa con il titolo di Nostra Signora del S. Cuore?

Ora, la dottrina ben precisa che ci viene dal Vaticano II è che ogni vera devozione a Maria deve essere fondata sulla relazione che c’è tra Maria e il Cristo. “Le varie forme di devozione verso la Madre di Dio che la Chiesa ha approvato… fanno sì che mentre è onorata la Madre di Dio, il Figlio, al quale sono volte tutte le cose e nel quale ‘piacque all’Eterno Padre di far risiedere tutta la pienezza’ (Col 1, 19), sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti” (LG 66).

Ebbene, la devozione a Nostra Signora del S. Cuore è tale sia per il suo stesso nome sia soprattutto per il suo contenuto da unire sempre Maria a Cristo, al suo Cuore, e da condurre a Lui, per mezzo di Lei, i fedeli.

Dal canto suo, Paolo VI, nella “Marialis cultus”, ci dà le caratteristiche di un autentico culto mariano. Non potendoci qui dilungare a verificarle una per una, ci limitiamo a riportare la conclusione di questa esposizione del Papa, ritenendo che sia già sufficientemente esplicativa: “Aggiungiamo che il culto alla Beata Vergine ha la sua ragione ultima nell’insondabile e libera volontà di Dio, il quale, essendo eterna e divina carità, tutto compie secondo un disegno di amore: egli l’amò e in lei operò grandi cose, l’amò per se stesso e l’amò anche per noi la donò a se stesso e la donò anche a noi” (MC 56).

Confrontando queste parole con quello che è stato detto e con quello che ancora si dirà nelle pagine seguenti ci sembra che si possa dire in tutta verità che la devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore non è “uno sterile e passeggero sentimentalismo” oppure “una certa quale vana credulità”, ma al contrario illustra “rettamente gli uffici e i privilegi della beata Vergine, i quali sempre hanno per fine Cristo, origine di tutta la verità, la santità e la devozione” (cfr. LG 67).

La devozione a Nostra Signora del Sacro Cuore appare attuale, solida, ricca di valori cristiani fondamentali. Ci dobbiamo rallegrare e dobbiamo ringraziare Dio di aver ispirato il P. Chevalier e di averci concesso così di poter invocare sua Madre con questo titolo così teologicamente giusto, apportatore di speranza e capace di orientare veramente e rinnovare la nostra vita, cristiana.

4. Glorificazione di Dio e ringraziamento

Il primo atto a cui siamo invitati, onorando Maria con il nome di Nostra Signora del Sacro Cuore, è l’adorazione e la glorificazione di Dio che, nella sua bontà infinita e nel suo disegno di salvezza, ha scelto Maria, nostra sorella, perchè nel suo grembo, per opera di Spirito Santo, venisse formato il Cuore adorabile di Gesù.

Questo cuore di carne, di carne come il cuore di ogni uomo, era destinato a racchiudere in sè tutto l’amore di Dio per noi e tutta la risposta di amore che Dio si attende da noi; per questo amore doveva essere trafitto, come segno incancellabile di redenzione e di misericordia.

Maria fu prescelta da Dio, in vista e per i meriti del Figlio di Dio e Figlio suo; per questo fu adornata di doni, tanto da poter essere chiamata la “piena di grazia”. Con il suo “sì” ha aderito totalmente alla volontà di Dio, divenendo la Madre del Salvatore. Nel suo seno è stato “tessuto” (cfr. Sal 138, 13) il corpo di Gesù, nel suo seno ha cominciato a battere il Cuore di Cristo, destinato ad essere il Cuore del mondo.

Maria “piena di grazia” è per sempre un rendimento di grazie. Lo dice il suo “Magnificat”. Unendoci a tutte le generazioni che la proclameranno beata, siamo invitati a contemplare nel silenzio e a conservare nel nostro cuore le meraviglie compiute da Dio, con Maria adorandone i disegni misteriosi e amabili, con Maria glorificando e ringraziando. “Come sono grandi le tue opere, Signore: tutto hai fatto con sapienza e amore!”. “Canterò senza fine le grazie del Signore”…

5. Contemplazione e imitazione dei sentimenti che hanno unito i cuori del Figlio e della Madre

Quando si parla di Maria come Madre di Gesù, non ci si può limitare a considerare questa maternità come un puro fatto fisiologico, quasi che dovendo il Figlio di Dio, nascere da una donna per essere veramente nostro fratello Dio fosse costretto, per forza di cose, a sceglierne una, arricchendola di doni soprannaturali per farla in qualche modo degna del compito che essa avrebbe dovuto avere. Ma tutto qui: generato il figlio, tu per conto tuo e lui per conto suo.

La Maternità di Maria costituisce la causa e l’inizio di una serie di rapporti, insieme umani e soprannaturali, tra Lei e il Figlio. Come ogni madre, Maria trasfonde qualche cosa di se stessa a Gesù. A cominciare dai caratteri cosiddetti ereditari. Possiamo, perciò, dire che il volto di Gesù aveva rassomiglianza con il volto di Maria, che il sorriso di Gesù richiamava il sorriso di Maria. E perché non dire che Maria ha dato la sua amabilità e dolcezza all’umanità di Gesù? Che il Cuore di Gesù assomigliava al cuore di Maria? Se il Figlio di Dio ha voluto in tutto essere simile agli uomini, perché avrebbe dovuto escludere questi legami che immancabilmente uniscono ogni madre al proprio figliolo?

Se poi allarghiamo il nostro orizzonte fino ai rapporti di ordine spirituale e soprannaturale, il nostro sguardo ha modo di intravvedere quanto la Madre e il Figlio, il cuore di Maria e il cuore di Gesù, siano stati e siano uniti con sentimenti reciproci, quali mai potranno stabilirsi tra qualsiasi altra creatura umana.

Ebbene, la dovozione a Nostra Signora del Sacro Cuore ci sollecita e ci incoraggia verso questa conoscenza. Conoscenza che, naturalmente, non può derivare da sentimentalismo o semplice studio intellettuale, ma che è dono dello Spirito e quindi va chiesta nella preghiera e con il desiderio suscitato dalla fede.

OnorandoLa come Nostra Signora del Sacro Cuore, apprenderemo allora quanto Maria ha ricevuto in grazia e amore dal Figlio; ma anche tutta la ricchezza della sua risposta: ha ricevuto tutto: ha dato tutto. E apprenderemo quanto Gesù ha ricevuto di amore, di attenzione, di vigilanza dalla Madre sua e la totalità di amore, rispetto, obbedienza con la quale Egli le ha corrisposto.

Ciò ci spingerà a non fermarci qui. Sarà Maria stessa a far crescere nel nostro cuore il desiderio e la forza di realizzare anche noi questi sentimenti, con un impegno quotidiano. Nell’incontro con il nostro Dio e con il Cuore di Cristo, nell’incontro con Maria e con i nostri fratelli, cercheremo di imitare quanto di grande e di meraviglioso c’è stato tra la Madre e il Figlio.

6. Maria guida al Cuore di Gesù…

Nell’immagine di Nostra Signora del Sacro Cuore, P. Chevalier ha voluto che Gesù con una mano indicasse il proprio cuore e con l’altra la Madre. Ciò non è fatto a caso, ma ha un suo preciso significato: il gesto di Gesù vuole esprimere tante cose. La prima delle quali è questa: guardate il mio Cuore e guardate Maria; se volete arrivare al mio cuore, la guida sicura è lei.

Possiamo rifiutarci di guardare il Cuore di Gesù? Abbiamo già meditato che, se non vogliamo lasciar cadere l’invito della Scrittura, dobbiamo guardare il “cuore trafitto”: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. Le parole di Giovanni, che ripetono le parole del profeta Zaccaria, sono predizione di un fatto che avverrà da quel momento in poi, ma sono soprattutto un forte e pressante invito: ai non credenti perché possano credere; ai credenti perché cresca, giorno per giorno, la loro fede e il loro amore.

Dunque, non possiamo ignorare questo invito che per bocca di Zaccaria e di Giovanni ci viene da Dio. E’ parola di Dio che vuole tradursi in operazione di misericordia e di grazia. Ma quanti ostacoli si frappongono spesso tra noi e il Cuore del Signore Gesù! Ostacoli di ogni genere: problemi e fatiche della vita, difficoltà di ordine psicologico e spirituale, ecc. …

Allora, ci chiediamo: esiste una via che ci faciliti il cammino? Una “scorciatoia” per la quale arrivare prima e meglio? Una persona a cui “raccomandarsi” per ottenere di arrivare alla contemplazione del “cuore” ricco di grazia per tutti gli uomini di questo mondo? La risposta è affermativa: sì, c’è. E’ Maria.

Chiamandola Nostra Signora del Sacro Cuore, noi non facciamo che sottolinearlo e affermarlo perché questo titolo ci ricorda la particolare missione di Maria di essere infallibile guida al Cuore di Cristo. Con quanta gioia e amore assolverà questo compito, Lei che, come nessun altro, può sapere quanto c’è, a nostra disposizione, in questo “tesoro” inesauribile!

