Papa Francesco in Iraq: un’accoglienza generosa

Papa Francesco in Iraq: un’accoglienza generosa.. Era da tempo ormai esattamente dal 1999, che l’Iraq, aspettava la visita del papa per portare la fede ormai devastata dalla situazione politica, culturale del paese. La convivenza fraterna: è questo l’obiettivo di cui papa Francesco su cui fa leva.

Una accoglienza generosa e la vicinanza ai cristiani e a tutto l’Iraq, è quello che si sta seguendo dalla visita del papa in quel paese. Come racconta padre Karam Najeeb Yousif Shamasha il sacerdote della Chiesa Caldea a Telskuf nella Piana di Ninive, dove il Papa è stato nella giornata di domenica, sostiene che hanno patito tanto dolore in termini di violenze, specie durante l’assedio da parte dell’Isis.

Queste sono le parole riportate : Stiamo vivendo questa visita come una vicinanza che il Santo Padre vuole mostrarci. Siamo pochi… non siamo tanti qui in Iraq, siamo una minoranza molto piccola, con il desiderio di essere vicini anche a quelli più lontani: già per noi questa è una cosa molto preziosa. E siamo fortunati perché il Santo Padre non viaggia da circa un anno, e allora, già il fatto che abbia scelto il nostro Paese: già questa per noi è una cosa molto significativa, e lo vogliamo accogliere con tutto il cuore: nei nostri cuori prima ancora che nel nostro territorio.

Papa Francesco in Iraq: quali sono le difficoltà degli iracheni?

Papa Francesco in Iraq: quali sono le difficoltà degli iracheni? diciamo che negli ultimi anni il paese si è trovato davanti molti ostacoli . Tutto questo lo stanno affrontando con difficoltà, non solo per un discorso di sicurezza dovuto al Covid-19, ma per i problemi politici, economici. Sono molte le persone che non ricevono lo stipendio da mesi ormai. Nonostante tutto. questa visita, da parte di papa Francesco, viene come una luce nel buio più totale che c’è intorno a loro.

Padre Karam Najeeb Yousif aggiunge infine : In questa terra, nella Piana di Ninive, la nostra sofferenza dura da anni… Ad esempio nel mio paese, prima dell’arrivo dell’Is, avevamo circa 1450 famiglie. Ora ne sono rimaste solo 600/650: circa la metà delle famiglie sono già all’estero. Qui, in tutto l’Iraq siamo rimasti più o meno in 250mila fedeli. La presenza dei cristiani nella Piana di Ninive, grazie a Dio, è tornata piano piano.

In Iraq dal 2017 ormai, pian piano sono tornate le famiglie e hanno ricominciato a costruire le loro case. Questo in parte è stato possibile grazie all’aiuto della Chiesa, che ha aiutato in tutto il mondo, soprattutto a costruire le case che erano andate distrutte. I Cristiani, in tutto il mondo, hanno aiutato a costruire non solo le case ma anche le chiese. Papa Francesco, spera che questo viaggio porterà un po’ di pace nei cuori di tutti.

La preghiera del Santo Padre, li accompagna questo paese e le persone che ci vivono. Non solo i cristiani abbracciano il Papa, ma l’intero Paese come segno di con senso di rispetto e gratitudine. In questo mondo di culture, popoli e fedi diverse, un po’ tutti hanno sofferto. La cosa più importante è la convivenza pacifica, come suggerisce papa Francesco fondata sulla comunicazione e su la fede, con l’aiuto delle preghiere.