Padre Pio: la libertà, l’opera per i poveri

Era il gennaio del 1940 quando Padre Pio parlò per la prima volta del suo progetto di fondare a San Giovanni Rotondo un grande ospedale per curare gli ammalati bisognosi. Quel posto dimenticato da tutti dove c’era più bisogno di una mano misericordiosa che assistesse la povera gente del luogo.

Tutt’intorno non vi era che miseria, tristezza e abbandono. Niente ospedali, niente ricoveri per i più deboli, nulla che aiutasse a sopportare le piaghe di quella miseria profonda. Persino la piccola infermeria ospitata nell’ex convento delle Clarisse fu distrutta nel terremoto del 1938.

Il desiderio di Padre Pio diventa realtà

Nel suo sogno il nuovo ospedale sarebbe dovuto essere un luogo per la cura del corpo ma anche per quella dell’anima. Per curare i peccati ci vuole la fede ma per curare il corpo ci vogliono buoni medici e posti accoglienti, era questo il suo pensiero.

L’ospedale al quale voleva dare il nome di Casa Sollievo della Sofferenza avrebbe dovuto sorgere proprio vicino alla sua chiesa. Tanti sono i miracoli che Padre Pio ha fatto ma quello più grande e che sembrava impossibile a tutti si realizzò cosi come lo aveva sognato. Dopo due anni nasceva infatti il comitato dell’ospedale destinato ai poveri, ai sofferenti, ai diseredati.

Negli anni successivi venne raccolta una somma ingente. Le donazioni giunsero da tutto il mondo. L’ospedale fu inaugurato il 5 maggio del 1956 alla presenza di numerose autorità del luogo. Non mancarono ovviamente le critiche dei suoi nemici. Gli si rimproverò di aver speso troppo, di aver realizzato un complesso lussuoso. Troppi marmi e materiali costosi che facevano assomigliare la struttura ad un grande albergo piuttosto che ad una struttura sanitaria.

Secondo Padre Pio quella doveva essere la casa dove, davanti alla sofferenza e a Gesù,, erano tutti uguali: ricchi e poveri, giovani e vecchi. Ben presto l’ospedale ospitò clinici illustri che prestavano la loro opera gratuitamente e riuscì a dotarsi delle più moderne tecnologie per la cura dei malati. Oggi, dopo tanti anni, la struttura continua ad ingrandirsi perché i posti letto sono sempre insufficienti per il continuo afflusso di malati provenienti da ogni parte d’Italia.