“Venite ci invita Nostra Signora del S. Cuore attingerete acqua alle sorgenti della salvezza” (Is 12, 3): l’acqua dello Spirito, l’acqua della grazia. Veramente essa “brilla innanzi al peregrinante Popolo di Dio quale segno di speranza e di consolazione” (LG 68). Intercedendo per noi presso il Figlio, Essa ci conduce alla sorgente di acqua viva che scaturisce dal suo Cuore, che sparge sul mondo la speranza, la salvezza, la giustizia e la pace…

7. …perché il nostro cuore assomigli al Cuore di Gesù

La contemplazione cristiana quella vera che viene, come grazia, dallo Spirito si traduce sempre in coerente vita concreta. Non è mai alienazione, assopimento di energie, dimenticanza dei doveri della vita. Tanto meno lo è la contemplazione del Cuore di Cristo. Se Maria ci accompagna nella scoperta di questo Cuore, è perchè nessuno come Lei desidera che i nostri cuori di noi, dei quali ai piedi della Croce, è divenuta madre assomiglino al Cuore del Figlio. E’ come se Lei volesse generare in sé, come fu per Gesù, il nostro cuore, il “cuore nuovo” promesso da Dio a tutti i credenti, per bocca di Ezechiele e di Geremia.

Se ci affidiamo a Maria N. Signora del Sacro Cuore la capacità di amore, di dedizione, di obbedienza di Gesù inonderà il nostro cuore. Esso si riempirà di mitezza e di umiltà, di coraggio e di fortezza, come ne era sovrabbondante il Cuore di Cristo. Sperimenteremo in noi quanto l’obbedienza al Padre coincida con l’amore per il Padre: in maniera tale che il nostro “sì” alla volontà di Dio non sarà più un piegare il capo per una rassegnata impossibilità di fare in altra maniera, ma sarà piuttosto un comprendere e un abbracciare, con tutte le forze, l’amore misericordioso che vuole il bene di tutti gli uomini.

E il nostro incontro con i fratelli non sarà più impastato di egoismo, di volontà di sopraffazione, di menzogna, di incomprensione o di ingiustizia. Al contrario, in noi potrà rivelarsi per essi il buon Samaritano che si china, pieno di bontà e di dimenticanza di sé, ad alleviare fatiche e dolori, a lenire e curare le ferite che la crudeltà di tante situazioni loro infligge.

Come il Cristo, saremo capaci di sollevare il “fardello quotidiano” nostro e altrui, divenuto sulle nostre spalle, per sua grazia, “giogo leggero e soave”. Come il Buon Pastore, andremo alla ricerca della pecorella smarrita e non avremo paura di donare la vita, perché la nostra fede sarà comunicativa, sorgente di confidenza e di forza per noi stessi e per tutti coloro che ci sono vicini.

8. Con Maria lodiamo il Cuore di Cristo, ripariamo le offese che Gesù riceve

Gesù é fratello tra i fratelli. Gesù è il “Signore”. Egli è sommamente amabile e adorabile. Noi dobbiamo trasformare la nostra preghiera in lode al Cuore di Cristo. “Ave, o ammirabile Cuore di Gesù: noi ti lodiamo, ti glorifichiamo, noi ti benediciamo…”. I Missionari del S. Cuore al seguito del P. Chevalier ripetono ogni giorno questa bella preghiera, ispirata da un grande devoto del Cuore di Gesù, S. Giovanni Eudes.

Poiché il Cuore di Cristo è manifestazione di tutto l’amore che Egli ha avuto per noi e, in conseguenza, manifestazione dell’amore eterno di Dio, la contemplazione di questo Cuore ci porta, ci deve portare, alla lode, alla glorificazione, a dirne ogni bene. La devozione a N. Signora del S. Cuore ci invita a fare questo, unendoci a Maria, alla sua lode. Come nel Cenacolo con gli Apostoli, Maria si unisce a noi nella preghiera perché da questa preghiera scaturisca per noi una nuova effusione dello Spirito.

Maria ci chiede ancora di unirci a Lei nella riparazione. Ai piedi della Croce, Essa offrì di nuovo se stessa e ancora ripeté: “Ecco la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua parola”. Unì il suo “sì” al “sì” di Gesù, suo Figlio. E questo non perché ce ne fosse bisogno per la salvezza del mondo, ma perché Gesù, nella bontà misericordiosa del suo Cuore così ha voluto, associando la Madre a ciò che compiva. La sua presenza accanto a Gesù sempre è la sua missione. La sua accettazione libera e piena di amore della volontà di Dio fa di lei la Vergine fedele. Fedele fino alla fine, di una fedeltà silenziosa e forte, che ci interroga sulla nostra fedeltà: perché è possibile che Dio domandi semplicemente questo anche a noi: essere là quando e dove Egli vuole avere bisogno di noi.

Anche noi, perciò, pur nella nostra miseria possiamo unire il nostro “sì” a quello di Maria, perché il mondo si converta a Dio ritorni nelle vie di Dio, attraverso la familiarità con il Cuore di Cristo. Anche noi siamo chiamati a sostenere sofferenze e tribolazioni per completare in noi “ciò che manca alla Passione di Cristo” (cfr. Col 1, 24). Che cosa potrà mai valere questo nostro atto? Eppure è gradito al Cuore di Gesù, è gradito a Dio. Gradito e richiesto. Tanto più lo sarà se sarà a Lui offerto dalle mani di Maria, da colei che è N. Signora del S. Cuore.

9. Il “potere ineffabile”

Ritorniamo ancora una volta all’immagine di N. Signora del S. Cuore. Abbiamo considerato il gesto delle mani di Gesù: ci presenta il suo Cuore e sua Madre. Ora osserviamo che il Cuore di Gesù è nelle mani di Maria. “Poiché il potere di intercessione di Maria è veramente grande ci spiega il P. Chevalier noi confideremo a Lei il buon esito delle cause più difficili, delle cause disperate, siano esse nell’ordine spirituale che nell’ordine temporale”.

S. Bernardo esclamava, meditanto questo mistero: “E chi più idonea di te, o felice Maria, di parlare al cuore di Nostro Signore Gesù Cristo? Parla, o Signora, perché il Figlio tuo ti ascolta!” E’ la “onnipotenza supplice” di Maria.

E Dante, nella sua mirabile poesia: “Donna, se’ tanto grande e tanto vali che qual vuol grazia ed a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali . La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre”.

Bernardo e Dante, come tanti e tanti altri, così esprimono la fede costante dei cristiani nella forza dell’intercessione di Maria. Unico Mediatore tra Dio e gli uomini, Gesù Cristo, nella sua bontà, ha voluto unire Maria alla sua mediazione. Quando noi la invochiamo con il titolo di N. Signora del S. Cuore, rinnoviamo la nostra fede in questo mistero, dando un particolare accento al fatto che Maria ha un “potere ineffabile” sul Cuore del Figlio. Potere a Lei concesso per volontà stessa del suo divin Figliolo.

Per questo, la devozione a Nostra Signora è devozione di preghiera e di speranza. Per questo, a Lei ci rivolgiamo, sicuri di non poter ricevere alcun rifiuto. La supplicheremo per tutte le intenzioni che portiamo nel cuore (anche per grazie di ordine temporale): una madre capisce meglio di chiunque altro le preoccupazioni e le sofferenze che di tanto in tanto ci angustiano, ma non dimentichiamo che N. Signora del S. Cuore vuole prima di tutto farci partecipi del dono supremo che sgorga dal Cuore di Cristo: il suo Santo Spirito, che è Vita, Luce, Amore… Questo dono supera tutti gli altri…

Così certamente, la condiscendenza e la preghiera di Maria presso il Cuore di Gesù si realizzeranno in grazie per noi. Grazia di ottenere ciò che chiediamo, se ciò è per il nostro bene. Grazia di ottenere la forza per accettare e trasformare in bene la nostra apparentemente inaccettabile situazione, se ciò che chiediamo non possiamo ottenere perché ci allontanerebbe dalle vie di Dio. “Nostra Signora del S. Cuore di Gesù, prega per noi!”.

MESSA IN ONORE DI NOSTRA SIGNORA
(NB. Testo approvato dalla Congregazione dei Riti in data 20121972)

ANTIFONA D’INGRESSO Ger 31, 3b4a

Ti ho amato di amore eterno, per questo ti conservo ancora pietà; tu sarai ricolma di gioia, o Vergine d’Israele.

COLLETTA
O Dio, che in Cristo hai rivelato le insondabili ricchezze della tua carità e al mistero del suo amore hai voluto associare la beata Vergine Maria, concedi, ti preghiamo, che anche noi nella Chiesa siamo partecipi e testimoni del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

PRIMA LETTURA
Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore.

Dal libro del profeta Isaia 66, 1014

Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa quanti la amate. Sfavillate di gioia con essa voi tutti che avete partecipato al suo lutto. Così succhierete al suo petto e vi sazierete delle sue consolazioni; succhierete, deliziandovi, all’abbondanza del suo seno.

Poiché così dice il Signore: “Ecco, io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la prosperità; come un torrente in piena le ricchezze dei popoli; i suoi bimbi saranno portati in braccio, sulle ginocchia saranno accarezzati.

Come una madre consola un figlio così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca. La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi”.

Parola di Dio Rendiamo grazie a Dio

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 44
R/In te, Signore ho posto la mia gioia.

Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre al Re piacerà la tua bellezza.

Egli è il tuo Signore: pròstrati a lui Rit.

La Figlia del Re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. E presentata al Re in preziosi ricami, con lei le vergini compagne a te sono condotte. Rit.

Guidate in gioia ed esultanza, entrano insieme nel palazzo del Re. Ai tuoi padri succederanno i tuoi figli; li farai capi di tutta la terra. Rit.

SECONDA LETTURA
Dio inviò lo Spirito del Figlio suo.

Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai Galati 4, 47

Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, perché e poi all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne é la prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; se poi figlio, sei anche erede per volontà di Dio.

Parola di Dio Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO Lc 11, 28

Alleluia! Alleluia!

Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano. Alleluia!

VANGELO

Ecco la Madre tua.

Dal Vangelo secondo Giovanni 19,2537

In quell’ora, stavano presso la Croce di Gesù sua Madre, la sorella di sua Madre, Maria di Cléofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la Madre e lì accanto a lei, il discepolo che egli amava, disse alla Madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua Madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse, per adempiere la Scrittura: “Ho sete”. Vi era lì un vaso pieno d’aceto: posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E, dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: “Tutto è compiuto!”. E, chinato il capo, spirò.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne, quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo. Venuti poi da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua.

Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”.

Parola del Signore Lode a Te, o Cristo

Nel giorno della Solennità si dice il Credo

SULLE OFFERTE
Accogli, Signore, le preghiere e i doni che a te offriamo in onore della beata Vergine Maria, affinché in virtù di questo santo scambio, possiamo anche noi, come lei, avere i medesimi sentimenti del Figlio tuo Gesù Cristo,

Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen

Prefazio della beata Vergine Maria I (venerando Nostra Signora del Sacro Cuore) o II

ANTIFONA ALLA COMUNIONE 1 Gv 4, 16b

Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

DOPO LA COMUNIONE
Saziati alle fonti del Salvatore in questa celebrazione della beata Vergine Maria, ti supplichiamo, Signore: per questo segno di unità e di amore, rendici sempre disposti a compiere ciò che a te piace e a servire i nostri fratelli.

Per Cristo nostro Signore Amen

(Chi desidera copie di questa Messa, in formato messale o in foglietti, può farne richiesta al nostro indirizzo.) Direzione “ANNALI” Corso del Rinascimento 23 00186 ROMA

PREGHIERA A NOSTRA SIGNORA
Presentiamo due preghiere a Nostra Signora. La prima risale al nostro Fondatore; la seconda riprende i temi. fondamentali della prima, ma adattandoli al rinnovamento del culto mariano richiesto dal Concilio Vat. II.

Ricordatevi, o Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, del potere ineffabile che il vostro divin Figliolo vi ha dato sopra il suo Cuore adorabile.

Pieni di fiducia nei vostri meriti, noi veniamo ad invocare la vostra protezione.

O celeste Tesoriera del Cuore di Gesù, di quel Cuore che è la sorgente inesauribile di tutte le grazie e che Voi potete aprire a vostro piacere, per farne discendere sopra gli uomini tutti i tesori di amore e di misericordia, di lume e di salute che Esso racchiude in sé.

Concedeteci, ve ne scongiuriamo, i favori che vi domandiamo… No, noi non possiamo ricevere da Voi alcun rifiuto, e poiché Voi siete la nostra Madre, o Nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù, accogliete benignamente le nostre preghiere e degnatevi di esaudirle. Così sia.

Ci rivolgiamo a Te, o Nostra Signora del Sacro Cuore, ricordando le meraviglie che ha compiuto in te l’Onnipotente. Egli ti scelse per Madre, ti volle vicino alla sua croce; ora ti rende partecipe della sua gloria e ascolta la tua preghiera. offrigli tu la nostra lode e la nostra azione di grazie, presentagli le nostre domande… Aiutaci a vivere come te nell’amore di tuo Figlio, perché venga il suo Regno. Conduci tutti gli uomini alla sorgente d’acqua viva che scaturisce dal suo Cuore e diffonde sul mondo la speranza e la salvezza, la giustizia e la pace. Guarda alla nostra fiducia, rispondi alla nostra supplica e mostrati sempre nostra Madre. Amen.

Recitare una volta la mattina e una volta la sera l’invocazione: “Nostra Signora del S. Cuore di Gesù, prega per noi”.