Come servirsi dell’Angelo Custode. Gli insegnamenti di don Bosco

Servirsi dell’Angelo.

L’Angelo Custode ha cura della persona affidatagli dal Signore; si mette a sua disposizione quando l’anima è in grazia di Dio e lo invoca di cuore.

L’Angelo è contento quando può rendere servizi particolari; dunque si faccia operare. E come?

Noi siamo a lavoro; non possiamo recarci in Chiesa per fare una visita a Gesù Sacramentato. Diciamo al nostro Custode: « Angioletto mio, va’ a fare una visitina a Gesù per me! Lodalo e ringrazialo a nome mio! Offri tu a Dio il mio cuore! ». In un attimo l’Angelo accoglie l’ambasciata ed eccolo davanti al Tabernacolo. L’anima avverte d’ordinario qualche cosa di misterioso internamente, cioè una dolce pace.

Dobbiamo fare un viaggio; potranno capitare pericoli per l’anima e per il corpo. Diciamo: « Angioletto mio, mettimi sotto la tua protezione ed accompagnami lungo il viaggio ».

C’è un parente lontano, del quale non si hanno notizie; si sta in ansia. Si dia l’incarico al Custode nostro: «Angelo di Dio, ricorda a quel mio parente di mandarmi qualche notizia». Se questo è conforme ai voleri del Signore, l’Angelo Custode è in grado di suscitare nella mente del lontano il pensiero di dare notizia ai congiunti.

Si teme che qualcuno della famiglia sia in pericolo per circostanze particolari; la madre, ad esempio, prevedendo ciò, vorrebbe essere presente al marito… ai figli… ma non può. Dia l’incarico all’Angelo: «Va’, o mio Custode, ad assistere il marito … il figlio;… Fa’ tu quello che non posso fare io!» Gli effetti potranno essere sorprendenti. Basta farne l’esperienza.

Si vuole convertire un peccatore. Si preghi, l’Angelo Custode di questo tale, affinché agisca nell’anima del traviato. Dietro questa preghiera, chi sa quanti buoni pensieri l’Angelo susciterà nella mente del peccatore per richiamarlo a Dio!

Si fa il catechismo ai piccoli; il maestro o la maestra si raccomandino agli Angeli di questi piccoli e la lezione sarà più efficace.

Un sacerdote ha da fare una predica e desidera far molto bene alle anime. Prima di predicare si raccomandi agli Angeli Custodi di coloro che stanno in Chiesa. Il frutto della predica sarà grande, perché gli Angeli aiuteranno l’opera della grazia.

Insegnamenti di S. Giovanni Bosco.

S. Giovanni Bosco inculcava spesso la devozione all’Angelo Custode. Diceva ai suoi giovani: « Ravvivate la fede nell’Angelo Custode, che è con voi ovunque siate. Santa Francesca Romana se lo vedeva sempre davanti con le mani incrociate sul petto e gli occhi rivolti al Cielo; ma per ogni suo anche più piccolo mancamento, l’Angelo si copriva come per vergogna il volto e talora le voltava le spalle ».

Altre volte il Santo diceva: « Cari giovani, fatevi buoni per dare allegrezza al vostro Angelo Custode. In ogni afflizione e disgrazia, anche spirituale, ricorrete all’Angelo con fiducia ed egli vi aiuterà. Quanti, essendo in peccato mortale, furono dal loro Angelo salvati dalla morte, perchè avessero tempo di confessarsi bene! »..

Il 31 Agosto 1844, la moglie dell’ambasciatore del Portogallo sentì dirsi da Don Bosco: « Lei, signora, oggi ha da viaggiare; si raccomandi molto al suo Angelo Custode, perchè l’assista e non abbia a spaventarsi del fatto che le accadrà ». La signora non comprese. Partì in carrozza con la figlia e la serva. Nel viaggio i cavalli imbizzarrirono e il cocchiere non riusciva a frenarli; la carrozza urtò in un mucchio di pietre e si rovesciò; la signora, mezzo fuori dalla carrozza, fu trascinata con la testa e le braccia per terra. Subito invocò l’Angelo Custode ed improvvisamente i cavalli si fermarono. Accorse gente; ma la signora, la figlia e la serva uscirono da sole dalla carrozza incolumi; anzi continuarono il cammino a piedi, essendo la vettura ridotta in condizioni miserrime.

Don Bosco aveva parlato una domenica ai giovani sulla devozione all’Angelo Custode, esortandoli ad invocarne l’aiuto nei pericoli. Alcuni giorni dopo, un giovane muratore si trovava con altri due compagni sul ponte di una casa, al quarto piano. Improvvisamente l’impalcatura cedette; tutti e tre precipitarono sulla strada col materiale. Uno rimase ucciso; un secondo, gravemente ferito, fu portato all’ospedale, ove morì. Il terzo, che la domenica precedente aveva sentita la predica di Don Bosco, appena si accorse del pericolo, disse gridando: « Angelo mio, aiutami! » L’Angelo lo sostenne; difatti si alzò senza nessuna scalfittura e corse subito da Don Bosco a raccontargli il fatto.

Dopo la vita terrena.

L’Angelo, dopo aver assistita la creatura umana durante la vita e specialmente in punto di morte, ha l’ufficio di presentare l’anima a Dio. Questo si rileva dalle parole di Gesù, quando parlò del ricco epulone: « Morì Lazzaro, il povero, e dagli Angeli fu portato nel seno di Abramo; morì il ricco epulone e fu sepolto nell’inferno ».

Oh, come è contento l’Angelo Custode quando presenta al Creatore l’anima spirata in grazia di Dio! Dirà: O Signore, la mia opera è stata proficua! Ecco le opere buone compiute da quest’anima!… Eternamente avremo in Cielo un altro astro, frutto della vostra redenzione!