Padre Gabriele Amorth: l’esorcista e le anime del purgatorio

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( dal libro “Le voci dell’Aldilà” di Cesare Biasini Selvaggi, ed. Piemme 2004)

intervista a Don Gabriele Amorth

Padre Amorth, che cos’è lo spiritismo?

Lo spiritismo è evocare i defunti per interrogarli e ottenere delle risposte.

è vero che il fenomeno dello spiritismo si sta diffondendo in misura sempre più preoccupante?

Sì, purtroppo è una pratica in forte espansione. Aggiungo subito che il desiderio di comunicare con i morti è sempre stato insito nella natura umana. Sappiamo infatti che pratiche e riti spiritisti avevano luogo presso tutti i popoli dell’antichità. In passato, tuttavia, l’evocazione di anime di defunti era praticata soprattutto da persone adulte. Oggi, invece, è sempre più appannaggio dei giovani.

Qual è la posizione della Chiesa a riguardo?

La posizione della Chiesa è di netta condanna dello spiritismo, e lo proibisce da sempre sotto qualunque forma. “Non è permesso partecipare, con medium o senza medium, servendosi o no dell’ipnotismo, a sedute o manifestazioni spiritiche, anche se hanno l’apparenza onesta o pia; sia che si interroghino le anime o gli spiriti, sia che si ascoltino le risposte; sia che ci si accontenti di fare da osservatori” (Sant’Uffizio, 24 aprile 1917).
Nella Bibbia a riguardo, poi, leggiamo numerosi ammonimenti. Ad esempio, nel Deuteronomio (18,12) è detto chiaramente che “Chi interroga i morti è in abominio al Signore” (anche gli apostoli condannano l’evocazione degli spiriti nel Nuovo Testamento rifiutando tutte le arti magiche (At 3,6-12; 16-18; 19, 11-21).

Secondo lei perchè sopravvive, anzi cresce nel tempo, il desiderio di parlare con i defunti?

I motivi possono essere diversi. Volontà di conoscenza di fatti del passato o del futuro, ricerca di protezione, a volte semplicemente curiosità di esperienze ultraterrene. Credo che la causa principale, comunque, sia sempre il rifiuto di accettare la perdita di una persona cara, soprattutto in caso di morte accidentale e prematura. Il desiderio, quindi, di continuare ad avere un contatto, di ricomporre un legame spesso interrotto brutalmente.
Vorrei aggiungere che lo spiritismo ha conosciuto maggiore diffusione soprattutto nei periodi di crisi della fede. La storia, infatti, ci mostra come quando cala la fede aumenti proporzionalmente la superstizione, sotto tutte le sue forme. Oggi, evidentemente, c’è una crisi diffusa della fede. Dati alla mano 13 milioni di italiani vanno dai maghi. La gente con una fede vacillante, se non del tutto persa, si dedica all’occultismo: cioè a sedute spiritiche, satanismo,magia.

Quali sono i metodi adottati da queste persone per comunicare con i defunti?

Il metodo tradizionale è quello di ricorrere a un medium che va in trance e che evoca un’anima particolare.
Oggi, tuttavia, sono diffusi anche metodi che potremmo definire “fai da te”, più economici in quanto non richiedono la mediazione di un medium: la scrittura automatica e il sistema del registratore.
Dico anche subito che i risultati di questi due metodi al 99,9% non dipendono da spiriti ma dalla creatività del subconscio. In realtà, uno sta parlando con se stesso e si dice le cose che vorrebbe sentirsi dire per essere rassicurato. I messaggi, infatti, sono sempre melliflu, esaltanti, rasserenanti. Come ha ben stigmatizzato Armando Pavese (Comunicazioni con l’Aldilà, Piemme,1997) : “La trasgressione è realizzata con le comunicazioni con i defunti a mezzo di tecniche. Questa non deve essere confusa con la legittima, cristiana “comunione” che diventa insostituibile nella preghiera. Ma la comunicazione è vietata secondo quanto espresso chiaramente nel Vangelo:

Tra noi e voi c’è un grande abisso: se qualcuno di noi vuole venire da voi non può farlo; così purenessuno di voi può venire da noi (Luca, 16,26).

