Vangelo del 12 Aprile 2020 con commento: Domenica di Pasqua

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-9.
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.
Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra,
e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.

San Gregorio Nisseno (ca 335-395)
monaco e vescovo

Omelia sulla santa e salutare Pasqua; PG 46, 581
Il primo giorno della vita nuova
Ecco una massima saggia: “Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura” (Sir 11,25). Oggi viene dimenticata la prima sentenza formulata contro di noi – anzi viene annullata! Questo giorno ha interamente cancellato ogni ricordo della nostra condanna. Una volta, si partoriva nel dolore; ora nasciamo senza sofferenza. Una volta eravamo carne, nascevamo dalla carne; oggi quel che nasce è spirito nato dallo Spirito. Ieri, nascevamo deboli figli degli uomini; oggi nasciamo figli di Dio. Ieri eravamo rigettati dal cielo sulla terra; oggi, colui che regna nei cieli fa di noi dei cittadini del cielo. Ieri la morte regnava a causa del peccato; oggi, grazie alla Vita, la giustizia riprende il potere.

Un tempo, uno solo ci ha aperto la porta della morte; oggi, uno solo ci riporta alla vita. Ieri, avevamo perso la vita a causa della morte; ma oggi la vita ha distrutto la morte. Ieri, la vergogna ci faceva nascondere sotto il fico; oggi la gloria ci attira verso l’albero della vita. Ieri la disobbedienza ci aveva cacciato dal Paradiso; oggi, la nostra fede ci permette di entrarvi. Inoltre, il frutto della vita ci viene offerto affinché ne godiamo a sazietà. Nuovamente la fonte del Paradiso che ci irriga con i quattro fiumi dei vangeli (cfr Gen 2,10), viene a rinfrescare l’intera faccia della Chiesa. (…)

Cosa dobbiamo fare da questo momento, se non imitare nel loro saltare gioioso le montagne e le colline delle profezie: “I monti saltellarono come arieti, le colline come agnelli!” (Sal 113,4). “Venite, applaudiamo al Signore” (Sal 94,1). Ha spezzato la potenza del nemico e innalzato il grande trofeo della croce (…). Diciamo dunque: “Grande Dio è il Signore, grande Re su tutta la terra” (Sal 94,3 ; 46,3). Egli ha benedetto l’anno coronandolo con i suoi benefici (Sal 64,12), e ci raduna in un coro spirituale, in Gesù Cristo nostro Signore. A lui sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen!