Preghiera di oggi: Devozione a San Gerardo Maiella per chiedere una grazia

IL CULTO DEL SANTO
Nonostante la sua causa di beatificazione fosse iniziata tardi (a 80 anni dalla morte) per diverse ragioni, continuo e crescente è stato nel corso del tempo il numero di coloro che hanno invocato il patrocinio di Gerardo. Per questa fama sanctitatis sempre viva e mai assopita, papa Leone XIII lo dichiarò beato il 29 gennaio 1893; fu poi canonizzato da papa Pio X l’11 dicembre 1904. Una petizione firmata da migliaia di fedeli e centinaia di vescovi è stata presentata al Papa per far proclamare solennemente Gerardo Maiella patrono delle mamme e dei bambini per tutta la Chiesa Universale.
Il culto del Santo è presente in diverse parti del mondo, ed è particolarmente vivo nelle zone da lui visitate come Deliceto, i paesi della provincia di Avellino, tra i quali Lacedonia e Materdomini, che ne conserva le spoglie mortali, e ancora Corato (dove ne è compatrono), Muro Lucano, Baragiano, Vietri di Potenza, Pescopagano, Potenza, Monopoli, Molfetta, San Giorgio del Sannio, Tropea ; un suo santuario si trova pure nel territorio del comune di Piedimonte Etneo e vi è un ulteriore santuario a lui dedicato a Sant’Antonio Abate, paese di cui è compatrono e dove è stato fondato, nel 1930, l’ordine delle Suore Gerardine di Sant’Antonio Abate. A Lanzara dall’aprile 1903 è attiva l’Associazione delle Gerardine. Il culto si è diffuso in maniera capillare anche in Europa, Oceania e America. Numerose, infatti, sono le chiese, gli ospedali e le Case a lui dedicate. Incessanti i pellegrinaggi alla sua tomba: si calcola che più di un milione di pellegrini vi si recano ogni anno per venerare le sue spoglie mortali. Il suo Santuario è particolarmente frequentato dalle giovani mamme. A tal riguardo degna di nota è la bellissima Sala dei fiocchi, le cui pareti e il cui soffitto sono ricoperti da migliaia di fiocchi rosa e celeste che le mamme, in segno di ringraziamento, hanno nel corso degli anni donato al Santo.

Il Martirologio Romano fissa per la sua memoria liturgica la data del 16 ottobre.

LA VITA
Nato presso Potenza nel 1726, morì nel 1755. Di famiglia povera, tentò invano di diventare Cappuccino, come uno zio materno. Fece il noviziato nei Redentoristi sotto la guida di Paolo Cafaro ed emise i voti come fratello coadiutore, svolgendo poi nel convento le mansioni più umili. Incaricato di organizzare pubbliche collette, ne approfittava per fare opera di conversione, per mettere pace e per richiamare al fervore religioso altri monasteri. Calunniato da una donna e, per la sua anima semplice incapace di difendersi, soffrì molto. Trasferito nella vallata del Sele, svolse in paesini isolati una grande opera di apostolato, comunicando a coloro che l’avvicinavano la sua ricchezza spirituale. Fin da giovanissimo, si erano rivelati in lui slanci mistici che lo portavano all’unione con Dio e, come ogni contemplativo, amava la natura e il bello.

Patronato: Cognati

Etimologia: Gerardo = valoroso con la lancia, dal tedesco

Martirologio Romano: A Materdomini in Campania, san Gerardo Majella, religioso della Congregazione del Santissimo Redentore, che, rapito da un intenso amore per Dio, abbracciò ovunque si trovasse un austero tenore di vita e, consumato dal suo fervore per Dio e per le anime, si addormentò piamente ancora in giovane età.

Supplica a San Gerardo
O san Gerardo, tu che con la tua intercessione, le tue grazie e i tuoi favori, innumerevoli cuori hai guidato a Dio; tu che sei stato eletto consolatore degli afflitti, sollievo dei poveri, medico degli infermi; tu che fai piangere di consolazione i tuoi devoti: ascolta la preghiera che ti rivolgo fiducioso. Leggi nel mio cuore e vedi quanto soffro. Leggi nell’anima mia e sanami, confortami, consolami. Tu che conosci la mia afflizione, come puoi vedermi tanto soffrire senza venire in mio aiuto?

Gerardo, vieni presto in mio soccorso! Gerardo, fa’ che anch’io sia nel numero di coloro che con te amano, lodano e ringraziano Dio. Fa’ che possa cantare le sue misericordie insieme a quelli che mi amano e soffrono per me.

Che ti costa esaudirmi?

Non cesserò di invocarti fino a quando non mi avrai pienamente esaudito. E’ vero che non merito le tue grazie, ma ascoltami per l’amore che porti a Gesù, per l’amore che porti a Maria santissima. Amen.