Purgatorio: quello che dice la Chiesa e la Sacra Scrittura

Le anime che, sorpresi dalla morte, non sono tanto colpevoli da meritare l’Inferno, né tanto buone da essere ammessi immediatamente in Paradiso, dovranno purificarsi nel Purgatorio.
L’esistenza del Purgatorio è verità di fede definita.

1) Sacra Scrittura
Nel secondo libro dei Maccabei (12,43-46) si trova scritto che Giuda, generale in capo delle truppe ebree, dopo aver combattuto una sanguinosa battaglia contro Gorgia, durante la quale molti dei suoi soldati erano rimasti sul terreno, chiamò a raccolta i superstiti e propose loro di fare una colletta in suffragio delle loro anime. Il raccolto della colletta fu spedito a Gerusalemme, perché si offrissero sacrifici espiatori a tale scopo.
Gesù nel Vangelo (Matt. 25,26 e 5,26) fa espressa menzione di questa verità quando dice che nell’altra vita ci sono due luoghi di punizione: uno dove il castigo non finisce mai «se ne andranno al supplizio eterno»; l’altro dove il castigo finisce quando tutto il debito verso la Divina Giustizia sia pagato «fino all’ultimo centesimo».
Nel Vangelo di S. Matteo (12,32) Gesù dice: «Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato né in questo mondo, né nell’altro». Da queste parole appare chiaro che nella vita futura c’è remissione di certi peccati, che non potranno essere che veniali. Questa remissione non può aver luogo che nel Purgatorio.
Nella prima Lettera ai Corinzi (3,13-15) San Paolo dice: «Se l’operato di taluno sarà trovato deficiente, sarà privato della sua mercede. Egli però sarà salvato at traverso il fuoco». Anche in questo passo si parla chiaramente del Purgatorio.

2) Magistero della Chiesa
a) Il Concilio di Trento, nella XXV sessione, proclama: «Illuminati dallo Spirito Santo, attingendo dal la Sacra Scrittura e dall’antica Tradizione dei Santi Padri, la Chiesa Cattolica insegna che c’è uno “stato di purificazione, Purgatorio, e le anime trattenute trovano aiuto nei suffragi dei credenti, specialmente nel Sacrificio dell’altare a Dio accettevole” ».
b) Il Concilio Vaticano II, nella Costituzione «Lumen Gentium – cap. 7 – n. 49» afferma l’esistenza del Purgatorio dicendo: «Fino a che il Signore non verrà nella sua gloria e tutti gli Angeli con Lui, e, distrutta la morte, non gli saranno sottomesse tutte le cose, alcuni dei suoi discepoli sono pellegrini sulla terra, altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, ed altri godono della gloria contemplando Dio».
c) Il Catechismo di S. Pio X, alla domanda 101, risponde: «Il Purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio e di altre pene che tolgono dall’anima ogni resto di peccato per renderla degna di vedere Dio».
d) Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 1030 e 1031, afferma: «Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del Cielo.
La Chiesa chiama “Purgatorio” questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati».