San Cirillo di Alessandria, Santo del giorno per il 27 giugno
( 378 – 27 giugno 444 )
La storia di San Cirillo di Alessandria
I santi non nascono con aloni intorno alla testa. Cirillo, riconosciuto come un grande maestro della Chiesa, iniziò la sua carriera come arcivescovo di Alessandria, in Egitto, con azioni impulsive, spesso violente. Saccheggiò e chiuse le chiese degli eretici novaziani – che richiedevano che coloro che negavano la fede fossero ribattezzati – parteciparono al deposito di San Giovanni Crisostomo e confiscarono le proprietà ebraiche, espellendo gli ebrei da Alessandria in rappresaglia per i loro attacchi ai cristiani .
L’importanza di Cirillo per la teologia e la storia della Chiesa risiede nel suo sostegno alla causa dell’ortodossia contro l’eresia di Nestorio, il quale insegnò che in Cristo c’erano due persone, una umana e una divina.
La controversia era incentrata sulle due nature in Cristo. Nestorio non accetterebbe il titolo di “portatore di Dio” per Maria. Preferiva il “portatore di Cristo”, dicendo che in Cristo vi sono due persone distinte, divina e umana, unite solo da un’unione morale. Disse che Maria non era la madre di Dio, ma solo dell’uomo Cristo, la cui umanità era solo un tempio di Dio. Il nestorianesimo implicava che l’umanità di Cristo fosse un semplice travestimento.
Presiedendo come rappresentante del papa nel Concilio di Efeso nel 431, Cirillo condannò il Nestorianesimo e proclamò Maria veramente la “portatrice di Dio”, la madre dell’unica Persona che è veramente Dio e veramente umana. Nella confusione che seguì, Cirillo fu deposto e imprigionato per tre mesi, dopo di che fu di nuovo accolto ad Alessandria.
Oltre a dover ammorbidire parte della sua opposizione a coloro che si erano schierati con Nestorio, Cirillo aveva difficoltà con alcuni dei suoi stessi alleati, che pensavano di essere andato troppo lontano, sacrificando non solo il linguaggio ma l’ortodossia. Fino alla sua morte, la sua politica di moderazione teneva sotto controllo i suoi partigiani estremi. Sul suo letto di morte, nonostante la pressione, si rifiutò di condannare il maestro di Nestorio.
Riflessione
Le vite dei santi sono preziose non solo per la virtù che rivelano, ma anche per le qualità meno ammirevoli che appaiono anche. La santità è un dono di Dio per noi come esseri umani. La vita è un processo Rispondiamo al dono di Dio, ma a volte con molto zigzag. Se Cirillo fosse stato più paziente e diplomatico, la chiesa nestoriana non avrebbe potuto alzarsi e mantenere il potere così a lungo. Ma anche i santi devono crescere dall’immaturità, dalla ristrettezza e dall’egoismo. È perché loro – e noi – crescono, che siamo veramente santi, persone che vivono la vita di Dio.