Se oltretutto la comunicazione diventa multimediale (scrittura automatica, registratore, computer, telefono, televisione, radio) è scientificamente irreale, inesistente e fantascientifica ed è confusa con comuni fenomeni psicomiletici prodotti dall’inconscio umano”.
Esiste il “Movimento della Speranza” che insegna a coloro che hanno subito un lutto (ad esempio i genitori orfani del loro figlio) a comunicare con il defunto, con l’illusione di rimanere in comunicazione con la persona che si è molto amata anche dopo la morte. Per questo motivo disapprovo totalmente l’operato del “Movimento della Speranza” che, purtroppo si sta diffondendo in Italia e all’estero, raccogliendo il favore anche di alcuni sacerdoti famosi.

Ci sono dei rischi a cui vanno incontro coloro che partecipano a questi riti per evocare le anime dei defunti?
E, in caso affermativo, quali sono?

I rischi per coloro che partecipano a questi rituali, individuali o collettivi, ci sono. Uno è di natura umana. Avere l’illusione di parlare con un proprio caro ormai defunto può scioccare profondamente, soprattutto i soggetti più emotivi e sensibili. Questi tipi di traumi psichici richiedono la cura di uno psicologo.
Molte volte invece è possibile che, aprendo le porte alle sedute spiritiche, entri anche la coda del diavolo. Il rischio maggiore, infatti, a cui si può andare incontro, è l’intervento demoniaco che procura disturbi malefici, fino ad arrivare alla stessa possessione diabolica dei partecipanti al rito spiritista. La diffusione dello spiritismo, a mio avviso, dipende anche dalla diffusa disinformazione su questi gravi rischi in cui ci si può imbattere.

Cosa ci dice la Bibbia riguardo al rapporto tra vivi e trapassati?

La Bibbia, Antico e Nuovo Testamento, ci dice tutto ciò che dobbiamo sapere e che ci deve bastare di sapere. Chi ha fede trova nella parola di Dio tutte le risposte di cui abbisogna. Chi ha fede, però, sa anche accontentarsi. Chi si rifugia nello spiritismo, si allontana dalla verità e, cosa più importante, da Dio.
Le anime dei defunti sono in paradiso o in purgatorio o all’inferno. Attraverso il Signor, e solo attraverso la sua volontà, sia quelle che sono in paradiso sia quelle in purgatorio possono intercedere per noi e ricevere i nostri suffragi.
L’anima è immortale, quindi i nostri defunti sono vivi, la loro anima vive, la vita continua dopo la morte. La morte è parziale e temporanea. Parziale perchè il corpo va in sfacelo, l’anima no. Temporanea perchè con la risurrezione della carne ci sarà di nuovo la completezza della creatura umana, fatta di anima e di corpo. Quindi, la Sacra Scrittura ci testimonia che i nostri defunti sono vivi e ci insegna l’importanza del culto dei defunti, cioè di pregare per loro e di richiederne l’intercessione.
Come si può notare sappiamo molto poco dell’aldilà. E i teologi contemporanei non ci vengono certamente in aiuto.

Riscontra delle lacune, al riguardo, nella teologia ufficiale?

Certamente. Ad esempio, i due concili ecumenici di Lione e di Firenze, che si sono occupati di questi argomenti facendo uso della mentalità corrente, hanno anche enunciato e tramandato delle inesattezze. Affermazione quest’ultima che faccio a mio rischio e pericolo.
In qusti due concili è stato affermato, tra le altre cose, che le anime dei bambini morti senza battesimo non possono andare in paradiso e finiscono all’inferno. Quindi è stata conservata la tesi attribuita a sant’Agostino, anche se, forse, non è neanche di quest’ultimo. Sant’Agostino ha, comunque, il merito di essersi posto il problema di dove andassero le anime dei bambini morti senza battesimo. Ed è arrivato alla conclusione che senza battesimo gli infanti sono destinati all’inferno con un minimo di pena.
Altri teologi, in seguito, di diverso avviso, hanno sostenuto che questi bambini non avendo peccato non possono andare all’inferno. Non potendo, però, essere collocati in paradiso perchè privi del battesimo e non potendo stare all’inferno perchè non hanno peccato, a loro è stato destinato il cosidetto “limbo”.
Questo luogo, il Limbo, non è mai stato dichiarato come una verità di fede, ed è stato sempre considerato come il prodotto di una confusione teologica. Comunque per molto tempo si è ritenuto che i bambini senza battesimo finissero in questo limbo. Questa tesi è stata ufficialmente insegnata, e anche il catechismo di san Pio X la accolse. Pure l’Enciclopedia Cattolica degli anni Cinquanta, edita dalla Città del Vaticano, ha affermato la stessa cosa.
Un gesuita dell’Università Gregoriana, ha rilevato, in seguito, l’assurdità della tesi del limbo. Ha evidenziato che i bambini nel Vangelo sono trattati come modelli di innocenza: “Se non diventerete come bambini non entrerete in paradiso”. Sarebbe, pertanto, assurdo applicare ai bambini il peccati di Adamo e non la redenzione di Gesù Cristo. Questo argomento si è rivelato decisivo per eliminare completamente l’idea dell’esistenza del limbo.
Il nuovo catechismo, infatti, dice che i bambini morti senza battesimo vengono raccomandati alla misericordia di Dio, che troverà la via per destinarli in paradiso. Comunque, permangono delle lacune, a mio avviso gravi, nella teologia contemporanea, soprattutto riguardo le “cose ultime”.
In alcuni casi dobbiamo risalire a san Tommaso per avere delle prese di posizione chiare. Oggi, i teologi mostrano più interesse e dediziione alla sociologia che alla teologia vera e propria. A mio parere, se si approfondissero gli studi biblico-teologici in riferimento alla vita dopo la morte, si troverebbero molte più spiegazioni di quelli conosciute e pubblicizzate attualmente. Credo che si farebbero delle scoperte molto interessanti.
Ad esempio, riguardo l’attività delle anime in quello che io definisco “il periodo di transizione”.
Chiamo periodo di transizione lo spazio che va dalla nostra morte naturale alla fine del mondo. Anche le anime in paradiso non sono felici perchè c’è solo l’anima e manca il corpo. Nel libro dell’Apocalisse (6,9-11) si legge:

“Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa. E gridarono a gran voce: Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e verace, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangua sopra gli abitanti della terra? Allora venne data a ciascuno di essi una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finchè fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli che dovevano essere uccisi come loro”

Questo il periodo di transizione fino alla fine del mondo. Cominciamo dai demoni. Ci dice san Pietro, e ci ripete san Giuda, che i diavoli sono incatenati nel Tartaro in attesa di giudizio. Il giudizio finale non lo hanno ancora ricevuto. La condanna definitiva non l’hanno ancora subita perchè fa parte della giustizia di Dio che ogni colpa deve essere pagata, deve essere giudicata. I mali che il Demonio infligge agli uomini devono essere puniti.
Io spesso la dico ai demoni durante gli esorcismi :”Hai tutto l’interesse ad andartene via, a liberare subito questa persona dalla tua presenza, perchè più tu la fai soffrire, piùaumenta la tua punizione eterna”.
E il Demonio sempre mi risponde :”Non me ne importa niente che aumenti la mia punizione eterna, a me importa solo di far soffrire questa persona”.
Il male per il male anche a costo di riceverne danno personale. Anche la situazione dei demoni, benchè sia irreversibile la loro scelta, non è definitiva. Sono incatenati nel Tartaro ma, caro mio, che razza di catene lunghe che hanno! Lei vede quanto male ci possono continuare a fare sulla terra.
Così anche le anime che sono in paradiso vivono un periodo di transizione, in quanto aspettano la glorificazione della carne attraverso la risurrezione dei morti, il che avverrà solo alla fine del mondo.
Questo periodo di transizione lo è, a maggior ragione, per le anime in purgatorio, perchè debbono perfezionare la loro purificazione per essere degne di entrare in paradiso. E sappiamo anche che queste anime possono essere aiutate dai nostri suffragi, che contribuiscono ad abbreviarne il periodo di anticamera al paradiso. Quindi vediamo una situazione assolutamente provvisoria.
Questo concetto di provvisorietà, di transizione, è molto importante per me. Infatti, come esorcista mi è capitato, talvolta, di rinvenire delle presenze dentro alcune persone non di natura demoniaca, ma di anime di persone defunte.
Sarebbero interessanti e utili studi teologici anche su questo periodo di transizione. Al riguardo, nella Bibbia sono sicuro che si potrebbero trovare riferimenti e informazioni molto più numerosi di quei pochi che sono stati individuati fino ad oggi.

Come suggerisce di comportarsi a coloro che dovessero avere apparizioni di anime trapassate, senza che abbiano fatto nulla per provocarle?

Le apparizioni di defunti possono avvenire soltanto per permissione di Dio, non per marchingegni umani. Le provocazioni umane non ottengono niente, se non il Maligno.
Dio può permettere, pertanto, a un defunto di apparire a un vivente. Sono casi molto rari, comunque accaduti e documentati sin dai tempi più antichi. Molti esempi di queste manifestazioni dell’oltretomba sono contenuti nella Bibbia e nella vita di alcuni santi.
In questi casi ci si può regolare in base al contenuto di queste apparizioni, a quello che quest’ultima ha detto o ha fatto capire. Ad esempio, se a una persona appare l’anima di un defunto tutta mesta, alllora, anche se non apre la bocca, la persona comprenda che questa ha bisogno di suffragi. Altre volte persone defunte sono apparse ed espressamente hanno chiesto suffragi, la celebrazione di messe applicate a loro. Talvolta, è accaduto anche che anime di defunti apparissero ai vivi per comunicare notizie utili. Ad esempio per allontanare da errori che si stavano per commettere. In un mio libro (Esorcisti e psichiatri, edizioni Dehoniane, Bologna 1996) ho riportato, a riguardo, tra gli altri, il pensiero di un esorcista piemontese. “Per le anime, quello che sfugge è il dato di durata del purgatorio (se per loro si può parlare di tempo!) ; la Chiesa non pone limiti ai suffragi.
San Paolo (1Corinzi 15,29) afferma: “Se così non fosse, cosa farebbero allora coloro che si fanno battezzare per i morti?”
Allora credevano così efficaci gli interventi per i defunti, fino a poter ricevere il Battesimo per loro”.

Come si può riconoscere la natura dell’apparizione, se di un’anima purgante o del Maligno sotto mentite spoglie?

é una domanda interessante. Il Demonio, infatti che non ha corpo, può assumere un aspetto ingannevole a seconda dell’effetto che vuole provocare. Può anche assumere le sembianze di una persona a noi cara ormai defunta, così come quella di un santo o di un angelo.
Come smascherarlo? Possiamo rispondere a questa domanda con una certa sicurezza.
Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa, è stata maestra in ciò. La sua regola d’oro a riguardo era : in caso di apparizioni del Maligno camuffato, la persona che riceve l’apparizione si sente dapprima contenta e beata, poi, rimane con una grande amarezza, con una grande tristezza. Il contrario avviene di fronte alle vere apparizioni. Subito si ha un senso di paura, un’impressione di timore. Poi, al termine dell’apparizione, un grande senso di pace e di serenità. Questo è il criterio base per distinguere le vere apparizioni da quelle false.

In caso di apparizioni di un’anima, pertanto, ci potremmo trovare di fronte a un’anima purgante o ad uno spirito maligno camuffato?

Si. Esiste, però, anche una quarta possibilità. Si potrebbe trattare anche della manifestazione dell’anima di una persona ancora viva. é accaduto a noi esorcisti di trovarci di fronte a persone che avevano dentro di sè anime di persone viventi.
Per esempio, in persone colpite da possessione diabolica a causa di azioni di un mago, anche il mago vivente si presentava dentro quell’anima. Questi sono casi da studiare.
Una certezza vera non la posso dare. La maggior parte delle persone che non si occupano di questa materia, boccerebbe decisamente questa mia presa di posizione. Dal momento, però, che io fondo le mie affermazioni sull’esperienza concreta, allora dico: “Secondo me questo è possibile”.

Se uno spirito maligno appare a un vivente, come ci si può difendere?

Con la preghiera, prima di tutto, vivendo in grazia di Dio e, poi, con le preghiere di liberazione e guarigione e, nei casi più gravi, con gli esorcismi.

Ha mai avuto esperianza diretta o le sono state mai riferite esperienze di manifestazioni di anime purganti?

Esperienze dirette non ne ho mai avute. Mi sono state, comunque, riferite da altri. Sono casi rarissimi, ripeto, perchè il Signore vuole che noi viviamo di fede e non di queste cose. Perciò, solitamente il Signore manda queste grazie a persone che non le desiderano, che non ci pensano, che non le chiedono.

Potrebbe un’anima del purgatorio tormentare un vivente, ad esempio in caso di mancato interessamento di quest’ultimo a offrire suffragi?

No. Le anime del purgatorio noi le chiamiamo “anime sante del purgatorio” per cui, con certezza, possiamo dire che da loro non possiamo ricevere nessun danno e nessun male.

Quali mezzi può usare Dio per concedere un contatto straordinario con un defunto?

Tanti mezzi. Principalmente due. Attraverso l’apparizione diretta dell’anima del defunto oppure attraverso il mezzo del sogno. Altre volte è accaduto anche mediante una terza persona. Generalmente, in quest’ultimo caso, si tratta di una persona santa, che fa quasi da intermediario tra la persona defunta e quella vivente.
Le anime purganti quando si manifestano possono lasciare delle prove di conferma di questa loro “visita” sulla terra. Solitamente ciò è avvenuto attraverso impronte di fuoco.
Testimonianze di quest’ultimo tipo sono quelle pubblicate in questo libro (Le voci dell’aldilà, Cesare BiasiniSelvaggi,ed. Piemme ), alla cui ricerca si dedicò il missionario marsigliese padre Vittore Jouet..

Che valore dà a queste impronte di fuoco?

Considero che sono aiuti. é chiaro che il valore della nostra fede deve basarsi sulla Sacra Scrittura, sulla parola di Dio, quindi non gli attribuisco un grande valore. Però, possono essere un aiuto. Indubbiamente sono fatti straordinari. Come è un aiuto il miracolo, così sono un aiuto queste altre manifestazioni sovrannaturali.

In base alla sua esperienza, è possibile incontrare nelle persone sottoposte a esorcismo la presenza di anime di defunti?

Secondo la mia esperienza personale sì. Ho rivolto la stessa domanda a diversi esorcisti provenienti da diverse nazioni, qualcuno ha risposto che non ne ha mai avuto esperienza, altri hanno risposto, invece, affermativamente. Personalmente, ne ho avuto esperienza. Credo che realmente un’anima trapassata possa essere presente in un certo momento, non permanentemente, nell’anima di una persona vivente.

Di che tipo di anime stiamo parlando? Purganti, dannate…?

Anime purganti no. A dirle la verità, la casistica di cui sono stato testimone è questa. Innanzitutto, anime di persone morte improvvisamente che-è una mia impressione- attraverso il loro permanere nell’anima di una persona vivente, sembra provino per così dire a prolungare la loro vita che è stata prematuramente e improvvisamente troncata.
Mi è capitata anche qualche anima dannata. Quasi sempre si tratta di anime di persone che, a causa della loro morte improvvisa, non hanno avuto modo e tempo di prepararsi, da un punto di vista religioso, al trapasso. In questi casi mi comporto così. Mi adopero a portare queste anime a credere in Gesù, a chiedere perdono delle colpe commesse e a perdonare coloro che gli hanno causato torti gravi e la morte stessa. Pensiamo a persone uccise. Perdonare il proprio assassino. Allora impartisco, sotto condizione, l’assoluzione. Poi, data l’assoluzione, dico: “Ora prendi per mano la Madonna, il tuo angelo custode e fatti accompagnare da Gesù misericordioso”.
Sento, allora, nella persona un sospiro di sollievo e di liberazione. La persona si sente liberata come da un peso che l’opprimeva dentro di sè.
Queste sono esperienze personali fatte durante la mia lunga attività di esorcista.
A coloro che sono deputati a ciò, trarne delle valutazioni. Probabilmente, erano anime che non avevano ancora avuto una collocazione nei tre regni. Anime per cui è ancora possibile la salvezza. Perchè, e qui nuovamente azzardo un’ipotesi, credo che la salvezza possa conseguirsi anche nell’altra vita.
Fondo questa mia convinzione su alcuni testi biblici. Nel famoso testo dei Maccabei (2 Mac 12,46), quando Giuda Maccabeo avendo ricevuto i soldati ebrei uccisi che avevano occultato degli idoli e che, quindi, erano sicuramente morti in peccato mortale fa una colletta per le preghiere di suffragio affinchè queste persone siano perdonate del loro peccato e si salvino.
Penso, poi, a una frase di Gesù :”Ci sono dei peccati (i peccato contro lo Spirito Santo) che non possono essere rimessi nè in questa vita nè nell’altra vita”.
Allora vuol dire che ci sono peccati che possono essere rimessi anche nell’altra vita.
E quando la Bibbia parla di peccati, parla sempre di peccati mortali. Non veniali.
Uno può avere la possibilità di salvarsi anche nell’altra vita, in determinati casi. In via eccezionale. Per esempio, nei casi di morti improvvise.

Nel caso in cui ci si trovasse di fronte a un’anima dannata e non di fronte a uno spirito maligno, è sempre efficace l’esorcismo?

Sì. Laddove è presente un’anima dannata, infatti, è sempre presente un Demonio che ha introdotto l’anima dannata nel corpo di una persona vivente. L’anima dannata non è mai libera, ma schiava del demonio. Liberare una persona da un’anima dannata è, relativamente, facile.
Liberarla da un Demonio, difficile e ci vuole molto tempo. Spesso anni di esorcismi.