San Gennaro, il miracolo si è ripetuto, il sangue si è sciolto (FOTO)

Si è ripetuto il miracolo di San Gennaro. Alle ore 10 in punto l’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, ha annunciato ai fedeli presenti nel Duomo l’avvenuta liquefazione del sangue del Santo patrono. L’annuncio è stato accompagnato dal tradizionale sventolio di un fazzoletto bianco da parte di un membro delegato della Deputazione di San Gennaro.

L’ampolla contenente il sangue di San Gennaro è stata portata dall’arcivescovo dalla Cappella del Tesoro di San Gennaro all’altare del Duomo. Già durante il percorso, il sangue è apparso sciolto agli occhi dei fedeli che hanno salutato l’avvenimento con un lungo applauso.

“‘Ringraziamo il Signore per questo dono, per questo segno così importante per la nostra comunità”.

Sono le prime parole pronunciate dall’arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, dopo l’annuncio dell’avvenuto prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro. “E’ bello ritrovarsi attorno a questo altare – ha aggiunto Battaglia – per celebrare l’eucaristia della vita e per chiedere l’intercessione di san Gennaro, perché possiamo sempre di più innamorarci della vita e del Vangelo. Non sempre ci riusciamo perché la vita è segnata da debolezze e fragilità”.

Per monsignor Battaglia è la prima festività di San Gennaro in questa veste, essendo stato nominato arcivescovo di Napoli a febbraio scorso.

“Napoli è una pagina di Vangelo scritta dal mare. Nessuno ha in tasca la ricetta per il bene di Napoli e per questo siamo chiamati ognuno a dare il proprio contributo a partire dalla propria storia e dal proprio impegno, senza incagliarci nelle acque basse dei conflitti inutili, fini a se stessi”.

Lo ha detto l’arcivescovo di Napoli monsignor Domenico Battaglia, nell’omelia. “La nostra città – ha aggiunto Battaglia – non deve venir meno alla sua vocazione di terra di mare, generando incontri, diventando crocevia di contaminazioni inaspettate, dove le differenze dei singoli si armonizzano in un cammino di comunità, in un ‘noi’ più vasto che valorizza tutti, iniziando dai più piccoli, da chi arranca e fa più fatica. Napoli è chiamata ad essere un porto sicuro per i suoi figli, evitando di cedere a sterili logiche individualistiche e di parte, guardando invece all’orizzonte ampio del bene di tutti, consapevole che l’orizzonte è qualcosa verso cui si naviga ma che non si possiede mai del tutto”.

L’arcivescovo ha chiesto quindi “alla mia Chiesa di Napoli di mettersi sempre più a servizio di questa traversata verso il bene comune, nella consapevolezza che il Vangelo è una buona notizia per tutti, una bussola sicura per ogni navigazione”.