Un esame di coscienza fatto da Gesù in persona…di San Filippo Neri

Un giovane era venuto da Filippo a confessarsi e si confessò infatti.

Ma la sua non fu una confessione sacramentale, come si dice: l’accusa di una persona che si sente colpevole. Diceva le sue colpe, il figliolo, come uno che racconti una sua passeggiata senza nessun cenno di pentimento, senza nessun segno di rammarico: i peccati erano poi gravucci e parecchi, e pareva anche che il giovane ne dicesse qualcuno come una bravura.

Filippo comprese che quel giovane non era pentito, non era compreso del male che aveva fatto, che non ci poteva essere vero proponimento ed allora ecco un rimedio efficacissimo anch’esso scoccato nella mente come un lampo.

– Senti, mio caro, io ho una cosa urgentissima da fare e devi aspettarmi un po’ : fermati qui, dinanzi a questo bel Crocifisso e stai a guardarlo.

Filippo andò via e passarono parecchi minuti e poi altri ancora e poi un bel pezzo: stava in camera a pregare. L’altro dinanzi al Crocifisso un po’ stette a guardare pazientemente, un po’, con noia, ma poiché Filippo non arrivava cominciò a pensare.

Il Signore, rifletteva fra se stesso, fu ridotto così, per i nostri peccati, per i peccati miei… Sarà stato un gran brutto dolore, quella crocifissione di tre ore… E poi tutto il resto.

In breve, senza volerlo, l’uomo fece una grande meditazione sulla passione e alla fine fu commosso e baciava il Crocifisso e quasi piangeva.

Allora Filippo tornò, lo vide, comprese che ora il peccatore era preparato.

Certo intervenne la grazia ed anche la preghiera di Filippo, ma il procedimento per arrivarci non perde nulla della sua originalità giocosa.