Veggenti di Medjugorje: come la Madonna ci ha insegnato a pregare

Jelena e la sua esperienza: come la Madonna ha insegnato a pregare col cuore

Jelena Vasilj, 25 anni, che studia teologia a Roma, nelle vacanze a Medjugorje si rivolge spesso ai pellegrini con la sapienza che conosciamo, cui ora aggiunge anche la precisione teologica. Così ha parlato ai giovani del Festival: La mia esperienza è diversa da quella dei sei veggenti… Noi veggenti siamo la testimonianza che Dio ci chiama personalmente. Nel dicembre 1982 ho fatto l’esperienza del mio Angelo custode, e più tardi della Madonna che mi parlava nel cuore. La prima chiamata è stata la chiamata alla conversione, alla purezza del cuore per essere poi in grado di accogliere la presenza di Maria…

L’altra esperienza è sulla preghiera ed io oggi vi parlerò solo di questa. In tutto questo tempo ciò che è stato più incoraggiante, è stato che Dio ci chiama e poi si rivela come Colui che è, colui che era, e che sarà sempre. La prima convinzione è che la fedeltà di Dio è eterna. Questo vuol dire che non siamo noi soltanto che cerchiamo Dio, non è solo la solitudine che ci spinge a cercarlo, ma è Dio stesso il primo che ci ha trovati. Che cosa la Madonna ci chiede? Che noi cerchiamo Dio, chiede la nostra fede, e la fede è la pratica del nostro cuore e non solo una cosa! Dio parla nella Bibbia mille volte, parla del cuore e chiede la conversione del cuore; e il cuore è questo luogo dove Egli vuole entrare, è il luogo della decisione, e per questo la Madonna a Medjugorje ci chiede di pregare con il cuore, che significa decidersi e donarsi totalmente a Dio… Quando noi preghiamo con il cuore, noi doniamo noi stessi. Il cuore è anche la vita che Dio ci da’, e che noi vediamo attraverso la preghiera. La Madonna ci dice che la preghiera è vera solo quando diventa il dono di se stessi; e ancora che quando l’incontro con Dio provoca in noi il ringraziamento a Lui, questo è il segno più evidente che l’abbiamo incontrato. Questo noi lo vediamo in Maria: quando lei riceve l’invito dell’Angelo e visita Elisabetta, allora nasce nel suo Cuore il ringraziamento, la lode.

La Madonna ci dice di pregare per ricevere la benedizione; e questa Benedizione era il segno che avevamo ricevuto il dono: cioè che eravamo graditi a Dio. La Madonna ci ha indicato diverse forme di preghiera, per esempio il Rosario… La preghiera del Rosario è molto valida perché include un elemento importante: la ripetizione. Sappiamo che il solo modo di essere virtuosi è di ripetere il nome di Dio, di averlo sempre presente. Per questo dire il Rosario vuol dire penetrare il mistero del cielo, e nello stesso tempo, rinnovando il ricordo dei misteri, entriamo nella grazia della nostra salvezza. La Madonna ci ha convinti che dopo la preghiera delle labbra c’è la meditazione e poi la contemplazione. Va bene una ricerca intellettuale di Dio, ma è importante che la preghiera non resti intellettuale, ma vada un po’ più lontano; deve andare verso il cuore. E questa preghiera ulteriore è il dono che noi abbiamo ricevuto e che ci permette l’incontro con Dio. Questa preghiera è il silenzio. Qui la parola ci abita e porta frutto. L’esempio più luminoso di questa preghiera silenziosa è Maria. Ciò che principalmente ci permette di dire di sì è l’umiltà. La più grande difficoltà nella preghiera è la distrazione e anche la pigrizia spirituale. Anche qui è solo la fede che ci può aiutare. Devo raccogliermi e chiedere a Dio di donarmi una fede grande, una fede forte. La fede ci dà di conoscere il mistero di Dio: allora il nostro cuore si apre. Per quanto riguarda la pigrizia spirituale c’è solo un rimedio: l’ascesi, la croce. La Madonna ci chiama a vedere questo aspetto positivo della rinuncia. Lei non ci chiede di soffrire per soffrire, ma per dare spazio a Dio. Anche il digiuno deve diventare amore e ci porta a Dio e ci permette di pregare. Un altro elemento della nostra crescita è la preghiera comunitaria. La Vergine ci diceva sempre che la preghiera è come una fiamma e tutti insieme diventiamo una grande forza. La Chiesa ci insegna che la nostra adorazione non deve essere soltanto personale, ma comunitaria e ci chiama a riunirci e a crescere insieme. Quando Dio si rivela nella preghiera, ci rivela noi stessi e anche la comunione vicendevole. La Madonna mette al di sopra di ogni preghiera la S. Messa. Lei ci diceva che in quel momento il cielo scende sulla terra. E se dopo tanti anni non capiamo la grandezza della Santa Messa, non possiamo capire il mistero della Redenzione. Come la Madonna ci ha guidati in questi anni? Non è stato che un cammino nella pace, nella riconciliazione a Dio Padre. Il bene che abbiamo ricevuto non è di nostra proprietà e quindi non è solo per noi… Lei ci ha indirizzato al nostro parroco di allora per iniziare un gruppo di preghiera e ci ha anche promesso di condurci Lei stessa e ci ha chiesto di pregare insieme per quattro anni. Perché questa preghiera sia radicata nella nostra vita, prima ci ha chiesto di incontrarci una volta alla settimana, poi due, poi tre volte.

1. Gli incontri erano molto semplici. Cristo era al centro, dovevamo recitare il rosario di Gesù, che è incentrato sulla vita di Gesù allo scopo di capire il Cristo. Ogni volta ci ha chiesto il pentimento, la conversione del cuore e se avevamo delle difficoltà con le persone, prima di venire a pregare, chiedere perdono.

2. In seguito la nostra preghiera diventava sempre più preghiera di rinuncia, di abbandono e di dono di noi stessi, in cui bisognava dare a Dio tutte le nostre difficoltà: questo per un quarto d’ora. La Madonna ci ha chiamati a dare tutta la nostra persona e appartenere totalmente a Lei. Dopo di che la preghiera diventava una preghiera di ringraziamento e finiva con la benedizione. Il Padre Nostro è l’essenza di tutti i nostri rapporti con Dio e ogni incontro terminava con il Padre Nostro. Al posto del Rosario dicevamo sette Pater, Ave, Gloria soprattutto per quelli che ci guidano.

3. Il terzo incontro della settimana era per il dialogo, lo scambio tra noi. La Madonna ci dava il tema e noi parlavamo di questo tema; la Madonna ci diceva che così si donava a ciascuno di noi e condivideva la nostra esperienza e che Dio arricchiva ognuno di noi. La cosa più importante è l’accompagnamento spirituale. Ci ha chiesto una guida spirituale perché, per capire la dinamica della vita spirituale, dobbiamo capire la voce interiore: quella voce interiore che dobbiamo cercare nella preghiera, cioè la volontà di Dio, la voce di Dio nel nostro cuore.

(4 agosto 1997)

Fonte: Eco di Medjugorje 135